venerdì 7 novembre 2014

Gli americani nella lotta al comunismo in Italia nel biennio 1945-47.


Oggi Gerbino è in contesa giudiziaria con Casarrubea (un ottimo storico di sinistra siciliano) e con Claudia Cernigoi giornalista e storica triestina, nata a Gorizia (con la quale in conflitto sono io).

Sabato 19:20

Mi introduco qui nella speranza che tramite questa tua bacheca possa destare curiosità in quel di Favara e qualcuno anche anonimamente mi dia ragguagli. Ieri all'ARCHIVIO CENTRALE DI STATO qui a Roma, all'EUR. mi imbatto in carte sconcertanti relative al triennio 1945-48. Scopro che ad Agrigento vi era un tribunale ALLEATO. Un favarese vi viene processato e condannato- Questa la nota: " NAPOLI GIUSEPPE fu Carmelo, nato a Favara nel 1910, coniugato, senza prole, condannato dalla CORTE MILITARE ALLEATA di Agrigento. con sentenza del 19.9.43 ad anni 6 di reclusione per omicidio di un militare americano. Detenuto nelle carceri giudiziarie di Favara." Diciamo 6 anni appena per un omicidio e per giunta di un soldato americano! Cosa fu questo TRIBUNALE MILITARE ALLEATO di Agrigento? Ove finirono le carte processuali? Nessuno le ha mai consultate? Con tutti questi microstorici che popolano Agrigento e dintorni! Vi fu dunque un carcere giudiziario a Favara! E l'archivio relativo ove sta? Napoli vi avrebbe trascorso 4-5 anni! Materia per ricerche storiche approfondite, obiettive e super partes.

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La nostra storia passata è fatta tutta di misteri. Difficile raggiungere tappe definitive. Nel caso di molte inchieste gli atti seguirono i vincitori e si trovano o a Londra, o al Nara (Usa).

Lei accenna alle carte del SIS (Viminale). Ieri ho consultato la busta n. 41 Ne sono rimasto sconcertato e disorientato. Questo appunto sul Napoli di Favara si trova là. Quel faldone a mio avviso non è stato adeguatamente investigato. Vi ho vista la genesi di quella che sarà la Gladio di Cossiga. Comunque vi trovo quest'altro inquietante appunto. Un informatore occulto della polizia nazionale faceva presente che: " Palermo 5 ottobre 1946 [....] negli ambienti filofascisti palermitani tale voce trova molto credito (e cioè) l'esistenza in Sicilia di battaglioni (sic), ben armati e pronti , appena sarà dato l'ordine, a marciare su Roma per rovesciare il governo e impadronirsi dei poteri". Io non sono né storico né scrittore né altro; solo un vecchio pensionato dell' Ispettorato vigilanza della Banca d'Italia e propenso ancora a fare ispezioni avalutative, senza preconcetti di sorta. Mi sto domandando: ma forse che il buon Li Causi si riferiva a questo quando in piena aula Costituente parla di Messana quale CAPO DEL BANDITISMO POLITICO (ovviamente siciliano). In effetti Messana in quell'Ottobre a Palermo si trovava. Ma Li Causi non poteva non sapere quello che quella busta 41 del SIS contiene contro noi poveri comunisti specie in quel di Bologna, Reggio Emilia e quello che i TITINI facevano infiltrandosi nelle c.d. bande armate ROSSE. Che confusione mentale che ho caro professore. Mi piacerebbe che Lei venisse a Racalmuto al Circolo Unione (o in altro luogo culturale quale la FONDAZIONE SCIASCIA per controbattere anche le mie modeste tesi. E se vi partecipasse la Cernigoi- con la quale ho sbagliato approccio e le chiederò scusa - credo che ne potrebbe venire qualcosa di utile per la obiettiva conoscenza della storia siciliana e non di quei turbolenti anni.

