Carissima Giovanna, leggo in Storia d'Italia- Le regioni -
DALL'UNITA' AD OGGI, LA SICILIA - GIULIO EINAUDI EDITORI Rosario Mangiameli la
regione di guerra 1945/50, pag. 576 /ss.
“I continui rastrellamenti avrebbero
dovuto mettere in crisi secondo l’opinione di Ettore Messana , responsabile
dell’ispettorato di Pubblica Sicurezza, i traffici illegali e alienare a
Giuliano le simpatie della popolazione che lo considerava suo protettore: «E’
convinzione di molti che se Giuliano non cadrà ben presto nelle mani della
giustizia dovrà rimanere vittima della maffia, stanca ed atterrita dallo
sconvolgimento che ha determinato l’inusitato quanto inaspettato movimento di
forze anzidette. In questi giorni -non è strana coincidenza - non pochi
malfattori, alcuni di essi noti capi banda, sono stati trovati uccisi senza che
sia stata rivelata alcuna traccia degli uccisori. » Tralascio le considerazioni
di Mangiameli decisamente settarie e prevenute. Penso che i successivi
accadimenti abbiano dato ragione al Messana anziché alle postume insinuazioni
del Mangiameli. Quello però che qui importa è la seguente citazione: ACS, (per
Archivio centrale di Stato), PCM , 1944- 47, 8-2 /10371 Sicilia ordine pubblico
rapporto di Messana del 17 febbraio 1946 Sulle indagini per la cattura di
Giuliano vedi le ben documentate pagine di Spanò- Faccia a faccia con la mafia.
Nella successiva pagina 578 abbiamo questa importantissima nota: n. 25 Il primo
a fare il nome di Giuliano fu l’ispettore Messana che contava su importanti
confidenti nella banda, il principale di questi Fra Diavolo, al secolo
Salvatore Ferreri, legato alla mafia del Trapanese, fu ucciso il 27 giugno 1947
nella caserma dei carabinieri di Alcamo, dove si trovava in stato di fermo.
Era
questo un episodio della lotta tra polizia e carabinieri per assicurarsi la
cattura di Giuliano, ma con la morte di Ferreri scompariva un possibile
testimone sui mandanti della strage di Portella della Ginestra. Ferreri infatti
per primo aveva parlato della esistenza di una lettera che consegnata da
Pasquale Sciortino a Giuliano, avrebbe influito sulla decisione di compiere la
strage [di Portella delle Ginestre].
Cfr, le deposizioni del generale dei
carabinieri Giacinto Paoloantonio davanti alla Commissione antimafia in
Archivio Italiano Testo integrale , pp. 419-23, 467-83. 723- 37.
Li Causi, chi era
l'on. Girolamo Li Causi. Ci imbattiamo in codesto grande comunista in queste
nostre attuali ricerche sulla massiccia figura del questore Messana. Se amiamo
la verità, la nostra indagine deve spaziare a trecentosessanta gradi con
spirito storico, distaccato, per quanto possibile avalutativo. Come vedremo
Casarrubea si appoggia a Li Causa per deturpare la figura di Messana. Ne
vedremo a suo tempo le distorsioni persino infamanti -
Girolamo Li Causi Da
Wikipedia, l'enciclopedia libera. sen. Girolamo Li Causi Bandiera italiana
Parlamento italiano Senato della Repubblica GirolamoLiCausi.jpg Luogo nascita
Termini Imerese Data nascita 1º gennaio 1896 Luogo morte Palermo Data morte 14
aprile 1977 Titolo di studio Laurea in scienze economiche Professione
Pubblicista Partito PCI Legislatura I, V Gruppo Comunista Incarichi
parlamentari Vicepresidente della commissione speciale pdl enti locali regione
siciliana dal 9 marzo 1950 al 24 giugno 1953 Vicepresidente della commissione parlamentare
d'inchiesta sul fenomeno della "mafia" dal 13 novembre 1968 al 24
maggio 1972 Incarichi parlamentari Vicepresidente della Commissione Speciale
Per L'esame Del Disegno Di Legge N.1: "Autorizzazione All'esercizio
Provvisorio Del Bilancio Per L'anno Finanziario 1953-1954" dal 25 giugno
1953 all'11 giugno 1958 Vicepresidente della Giunta Per I Trattati Di Commercio
E La Legislazione Doganale dal 6 ottobre 1953 all'11 giugno 1958 Vicepresidente
della Camera dei Deputati dal 12 giugno 1958 al 15 maggio 1963 Vicepresidente
della commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno della mafia in Sicilia
dal 5 giugno 1963 al 4 giugno 1968 on. Girolamo Li Causi Bandiera italiana
Assemblea costituente Collegio Unico Nazionale Pagina istituzionale « Perché avete
fatto uccidere Giuliano? Perché avete turato questa bocca? La risposta è unica:
l'avete turata perché Giuliano avrebbe potuto ripetere le ragioni per le quali
Scelba lo ha fatto uccidere. Ora aspettiamo che le raccontino gli uomini
politici, e verrà il tempo che le racconteranno. » (Girolamo Li Causi.
Intervento alla Camera dei deputati nella seduta del 26 ottobre 1951[1])
Girolamo Li Causi (Termini Imerese, 1º gennaio 1896 – Palermo, 14 aprile 1977)
è stato un politico italiano. È stato il primo segretario del PCI siciliano.
Indice [nascondi] 1 Biografia 1.1 Incarichi istituzionali 1.2 Portella della
Ginestra 1.2.1 Documenti 2 Note 3 Bibliografia 4 Collegamenti esterni
Biografia[modifica sorgente] Già dirigente socialista, aderì al Partito
Comunista d'Italia nel 1924. Nel 1926 fu per alcuni mesi direttore de L'Unità.
