Ti racconto: per oggi avevo appuntamento alle ore 12,50 per
quel ritorno alla casa coniugale che mi ha imposto mia moglie.
Ero al mio terzo appuntamento. Due sono andati in fumo. Ne ho scritto facendo
ridere mezzo mondo.
Voglio essere il più preciso possibile. Ero certo che la
grassona del XII Municipio voleva al posto del documento la fotocopia. Scendo
giù e visto che il mio armamentario tecnologico difetta, alla prima copisteria
faccio fare la fotocopia del mio documento e di quello di mia moglie.
Metto tutto in cartellina cellofanata e prendo il 44 (no so guidare).
Arrivo mezz'ora prima. Aspetto che la
diavoleria che hanno messo su pagandola non so quanto mi chiami con la parte
alfabetica della mia carta sanitaria.
Stavolta al n° 12. Mi affretto e vedo che è la stessa stanza
dove c‘era anche la grassona, ma
stavolta sono chiamato dalla signora del tavolo accanto. Non bruttissima ma
ormai più che appassita. Mi seggo ; le dico: “le debbo dare il fogliettino
della prenotazione”. Lo prende, si alza e mi dice: “aspetti un po' “ e se ne
va.
Intanto avevo guardato la grassona che mi aveva riconosciuto
con occhi ostili.
Sono paziente stamani. Aspetto devoto e compunto. Arriva. Prende le carte, le gira le rigira. “Ma lei è
mai stato a Roma?” . – “Ci ho abitato per decenni”. – Allora è più
semplice”, mi dice sul serio .
Aspetto il verdetto. – “Ma lei non è preciso!. – “ Mi capita”.
Le dico. “Dice che è A e qui non mi risulta”.
“Se non A sarà B” rimbecco. “ E no! bisogna
essere precisi!” – “Non lo so signora”, ancora umile e remissivo. “Se non riporto la
residenza a Roma, mia moglie non mi accoglie più in casa!” [Non è che sarebbe un
grande male, ma insomma!]. “Va bene la fotocopia di sua moglie ma per lei ci
vuole il documento originale”. (l’altra
volta era stato l'opposto). – “Non c'è problema “ dico. E mi metto a cercarlo.
Sembra fatta a posta. Non lo trovo. Mi inalbero. “Non lo trovo, le dico, ma
tanto ha la fotocopia”. – “Mi dispiace ma senza il documento originale, non
posso”. – “ Come non può?” – “ Non posso , qui ci vuole il documento in
originale”. “Signora l'ho perso venendo qui dopo aver fatto la fotocopia che
volevate”. – “Mi dispiace” e fa per restituirmi le carte.
Divento una bestia,
gli strilli le invettive che non ti dico. “Si calmi, non alzi la voce!” mi fa. -“Alzo
la voce e come. E’ la terza volta che mi fate venire qui. A me di prendere la
residenza al XII municipio me ne fotte un cazzo, è mia moglie che me l'impone.
E poi voi con me ci guadagnate tanti soldi per imposizione locale”. – “Abbassi
la voce” e si alza per buttarmi fuori. Anche la grassona interviene (non le sembrava
vero) per minacciarmi. “Accomodatevi”
dico io “non abbasso la voce
chiamate tutti i vigili che volete e mi fate
mettere dentro”
. Mi avvicino alla reception dove c'è il simpaticone dell'altra
volta. Grido gli sintetizzo l’accaduto. se la ride. – “E se non ha il documento
non si può fare nulla”- Alzo ancora di più la voce. – “C’è un generale
qui? – dico - Chi comanda qui? Solo le donne qui comandano?”. Quello ha un momento
di smarrimento e quindi, “sì, vada al n. 2”.Vvado busso non mi risponde alzo la
voce e mi viene ad aprire un bel fusto gentile
sorridente. (Non sono froscio, sia chiaro.) Finge di non
sapere.. Mi fa accomodare. Mi chiede il codice fiscale. Ce l’ho. Lo
annota , e sempre sorridente mi dice “
può andare riceverà la comunicazione a casa”. “Ecco – dico - perché scrivo che
non bisogna dare il potere alle femmine. Vede, lei subito ha chiuso il caso. sa
io avevo fatto ridere mezzomondo. Ho scritto una lettera ... “l'ho letta l'ho letta”, mi fa divertito. Mi porge la mano
e me ne vado cantando: Viva il potere ai
maschi; abbasso le femmine al potere!!!!!
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