Luigi Petroselli
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Luigi Petroselli | |
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Luigi Petroselli si affaccia dal balcone del suo studio in Campidoglio | |
Sindaco di Roma | |
Durata mandato | 27 settembre 1979 – 7 ottobre 1981 |
Predecessore | Giulio Carlo Argan |
Successore | Ugo Vetere |
Dati generali | |
Partito politico | Partito Comunista Italiano |
Biografia[modifica | modifica wikitesto]
Nasce a Viterbo, figlio di un tipografo antifascista, e frequenta dopo le scuole primarie il seminario, che però lascia per passare al Liceo Classico statale dove inizia l'attività politica. Attivo nella diffusione de l’Unità, si iscrive alla Federazione Giovanile Comunista Italiana, dove anima i dibattiti nel periodo delle elezioni politiche del 18 aprile 1948.Nel 1950, a diciotto anni, si iscrive al PCI, inizia a lavorare in Federazione e dopo un anno diviene attivista provinciale del partito. In quel periodo si impegna nelle lotte contadine per l'assegnazione delle terre incolte e mal coltivate. Nel corso di una di queste azioni, l'occupazione della tenuta “Colonna” di Bomarzo, svoltasi dal 30 settembre al 2 ottobre 1951, viene arrestato, trattenuto in carcere per quaranta giorni ed infine condannato a 10 mesi di prigione.
All'inizio degli anni cinquanta si iscrive alla Facoltà di Lettere e Filosofia presso l'Università di Roma proseguendo parallelamente l'impegno di responsabilità di direzione politica. Inizia inoltre l'attività di corrispondente de l'Unità. Nel 1954 lavora alla Segreteria della Federazione come responsabile della Stampa e propaganda. Dopo il Congresso provinciale dell'aprile 1954 assume la responsabilità dell'Organizzazione che manterrà fino alla partenza per il servizio militare.
Nel marzo 1961 Petroselli è eletto nel Comitato direttivo della Federazione. Nello stesso periodo entra a far parte del Comitato Regionale del PCI. All'inizio del 1962 viene proposto ed eletto Segretario della Federazione comunista viterbese. Dal 1960 al 1979 è consigliere comunale nella città di Viterbo, e Consigliere provinciale dal 1965 al 1970. Nel 1966, all'XI Congresso nazionale, è eletto nel Comitato centrale del PCI.
Nell'agosto 1968, prima ancora della presa di posizione ufficiale del PCI, convoca gli organismi dirigenti per esprimere una ferma condanna all'ingresso dei carri armati del Patto di Varsavia a Praga. Rimane Segretario della Federazione fino al febbraio del 1969 quando viene chiamato a dirigere il Comitato regionale del Lazio al posto di Enrico Berlinguer, nel frattempo eletto vicesegretario al XII Congresso.
Nel 1972 viene colpito da una trombosi che lo lascia leggermente claudicante. Nelle elezioni amministrative del 1976 è capolista per il PCI al Comune di Roma e supera in preferenze anche Giulio Andreotti. La vittoria del PCI e del PSI porta alla costituzione a Roma della prima Giunta di sinistra, guidata dall'indipendente Giulio Carlo Argan. Dopo le dimissioni di Argan, il 27 settembre 1979 Petroselli diviene Sindaco di Roma, e viene rieletto dopo le elezioni del 1981, nelle quali raccoglie 130.000 voti di preferenza.
Da Sindaco si impegna, insieme ad Antonio Cederna, nella realizzazione del progetto per il ripristino dei Fori e dell'area archeologica centrale ed istituisce le prime chiusure domenicali della via dei Fori Imperiali. La sua giunta provvede all'eliminazione della via del Foro Romano, che da un secolo divideva il Campidoglio dal Foro stesso, e all'unione del Colosseo con l'area dell'Arco di Costantino e del Tempio di Venere e Roma. È in quel momento che si completa la continuità dell'area archeologica, liberamente percorribile, dal Colosseo al Campidoglio.
Ma il suo pensiero era sempre per gli esclusi, gli emarginati, i poveri. Per loro e tra di loro spende tutto se stesso. Realizza il grande progetto di avvicinare culturalmente e fisicamente le periferie e le borgate al centro della città. Nei suoi due anni da Sindaco di Roma centinaia di migliaia di cittadini delle borgate ottengono l'allacciamento alla rete idrica e fognaria. Inoltre nel 1980 viene aperta al servizio la linea A della metropolitana.
Muore per un malore improvviso al termine di un intervento al Comitato Centrale del PCI, il 7 ottobre 1981, e gli succede il vicesindaco Ugo Vetere. Ai suoi funerali ai Fori Imperiali partecipa una grande folla di romani. È ricordato come uno dei sindaci più popolari della città di Roma.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- AA. VV., Il caso Roma. Libro inchiesta su cinque anni di vita della città, Roma, Società Italiana Studio, 1981.
- Ella Baffoni, Vezio De Lucia, La Roma di Petroselli, Castelvecchi, 2011.
- Stefano Garano, Piero Salvagni (a cura di), Governare una metropoli, Roma, Editori Riuniti, 1985.
- Angela Giovagnoli, Appunti per una biografia di L. Petroselli.
- Alessandra Rota, Quel "burocrate" che sedusse Roma, in: La Repubblica, 7 ottobre 1986.
- Vittorio Mazzocchi (a cura di), Petroselli e Roma. Fatti, idee e immagini, Roma, Gruppo PCI del Campidoglio, 1983.
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