Domenica 10:33

Gentilissimo professore Casarrubea, sto rileggendo per istruirmi e dopo le risultanze delle mie ultime ricerche su Ettore Messanail suo aureo e sero studio su la STORIA SEGRETA DELLA SICIIA: Inceppo in questo piccolo raffronto. Per Tranfaglia: dobbiamolamentare la dispersione e 'indisponibilità (non sappiamo ancra se definitiva) di fondi italiani dei ricostituiti ervizi segreti, che soltanto negli ultimi annisono stati, ma in piccola parte, recuperatidall'Archivio centrale dello Stato Malgrado queste lacune, molte delle quali appaiono detinate a restare tali per lungo tempo ancora, l'utilizzazione degli archivi americanie di quelli italiani, soprattutto per la parte che riguarda carte processuali e di alcune commission parlamentari d'inchiesta, hanno permesso agli studiosi di fare passi avanti su problemi di grande rilievo". (pag.5-6).

Mi sembra molto più cauto Lei quando ad esempio afferma: "lo storico lavora su frammenti, parti di verità, ciò che il tempo o le classi dominanti hanno voluto consegnargli. ... non possono essere considerati come studi sulla strage quelli prodotti giornalisticamente, senza il minimo supporto della ricerca scientifica". E per me questo ha valenza ancora più generale. Mi domando ma tutto quello sconfinato fondo del SIS al Viminale non è da tempo alla portata d ogni studioso serio e prudente? E lì non vi è la cronaca diuturna di quanto avvenne circa l'ordine pubblico dal 1945 in poi? E non vengono capovolti giudizi di valore che ricorrono disinvoltamente non solo nella mercantile televione o in un cinema addirittura finanziato dallo Stato.? In particolare. nessuno credo che dopo i miei modesti rinvenimenti archivistici potrà sostenere che Ettore Messana fu nel 1919, il 10 ottobre, a Riesi "uno stragista di Stato". O non c'era o ebbe ruoli marginalissimi. A Lubiana Messana vi stette impacciato nel primo anno della costituita provincia italiana. Specie con la nomina di Grazioli nel febbraio del 1942 a capo della provincia il ruolo di Messana fu irrilevante, sicuramente sotto il profilo penale e la pretesa titina di farne un "criminale d guerra" evaporò perché totalmente inconsistente nei riesami che ben seri vi furono al SIS del Viminale. Quanto alla accusa di Licausi che ne voleva fare, dopo il flop giudiziario di Montalbano, il CAPO DEL BANDITISMO POLITICO siciliano. l'allontanamento del Messana nel luglio del 1947 costituì per questi un salto qualitativo divenendo collaboratore apprezzato e onorato di De Gasperi, venendo prosciolto da ogni pur pretestuosa ombra nei tanti processi ed inchieste che seguirono la uccisione di Giuliano e Pisciotta. Quante calunnie postume giornalistiche, televisive e cinematografiche! invece. Ma mi dico una consultazione equilibrata di questo importante e corposo archivio del SIS non avrebbe depurato il caso Messana da tantissime superfetazioni calunniatrici?

