lunedì 31 ottobre 2016

ini e donne di tutto il mondo ovunque voi siate qualunque giudizio abbiate di me se mi avete promesso in vita una rosa gialla per il tempo in cui sarò nel mondo dei più, sappiate che tra breve qui starò. Annotate il numero di questa tomba. Se siete adusi a gemellare numeri o avete metafisici alambicchi io qui starò per la eternità a Racalmuto al numero 3895, mia ora prescelta fissa dimora per i secoli dei secoli. Se udite strillare poco male, sto discutendo animatamente con il mio effervescente padre mentre mia madre mugugna perché allora  aveva un figliu ca si chiamava fiuri, nisciva la matina e si arricugliva a tri uri e non stava straccamente seduto accanto a lei a sentirla rimembrare vicende  successi e torti subiti quando traghettava la sua orfana fanciullezza. Non importunatemi. Al limite fatemi risentire qualche movimento di una musica arcana che ho sempre interpretata come l'accigliato commento della mia inestricabile vita. Già,  di Tchaikovsky la patetica, però non dell'esuberante Bernstein ma del pacato serioso Von Karajan a me del tutto opposto. I simili non si amano. Già, gli opposti si attraggono come immancabilmente mi succedeva quando respiravo aria vuoi di Roma vuoi di Misano.

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