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Calogero taverna
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gio 03/05/2012, 23.03
Nicolò Falci (falci.nicolo@tiscali.it)
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Mi hai stuzzicato davvero e vedo di difendermi.
A) Quanto alle parlate, Racalmuto ha per lo meno quattro o cinque tipi di cantilena: quella della Fontana (li sciarrieri funtanara e gli alterchi delle funtanara che quanto a pudiizia linguistica sapevano divertissimamente superarla). Parlo della bassa Fontana, e cioè il mondo dei "funtanara" tra i quali dovrei scrivermi per nascita. Tuo nonno dovrebbe essere della parte nobile della Funtana (lu culleggiu). Non so quale verso tu gli fai. Nella miia famiglia l'accento è piuttosto lieve (lo ammette anche mia moglie: straniera ed obiettiva). Nei miei fratelli accentuazioni particolari non ne noto, ove si eccettui in qualcuno una strascicatura nel dire ad esempio "quasttru". A santa Nicola, il linguaggio è già diverso, più cattivo, più ferino. Cantalenoso quello del "Carmine"; ma mia madre che lì era nata non aveva peculiarità nella parlata. Sento però questa estate un "carmelitano" e chissà cosa avrei dato per registrare la sua pronunzia. Alla Sciascia, che in quache modo era "di lu Munti". E potrei continuare. Ma a Grotte con lu "sci" e lu"sscia" è un altro parlare. Nel complesso il dialetto e la pronunzia di Racalmuto mi pare che si avvicini molto a Canicattì. Quello che non capisco è come ad una decina di chilometri e con interscambi molto forti, il linguaggio di Montedoro e delle propaggini di Caltanissetta cambi in modo tanto marcato. Non sono un glottologo, ma i connessi problemi linguistici mi affascinano.
B) Paese, che è arrivato anche a ventimila abitanti (e per diaspora ha coinvolto Montedoro, Favara, Bompensiero, Milocca, Castrofilippo), RACALMUTO è polimorfo. Il piccolo commercio esteso a Montedoro (mio padre l'ha praticato, tuo nonno l'ha consolidato) può aver dato l'impressione di una atavica tircheria. Il commerciante per natura"frega". Mio padre si divertiva con l'aforismo: "quannu nun puozzu arrubbari a nuddu, m'arruobbu ammia stessu, da nna sacchetta ann'antra". Parodosso ovviamente, perchè se un uomo intemerato quanto a furti e truffe c'è stato, questo è mio padre. E lo posso documentare. Ma a Racalmuto ampia è stata (e purtroppo è) la propensione all'usura. La storia delle grandi famiglie /(attuali) viene dallo sfruttamento usuraio dei poveracci che tentavano la fortuna con le miniere di zolfo. Racalmuto, però, è paese con il vizietto del gioco d'azzardo. A Natale, poi, esplodeva. Vengono ancora da Milano e dintorn per pelare (e finire pelati) nelle bische più o meno note del Natale racalmutese. Vicende tragicomiche sono ogni anno sulla bocca dei "chiazzalori".
Ecco Sciascia de "Le Parrocchie di Regalpetra": [Al Circolo Unione] nessuno di questo don è ricco, i ricchi si trovano nel circolo del mutuo soccorso, una società operaia che è venuta trasfomandosi, ora ci sono commercianti e industriali del sale; [qui] al gioco della zecchinetta, che ora i galantuomini disdegnano, corrono milioni. E dire che [al circolo unione] ci sono giocaori nati, di quelli che manderebbero in fumo un feudo per una puntata.
A Racalmuto ci furono li pizzara, venditori di corredi; alcuni arricchirono; altri non fecero un occhio a nna pupa. A Racalmuto, c'è molto razzismo, specie tra i nuovi ricchi o gli insegnanti; che persiste tuttora ed è una cosa comica. Ho sbattuto la porta al Circolo Unione per una questione del genere. E dire che le grandi famiglie dell'Ottcento sono cadute in miseria. Non so Montedoro. Il discorso si fa troppo serio ed io smetto.
