18/10/2014 2.24
«Ma è possibile che il Ministro Scelba si possa fidare di un uomo di cui si presume che conosca anche il passato? Lasciamo stare che Messana è nell'elenco dei criminali di guerra di una nazione vicina; questo può far piacere ad una parte della Camera, la quale pensa: "Va bene, è un massacratore; però, di stranieri!"»
Da qui la martellante stampa specializzata volta a colpire il Messana CRIMNALE DI GUERRA. Il Li Causi, ovvio, è abile, gioca con le parole, dice e non dice. Non per nulla è siciliano e l’omertà noi siciliani ce l’abbiamo nel sangue. Soffermiamoci su particolari, sugli scivolamenti da verità che se vere si possono esplicare semplicemente. No. Il Li Causi esordisce con un ”lasciamo stare”. Lui lasciò stare. Gli epigoni a iniziare da Danilo Dolci sino a finire ad una ex goriziana improvvisatasi storica, non lasciano stare; affermano martellano, propinano, impongono. Il Messana dicono senza nulla sapere rispetto a quello che invece Li Causi ben conosceva che vi sarebbe stata certezza:Messana sarebbe stato CRIMINALE DI GUERRA.
Non è senza ragione che l’avvocato onorevole Li Causi, siccome sa bene che si tratta soltanto di un elenco buttato giù da “una nazione vicina”. Non aggiunge che si tratta di Jugoslavia, di nazione addirittura nemica e vincitrice che è assetata di vendetta. Ma soprattutto sa che fine ha fatto presso il SIS di Roma cioè presso il VIMINALE quell’elenco “nemico”. Tra 50 nominativi di “ricercati” vi era stato incluso così senza specifica alcuna un “MESSANA”, “questore”. E c’era poco da ricercare: il Messana stava appunto a Palermo come terribile capo della polizia di Stato dell’Italia ormai repubblicana e democratica. E stava lottando contro un pernicioso banditismo, quello di Giuliano, che veniva foraggiato dagli americani. Quegli americani che ora chissà perché lo vorrebbero sine causa CRIMINALE DI GUERRA. Già, varie olte il Messana aveva relazionato che purtroppo armi moneta ed altro all’EVIS, a Finocchiaro Aprile, agli Agrari venivano appunti dagli Americani. Abbiamo ben tre relazioni del Messana al suo Ministero in proposito. I denigratori del Messana sembrano non accorgersene, non percepirne l’importanza. Il più onesto, il Mangiameli, di codeste schiere di storici si limita a scrivere che sì il Messana aveva “prodotto continui rastrellamenti” ma si illudeva che questi rastrellamenti potessero mettere “in crisi i traffici illegali e alienare a Guliano le simpatie della popolazione che lo considerava suo protettare”. Per Mangiameli insomma il Messana, responsabile della pubblica sicurezza in Siciia in quel terribile biennio 1945-1947 era un miope funzionario di polizia incapsulatosi nel “mito della contrapposizione tra mafia come strumento tradizionale del mantenimento dell’ordine nelle campagne, e banditi come ribelli primitivi”. Giudizio di valore dunque superficiale e gratutito che uno storico non dovrebbe mai permettersi se vuole fare scienze sociali avalutative. Ma diciamo: opinioni. E democraticamente va riconosciuta a tutti libertà di opinione. Sempre che non leda l’onorabilità della gente. Cosa invece che non fa la Cernigoi che abbiamo visto come si spinge in denigrazioni infamanti sena alcuna cognizione di causa. Ma restiamo sbalorditi quando inopinatamente ci imbattiamo in questo passo del professore Casarrubea, quando a pag. 29 del suo ultimo libro a stampa (STORIA SEGRETA DELLA SICILIA, dallo sbarco alleato a Portella della Ginestra, Tascabili Bompiani) si lascia scappare che “ci sono i rapporti dello stesso ispettore di Pubblica Sicurezza Ettore Messana, che danno Giulino in contatto con agenti americani”. Noi di quei rapporti ne abbiamo trovati ben tre nell’archivio centrale dello Stato e francamente ci meravigliamo come acuti storici non ne avevano notata la rilevanza e la delicatezza di quelle accuse nientemeno che agli americani che a nostro avviso hanno nel giugno del 1947 chiesto la testa dell’autore. Altro che tutta quella congerie di calunnie, insinuazioni, denigrazioni, diffamazioni contro il Messana.
Il Li Causi è ben consapevole di questo e non per nulla si lascia andare ad una banalità, quasi ad una battuta di spirito del tutto fuori posto in quel contesto permettendosi di celiare: “questo può far piacere ad una parte della Camera, la quale pensa: "Va bene, è un massacratore; però, di stranieri!". C’era del marcio in Danimarca e Li Causi ben lo conosceva. Anzi a nostro avviso vi era coinvolto. Ma di questo a suo tempo. Chiediamo allora subito: perché mai un CIVILE potesse essere stato un criminale di guerra.Messana nel giugno del 1941 era stato inviato a Lubiana come normale questore di una sedicente provincia italiana. Solo la Cernigoi può affermare: «Com’è noto, il 6/4/41 l’Italia fascista invase la Jugoslavia, in perfetto accordo con l’esercito di Hitler, creando la “Provincia italiana di Lubiana” e mettendo ai posti di comando dei propri funzionari. Così, a dirigere la questura di Lubiana fu posto il commissario Ettore Messana, che resse l’incarico fino a giugno 1942, e successivamente fu a Trieste fino a giugno 1943.» Cosa fu Lubiana, la costituzione della provincia di Lubiana, come iniziò e come purtroppo degenerò è materia che gli storici seri non sanno ancora come inquadrare.
29 ottobre 2014
29/10/2014 16.32
Oggi Gerbino è in contesa giudiziaria con Casarrubea (un ottimo storico di sinistra siciliano) e con Claudia Cernigoi giornalista e storica triestina, nata a Gorizia (con la quale in conflitto sono io).
1 novembre 2014
01/11/2014 19.20
Mi introduco qui nella speranza che tramite questa tua bacheca possa destare curiosità in quel di Favara e qualcuno anche anonimamente mi dia ragguagli. Ieri all'ARCHIVIO CENTRALE DI STATO qui a Roma, all'EUR. mi imbatto in carte sconcertanti relative al triennio 1945-48. Scopro che ad Agrigento vi era un tribunale ALLEATO. Un favarese vi viene processato e condannato- Questa la nota: " NAPOLI GIUSEPPE fu Carmelo, nato a Favara nel 1910, coniugato, senza prole, condannato dalla CORTE MILITARE ALLEATA di Agrigento. con sentenza del 19.9.43 ad anni 6 di reclusione per omicidio di un militare americano. Detenuto nelle carceri giudiziarie di Favara." Diciamo 6 anni appena per un omicidio e per giunta di un soldato americano! Cosa fu questo TRIBUNALE MILITARE ALLEATO di Agrigento? Ove finirono le carte processuali? Nessuno le ha mai consultate? Con tutti questi microstorici che popolano Agrigento e dintorni! Vi fu dunque un carcere giudiziario a Favara! E l'archivio relativo ove sta? Napoli vi avrebbe trascorso 4-5 anni! Materia per ricerche storiche approfondite, obiettive e super partes.
01/11/2014 19.33
La nostra storia passata è fatta tutta di misteri. Difficile raggiungere tappe definitive. Nel caso di molte inchieste gli atti seguirono i vincitori e si trovano o a Londra, o al Nara (Usa).