Nel 1928 venne arrestato per la sua attività antifascista e condannato a 21
anni di carcere. Liberato nell'estate del 1943, diventò partigiano ed entrò nel
CLNAI. Venne quindi rimandato nella natia Sicilia per organizzare la presenza
del Partito Comunista, di cui divenne il primo segretario regionale. Il forte
impegno politico contro la mafia caratterizzò subito la sua azione e per questo
16 settembre 1944 fu vittima di un attentato da parte di un gruppo di mafiosi
guidato da Calogero Vizzini. In tale occasione, in cui vennero ferite 14
persone, Li Causi venne attaccato durante un comizio in cui stava intervenendo
insieme a Gino Cardamone e Michele Pantaleone a Villalba[2]. Incarichi
istituzionali[modifica sorgente] Nel 1946 venne eletto deputato nell'Assemblea
Costituente. Fu eletto per la Prima volta in Parlamento nel 1948 e, attraverso
varie legislature, ricoprì la carica di Deputato e quella di Senatore. Fu
vicepresidente della prima Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno
mafioso. Portella della Ginestra[modifica sorgente] « Gli obiettivi immediati
delle forze alleate in Sicilia furono dunque: a) mantenere l'ordine conservando
nello stesso tempo buoni rapporti con la popolazione; b) ripristinare un
tessuto sociale affidabile e conforme agli interessi anglo-americani, come si
venivano delineando nel quadro strategico internazionale; c) stroncare le forze
di sinistra prima di un loro troppo profondo radicamento sociale. » (Nicola Tranfaglia
in "Come nasce la Repubblica", pagine fra 91 e 98) Li Causi fu
probabilmente l’uomo politico più direttamente impegnato sulla strage di
Portella della Ginestra: la denunciò all’opinione pubblica e ne seguì gli
sviluppi, individuandone la principale causa nella vittoria, alle elezioni
regionali, dell’alleanza elettorale di sinistra in un contesto di scontro tra
il separatismo isolano e il movimento contadino che chiedeva l’applicazione
della riforma agraria. Li Causi indirizzò inoltre durissime accuse anche alle
forze di polizia, denunciando i loro legami con mafiosi e saparatisti, e al
ministro Mario Scelba, più volte accusato di essere direttamente implicato
nella vicenda. Documenti[modifica sorgente] Il 10 maggio 1950, durante la sua
deposizione istruttoria, Girolamo Li Causi presentò alcuni significativi
documenti. Venne esibita per prima una lettera mandata da Salvatore Giuliano
all'Unità con richiesta di pubblicazione. Il timbro fa risalire la missiva al 2
ottobre 1948. Fra gli stralci di interesse investigativo si trova questo:
"[...] oggi potrei mostrare una lettera che un amico intimo del signor
Scelba, proprio alla vigilia delle elezioni, mi mandò e conteneva la promessa
[...]". Il secondo documento presentato, era una missiva autografa di Giuliano
che rispondeva al comizio dello stesso Li Causi tenuto a Portella della
Ginestra i 1º maggio 1949, quando venne scoperta la lapide dedicata alle
vittime. In questo discorso che fece scalpore all'epoca, Li causi chiese
direttamente a Giuliano di far i nomi dei mandanti della strage e nella lettera
esibita Giuliano rispondeva: "I nomi possono farli coloro che tengono la
faccia di bronzo, ma non un uomo [...]". Li Causi esibì infine una terza
lettera autografa di Giuliano, già pubblicata dall'Unità il 30 aprile 1950, in
cui il malvivente minacciava senza mezzi termini Mario Scelba in riferimento al
suo luogotenente Gaspare Pisciotta, in odore di tradimento. « Il Giuliano
allora si è avvicinato a me chiedendomi dove fosse mio fratello. Ho risposto
che si trovava in paese con un foruncolo. Egli allora mi ha detto: 'E' venuta
la nostra liberazione'. Io ho chiesto: -E qual è?- Ed egli di rimando mi disse:
'Bisogna fare un'azione contro i comunisti: bisogna andare a sparare contro di
loro, il 1º maggio a Portella della Ginestra. Io ho risposto dicendo che era
un'azione indegna, trattandosi di una festa popolare alla quale avrebbero preso
parte donne e bambini ed aggiunsi: 'Non devi prendertela contro le donne ed i
bambini, devi prendertela contro Li Causi e gli altri capoccia. »
(Dichiarazione di Gaspare Pisciotta, luogotenente di Salvatore Giuliano) Tutte
queste lettere, unitamente alla deposizione di Pisciotta in cui lo stesso
sostiene la presenza di una corrispondenza tra Giuliano e il Ministro Mario
Scelba (latore un deputato amico), non fornirono, secondo gli investigatori,
riscontri oggettivi al proseguimento delle indagini in direzione di un
intreccio destabilizzante fra Salvatore Giuliano e segmenti dell'ambiente
politico. [1] Note[modifica sorgente] 1.^ at Leinchieste.com 2.^ dai fatti
raccontati da Alfio Caruso nel libro Turiddu il postelegrafonico
Bibliografia[modifica sorgente] Girolamo Li Causi, "Terra di Frontiera.
Una stagione politica in Sicilia 1944-1960", a cura di Davide Romano
presentazione di Italo Tripi e della prefazione di Oliviero Diliberto Edizioni
La Zisa, 2009. Francesco Petrotta, Portella della Ginestra. La ricerca della
verità, Ediesse 2007, ISBN 978-88-230-1201-1 Giuseppe Casarrubea e Mario J.
Cereghino, Tango Connection, Bompiani Carlo Ruta, Giuliano e lo Stato.
