Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
La
Fratellanza di Favara era una
cosca mafiosa operante a
Favara, in
provincia di Agrigento, e nelle zone limitrofe, che si pensa abbia operato fino al
1883.
Nel
1883, grazie all'opera del funzionario di polizia
Ermanno Sangiorgi, vennero arrestate più di 200 persone nella zona di
Favara per alcuni efferati omicidi compiuti da una misteriosa "
setta" chiamata la "Fratellanza". Uno dei capi della "Fratellanza" venne arrestato nell'atto di affiliare due "fratelli" incappucciati e gli fu trovata una copia dei regolamenti dell'associazione. Ne seguì il ritrovamento di decine di scheletri di vittime della "Fratellanza" nascosti in luoghi isolati come grotte, pozzi prosciugati,
zolfare dismesse e altre confessioni di alcuni affiliati consentirono il recupero di ulteriori varianti al regolamento della setta, nonché al suo organigramma
[1]: uno o più capi-testa comandavano più
capidecina, ognuno dei quali aveva sotto di sé non più di dieci affiliati; il rituale di iniziazione avveniva pungendo l'
indice dei nuovi membri per poi tingere con il
sangue un'immagine sacra, che veniva bruciata mentre l'iniziato recitava una formula di giuramento
[2]: tale cerimonia di affiliazione era tipica delle
cosche di
Palermo, a cui numerosi membri della "Fratellanza" erano stati affiliati nel
1879, durante la prigionia con
mafiosi palermitani nel carcere di
Ustica[3].
"
Il Secolo", giornale di
Milano, il 30 aprile
1883 parlava "della più alta espressione di criminalità organizzata", riferendosi appunto alla Fratellanza. Nel
1885 gli affiliati finirono tutti sotto processo ad
Agrigento, ma molti negarono le loro confessioni, sostenendo che avevano confessato sotto tortura, ma alla fine furono tutti condannati ed incarcerati
[1][3].
- ^ a b la sintesi di un fallimento
- ^ Il Viandante - Sicilia 1883
- ^ a b Il Viandante - Sicilia 1885
Nessun commento:
Posta un commento