01/11/2014 19.59
Lei accenna alle carte del SIS (Viminale). Ieri ho consultato la busta n. 41 Ne sono rimasto sconcertato e disorientato. Questo appunto sul Napoli di Favara si trova là. Quel faldone a mio avviso non è stato adeguatamente investigato. Vi ho vista la genesi di quella che sarà la Gladio di Cossiga. Comunque vi trovo quest'altro inquietante appunto. Un informatore occulto della polizia nazionale faceva presente che: " Palermo 5 ottobre 1946 [....] negli ambienti filofascisti palermitani tale voce trova molto credito (e cioè) l'esistenza in Sicilia di battaglioni (sic), ben armati e pronti , appena sarà dato l'ordine, a marciare su Roma per rovesciare il governo e impadronirsi dei poteri". Io non sono né storico né scrittore né altro; solo un vecchio pensionato dell' Ispettorato vigilanza della Banca d'Italia e propenso ancora a fare ispezioni avalutative, senza preconcetti di sorta. Mi sto domandando: ma forse che il buon Li Causi si riferiva a questo quando in piena aula Costituente parla di Messana quale CAPO DEL BANDITISMO POLITICO (ovviamente siciliano). In effetti Messana in quell'Ottobre a Palermo si trovava. Ma Li Causi non poteva non sapere quello che quella busta 41 del SIS contiene contro noi poveri comunisti specie in quel di Bologna, Reggio Emilia e quello che i TITINI facevano infiltrandosi nelle c.d. bande armate ROSSE. Che confusione mentale che ho caro professore. Mi piacerebbe che Lei venisse a Racalmuto al Circolo Unione (o in altro luogo culturale quale la FONDAZIONE SCIASCIA per controbattere anche le mie modeste tesi. E se vi partecipasse la Cernigoi- con la quale ho sbagliato approccio e le chiederò scusa - credo che ne potrebbe venire qualcosa di utile per la obiettiva conoscenza della storia siciliana e non di quei turbolenti anni.
2 novembre 2014
02/11/2014 10.33
Gentilissimo professore Casarrubea, sto rileggendo per istruirmi e dopo le risultanze delle mie ultime ricerche su Ettore Messanail suo aureo e sero studio su la STORIA SEGRETA DELLA SICIIA: Inceppo in questo piccolo raffronto. Per Tranfaglia: dobbiamolamentare la dispersione e 'indisponibilità (non sappiamo ancra se definitiva) di fondi italiani dei ricostituiti ervizi segreti, che soltanto negli ultimi annisono stati, ma in piccola parte, recuperatidall'Archivio centrale dello Stato Malgrado queste lacune, molte delle quali appaiono detinate a restare tali per lungo tempo ancora, l'utilizzazione degli archivi americanie di quelli italiani, soprattutto per la parte che riguarda carte processuali e di alcune commission parlamentari d'inchiesta, hanno permesso agli studiosi di fare passi avanti su problemi di grande rilievo". (pag.5-6).
02/11/2014 11.07
Mi sembra molto più cauto Lei quando ad esempio afferma: "lo storico lavora su frammenti, parti di verità, ciò che il tempo o le classi dominanti hanno voluto consegnargli. ... non possono essere considerati come studi sulla strage quelli prodotti giornalisticamente, senza il minimo supporto della ricerca scientifica". E per me questo ha valenza ancora più generale. Mi domando ma tutto quello sconfinato fondo del SIS al Viminale non è da tempo alla portata d ogni studioso serio e prudente? E lì non vi è la cronaca diuturna di quanto avvenne circa l'ordine pubblico dal 1945 in poi? E non vengono capovolti giudizi di valore che ricorrono disinvoltamente non solo nella mercantile televione o in un cinema addirittura finanziato dallo Stato.? In particolare. nessuno credo che dopo i miei modesti rinvenimenti archivistici potrà sostenere che EttoreMessana fu nel 1919, il 10 ottobre, a Riesi "uno stragista di Stato". O non c'era o ebbe ruoli marginalissimi. A Lubiana Messana vi stette impacciato nel primo anno della costituita provincia italiana. Specie con la nomina di Grazioli nel febbraio del 1942 a capo della provincia il ruolo di Messana fu irrilevante, sicuramente sotto il profilo penale e la pretesa titina di farne un "criminale d guerra" evaporò perché totalmente inconsistente nei riesami che ben seri vi furono al SIS del Viminale. Quanto alla accusa di Licausi che ne voleva fare, dopo il flop giudiziario di Montalbano, il CAPO DEL BANDITISMO POLITICO siciliano. l'allontanamento del Messana nel luglio del 1947 costituì per questi un salto qualitativo divenendo collaboratore apprezzato e onorato di De Gasperi, venendo prosciolto da ogni pur pretestuosa ombra nei tanti processi ed inchieste che seguirono la uccisione di Giuliano e Pisciotta. Quante calunnie postume giornalistiche, televisive e cinematografiche! invece. Ma mi dico una consultazione equilibrata di questo importante e corposo archivio del SIS non avrebbe depurato il caso Messana da tantissime superfetazioni calunniatrici?
02/11/2014 11.16
Gentilissimo professore Casarrubea, sto rileggendo per istruirmi e dopo le risultanze delle mie ultime ricerche su Ettore Messana il suo aureo e serio studio su la STORIA SEGRETA DELLA SICILIA: Inceppo in questo piccolo raffronto. Per Tranfaglia: “dobbiamo lamentare la dispersione e l'indisponibilità (non sappiamo ancora se definitiva) di fondi italiani dei ricostituiti servizi segreti, che soltanto negli ultimi anni sono stati, ma in piccola parte, recuperati dall'Archivio centrale dello Stato. Malgrado queste lacune, molte delle quali appaiono destinate a restare tali per lungo tempo ancora, l'utilizzazione degli archivi americani e di quelli italiani, soprattutto per la parte che riguarda carte processuali e di alcune commissioni parlamentari d'inchiesta, hanno permesso agli studiosi di fare passi avanti su problemi di grande rilievo". (pag.5-6). Mi sembra molto più cauto Lei quando ad esempio afferma: "lo storico lavora su frammenti, parti di verità, ciò che il tempo o le classi dominanti hanno voluto consegnargli. ... non possono essere considerati come studi sulla strage quelli prodotti giornalisticamente, senza il minimo supporto della ricerca scientifica". E per me questo ha valenza ancora più generale. Mi domando ma tutto quello sconfinato fondo del SIS al Viminale non è da tempo alla portata d ogni studioso serio e prudente? E lì non vi è la cronaca diuturna di quanto avvenne circa l'ordine pubblico dal 1945 in poi? E non vengono capovolti giudizi di valore che ricorrono disinvoltamente non solo nella mercantile televisione o in un cinema addirittura finanziato dallo Stato.? In particolare. nessuno credo che dopo i miei modesti rinvenimenti archivistici potrà sostenere che EttoreMessana fu nel 1919, il 10 ottobre, a Riesi "uno stragista di Stato". O non c'era o ebbe ruoli marginalissimi. A Lubiana Messana vi stette impacciato nel primo anno della costituita provincia italiana. Specie con la nomina di Grazioli nel febbraio del 1942 a capo della provincia il ruolo di Messana fu irrilevante, sicuramente sotto il profilo penale e la pretesa titina di farne un "criminale d guerra" evaporò perché totalmente inconsistente nei riesami che ben seri vi furono al SIS del Viminale. Quanto alla accusa di Licausi che ne voleva fare, dopo il flop giudiziario di Montalbano, il CAPO DEL BANDITISMO POLITICO siciliano. l'allontanamento del Messana nel luglio del 1947 costituì per questi un salto qualitativo divenendo collaboratore apprezzato e onorato di De Gasperi, venendo prosciolto da ogni pur pretestuosa ombra nei tanti processi ed inchieste che seguirono la uccisione di Giuliano e Pisciotta. Quante calunnie postume giornalistiche, televisive e cinematografiche! invece. Ma mi dico una consultazione equilibrata di questo importante e corposo archivio del SIS non avrebbe depurato il caso Messana da tantissime superfetazioni calunniatrici?