Quanto alla genealogia dei FALCI, mi occorre tempo. Debbo partire da mia nonna. A Montedoro, c'erano registri parrocchiali. Forse siete riusciti a consultarli. I vescovi di Agrigento e di Caltanissetta ed altri hanno deciso di vietarne la consultazione.
Ti abbraccio Lillo
From: falci.nicolo@tiscali.it
To: calogerotaverna@live.it
Subject: R:
Date: Thu, 3 May 2012 21:09:38 +0200
A) Quanto alle parlate, Racalmuto ha per lo meno quattro o cinque tipi di cantilena: quella della Fontana (li sciarrieri funtanara e gli alterchi delle funtanara che quanto a pudiizia linguistica sapevano divertissimamente superarla). Parlo della bassa Fontana, e cioè il mondo dei "funtanara" tra i quali dovrei scrivermi per nascita. Tuo nonno dovrebbe essere della parte nobile della Funtana (lu culleggiu). Non so quale verso tu gli fai. Nella miia famiglia l'accento è piuttosto lieve (lo ammette anche mia moglie: straniera ed obiettiva). Nei miei fratelli accentuazioni particolari non ne noto, ove si eccettui in qualcuno una strascicatura nel dire ad esempio "quasttru". A santa Nicola, il linguaggio è già diverso, più cattivo, più ferino. Cantalenoso quello del "Carmine"; ma mia madre che lì era nata non aveva peculiarità nella parlata. Sento però questa estate un "carmelitano" e chissà cosa avrei dato per registrare la sua pronunzia. Alla Sciascia, che in quache modo era "di lu Munti". E potrei continuare. Ma a Grotte con lu "sci" e lu"sscia" è un altro parlare. Nel complesso il dialetto e la pronunzia di Racalmuto mi pare che si avvicini molto a Canicattì. Quello che non capisco è come ad una decina di chilometri e con interscambi molto forti, il linguaggio di Montedoro e delle propaggini di Caltanissetta cambi in modo tanto marcato. Non sono un glottologo, ma i connessi problemi linguistici mi affascinano.
B) Paese, che è arrivato anche a ventimila abitanti (e per diaspora ha coinvolto Montedoro, Favara, Bompensiero, Milocca, Castrofilippo), RACALMUTO è polimorfo. Il piccolo commercio esteso a Montedoro (mio padre l'ha praticato, tuo nonno l'ha consolidato) può aver dato l'impressione di una atavica tircheria. Il commerciante per natura"frega". Mio padre si divertiva con l'aforismo: "quannu nun puozzu arrubbari a nuddu, m'arruobbu ammia stessu, da nna sacchetta ann'antra". Parodosso ovviamente, perchè se un uomo intemerato quanto a furti e truffe c'è stato, questo è mio padre. E lo posso documentare. Ma a Racalmuto ampia è stata (e purtroppo è) la propensione all'usura. La storia delle grandi famiglie /(attuali) viene dallo sfruttamento usuraio dei poveracci che tentavano la fortuna con le miniere di zolfo. Racalmuto, però, è paese con il vizietto del gioco d'azzardo. A Natale, poi, esplodeva. Vengono ancora da Milano e dintorn per pelare (e finire pelati) nelle bische più o meno note del Natale racalmutese. Vicende tragicomiche sono ogni anno sulla bocca dei "chiazzalori".
Ecco Sciascia de "Le Parrocchie di Regalpetra": [Al Circolo Unione] nessuno di questo don è ricco, i ricchi si trovano nel circolo del mutuo soccorso, una società operaia che è venuta trasfomandosi, ora ci sono commercianti e industriali del sale; [qui] al gioco della zecchinetta, che ora i galantuomini disdegnano, corrono milioni. E dire che [al circolo unione] ci sono giocaori nati, di quelli che manderebbero in fumo un feudo per una puntata.
