Ti stuzzicherò qui perché ho i animo di scrivere dei
racconti in fondo veri sulla Racalmuto ignota.
Credo che li intitolerò LA BUONCOSTUME IN QUEL DI
REGALPETRA. Le mie tante ricerche storiche mi hanno fatto incontrare
incredibili figure femminili. Ne parlerò prima con te per vedere se ci azzecco o no.
Prima storia . Siamo nel 'Cinquecento. Una ragazzina viene
fatta sposare ad un vecchio ricchissimo di Favara. Credo che manco consumarono.
Il vecchio muore. Ma preoccupato che la racarmutisa oltre a fargli le corna
dopo morto gli disperdesse anche il patrimonio con i suoi eventuali amanti,
lascia tutto alla chiesa. Ma la furbetta distrugge il testamento e si appropria
di tutto a cominciare dal palazzotto che esiste ancora accanto al Banco di
Sicilia. Solo che il vecchietto aveva confidato il suo intento al confessore.
Si apre un processo del Santo Ufficio nella sacrestie della
matrice. L'arciprete è tutto però per la sua giovane compaesana (in cambio di che?)
e si arriva ad un compromesso tutto in favore della vedova Licata. Questa è
doviziosa. Si permette una SCHIACA (sic). Costei aveva un seno che non ti
dico. Nero e debordante, i passanti a
guardarla sotto nni la chiazza. Chiamarono
‘Minni di Sclava’ (mammelle di sciava) certe qualità di fico che ci stanno
ancora.
La vedova Intanto dota un nipote aitante e bello: è un Salvo un
Sintineddra insomma e ne fa un chierico
e quindi un parrino. Ci andava a letto? Io penso di sì. E con la schiava? Mi
sto appassionando al problema dell'omosessualità femminile a Racalmuto. Ce ne
ho di materia pronta.
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