6 novembre 2014
06/11/2014 19.03
Caro dott. Taverna. Lei è un galanuomo e i problemi che si pone sono seri. Purtroppo la ricerca non può contare su una sola fonte, ma su una molteplicità di fonti spesso lontane tra di loro e talvolta in contraddizione. E' difficile una valutazione definitiva, specie perchè la ricerca non si effettua per calunniare qualcuno, ma per trovare tasselli di un mosaico complesso che prima o poi si troveranno nel loro reciproco confronto di corrispondenza. Le auguro una buona serata.
7 novembre 2014
07/11/2014 14.33
Gentilissimo professore Casarrubea, La ringrazio per le belle parole che ha voluto elargirmi. In fin dei conti io Le sono debitore di scuse e di scuse molto gravi. Non La conoscevo, non sono né storico né giornalista. Da ex ispettore bankitalia mi scontro con il mio ex sindaco che riportava giudizi feroci sul Messana desumendole dai Suoi scritti. Quelle accuse mi apparveso pretestuose ed esagitate servendomi solo del mio vizietto ispettivo del sospetto innanzitutto. Quindi potei leggere su un blog locale, Malgrado Tutto, che si rifà a Leonardo Sciascia, una dele Sue pagine più cattive contro il Messana, cui seguiva una flaccida difesa di un sedicente nipote di colui che + ancora noto in paese come il Questore. Apriti cielo: mi scateno sia pure con i miei miserelli strumenti informatici. Arrivo alla signora Cernigoi: per logica quelle della triestina mi appavero farneticazioni calunniose. E dato il mio caratteraccio non ho mancato a mandargliele a dire. Lei, da stdioso serio e profondo mi pare che mi abbia perdonato; la signora Cernigoi ancora, no. Ma spero prima o poi di farmi perdonare anche da lei. Diciamo che non abbiamo motivo alcuno di accapigliarci più di tanto. A questo punto ho da rivorgerLe una pressante istanza. Forse sono ripetitivo. Perché non viene a Racalmuto ad animare un dibattito storico sul Messana, sui tempi in cui dovette cimentarsi, sulle evoluzioni delle ricerche storiche- Appena ne disporrò Le farò avere una relazione anonima che ho trovato tra i faldoni del SIS di PS a Roma. Credo che lì la lezione sul ruolo americano nella lotta al comunismo in Italia tra il 1945 e il 1947 impone risvolti del tutto nuovi e per tanti versi persino sconcertanti e mi pare che al di là del fuorviante caso Messana vanno nella direzione dei Suoi novelli indirizzi interpretativi di quei ribollenti tempi storici. La ringrazio e la saluto con deferenza profonda. Calogero Taverna
8 novembre 2014
08/11/2014 9.55
Caro dott. Taverna,
Al momento questo non è un buon tempo per la mia salute, ma se un giorno dovessi stare meglio, magari in estate, sarà un mio piacere poterla incontrare.
08/11/2014 10.06
La ringrazio. Spero davvero che a Racalmuto si possa organizzare nei tanti luoghi deputati alla cultura un incontro per illustrare e comunicare l'approdo dei Suoi studi storici sul drammatico periodo del biennio 1945/47 in Sicilia. Lo spero tanto. Si abbia il mio sincero augurio per la Sua salute. Buona domenica
9 novembre 2014
09/11/2014 21.53
La Nuova Alabarda MA CHE GLI FACCIO, AGLI UOMINI? Dopo avere attizzato gli appetiti malsani e paranoici del già citato su queste pagine Melchiorre Gerbino, da un paio di mesi son...o oggetto di invio di messaggi che oscillano tra l'intimidatorio e l'offensivo di persona che si firma "Lillo Taverna" (come un uomo adulto possa chiamarsi Lillo mi è peraltro oscuro) e che con questo nome ha una pagina FB. Tale Taverna sembra essersi eretto a difensore sperticato della figura del defunto questore Ettore Messana, sul cui operato all'epoca del fascismo ebbi modo di scrivere un paio di articoli (che ho recentemente inserito anche su questa pagina), citando documenti ufficiali conservati negli archivi di stato di Trieste e Lubiana e facendo riferimento alle ben più approfondite ricerche condotte da Giuseppe Casarrubea. Insomma il sedicente Taverna, che mi apostrofa con l'anacronistico termine di "signorina", non so se per suggerire un mio stato civile peraltro non corrispondente (duole deluderlo, ma sono sposata da 32 anni) o se per sminuirmi, in quanto l'idea che generalmente si ha di una "signorina" non è quello di una ricercatrice storica seria, mi ha inviato una serie di messaggi privati sulla mia pagina FB (condividendoli, se ho capito bene, anche con altre persone, a me sconosciute) millantando con queste persone di "disporre" di un "canale riservato" (veramente la messaggistica è disponibile a tutti sulla mia pagina personale...) nei quali vorrebbe dimostrare che Casarrubea ed io avremmo diffamato la figura di Messana. Per sminuire la credibilità delle mie ricerche scrive (ad un cugino, presumo, del quale non riporto il nome, ma al quale mi ha descritta come "tal Carnigoi (sic) triestina, filoslava e con scarso amore patriottico per questa nostra Italia) che "la Cernigoi si basa su un fascicolo postumo di gente titina che ha cercato invano di ricattare l'Italia". Curioso termine "fascicolo postumo" eccetera per definire il carteggio che contiene i documenti originali della questura fascista che operò nella Lubiana occupata diretta dal questore Messana tra il 1941 ed il 1942, ma tant'è. Per dare più forza alla propria teoria che Messana non fu un criminale di guerra (come denunciato dalla Jugoslavia ed il cui modus operandi fu stigmatizzato anche da una relazione della Polizia civile del Governo militare alleato di Trieste, amministrazione angloamericana) ma un eroe, ilTaverna afferma: "Non può credere (Cernigoi, n.d.r.) che l'Italia degasperiana abbia conferito l'alta onorificenza al Messana ignara o peggio correa di quella caterva di accuse infamanti titina contro chi avesse avuto dallo Stato Italiano incarichi in quella tragica storia della costituzione della provincia di Lubiana che lei non può antipatriotticamente ridurre ad un crimine di guerra". Ciò che io credo è del tutto ininfluente, sta di fatto che l'Italia post-degasperiana (nel 1954, quando era in carica il governo Scelba) conferì una medaglia di bronzo al torturatore e capo di una banda di torturatori ed assassini, il commissario Gaetano Collotti dell'Ispettorato speciale di PS. Alla fine, dopo avere accusato la sottoscritta e Casarrubea di essere "antitaliani", Taverna conclude nel seguente squisito modo: "Porto il tasco torto, infilzo la Cernigoi e il suo pigmalione siciliano Casarrubea. Per me sono artefici di una indegna campagna di stampa infondatamente calunniosa contro il Gr. Uff. dottore Ettore Messana". Cosa sia il "tasco torto" è cosa per me incomprensibile, però mi duole constatare che i toni del "signorino" Lillo Taverna ricordano in modo inquietante quelli del noto Melchiorre Gerbino. Tavernaci "infilza", Gerbino ci molla "calci in culo" (cito). Bene, i documenti sono pubblici e disponibili, non sono "propaganda titina", checché ne dica Taverna, i verbali della questura italiana di Lubiana sono documenti italiani, se Taverna ritiene che l'occupazione fascista della provincia di Lubiana non sia stato un crimine di guerra è padrone di pensarlo, ma ciò fa supporre che le sue polemiche non siano innescate tanto per amore della verità, quanto per volontà di riabilitare un sistema fascista che è stato condannato dalla storia. E rimando al mittente le accuse di "antitalianità", "antipatriottismo" eccetera che mi lancia Taverna, dato che nessuno più dei fascisti ha offeso ed insultato l'Italia riducendola ad una dittatura imperialista e sanguinaria che ha seminato morte e distruzione in Europa. Altro... Inizio modulo Mi piaceMi piace • • Condividi Rimuovi Lillo Taverna Ancor