Documenti e testimonianze sul primo intrigo della repubblica, Edi.bi.si.,
Messina 2002 Collegamenti esterni[modifica sorgente] Lo sbarco Alleato ed il
riemergere della mafia Portella della Ginestra Intervento di Girolamo Li Causi
all'Assemblea Costituente, seduta del 15 luglio 1947. Mafia e banditismo
Estratto da un documento del 18 settembre 1948, conservato presso l'Archivio
Istituto Gramsci Siciliano, fondo "Girolamo Li Causi" Il Filo Nero a
cura di Vincenzo Vasile Documenti statunitensi e italiani sulla Banda Giuliano,
la X Mas e il neofascismo in Sicilia (1944 – 1947) a cura di Giuseppe
Casarrubea
annotiamo questi appunti. Ne trarrermo spunti per documentare
come si sbatte un mostro in prima pagina. Vizio giornalistico mondiale,
nequizia della sedicente cultura storica italiana molto nostrana. Lo scoop come
lo scoop anche nell'inventare una fasulla pagina di storia. Si vince una
cattedra. Il mostro sbattuto in prima pagina si chiama: questore ETTORE MESSANA
da Regalpetra Libera Racalmutouto: l'onore della famiglia gravemente vilipeso,
il buon nome di Racalmuto giù nel fango. Difenderemo con documenti sia l'onore
della famiglia Messana, sia il buon nome di questo infangato grande paese di
Sciascia, RACALMUTO. Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. < Utente:Lupo
rosso | Sandbox Indice [nascondi] • 1 il convegno di Palermo o 1.1 Introduzione
o 1.2 intervento di Salvatore Lupo o 1.3 intervento di Ernesto Burgio e Lino
Buscemi o 1.4 intervento di Giuseppe Casarrubea o 1.5 intervento di Giuseppe
Carlo Marino • 2 Collegamenti Esterni • 3 Note il convegno di Palermo[modifica
| modifica sorgente]
Utente:Lupo_rosso/Sandbox/relazioni_mafia_fascismo_servizi_segreticaso_Mori
Introduzione[modifica | modifica sorgente] Il convegno di Palermo prende spunto
da un libro giudicato dagli esperti del settore molto importante per documenti
presentati .Il titolo del libro e' come nasce la repubblica? diNicola
Tranfaglia;il convegno di Palermo e' inerente ai rapporti tra mafia, Vaticano e
neofascismo dallo sbarco degli alleati in Sicilia al 1947 basato sulla ricerca
di Nicola Tranfaglia e di Giuseppe Casarrubea,come nasce la repubblica?
utilizza come pezza d'appoggio i documenti americani e italiani desecretati,il
convegno arriva, arricchendole della conoscenza ed esperienza degli storici
partecipanti, a conclusioni che si ritrovano sviluppate e completate da
materiali storici comprovanti nel libro [1] Promotori del convegno sono il
preside della Facoltà di Lettere Giovanni Ruffini e Salvatore Lupo, ordinario
di Storia contemporanea presso la stessa facolta'. Le parole di Girolamo Li
Causi nell'intervento alla camera dei deputatinella seduta del 26 ottobre 1951
servono ad introdurre la tematica del convegno di Palermo in cui si
sviluperranno le tesi accusatorie espresse da Girolamo Li Causi ed avvalorate
dai documenti desecretati presentati da Nicola Tranfaglia in come nasce la
repubblica? « Il popolo siciliano è stato accusato dal Ministro Scelba di
omertà. Ma voi, come potete immaginare che a Monreale, dove si sapeva che la
famiglia del Miceli era d'accordo con Verdiani,[2][3] In quella seduta,
Girolamo Li Causi si assume il compito di illustrare l'interpellanza presentata
assieme con Giuseppe Montalbano[4], Riccardo Lombardi, Virgilio Nasi, Umberto
Fiore[5] e Luigi Sansone al presidente del Consiglio e dai ministri
dell'Interno e di Grazia e Giustizia sulla gravità della situazione in Sicilia.
e che ospitava Giuliano, ci possa essere chi vada a denunciare i Miceli[6][7]?
Polizia, banditi, mafia, erano insieme, mangiavano insieme, e voi accusate il
popolo siciliano di omertà, mentre il funzionario dello Stato appare il correo,
il favoreggiatore, l'istigatore. Voi avete accusato il popolo siciliano di
omertà, ma l'omertà è vostra, per aver sospinto i vostri funzionari a questi
metodi, per aver indirizzato la loro azione a martoriare le popolazioni, per
aver tollerato che violassero la legge. Ma è naturale per voi che debba essere
così, dato lo scopo che volete raggiungere. Il vostro disegno è chiaro:
condanniamo quelli delle gabbie di Viterbo, diamo loro l'ergastolo e la nostra
coscienza di gente civile è appagata; chiudiamo questa pagina vergognosa e non
diamo più spettacolo all'estero. Già, come se queste ferite sanguinose
potessero essere così sanate! » « Credete che non ci fosse stato il movimento
contadino, se non ci fossero i partiti democratici questo bubbone sarebbe
scoppiato? No, questi delitti sarebbero stati occultati, le istruttorie
archiviate, come si faceva prima. Ora non è più possibile commettere impunemente
delitti per conservare i propri privilegi, per violare la Costituzione; oggi
non è più possibile che la Nazione possa consentire che, commesso il primo
delitto, quello di violare la Costituzione, seguano tutti gli altri, per cui
dai Verdiani, dai Luca, dai Perenze,[8] fino all'ultimo maresciallo dei
carabinieri si può impunemente infrangere la legge, con la coscienza che la
legge si viola "contro i comunisti", gli assoldati di Stalin, i
nemici della Patria, contro i quali, quindi, tutto è lecito. » [9] intervento
di Salvatore Lupo[modifica | modifica sorgente] L'introduzione di Salvatore
Lupo di per se stessa costituisce un momento di sintesi dell'intero periodo
storico in questione. « “...la nuova Italia non nasce indipendente ma sotto
l’occupazione americana, che ci fa capire come la Resistenza al fascismo abbia
riscattato la sconfitta ma non del tutto, l’Italia resta un paese soggetto a