Gentilissimo professore Casarrubea, sto rileggendo per istruirmi e dopo le risultanze delle mie ultime ricerche su Ettore Messana il suo aureo e serio studio su la STORIA SEGRETA DELLA SICILIA: Inceppo in questo piccolo raffronto. Per Tranfaglia: “dobbiamo lamentare la dispersione e l'indisponibilità (non sappiamo ancora se definitiva) di fondi italiani dei ricostituiti servizi segreti, che soltanto negli ultimi anni sono stati, ma in piccola parte, recuperati dall'Archivio centrale dello Stato. Malgrado queste lacune, molte delle quali appaiono destinate a restare tali per lungo tempo ancora, l'utilizzazione degli archivi americani e di quelli italiani, soprattutto per la parte che riguarda carte processuali e di alcune commissioni parlamentari d'inchiesta, hanno permesso agli studiosi di fare passi avanti su problemi di grande rilievo". (pag.5-6).
Mi sembra molto più cauto Lei quando ad esempio afferma: "lo storico lavora su frammenti, parti di verità, ciò che il tempo o le classi dominanti hanno voluto consegnargli. ... non possono essere considerati come studi sulla strage quelli prodotti giornalisticamente, senza il minimo supporto della ricerca scientifica". E per me questo ha valenza ancora più generale. Mi domando ma tutto quello sconfinato fondo del SIS al Viminale non è da tempo alla portata d ogni studioso serio e prudente? E lì non vi è la cronaca diuturna di quanto avvenne circa l'ordine pubblico dal 1945 in poi? E non vengono capovolti giudizi di valore che ricorrono disinvoltamente non solo nella mercantile televisione o in un cinema addirittura finanziato dallo Stato.? In particolare. nessuno credo che dopo i miei modesti rinvenimenti archivistici potrà sostenere che Ettore Messana fu nel 1919, il 10 ottobre, a Riesi "uno stragista di Stato". O non c'era o ebbe ruoli marginalissimi. A Lubiana Messana vi stette impacciato nel primo anno della costituita provincia italiana. Specie con la nomina di Grazioli nel febbraio del 1942 a capo della provincia il ruolo di Messana fu irrilevante, sicuramente sotto il profilo penale e la pretesa titina di farne un "criminale d guerra" evaporò perché totalmente inconsistente nei riesami che ben seri vi furono al SIS del Viminale. Quanto alla accusa di Licausi che ne voleva fare, dopo il flop giudiziario di Montalbano, il CAPO DEL BANDITISMO POLITICO siciliano. l'allontanamento del Messana nel luglio del 1947 costituì per questi un salto qualitativo divenendo collaboratore apprezzato e onorato di De Gasperi, venendo prosciolto da ogni pur pretestuosa ombra nei tanti processi ed inchieste che seguirono la uccisione di Giuliano e Pisciotta. Quante calunnie postume giornalistiche, televisive e cinematografiche! invece. Ma mi dico una consultazione equilibrata di questo importante e corposo archivio del SIS non avrebbe depurato il caso Messana da tantissime superfetazioni calunniatrici?

19 ore fa

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Caro dott. Taverna. Lei è un galanuomo e i problemi che si pone sono seri. Purtroppo la ricerca non può contare su una sola fonte, ma su una molteplicità di fonti spesso lontane tra di loro e talvolta in contraddizione. E' difficile una valutazione definitiva, specie perchè la ricerca non si effettua per calunniare qualcuno, ma per trovare tasselli di un mosaico complesso che prima o poi si troveranno nel loro reciproco confronto di corrispondenza. Le auguro una buona serata.

circa un minuto fa

Gentilissimo professore Casarrubea,
La ringrazio per le belle parole che ha voluto elargirmi. In fin dei conti io Le sono debitore di scuse e di scuse molto gravi. Non La conoscevo, non sono né storico né giornalista. Da ex ispettore bankitalia mi scontro con il mio ex sindaco che riportava giudizi feroci sul Messana desumendole dai Suoi scritti. Quelle accuse mi apparveso pretestuose ed esagitate servendomi solo del mio vizietto ispettivo del sospetto innanzitutto. Quindi potei leggere su un blog locale, Malgrado Tutto, che si rifà a Leonardo Sciascia, una dele Sue pagine più cattive contro il Messana, cui seguiva una flaccida difesa di un sedicente nipote di colui che + ancora noto in paese come il Questore. Apriti cielo: mi scateno sia pure con i miei miserelli strumenti informatici.
Arrivo alla signora Cernigoi: per logica quelle della triestina mi appavero farneticazioni calunniose. E dato il mio caratteraccio non ho mancato a mandargliele a dire. Lei, da stdioso serio e profondo mi pare che mi abbia perdonato; la signora Cernigoi ancora, no. Ma spero prima o poi di farmi perdonare anche da lei. Diciamo che non abbiamo motivo alcuno di accapigliarci più di tanto.
A questo punto ho da rivorgerLe una pressante istanza. Forse sono ripetitivo. Perché non viene a Racalmuto ad animare un dibattito storico sul Messana, sui tempi in cui dovette cimentarsi, sulle evoluzioni delle ricerche storiche-
Appena ne disporrò Le farò avere una relazione anonima che ho trovato tra i faldoni del SIS di PS a Roma. Credo che lì la lezione sul ruolo americano nella lotta al comunismo in Italia tra il 1945 e il 1947 impone risvolti del tutto nuovi e per tanti versi persino sconcertanti e mi pare che al di là del fuorviante caso Messana vanno nella direzione dei Suoi novelli indirizzi interpretativi di quei ribollenti tempi storici.
La ringrazio e la saluto con deferenza profonda. Calogero Taverna

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