oggi posso leggere su FB tutta questa sfilza di insolenze che mi propina la "signorina" Cernigoi, che obiettivamente fa propaganda antitaliana supportando come verità assulute le nefandezze postbelliche del regime titino. Oltre a questa bacheca, LA NUOVA ALABARDA, la dessa immette informaticamente il BLOG LANUOVAALABARDA il cui contatto suona la nuovaalabarda@gmail.com. In FB, come può constatarsi, non è possibile contrapporre commenti a difesa o a rettifica. Quanto al blog, mi vedo minacciato insolentito diffidato a contattarmi perché sarebbe contatto personale e riservato della signorina Cernigoi. Devo precisare che con il professore Casarrubea siamo venuti a chiarimenti esaustivi e civili come si addice a galantuomini della generosa terra di Sicilia. Laddove all'inizio ebbi a sbagliare con termini alquanto pesantucci, ho dovuto ammettere le mie colpe e chiedere scusa. Con la signorina Cernigoi non solo non mi è possibile ogni civile chiarimento ma mi vedo insolentito, come ben si può constatare qui sopra, e minacciato di stalking (non so cosa sia), e di ricorso ai poteri inquisitori della polizia postale. Io, invero, non vedo l'ora che ciò faccia avendo strali al mio arco per ribaltare la frittata. Ma devo stare attento qui ad usare il termine "strale" perché la goriziana signorina Cernigoi ha una sua molto personale convivenza con la lingua italiana. Per lei l'elegante ad allusivo termine "infilzare" come dire venire elegantemente e sapidamente "infilzati" o "contestati" è equivalente di "calci in culo" sornionissima espressione di Melchiorre Gerbino, personaggio da cui sono stellarmente lontano per cultura, per cifra etica e militanza politica. Ora La Cernigoi mi dà del "fascista" sol perché metto i titini alla berlina: nebbie mentali femminili. Certo non sono né storico, né letterato, né pubblicista: so solo che la "storia" è "scienza sociale " e quindi deve tendere alla "avalutatività". In ogni caso la storia non "condanna" fa o tenta di fare "verità" in ordine ad un passato, senza ottundere l'obbiettività. La costituzione della "provincia di Lubiana" va letta e capita sulla base di testi obbiettivi tipo quello del grande storico T. Sala. In qualche altra parte , ma sempre qui sopra, la signorina Cernigoi, scandalizzata dal fatto che in Sicilia tanti miei amici anche a 80 anni mi chiamano Lillo anziché Calogero come registrato nell'ex convento delle clarisse a Racalmuto, mi vuol negare persino il piacere di tenere un blog: paturnie postmestruali. Sì, sono logorroico: lo ammetto.. E questo perché mi sono serviti fiumi di parole per rettificare la triplice calunnia di Li Causi avverso Ettore Messana. Ho potuto appurare che Messana non poteva essere uno stragista nel 1919 a Riesi perché o non c'era o fu talmente defilato da finire del tutto ignoto. A Lubiana non ebbe colpa alcuna come scandagliato dal SIS del M.I. in base ad una doviziosa documentazione che io posseggo e la Cernigoi, no!. La sortita leguleia di Li Causi tendente a fare apparire il Messana come CAPO DEL BANDITISMO POLITICO (attenzione: politico) ha lasciato il tempo che trova ed oggi anzi in base alla documentazione NARA che ben sta studiando il professore Casarrubea ed a quella dell'ARCHIVIO CENTRALE DI STAO (faldoni SIS) sta finalmente affiorando una verità sconcertante: la responsabilità dell'Oss americana (l'antenata della CIA) contro cui lottò Messana in Sicilia, rimettendoci le penne. Io sarei un "difensore sperticato" di Messana. e ammesso che lo sia, questo mi lusinga. A me comunque sembra che per colpa di questi pennivendoli un grand-commis dell'ordine pubblico è finito, mezzo secolo dopo la sua morte, mostro sbattuto in prima pagina. Emblematica la circostanza che persino con minacce la Cernigoi mi vuole impedire la replica alle sue "fesserie storiche". Così, en passant, cosa avvenne a Lubiana dopo la sconfitta dell'Italia? roba da accapponar la pelle. Ho tra le mani un libro: SLOVENIA e vi troverò tanto di quel materiale più che bastevole per irridere alla Cernigoi che vorrebbe dar credito all’ira furente dei titini. Si è mai chiesta la Cernigoi cosa avvenne ai cattolici anticomunisti detti domobranci. "Circa 12.000 domobranci furono vittime di massacri efferati una volta rientrati in patria. Altri 6.000 civili scamparono all'annientamento grazie all'intervento del maggiore Barre". Lei si è ingolfata tutta in quello che andavano costruendo questi signori criminali. Io no! Tutta quella sua pappardella - postuma perché confezionata dopo quattro anni di guerra e da organi non autorevoli - è finita nell'istruttoria romana e quindi per assoluta infondatezza archiviata dal dottore Pianese. Vada a leggersi le carte del SIS all'EUR qui a Roma. Quanto poi alle elucubrazioni psicologiche del subordinato Ricciardelli, si è mai chiesta la Cernigoi perché manco giunsero qui a Roma. E' proprio sicura che il pettegolo non si sia rimangiato tutto per non perdere il posto. Sì, rimase in polizia ma mi pare molto melanconicamente. A me la figura del Ricciardelli non interessa, non interesserebbe neppure la figura del magistrato Macis che condannò a morte come giudice monocratico il Tomsic (ma doveva applicare le leggi anche quelle leggi da stato di guerra che a me lasciano interdetto. Io sono comunista, sa? non fascista). Mi dia lei lezioni di diritto internazionale criminale di guerra. Il Messana aveva fatto solo una o meglio aveva diretto una perquisizione in casa di Tomsic e aveva trovato quello che aveva trovato e ne ha fatto una certosina diligente e certo poliziesca relazione. 76 pagine di rapporto. Se me lo accorda gliene mando una copia. Sta al SIS all’ ACS, EUR/ROMA. Lei avrebbe l'obbligo di accertare anche se travolgerebbe tutti i due suoi articoli che credo le abbiano fruttato qualcosa. Che altro le debbo dire: è disinformata. Mai il Messanafu sotto il Verdiani; non poteva essere fascista nel 1919 a Riesi; le altissime onorificenze le ebbe a fine della sua carriera in riconoscimento della suo integerrimo e prezioso servizio allo Stato. Ad apprezzarlo fu De Gasperi non Scelba. Con fra' Diavolo ha avuto i classici rapporti che hanno i dirigenti di polizia con i confidenti e ad imporglielo come confidente fu Aldisio. Sarà non senza ragione che i carabinieri pare che a fra’ Diavolo gliel'abbiano fatta finire peggio di Cucchi. Sia chiaro: non Messana e, a ben sospettare, contro Messana. E quanto al suicidato Pisciotta Messana lo "infilza" sulla faccenda delle mitraglie Beretta. Si legga le carte del processo. E Messana mai ebbe a che fare con processi penali a sui carico. Ecco perché io sto cercando la "verità" su Messana sbattuto in prima pagine, purtroppo credo iniziando dal santone suo compaesano Danilo Dolci. Io non so chi fu veramente Messana, ma so che quello che lei dice di lui è falso, denigratorio e calunnioso. Vuol continuare? faccia pure! Mi vuol denunciare di stalting perché continuerò con tutti i mezzi a smentirla? felice di divenire la sua vittima. Ma Manzoni direbbe: e poi dicono che non c'è giustizia a questo, mondo. Solo, io le dico: in Italia c'è giustizia; nella sua Slovenia, no!
10 novembre 2014
10/11/2014 19.33
Gentilissimo Professore Casarrubea, ecco l'appunto ultra riservato che mi ha stravolto. Bologna fine 1946. Incontro segreto tra chi non si sa (ma certo molto altolocato) e l'emissario americano Ci danno lezioni di democrazia. Al governo mi pare che c'erano persino comunisti come Togliatti, Gullo, Scoccimarro. Certo i comunisti in Emilia non scherzavano. Che dire? Spero che la sua salute migliori e la ossequio.