tale occupazione che perdura dal ’44 al 47’e poi segna il passaggio del nostro
paese al Patto Atlantico”. La sua formula del “doppio Stato con una doppia
fedeltà” è interessante, indica accordi segreti tra un pezzo di Stato italiano
e i servizi segreti americani. L’Italia si presenta come un paese sconfitto e
l’Italia nel mezzogiorno non è certo un’Italia resistenziale. I tentativi al
sud di arrivare ai livelli del centro nord non reggono, il movimento contadino,
che parte in Sicilia dopo il 46’, non è la Resistenza italiana al fascismo. Nel
Mezzogiorno di fatto non c’è stata la Resistenza[10], quindi da qusto punto di
vista il sud non riflette e non rappresenta i partiti di massa: socialisti,
comunisti e cattolici. “Questo il contesto- dice Lupo- nel quale nascono
logiche di potere occulte che tendono a reprimere la libertà di scelte
politiche chiare. Al nord si assiste allo scontro tra democrazia cristiana e
comunismo, al sud si cerca di costruire una rete clandestina per sconfiggere il
nemico comune, i comunisti! Ecco quindi dopo la guerra la nascita di gruppi
combattenti italiani anti-comunisti, infiltrati dalla X_MAS. » [11]
L'introduzione di Salvatore Lupo presegue illustrando il patto di fra tra mafia
ed esercito americano (con l'interessamento sul campo degli agenti OSS Max
Corvo e Vincent Scamporino,gia' avvocato di famiglie mafiose negli USA,[12]
piu' specificatamente) per lo sbarco in Sicilia .I documenti desecretati
indicano che questo patto organico e' stato fatto.L'esercito americano,fra
l'altro,a parte ovvviamente i livelli superiori,non tutti,a conoscenza di tali
intralazzi,si configura in linea di massima la realta' siciliana come una
realta' primitiva senza comprenderne la complessita';ovverossia in linea di
massima l'esercito non conosce cosa e' la mafia e quindi ne accetta l'aiuto sia
militare che per il mantenimento dell'ordine,prova ne sara' che diversi capi
mafiosi nel periodo divengono carche pubbliche in molti centri siciliani.Ma il
patto fondamentale e' con i capi mafiosi d alto rango come Vito genovese che
diventerra' vice del plenipotenziario Charles_Poletti e giovani mafiosi che
faranno una gran carrriera come Gaetano Badalamenti,risultato implicato nella
vicenda di Salvatore Giuliano,fascista, che diviene praticamente il principale
capo militare per organizzazione di azioni milateri contro le forze della
sinistra e sindacali in fermento nel periodo(Portella della Ginestra).Altro
punto fondamentale e' unire a queto tipo di intervento la destra democristiana
e Portella della Ginestra e' la sintesi di tale strategia.I documenti
desecretati parlano di questa strategia portata avanti dagli statunitensi ,che
d'altro canto fa parte ed e' inizio della strategia degli interventi CIA in
Europa .L'altro punto su cui appoggiarsi e' il Vaticano,cosa non difficile
visto il clima di intensa rottura che vi e' fra USA ed URSS e l'accusa di
anticlericalismo violento rivolta su tuttto il territorio nazionale alle forze
di sinistra.Salvatore Lupo ipotizza quindi che alla base della strutturazione
della Repubblica italiana in una parte importantissima della nazione si basava
su questo genere di alleanze e quindi si domanda comme in tale maniera si possa
far nascere una repubblica veramente democratica. intervento di Ernesto Burgio
e Lino Buscemi[modifica | modifica sorgente] Il secondo relatore del convegno
Ernesto Burgio, conferma l'esistenza dei documenti comprovanti gli asserti
dell'introduzione di Lupo precisando che i nomi citati oltre aquelli gia'
presentati sono quelli di Giulio Andreotti,che risulta trettamente connesso ai
servizi americani dal 1946 ed il principe Valerio PignatelliValerio
Pignatellidocumenti statunitenensi ed italiani su mafia fascismo servi segreti
1944 – 1947 di GiuseppeCasarrubea.Oltre a Junio Valerio Borghese[13] la cui
collaborazione,come quella di altri criminali di guerra nazifascisti con gli
statunitensi e' ben nota,l'intervento di Giuseppe Casarrubeaverte sulla
efficienza tecnica che gli agenti preposti alle azioni hanno nel periodo dallo
sbarco alleato fino al 1948 ,gli agenti statunitensi tendono a mantenere
saldamente in pugno lo stato di occupazione e vengono trattati con nomi e particolari
nel libro di [Nicola Tranfaglia],che a detta di Casarrubea rappresenta un punto
fermo per gli storici del settore poiche' contiene documenti citati ancora
sviluppabili per lo studio dello storico.Giuseppe Casarrubea porta esempi
enommi sul piano del'organizzazione tattico_militare per confermare vieppiu' la
documentazione presentata nel libro e nello specifico descrive il battaglione
Pega formato da appartenenti alla disciolta X Mas al comando di Nino
Cuttazzoni.Scopo specifico e' la lotta contro i comunisti,in quel momento fra
le forze progressiste trainanti in Sicilia,tale battaglione e' dotato di mezzi
sia tecnici che logistici di alto livello derivati dalla esperiqnza della X
Mas.Nino Cuttazzoni ,secondo Casarrubea , « lascia diretamente scritto Abbiamo
a disposizione armi, depositi al completo, faccio contattare anche gruppi di
nuotatori paracadutisti dal sud » [14] Lino Buscemi[15],altro studioso del
periodo in questione interviene invece sull'omerta' da parete sia di USA che di
Italia che per hanno per anni impedito l'accessso alla documentazione ssu cui
si appoggia il libro di Nicola Tranfaglia ribadendo che lo scopo della mafia
dopo lo sbarco alleato era di costituire sia a lvello locale che nazionale una
classe dirigente che fose collusa con gli interessi mafiosi e pr fare cio' in