A Racalmuto ci furono li pizzara, venditori di corredi; alcuni arricchirono; altri non fecero un occhio a nna pupa. A Racalmuto, c'è molto razzismo, specie tra i nuovi ricchi o gli insegnanti; che persiste tuttora ed è una cosa comica. Ho sbattuto la porta al Circolo Unione per una questione del genere. E dire che le grandi famiglie dell'Ottcento sono cadute in miseria. Non so Montedoro. Il discorso si fa troppo serio ed io smetto.
Quanto alla genealogia dei FALCI, mi occorre tempo. Debbo partire da mia nonna. A Montedoro, c'erano registri parrocchiali. Forse siete riusciti a consultarli. I vescovi di Agrigento e di Caltanissetta ed altri hanno deciso di vietarne la consultazione.
Ti abbraccio Lillo
From: falci.nicolo@tiscali.it
To: calogerotaverna@live.it
Subject: R:
Date: Thu, 3 May 2012 21:09:38 +0200
Se mi interessa sapere del mio cognome? E me lo chiedi? Certo che sì! Pensa che per quello di mia madre (Grazia) e di mia nonna paterna (Caluzzeddra), cioè Alfano, abbiamo ricostruito con Messana (anch’egli con madre Alfano) abbiamo creato un gruppo su FB. Ho letto anche l’elenco del 1593 con Jacubo (penso Jacupu; Giacomo).
Non sfottere la parlata muntidurisa pirchì sacciu pariggiari cu chiddra di Racarmutu. Tieni presente che per 20 anni ho avuto a che fare con un nonno racarmutisi. E tieni presente che ho sempre difeso li racarmutisi dall’accusa di essere tirchi. Ritengo che non siano tirchi bensì oculatamente parchi e risparmiusi. Credo che debbano questa loro dote al fatto di essere commercianti. Tutti gli ambulanti che venivano a Montedoro eranu racarmutisi: il fruttivendolo Tanu Mirulla (e ora il figlio Domenico) che abita a Racalmuto, vicino a Maria La Fanci, Sarraviddru, venditore di olio, et alii.
Ciao Nicolò
Da: Calogero taverna [mailto:calogerotaverna@live.it]
Inviato: giovedì 3 maggio 2012 16.33
A: Nicolò Falci
Oggetto:
Inviato: giovedì 3 maggio 2012 16.33
A: Nicolò Falci
Oggetto:
La famiglia FALCI è indubbiamente RACALMUTESE. Me la ritrovo nelle carte della Matrice già nel 1598.
464
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FALCI JACUBO
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Monte (Prob.)
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Per il momento mi avvalgo di mie trascrizioni. All’occorrenza posso esibire gli originali desumendoli dall’archivio da me scannerizzato (20 CD)
Dopo le carte della matrice parlano a lungo dei Falci. Una ricerca sistematica non l’ho fatta. Forse ora per te debbo farla (se me la chiedi perché ti interessa veramente). Anche gli Alfano mi sembrano di origine racalmutese. Dovesse essere vero per tre quarti hai il sangue del sale e dello zolfo. Credimi c’è da vantarsene. Non so il cognome di tua madre. Per l’ultimo quarto c’è da vedere. Ma lasciamolo a Montedoro. Una curiosità tu usi un dialetto come dire onomatopeico; Messana mi pare no. Va da sé che preferisco il tuo: è più ficcante, affascina (anche se il sorrisetto un tantinello ironico dei racalmutesi verso la parlata MONEDOREISA talora mi scappa).
NUMERAZIONE DELLE ANIME DELLA MATRICE DI RACALMUTO ANNO 1660
11
11
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FALCI
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GIOSEPPE C.TO GIOVANNA M. C.TA CURRADU CHR. GIOVANNA CHR. ANNA CHR. CAITANU
|
2
|
6
| |||||||||||||
106
|
16.11.1695
|
ANGELA
|
UXOR CAETANI
|
FALCI
|
22
|
TAU
|
CALCERANO FRANCESCO ECONOMO
| ||||||||||
1591
|
13.11.1706
|
GAETANO
|
VIR ARCANGELI
|
FALCI
|
40
|
TAU
|
DE BENEDICTO VINCENZO
| ||||||||||
1674
|
FALCI GAETANO
|
1844
|
AA
|
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