10/11/2014 19.35
10/11/2014 19.36
10/11/2014 19.37
10/11/2014 19.37
11 novembre 2014
11/11/2014 19.55
Grazie, Le sono grato.
11/11/2014 19.56
sono lusingato
io cerco solo la verità storica. So bene che è un traguardo irraggiungibile. Ma provare si deve sempre, no?
12 novembre 2014
12/11/2014 22.11
12/11/2014 22.11
12/11/2014 22.12
12/11/2014 22.13
Come si può valutare il Messana questore a Lubiana in quell'ambiguo esordio della annessione della Slovenia all'Italia che ebbe inizio il 6-18 aprile 1941 se non s'inquadra bene quella faccenda là che non può certo limitarsi ad un uzzolo dissennato di Mussolini!
Messana va là a Lubiana non da militare, non con concezioni guerresche, ma ome un ordinario questore sia pure del regime fascista. Un passo audace per un'accelerazione di carriera.
Noi non frequentiamo commissariati di PS, non gradiamo la vicinanza al Viminale come cittadini romani. Ne stiamo alla larga. Prevenuti, anche.
Ma anche tanti amici e tanti compagni di università che poliziatti sono stati, anche commissari e quindi persino questori. La gente più pacifica che io conosca. Un lavoro come un altro. Un posto ambito se si possiede un titolo di studio a livello universitario.
E tale era Ettore Messana. Un suo bizzarro antenato aveva fatto il questore a Bologna appena scoccata l'ora fatidica dell'Unità d'Italia, addirittura nel 1860. Tipo strano che da Racalmuto va in Emilia e si mette a fare il questurino. E' laureato, scrive versi blasfemi, stordisce i felsinei con il suo verseggiante spirito paesano. se non contadino di certo di u piccolo borghese asceso nella scala dei valori della terra del sale e dello zolfo, uno di quelli che noi chiamiamo galantuomini. E in fondo il pronipote EttoreMessana tende a fare il "galantuomo". Non disdegna le belle donne e sicuramente in Slovenia le donne erano e sono belle. E qualcuna di loro persino generosa. Si sarà portata a letto qualcuna? Probabile. Ma basta questo per farne un violentatore di femmine?
Cara Cernigoi non scherzare.
Dunque, Lubiana diviene provincia italiana nel maggio del 1941. Vi dovevano essere molti italiani. Ma a dominare sono i comunisti. Poi vi sono i cattolici mitteleuropei austriacizzanti. Tra le due fazioni cattiverie e aggressioni da lunga data.
Le colonie italiane sparute e comunque sgradite.
Cosa intendeva conseguire il governo fascista nel volere introdurre colà una sua "amministrazione civile"?
Studi seri devono essere ancora fatti, almeno dall'angolo visuale italiano. A noi consta che solo Teodoro Sala negli anni '60 si produsse in una ricerca seria, obiettiva. A disposizione ha solo tutto sommato la impostazione di studiosi titini. Sotto in foto si può controllare. Sala molto correttamente ci informa che allo stato attuale delle ricerche (anni '60) non sussisteva "una conoscenza approfondita sugli intendimenti del governo fascista italiano nei confronti dei territori occupati". Certo il governo fascista si proponeva la "italianizzazione più o meno completa e a scadenza più o meno lunga dei territori annessi". Ma si scontra con una lotta di liberazione irriducibile che i "popoli jugoslavi condussero dal 1941 al 1945". Appunto perciò "tale lotta condizionò in modo determinante proponimenti e azioni dell'occupatore".
Ettore Messana, appena cinquantenne, sedentario, poliziotto da scrivania, arriva nel maggio 1941 a Lubiana credendo di dovere andare a svolgere quel ruolo che ogni normale questore svolgeva in patria. No! lì, dopo un primo momento di perplessità nella turbolenta Istituto Italiano di Cultura | Lubiana scoppia l'insurrezione armata. Cosa da militari, dunque non da funzionari che anhe se di alto gado, erano sempre imbelli civili. E Messana comincia subito a scricchiolare .
Il Messana non fa neppure in tempo a gustarsi la prestigiova (credeva) poltrona di Questore della provincia di Lubiana che arriva Emilio Grazioli, prima come Commissario Civile quindi quale organo supremo cui si danno il nome e i poteri eccezionali di un Alto Commissario per la provincia di Lubiana. Carta intestata subito (vedi foto) sovranità territoriale. Al Messana, neppure le briciole del potere.
Si aggiungranno poi i comandi militari; quali quelli del 2° granatieri, dell'Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza ed anche della Milizia fascista non sottoposta alla Giurisdizione del C.d. A. Noi siamo stati a spulciare all'ACS di Roma il faldone LUBIANA MI- D.G. PS 1942 , busta 13. Sì, in un
caso abbiamo riscontrato che "agenti di P.S. arrestavamo ZAGAR Francesco di Frascesco e di Zagradnik Ivanka .... e HUMAR Milan, naturale di Stefania, che avevano lanciato un sasso ciascuno contro la vetrina dellUnione Militare, cagionando un "danno di circa L, 6.000", ma il caso, come gli altri, passa sotto la giurisdizione di Emilio Grazioli. Il 5 aprile 1942 il Tribunale Militare li condannò lo Zagar a quattro anni e l'Humar a 6 anni per "manifestazioni sedizionse (art. 4. del Bando del Duce 24/10/1941).
Esose le condanne? senza dubbio. Ecco dirai tu signora Cernigoi, la cattiveria del Messana. Aveva folleggiato per cattiveria, per sola malvagità d'animo nel fare il rapporto di polizia, come scrisse il Ricciardetti per un casi triestino.
No, cara: era subentrato il citato bado del Duce del 24 ottobre 1942.
Scrive Teodoro Sala: Grazioli "incalzato dall'iniziativa partigiana .. premuto dalle esigenze difensive ed offensive che i militari accampavano ...emanò lì11 settembre 1941 un bando che era quasi una dichiarazione di stato di guerra. Il bando di Grazioli fu superato dagli analoghi bandi di Mussolini di carattere più generale ma non meno drastici, recanti ' Disposizioni generali per i territori annessi al Regno d'Italia' del 3 e 24 ottobre 1941".
12/11/2014 22.16
12/11/2014 22.29
13 novembre 2014
13/11/2014 2.41
Contro la Cernigoi
Lillo Taverna Questa insolente sfuriata della Cernigoi sta ancora in FB dal 20 giugno e non mi è data possibilità di rintuzzare vis a vi la signora, che mi minaccia di stalking a ogni piè sospinto e di ricorso alla polizia postale pur di evitare il confronto. Sarò il "tale Lillo" ma se codesta calunniatrice del Messana si rivolge alla sua Cassa di Risparmio di Trieste le faranno presente che il dottore Calogero Taverna allora superispettore del Secit di Reviglo mise in ambasce il presidente socialista che pensava potermi intimidire presso il ministro Formica che invero io intimidivo per una certa faccenda Sindona, la cui banca Privata Finanziaia avevo ispezionato e ne avevo determinato la Liquidazione Coatta Amministrativa ai sensi dell'art. 67 L.B. Intanto inizio a frantumarle la sua supponenza di essere in grado di "rinfrescare la memoria su questa persona" e cioè il comm. di S. Maurizio e S. Lazzaro gr. uff. dottore Ettore Messana. .......................................................................Come si può valutare il Messana questore a Lubiana in quell'ambiguo esordio della annessione della Slovenia all'Italia che ebbe inizio il 6-18 aprile 1941 se non s'inquadra bene quella faccenda là che non può certo limitarsi ad un uzzolo dissennato di Mussolini!