Sicilia vi era bisogno di uno stretto controllo del territorio.Lino Buscemi
individua nel fatto di Portella della Ginestra il primo atto della Strategia
della Tensione che non per nulla avine in una zona ritenuta strategica nonn
solo per l'Italia ma per gli stessi interessi statunitensi nell'intero
Mediterraneo:il fronte automista ,nato sulle idee di sinistra e di
rivendicazione sociale del gruppo che faceva capo a Bruno Canepa tramite
l'aiuto degli a anglo- americani passa sotto il controllo della destra
reazionaria e mafiosa fino appunto a valesi di personaggi quali Salvatore
Giuliano.Gli stessi comunisti del noerd non capiscono,o non vogliono capire a
fondo la questione siciliana,e due lettere indirizzate a Palmiro Togliatti da
parte di Montalbano segretario siciliano del pci non ricevono risposta ;sono
del 27 otttobre del 1944 ed il pci non da alcun risalto a livello nazionale di
tali chiarimenti mandati da Montalbano.In linea di massima Lino Buscemi
asserisce che anche la Strage di Portella della Ginestra e' stata rimossa da
entrambi le parti politiche di maggior peso nella nazione non procedendo con la
denuncia basata sui documenti disponibili anche se di parole demagociche ne son
state spese anche troppe. [16] intervento di Giuseppe Casarrubea[modifica |
modifica sorgente] Interviene di seguito Giuseppe Casarrubea, figlio fra
l'altro di una delle vittime della strage di Partinico.Il suo intervento verte
sia sull'azione che sull'organizzazione degli agenti in Italia pagati dal
dipartimento di Stato americano ande poter mettere a frutto nell'immediato
dopoguerra la situazione di privilegio oggettiva degli statunitensi dopo lo
sbarco.Per le specifiche azioni Giuseppe Casarrubea fa riferimento al libro di
Nicola Tranfaglia fondamentale per le fonti citate.Casarrubea procede con
alcuni esempi specifici chiarificatori citando personaggi ben singolari:oltre a
gia' nominato Nino Cuttazzoni ed associato pure lui al battaglione Vega vi e'
Salvatore Sapienza, di Montelepre,di stanza a Verona per esercitarsi all'uso
delle arm ma presente al momento opportuno con i reparti del battaglione Vega
in Sicilia.Poi cita un altro accolito dell X_MAS e /o degli apparati da questo
derivati: Fortunato Colbani e come rappresentanti della mafia nomi che
ricorrono spesso ed in tempi diversi come Calogero Vizzini, Genco Russo
etc.Parla anche di come il generale Giuseppe Castellano,fra i firmatari
dell'armistizio,indica una riunione fra i piu' noti capimafiaed il risultato e'
la nascita del fronte democratico dell’ordine siciliano,con presidente
esattamente Calogero Vizzini;lo scopo dichiarato e' il riportare lordine nella
Sicilia.Gli statunitensi che trovano allo sbarco una situazione confusa
intricata e complessa nella gestione di tuttto il tessuto sociale accettano
anzi spingono perche' mafiosi di gran caratura si occupino della
normalizzazione del territorio,sopratutto in risposta alle sommose e
rivendicazioni sociali portate avanti in quel momento dalle masse operaie e
contadine siciliane , e gli elencati morti negli scontri di piazza uccisi
daglli orgni di repressione dello stato sono indicativi di tale eriodi di
disordine' Torando alle interazioni mafiosi fascisti per lo sviluppo
dell'argomento usiamo le stesse parole di Giuseppe Casarrubbea delle nel suo
specifico intervento « Non c’era solo la spia di Giuseppe Pazienza del
battaglione Vega. Abbiamo una fonte archivistica parallela, che si chiama Fonte
di documentazione del SIS[17] via Appia, Roma., consultata per conto del
giudice Guido Salvini dallo Storico Aldo Giannuli[18]. Il quale ha dimostrato
che la banda di Salvatore Giuliano non era che un plotone di esecuzione agli
ordini del generale della Guardia nazionale repubblichina di Salò, rispondente
al nome di MARTINA (non so se è vivo, speriamo che la voce non gli arrivi), il
quale aveva a sua disposizione appunto un nucleo, da cui dipendeva la banda di
Salvatore Giuliano. Quindi questa favola che Giuliano era il bandito
analfabeta, che Giuliano aveva fatto la strage, che dietro di lui forse c’era
qualcuno che gli aveva armato la mano, che ci sono tanti misteri, non regge più
rispetto ai dati della ricerca. » [19] intervento di Giuseppe Carlo
Marino[modifica | modifica sorgente] L'intervento di Giuseppe Carlo Marino
verte suifatti di Portella della Ginestra e sulla figura di Salvatore
Giuliano,i dubbi di Marino sono sul fatto che la sua scelta espressamente
antisocilcomunista sia un'evoluzione ideologica del suo iter politico avvenuta
per "maturazione politica",come i suoi dubbi permangono sul fatto che
sia stato solo lui e i suoi uomini a sparare a Portella visto che questo gli
avrebbe fatto perder la sua fama di "giustiziere" e di Robin Hood a
cui Giuliano teneva enormemente,ovvero in sintesi non lo convince attribuire i
fatti di Portella della Ginestra al solo "bandito Giuliano".Basandosi
sui documenti ampiamente trattati nel libro di Nicola Tranfaglia,Giuseppe Carlo
Marino riesce a togliersi qualche dubbio in quanto prende atto che gli
avvenimenti di Portella della Ginestra facevano parte di un piano per buttare i
socialcomunisti nell'illilegalita',visto la loro forza al momento sopratutto in
Sicilia,facendo una prococazione alla quale la controrisposta violenta avvrebbe
potuto catenare la repressione "legale" verso le due grandi forze popolari.Cioe'
Marino prende atto delle lettere non considerate di Montalbano a Palmiro
Togliatti per collegare la procazione di Portella della Ginestra ad uno
scenario assai piu' ampio in cui i due leaders dei due partiti principali
Alcide De Gasperi e Palmiro Togliatti son consapevoli che la nazione sta
vivendo un periodo di "liberta' controllata" con una sovranita'
nazionale limitata che puo' avere una doppia chiave di lettura ovvero sia
sovranita' limitata nei confronti degli occupanti statunitensi sia del
Vaticano.In questo periodo quindi si inseriscono e si intersecano diversi
personaggi che poi entreranno nella storia della nazione;Giulio Andreotti,uno
fra tutti, il quale in una lettera all'OSS (nello specifico all'ufficio affari
strategici) da informazioni su discorsi riservati fattigli da Alcide De
Gasperi,quindi senza mezzi termini il prof.Giuseppe Carlo Marino definisce
Giulio Andreotti informatore dei servizi segreti statunitensi essendo al
contempo sottosegretario alla Presidenza del Consiglio:lo storico si domanda se
era stato posizionato li' per controllare cio' che faceva De Gasperi il quale a
sua era a conoscenza dei contatti dell'informatore Giulio Andreotti con gli
americani.Di seguito cita documenti inerenti, 1946, a Pio 12°,anticomunista in
modo fermo e deciso,il quale non esclude a possibilita' che socialisti e
comunisti vadano al governo con i democristiani pero' i socialcomunisti si
debbono presentare alle elezioni come unico corpo elettorale in modo da poter
pervenire ad egual numero di rappresentanti parlamentari fra i democristiani ed
i socialcomunisti.Infine il prof.Giuseppe Carlo Marino rimarca il fatto
apparentemente stupefacente che l’autonomia siciliana nata da lotte popolari e
rivendicative di grosse masse fosse pero' decisa con calcoli appropriati da
potentissimi capi mafiosi e su tali calcoli mafiosi son stati trovati documenti
comprovanti. [20] Collegamenti Esterni[modifica | modifica sorgente] • Il
potere ambiguo Portella della Ginestra e i nuovi equilibri politico mafiosi di
Serena Minicuci tesi di laurea discussa presso l'Università di Messina.
Relatore, prof. Saverio Di Bella • Girolamo Li Causi. Intervento alla camera
dei deputati. Seduta del 26 ottobre 1951 • Lettera di Salvatore Giuliano a
"La Voce di Sicilia", 31 agosto 1947, e commento-risposta di Girolamo
Li Causi • Giuliano e Portella: il primo intrigo della Repubblica • Come nasce
la Repubblica? (parte II) Rosa Alba Amico • documenti desecretati da Bill
Clinton • il Golpe Borghese da RAI • Meridiana : rivista di storia e scienze
sociali • il ritorno della Mafia in Sicilia. Un regalo dei
"nemici"Gli USA e la mafia e I nemici, la Mafia e il Mis • La storia
della Mafia(Leonardo Sciascia - Fonte: Storia Illustrata – anno XVI – n. 173 –
aprile 1972 – A. Mondadori Editore) • LA MAFIA: al cuore dello Stato e della
strategia imperialista Note[modifica | modifica sorgente] 1. ^ ampia
presentazione libro 2. ^ Il caso degli ispettori generali Verdiani e Messana di
Claudia Cernigoinote su Ciro Verdiani Ciro Verdiani ex agente OVRA implicato in
tutta la vicenda di Salvatore Giuliano muore a Roma immediatamente prima del
processo in cui dovra' essere giudicato per favoreggiamente:ufficialmente per
suicidio del resto las us cariera di fascista incomincia presto assieme al
collega Messana « Ettore Messana, siciliano di Racalmuto, classe 1888, di
professione ufficiale di polizia. Nel 1919 lo troviamo impelagato nella strage
di Riesi. Tiene “a battesimo”, a modo suo, le lotte contadine. Venti morti. Poi
si specializza nel ventennio nero, grazie all’appoggio che gli forniscono
uomini dell’apparato come Ciro Verdiani e Giuseppe Gueli, che di polizia e di
spionaggio se ne intendono più dello stesso ministro fascista Buffarini Guidi.
Nell’aprile del 1941 la sua carriera è a una svolta. Le truppe italo-tedesche
invadono il Regno di Jugoslavia e l’Italia si annette gran parte della
Slovenia. Messana diventa questore di Lubiana tra l’aprile del 1941 e il maggio
1942, per poi svolgere la stessa carica a Trieste (1942-1943) fino alla
destituzione di Mussolini. Il questore non è uno qualsiasi. Il suo nome compare
in un elenco di 35 ricercati per crimini di guerra. » 3. L’ispettore Ps,
l’Italia fascista e il battesimo della Repubblica di Giuseppe Casarrubea 4. ^ «
Il discorso che il dirigente della sinistra pronuncia, in un clima di tumulti,
alla Costituente nella seduta del 2 maggio 1947, giorno successivo a Portella,
costituisce un po' il lancio ufficiale della sfida. Bersaglio del dirigente
comunista non sono soltanto gli ambienti monarchici e mafiosi dell'isola, che
in quei primi frangenti indica quali diretti responsabili del massacro, bensì
anche "alti funzionari addetti alla polizia", alludendo anzitutto
all'ispettore di PS Ettore Messana. Li Causi censura inoltre lo stesso ministro
dell'Interno, che s'è affrettato a negare, con equivoca certezza, ogni
politicità all'eccidio. Tale esordio risente, ovviamente, della concitazione di
quei giorni; nondimeno è indicativo d'un percorso plausibile, che viene meglio
esplicitato in occasioni successive. Alla seduta della Costituente del 15
luglio, infatti, comunisti e socialisti già espulsi dal governo, il leader
siciliano si esprime con veemenza su possibili correità governative, mentre
definisce gli equivoci di Messana, del resto tristemente noto nell'isola perché
responsabile della strage di Riesi nel 1919, con trecidi contadini uccisi,
massacratore in Grecia negli anni della guerra, implicato infine nella strana
morte di un carabiniere. » 5. commento di Carlo Ruta adIntervento di Girolamo
Li Causi Assemblea Costituente - Seduta del 15 luglio 1947 6. ^ La famiglia
Montalbano 7. ^ Elenco alfabetico dei componenti dell'Assemblea Costituente 8.