13 novembre 2014
13/11/2014 23.47
Rintuzziamo le accuse di Ricciardelli a Messana che pervicacemente la CERNIGOI manine in FB del 20 giugno 2014 di LA NUONA ALABARDA. continuando a dileggiarmi
Quando leggeremo quello che leggeremo non avremo dubbi nel ritenere codesto questurino a nome Feliciano Ricciardelli un malevolo detrattore, in anonimato, del grande Ettore Messana che dovrebbe essere stato suo superiore e che certamente non ebbe ad apprezzarlo. Al suo paese irpino si fu di manica larga: gli si dedicò una via e si cercò di santificarlo. Abbiamo un tempo riportato locandine manifesti e dicerie elogiative ma non c'era molto da addurre a lode omaggiante.
Si disse "uomo giusto". Un epiteto alquanto singolare per uno che di mestiere aveva fatto il poliziotto di un reparto politico decisamente fascista. E redigeva rapporti infamanti di sospetti e dispetti a base di "corre voce", "si dice", "non poteva non sapere", " era suo subordinato il vero malfattore (se poi tale era)" "lo spalleggiava" "forse ne fu compare" e niente più. Ma proprio niente di più sul suo grande superiore l'Ispettore generale della PS il Gr.Uff. Dottore Ettore Messana.
E quando le scrive queste cose? Quando ancora modesto funzionarietto di questura, relegato ad una insignificante periferia. Nell'ottobre del 1945, crede che è giunto il momento di togliersi un sassolino dalla scarpa contro l'invidiato suo ex Superiore che invece di carriera ne ha già fatta e con onore e per la stima di un superbo uomo di Stato, nientemeno l'on. Alcide De Gasperi.
E quel insignificante rapportino finisce obliato e trascurato in mano non autorevole e ci vuole tutta la malafede di rampanti speculatori dell'antitalianità per riesumarlo e farne fonte di autorevolissima fede quando scricchiola da tutte le parti. E ciò è tanto vero che Roma repubblicana e democratica e indubitabilmente antifascista non vi diede peso alcuno. Del resto non ne aveva: non un fatto, non una prova, non una certezza. Solo pettegolezzi astiosi di bassa caserma poliziesca.
lunedì 12 settembre 2011
L’Ufficio di Presidenza dell’Associazione Amo Montemarano, in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, organizza il convegno dal titolo: “Servire la Patria. L’Esempio di un Compaesano, un Questore, un uomo Giusto: dott. Feliciano Ricciardelli”. L’appuntamento è per sabato 17 settembre alle ore 18:00 presso l’Auditorium dell’Edificio Scolastico di Montemarano.
Ma ecco cosa scriveva ancora il Ricciardelli:
“Fra le insistenti voci che allora circolavano vi era anche quella che egli ordinava arresti di persone facoltose, contro cui venivano mossi addebiti infondati al solo scopo di conseguire profitti personali. Difatti si diceva che tali detenuti venivano poi avvicinati in carcere da un poliziotto sloveno, compare del Messana, che prometteva loro la liberazione mediante il pagamento di ingenti importi di denaro.”
Inoltre gli si faceva carico che a Lubiana si era dedicato al commercio in pellami, da cui aveva ricavato lauti profitti.”
Qui siamo nell’esilarante: il Mesana arriva in esordio a metà del 1941 a Lubiana. Incontra subito difficoltà inaudite. Come scrive in una lettera riportata dal grande studioso Sala, viene subito esautorato di fatto dall’esercito. Mussolini voleva una “guerra parallela” ma solo per dimostrare ai tedeschi come può esserci una “occupazione umanitaria”. Del resto a Lubiana vi esano molti coloni italiani e questi Mussolini voleva anche proteggere dalle barbarie teutoniche che erano ben note. In un primo momento, dicono gli storici seri, si cercò a Lubiana di impiantare industrie e attività economiche secondo le concezioni coloniali fasciste. Forse qualche apporto vi fu da parte del Messana. Ma è da escludere. Ove si eccettui forse l’avere comprato del legnami per farsi fare una “camera” per la quale nella famiglia Messana si vagheggia ancora, di quello che insinua il Ricciardelli non resta altro che il sospetto di una malevolenza di bassa cucina burocratica. E la Cernigoi vi corre dietro:
“Durante la sua permanenza a Trieste, per la creazione in questa città del famigerato e tristemente noto ispettorato speciale di polizia diretto dal comm. Giuseppe Gueli, amico del Messana, costui non riuscì ad effettuare operazioni di polizia politica degne di particolare rilievo.”
Insomma qui la colpa del Messana è solo quella di essere “amico” del commendatore Gueli ma il Messana “non riuscì ad effettuare operazioni di polizia degne di particolre rielievo”. Onore al merito ma no!? Ecco invece come pasticcia il Ricciardelli, se l’anomalo rapporto è suo:
“Ma anche qui come a Lubiana, egli si volle distinguere per la mancanza assoluta di ogni senso di umanità e di giustizia che dimostrò chiaramente nella trattazione di pratiche relative a perseguitati politici, responsabili di attività antifascista molto limitata. In proposito”
Quali elementi ha il Ricciardelli per stabilire “la mancanza assoluta di ogni senso di umanità ” del Messana’? Nessuno. Un poliziotto che misura la latitudine del “senso di umanità” è singolare. Siamo dunque a quelle infanganti veline che riempiono i dossier degli archivi di Uffici di polizia, più o meno segreti.
Mi si dirà: vuoi dei fatti? Eccoteli!
“Si ritiene opportuno segnalare un episodio che dimostra la sua malvagità d’animo una notte del gennaio 1943 senza alcun addebito specifico ed all’insaputa dello stesso Ufficio Politico della Questura, ordinò l’arresto di oltre venti ebrei fra cui si ricordano i nomi dei fratelli Kostoris Marco e Leone, Romano Davide, Israele Felice e l’avvocato Volli Ugo che vennero proposti al Ministero per l’internamento, perché ritenuti politicamente pericolosi. E che il Messana avesse agito per pura malvagità e, probabilmente, per cercare di accattivarsi la benevolenza della locale federazione fascista, con la quale non intercorrevano cordiali rapporti, lo dimostra il fatto che lo stesso Ministero respinse la proposta. Ordinando la scarcerazione dei predetti che furono rilasciati dopo oltre un mese di carcere (per più dettagliati particolari e per conoscere tutti i nomi degli arrestati, esaminare i precedenti al Ministero, poiché gli atti dell’Ufficio Politico della locale Questura, furono asportati o distrutti dalle truppe jugoslave di occupazione della città ai primi di maggio u. s.)
Che possiamo obiettare? Come fa il Ricciardelli ad affermare che “non c’era addebito specifico” e che tutto avvenne all’insaputa dello stesso ufficio politico della Questura (ove pare che militasse proprio il Ricciardelli e quell’ufficio fascista, deleterio e terrificante, era appunto ”politico”). Lui stesso aggiunge che per “più dettagliati particolari e per i precedenti” occorreva esaminare gli atti del Ministero. Quindi lui non ce l’ha. Noi ancora al ministero non abbiamo trovato nulla, ovviamente tra le carte riversate all’ACS. E furbacchione soggiunge che “gli atti dell’Ufficio Politico della Questura furono asportati o distrutti dalle truppe jugoslave di occupazione ,, ai primi di maggio u.s. Peccato! chissà quanti malefizi della politica ove dimorava il Ricciardelli avremmo trovato. E tutto ci fa pensare che fosse alquanto pressato da quelle “truppe jugoslave” per scrivere sotto ricatto quelle amenità da bassa cucina poliziesca di forte olezzo fascista.
Ma il fatto si riduce ad un denegato internamento di ebrei. Il ministero non avrebbe sicuramente avuto tanta indulgenza in epoca di forte persecuzione razziale se ilMessana nel rappresentare la faccenda non si fosse sapientemente, come sapeva fare, adoperato per propiziare il provvedimento assolutorio.
Ma giratela come volete, li Ricciardelli nulla prova di censurabile contro il Messana e tutto sa di meschineria diffamatoria, la classica ripicca del subordinato. Da qui a fare del Messana un Criminale di guerra dedito ai crimini contro l’umanità ce ne corre. Nessun tribunale straniero o italico osò tanto.