^ salvatore miceli e narcotraffico 9. ^ salvatore miceli da wikipedia inglese
10. ^ Testo delle dichiarazioni del colonnello dei carabinieri Antonio Perenze
rese al Comitato d'Indagine sui rapporti tra mafia e fenomeno del banditismo in
Sicilia nella seduta del 22 maggio 1969 11. ^ Girolamo Li Causi. Intervento
alla camera dei deputati. Seduta del 26 ottobre 1951 12. ^ Sud , la Resistenza
dimenticata di Mario Avagliano 13. ^ sintesi di come nasce la repubblica? di
Nicola Tranfaglia a cura di Rosa Alba Amico 14. ^ biografia breve « Scamporino
non è soltanto un oriundo, è pure il legale dei sindacati sui quali Cosa Nostra
ha già steso la propria ombra. Suo vice è un altro avvocato, PoliticiVictor
Anfuso, che ha difeso nelle aule di giustizia tanti siciliani di Brooklyn. Il
terzo in gerarchia è un ventenne con il pallino dell'agente segreto, Max Corvo.
» 15. da « Come è noto, le attività di quel gruppo, messo in piedi per la
maggior parte da italo-americani quali Scamporino e Corvo, sono sempre state di
dubbio odore e i più sono stati rispediti a casa quando Bob Joyce ha preso la
direzione in Italia.' E' così che quando nel 1943 gli americani sbarcheranno in
Sicilia, la prima azione dell'OSS sarà la corsa del gruppo di Max Corvo e
Vincent Scamporino all'isola di Favignana, `per restituire la libertà ai
mafiosi imprigionati' dal regime fascista. » 16. l'angolo morto di Mario Coglitore
« Office of Strategic Service, servizio segreto statunitense, che poi cambiò il
nome in CIA), d’origine siciliana, diretti da Earl Brennan, tra i quali Max
Corvo, Victor Anfuso e Vincent Scamporino, prepararono ad Algeri i piani per la
collaborazione coi mafiosi in Sicilia, in previsione dello sbarco, con la
collaborazione in particolare di Lucky Luciano, e inviarono agenti speciali a
stabilire contatti diretti ‘in loco’ » 17. che 'bella' sorpresa! Gli alleati in
Sicilia 18. ^ « aderisce alla Repubblica di Salò continuando l'attività nella
Decima Flottiglia MAS, ricostituita come reparto indipendente di volontari, di
cui diviene il comandante. La formazione, che gode di una singolare autonomia e
di un regolamento particolare, collabora con l'occupante tedesco nella guerra
agli Alleati e nella spietata repressione della Resistenza partigiana, ma
ancora prima della fine del conflitto allaccia rapporti con i servizi segreti
americani (l'OSS, da cui nascerà nel 1947 la CIA) in funzione anticomunista ed
antislava. » 19. da RAI lastoriasiamonoi 20. ^ sintesi di come nasce la
repubblica? di Nicola Tranfaglia 21. ^ articolo di Repubblica Così fu ucciso a
casa mia il re di Monteleprea firma di Buscemi sull'assassinio di Salvatore
Giuliano 22. ^ sintesi di come nasce la repubblica? di Nicola Tranfaglia 23. ^
il ritrovamento dell'archivio "dimenticato" 24. ^ Aldo Giannuli 25. ^
Come nasce la Repubblica? 26. ^ sintesi di come nasce la repubblica? di Nicola
Tranfaglia
Questo è un libro che stiamo consultando, inverando, contestando
e reprimendo in forza di opposti incontrovertibili documenti e inediti dati di
archivi storici d'altissimo profilo. • Storia e archeologia Storia Storia
regionale e nazionale Storia d'Italia Casarrubea Giuseppe - Storia segreta
della Sicilia. Dallo sbarco alleato a Portella... Titolo Storia segreta della
Sicilia. Dallo sbarco alleato a Portella della Ginestra Autore Casarrubea
Giuseppe Prezzo Sconto 25% € 6,75 (Prezzo di copertina € 9,00 Risparmio € 2,25)
Dati 2005, 352 p., brossura Editore Bompiani (collana Tascabili. Saggi)
Disponibile in eBook a € 6,99 Nella promozione Bur Bompiani Tascabili fino al 3
luglio Inizio modulo Fine modulo Special Days: dal 9 all'11 giugno moltiplica i
tuoi punti x4! Acquistando questi prodotti avrai diritto a 28 punti anziché
anziché 7. Per saperne di più 2 recensioni | Invia recensione Condividi altri
Descrizione Il volume, pubblicato direttamente in edizione tascabile,
ricostruisce la mappa dell'eversione nel nostro Paese, nel periodo in cui si
costituiscono i governi di unità nazionale nonché le formazioni paramilitari,
dopo il 25 aprile 1945: i gruppi neofascisti e tutto l'arcipelago politico nel
suo intreccio con le istituzioni italiane nate dalla lotta di Liberazione. Per
realizzare questo libro Casarrubea ha analizzato le carte desecretate da Bill
Clinton nel 2000 presso il National Archive and Records Administration nel
Maryland, nonché altri documenti del Sis e del Sim. http://giotto.ibs.it/cop/copj170.asp?f=9788845234798 Storia segreta della Sicilia. Dallo sbarco alleato a Portella
della Ginestra Il volume, pubblicato direttamente in edizione tascabile,
ricostruisce la mappa dell'eversione nel nostro Paese, nel periodo in cui si
costituiscono i governi di unità nazionale nonché le formazioni paramilitari,
dopo il 25 aprile 1945: i gruppi neofascisti e tutto l'arcipelago politico nel
suo intreccio con le istituzioni italiane nate dalla lotta di Liberazione. Per
realizzare questo libro Casarrubea ha analizzato le carte desecretate da Bill
Clinton nel 2000 presso il National Archive and Records Administration nel
Maryland, nonché altri documenti del Sis e del Sim. 6,75 new EUR in_stock Chi
ha comprato questo libro ha comprato anche Fra'Diavolo e il governo nero.
«Doppio Stato»... Casarrubea Giuseppe € 25,50 Lupara nera. La guerra segreta
alla democrazia... Casarrubea Giuseppe; Cereghino Mario J. € 12,00 Tango
Connection. L'oro nazifascista, l'America... Casarrubea Giuseppe; Cereghino
Mario J. € 6,75 La «santissima trinità». Mafia,... Tranfaglia Nicola € 6,75 La
scomparsa di Salvatore Giuliano. Indagine su... Casarrubea Giuseppe; Cereghino
Mario J. € 9,37 Operazione Husky. Guerra psicologica e intelligence...
Casarrubea Giuseppe; Cereghino Mario J. € 16,57 Il grande vecchio Barbacetto
Gianni € 8,92 L'amico americano. Presenze e interferenze straniere... Flamini
Gianni € 8,00 Mostra tutti i suggerimenti La recensione de L'Indice Secondo la
versione ufficiale dei fatti, nella Sicilia del 1943-1945 gli americani fecero
leva sulla mafia per muoversi meglio sul territorio, utilizzandola
temporaneamente quale alleata nella prima fase dell'occupazione; e il 1° maggio
1947, con le sinistre che nell'isola stanno avanzando da tempo, a Portella
della Ginestra, il gruppo del bandito Salvatore Giuliano, nemico giurato dei
"rossi", spara tra la folla riunitasi per assistere a un comizio.
Quest'ultima parte della versione ufficiale ha già da tempo mostrato le proprie
crepe: Giuliano non agì di propria sola iniziativa. Oggi, Giuseppe Casarrubea,
forse il massimo esperto della questione, mette in luce i contatti del bandito
con alcuni elementi fascisti e, per questo tramite, con uomini dei servizi
segreti sia italiani, sia d'oltreoceano. Riceve una serie di rilevanti chiarificazioni
il contesto entro cui, nella Sicilia del dopo sbarco alleato, maturarono le
condizioni del massacro di Portella. L'idea di fondo, sposata anche da
Tranfaglia nell'introduzione al volume, è quella d'una sostanziale continuità,
tra il '43 e gli anni della strategia della tensione, nelle strategie di lotta
non democratiche poste in essere sotto l'ombrello atlantico contro i comunisti
in Italia. Adottando opportunamente una prospettiva che fonde il piano
nazionale con quello regionale, Casarrubea dipana la gigantesca matassa dei
contatti tra fascisti, agenti segreti, settori della polizia, ambienti
clericali, circoli massonici, politici (Sturzo, Scelba, Finocchiaro Aprile),
tutti consci del fatto che la mafia debba essere considerata la "forca caudina
di molte scelte". L'Italia, in questi anni, è del resto immersa in un
clima di guerra civile latente, con i Far ben organizzati, il Movimento sociale
in crescita, e la piena attività di molti ex dell'Ovra, "brodo di coltura
della continuità post-fascista". Inizia qui la strumentalizzazione
istituzionale dei più combattivi nostalgici del fascismo a fini anticomunisti.
Lo stesso dicasi, appunto, della mafia, che gli americani stessi scelgono di
mantenere nella posizione di fulcro del "partito dell'ordine" in
Sicilia. E se Charles Poletti, capo del governo militare statunitense in Italia
dal '43 al '45, elogia apertamente il noto boss mafioso Vito Genovese, già
nominato "commendatore del Regno" da Mussolini, le autorità italiane
fanno anche di peggio. Ad esempio, nominare nel maggio 1945 ispettore capo di
Pubblica sicurezza in Sicilia nientemeno che Ettore Messana, ex questore di
Lubiana, classificato dagli alleati come un criminale di guerra: manterrà
stretti contatti con i mafiosi. Sono appena due esempi di quel
"solidarismo istituzionale" che nei decenni a venire si rivelerà
gravido delle più penose conseguenze. Casarrubea ipotizza addirittura che la
banda Giuliano nasca su impulso dell'Ovra stessa, attraverso personaggi quali
Selene Corbellini (banda Koch), per poi ricevere copertura dal controspionaggio
alleato. È comunque chiaro che contro l'ascesa delle sinistre in Italia si
giocò sporco fin dalla caduta del fascismo: su molti livelli, pochissimi dei
quali finora toccati dalle indagini giudiziarie. Daniele Rocca I vostri
commenti Media Voto: 5 / 5 | Invia recensione luca mazzei (14-02-2007) Una
ricostruzione della strage di Portella della Ginestra attraverso la
consultazione delgi archivi dei servizi segreti americani. Bellissimo Voto: 5 /
5 Alberto zamaal@libero.it (13-11-2005) Splendido saggio sulla strage di
Portella della Ginestra, su cui solo ora si stanno diradando le nubi del
mistero. Voto: 5 / 5
Nessun commento:
Posta un commento