Procediamo nelle accuse del Ricciardelli.
“Risulta in modo indubbio che il Messana, quale componente la locale commissione provinciale per i provvedimenti di polizia, infierì in modo particolare contro i denunziati. Difatti egli, anche per colpe di lieve entità per quanto riguardava i denunziati per il confino chiedeva sempre il massimo della pena. Tale comportamento veniva aspramente criticato dagli altri componenti la commissione e finanche dal Prefetto fascista Tullio Tamburini, presidente della commissione stessa.[3]”
Il Messana era certo un duro, ma ciò costituisce colpa? Colpa grave? Vogliamo metterci allora ad osannare il Prefetto fascista Tullio Tamburini?
E per chiusura il denigratore subalterno, a forza di volere diffamare, finisce con testimoniare a favore proprio del Messana.
“Destituito Mussolini, nonostante avesse eletto domicilio a Trieste, se ne allontanò ben presto facendo perdere di fatto le sue tracce. Alla data del 2 novembre era ancora irreperibile e in tale veste fu dichiarato dimissionario d’ufficio”. [4]
Che un forsennato poliziotto s’induca a tale sortita che lo copre di ridicolo, si può tollerate ma che la Cernigoi vi si accodi è faccenda incomprensibile. Dunque, quanto sopra che vuol dire? Il Messana, dopo l’8 settembre, si guarda bene dall’aderire alla RSI, si rende irreperibile a Trieste, ci rimette anche lo stipendio, e certi suoi colleghi e subordinati quali il Ricciardelli si affrettano a dichiararlo “dimissionario di ufficio” incappando in un abuso in atti pubblici che a guerra finita doveva essere perseguito. Ed è certo che per Trieste il periodo repubblichino fu il più tragico: in quel biennio Messana non c’era alla questura di Trieste, Ricciardelli, invece, sì. E addirittura nel criminale ufficio fascista della “politica”. E’ l’accusatore che a questo punto è oggetto di censura non il Messana che se ne torna a Roma pur di non collaborare con fascisti repubblichini e tedeschi dalla doppia esse. Ammirevole!
Ecco perché tempo fa avevamo scritto:
Di tutta questa accozzaglia di dicerie, presunzioni, maldicenze, sospetti, anonime delazioni nessun fatto, lo affermiamo senza tema di smentita, fu mai provato, nessun misfatto fu mai addebitato all'Ispettore Generale di PS gr.uff. Ettore Messana. Tutto finito nel nulla dell'ARCHIVIATO. Non luogo a procedere. Chi rispolvera questo documento che per di più potrebbe risultare persino apocrifo si macchia a mio avviso di diffamazione calunniatrice. Certamente non fa storia.
14 novembre 2014
14/11/2014 15.11
Credevo che Li Causi fosse un avvocato ed invece no! Laureato in quella che oggi si direbbe laurea in economia e commercio ed a Palermo e in tempi di oscurantismo universitario nella Sicilia palermitana, molto leguleia e apicale nelle scienze mediche ma risibile in quella delle faccende economiche e finanziarie, egli faceva tutto sommato il politico giornalista, una schiatta che non mi è molto simpatica.
Se fosse stato avvocato, come Montalbano magari, sarebbe stato più accorto, meno populista in questa rutilante aggressione denigratrice del Messana. Siamo a metà luglio del 1947. Li Causi sa bene che il Messana proprio da Scelba era stato già giubilato. Eppure il Li Causi doveva essere un po' grato al commendator Messana che gli aveva salvaguardata la vita dalle ire del bandito Giulano. Ma i politici, si sa, e i politici giornalisti ancor di più dinanzi ad una sceneggiata magniloquente sotto le lampade dei cinegiornali, non resistono.
Dunque in estrema sintesi Li Causi dice tre cose: Messana stragista di Stato nel 1919 a Riesi; criminale di guerra a Lubiana e capo del banditismo politico siciliano in combutta con Giuliano nel biennio tra il 1945 e il 1947.
Le mie modeste ricerche su basi documentali e respirando polvere d'archivio mi portano a ritenee senza ombra di dubbio che:
A) A Riesi il giovane commissario nel 1919 non c'era o se c'era ebbe parte tanto marginale e subordinata da passare del tutto inosservato;
B) A Lubiana come questore vi stette appena un anno e fu subito esautorato dal cosiddetto ALTO COMMISSARIO PER LA PROVINCIA DI LUBIANA, il triestino Emilio Grazioli, quello che persino emanò leggi marziali che comminavano la pena di morte anche per inezie, nel Settembre del 1941, e tra il Grazioli e il Messana fu subito gelo anche per faccende razziali, essendo il questore persino del Sud. Inviso ai fascisti, non gradito alle SS, dopo un anno il Messana, colpevole di non essere colpevole, viene ibernato a Trieste ove anche il suo più feoce denigratore, il Ricciardelli, un poliziotto della Politica fascista, deve ammettere che il questore Messana fu "insignificante". E allora turre le bubbole che anche Blu Notte s'inventa? Lo dobbiamo a due superfetazioni denigratrici della Cernigoi che mal capendo, omettendo doverosi convalidamenti, fregandosene della documentazione esistente nell'Archivio Centrale dello Stato, finge di non accorgersi che si trattava in un caso di una sparata vendicatia dei titini vittoriosi che non ebbe seguito alcuno e nell'altro l'assurda demigrazione di un Ricciardelli che a Trieste, lui Irpino, credeva ormai di far parte di un'altra nazione in quel 1947 e sfoga il suo malinomo di subordinato complessato. Nessun fatto, solo sospetti e dispetti i suoi tanto che quello malevolo sfogo resta là a Trieste e manco arriva a Roma. Si trattava di mandare alla fucilazione un Ispettore Generale di PS per crimini di guerra contro l'umanità, non dei riferimenti per una promozioe al grado uperiore. E poi questo umile questurino della "politica" di Trieste che autorevolezza poteva mai avere per giudicare un suo superiore che nel 1943 non aveva voluto aderire alla RSI e si allontana dall'ufficio rimettendoci persino lo stipendio! Diversamente il suo censore, che a Trieste rimane e si fa persino deportare per pochi giorni a Dakao per una facecnda ebraica rimasta oscura;
C) Messana non potè essere CAPO DEL BANDITISMO POLITICO SICILIANO, data tutta la sua azione represiva delle bande armate svolta come ISPETTORE GENERALE DI PS nel biennio tra il 1945-1947. Per non farla qui lunga, dico che le carte della NARA relative alle infiltrazioni della OSS americana in quegli anni, ritrovate e studiade dallo storico di vaglia, il professore Giuseppe Casarrubea, portano in tutt'altro versante. Portano all'antenata della CIA. E Messana vi si scontrò come dimostrano relazioni ardite da me rivenute negli archivi statali dell'EUR. Io arrivo a conclusioni estreme. Il professore Casarrubea, ovviamente, è molto più cauto. Noto certi tentennamenti nel suo ultimo libro sulla Sicilia Segreta di Bompiani. ma non posso prmettermi processi alle intenzioni per
di più di un valentissimo
storico che ora riscuote la mia massima stima. Al principio di questa mia esogena avventura non l'avevo capito. Gli ho chiesto e gli chiedo pubbliche scuse.
Ed ecco la concione del pubblicista Li Causi che credo di avere efficacemente sgonfiata.
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C'è di più: in quei giorni, sia l'Ispettore di pubblica sicurezza, sia il Comando dei carabinieri, sia la Questura di Palermo rendono noto (anche attraverso circolare) che Giuliano sta preparando delle aggressioni contro le sedi e gli uomini dei partiti di sinistra. Si soggiunge poi a voce: "Badate che la nostra vita è in pericolo". Ci accorgiamo di trovarci di fronte a tutta un'azione, la quale vorrebbe localizzare l'esplosione e la responsabilità dei misfatti avvenuti in Sicilia, attorno a questo mito evanescente, a questo personaggio che si chiama Giuliano, per dire: "Tutto il resto non c'entra. Che c'entra la mafia? Tutti galantuomini! Che cosa c'entrano i partiti politici? È impensabile che ci possano essere degli uomini nei vari partiti politici che possano essere individuati come responsabili di sì orrendi misfatti". Si cerca di creare intorno a noi una psicosi di paura, aggiungendo che la polizia ci proteggerà, e che sarà fatta tutta un'azione in comune perché Giuliano sia preso. Ma, scusate, perché Giuliano finora non è stato preso?
In un rapporto del Comando dei carabinieri si dice, fra l'altro: "Giuliano ha preso contatto con l'aristocrazia e gli uomini politici, si è dato a dettar legge e a scrivere lettere minacciose, ecc.". Il rapporto continua: "È stato in questi ultimi tempi accertato - siamo alla fine del 1946 - che il bandito Giuliano, certamente a seguito dell'azione intensa svolta sulle montagne dalle squadriglie, si è trasferito con i suoi uomini a Palermo e nei comuni limitrofi, protetto da qualche elemento della mafia, appoggiato di certo da qualche famiglia molto in vista. Non si creda, pertanto, di poter catturare Giuliano con le armi in mano, anche per la vicinanza di quasi tutti gli altri banditi i quali, specie se giovani e arditi, ben provvisti di denaro -- Giuliano dai soli sequestri ha ricavato più di cento milioni -- sono stati notati alla spicciolata qui in Palermo".
Ebbene, queste cose sono state dette a quest'ultima operazione, con i duemila uomini, fra soldati e carabinieri, che sono stati mandati a Montelepre, conferma la giustezza del giudizio espresso dal generale dei carabinieri. Si vuol creare cioè tutta una coreografia allo scopo deliberato di stornare, come dicevo, l'attenzione del pubblico da quella che è la vera situazione e da quello che veramente ci vorrebbe per stroncare questa situazione, per recidere appunto i legami fra questo banditismo, fra una parte della mafia, e quelle famiglie in vista, quelle famiglie aristocratiche che fanno parte di quei partiti ben individuati nelle relazioni ufficiali.
Si ha, in altre parole, questa precisa situazione, che il banditismo politico in Sicilia è diretto proprio dall'ispettore Messana: e l'ispettore di pubblica sicurezza, il quale dovrebbe avere per compito quello di sconfiggere il banditismo -- il suo compito veramente sarebbe quello di socnfiggere il banditismo comune e non già quello politico -- l'Ispettore di pubblica sicurezza, dicevo, diventa invece addirittura il dirigente del banditismo politico.
Ma c'è di più: il Messana non avrebbe dovuto intervenire nella ricerca di esponenti politici indiziati e invece egli è andato sempre in cerca di questi elementi. Quando, nel settembre dello scorso anno, furono uccisi, a bombe a mano, alcuni contadini riuniti nella sede della cooperativa ad Alia per discutere sul problema della divisione delle terre, non si sa perché è intervenuto l'ispettorato di pubblica sicurezza, dopo che la Questura di Palermo aveva operato dei fermi di indiziati, e i fermati vengono rilasciati. Alla vigilia del 2 giugno avviene a Trabia un tipico delitto di mafia; la camionetta dove si suppone che siano i responsabili viene fermata a Misilmeri, alle porte di Palermo: ebbene, nonostante che su quella camionetta si trovassero armi, secondo una prima versione della polizia, i fermati vengono dopo un giorno rilasciati.
Questa impressione non è dunque cervellotica, ma ha un fondamento molto serio e l'onorevole ministro dell'interno lo sa perché sono stato io personalmente ad accompagnare da lui un altro collega che gli ha detto: "Ma come fai a fidarti di Messana, tu che dici di essere un repubblicano sincero? Messana, infatti, non solo ha svolto opera per il trionfo della monarchia prima del 2 giugno, ma ha continuato a complottare contro la Repubblica dopo il 2 giugno, designato come era Ministro degli interni di un restaurando Regno di Sicilia, se Umberto fosse sbarcato a Taormina o in non so quale altro punto della costa siciliana; e bada che io sono un testimone auricolare, uno che ha partecipato a queste trattative, respingendole".
Ma è possibile che il Ministro Scelba si possa fidare di un uomo di cui si presume che conosca anche il passato? Lasciamo stare che Messana è nell'elenco dei criminali di guerra di una nazione vicina; questo può far piacere ad una parte della Camera, la quale pensa: "Va bene, è un massacratore; però, di stranieri!", ma Scelba come può ignorare che Messana ha iniziato la sua carriera facendo massacrare dei contadini siciliani? Il 9 ottobre del 1919, infatti, cadevano a Riesi più di sessanta contadini, di cui tredici morti: trucidati a freddo, sulla piazza, dove si svolgeva un comizio. I vecchi di quest'Aula ricorderanno come in quell'occasione il Ministero Nitti ordinò un'inchiesta mandando sul posto il generale dei carabinieri Densa, mentre la Magistratura iniziò un'inchiesta giudiziaria soprattutto per accertare le cause della morte misteriosa di un tenente di fanteria, che si rifiutò di eseguire l'ordine di far fuoco del Messana, che ne disapprovò apertamente la condotta, e che il giorno dopo fu assassinato.
Questi i precedenti del commendator Messana, noti al ministro dell'Interno. Ci troviamo, come vedete, di fronte ad un uomo che per istinto è contro il popolo, e trova, nei legami con i nemici del popolo, il modo di esercitare la professione di massacratore di contadini. Oggi, sfacciatamente, questo non può farlo, per quanto nel clima creatosi in Sicilia è possibile -- in Sicilia, terra dei "Vespri" -- che i poliziotti di Scelba, ministro siciliano, aggrediscano un pacifico corteo di donne che dimostrano contro il carovita.
Oggi è possibile in Sicilia questo, perché agli interni c'è un ministro siciliano, così come nel 1894 a soffocare nel sangue il movimento dei fasci dei lavoratori fu un altro ministro siciliano, Francesco Crispi. Si è tentato, come nei primi decenni del secolo, di stroncare il movimento contadino, assassinando capilega e segretari di Camere del lavoro; a quest'azione di intimidazione il popolo siciliano risponde con la superba affermazione democratica del 20 aprile; allora l'agraria, la mafia ricorre al terrore di massa e si hanno Pian della Ginestra e le stragi del 22 giugno. Ma l'Ispettore Messana, che ha il compito di proteggere agrari e mafiosi, che è uomo che obbedisce a pressioni di parte, ordisce intrighi politici, suggerisce a Scelba la parola d'ordine che il Ministro fa subito sua: le stragi siciliane sono opera di banditi comuni, e Messana diviene il perno di una situazione infernale: Messana si allea ai banditi di strada. Il popolo siciliano, il popolo italiano tutto, hanno diritto di chiedersi come sia possibile il perdurare di un tale stato di cose.
All'annunzio dell'orrendo crimine di Pian della Ginestra, subito, d'impulso le più alte autorità preposte all'ordine pubblico in Sicilia hanno detto: "Questo è un tipico delitto di mafia; bisogna iniziare un'azione a fondo contro questi assassini"; ma è intervenuto il Ministro Scelba prima alla Costituente, poi in Sicilia; ma credete che sia andato laggiù per disporre l'azione di ricerca e pronta punizione dei veri responsabili? No; è andato solamente per salvare la mafia, per dire: "Niente; questo è banditismo comune; basta con gli arresti di mafiosi e mandanti indiziati". E degli ufficiali dei carabinieri sono venuti da me, piangendo, a dirmi: "Vedete, questi sono i telegrammi di contr'ordine che sospendono le operazioni di polizia che avevamo iniziato".
Ora, il diritto di sospettare che una collusione esista fra banditismo, certi partiti politici e, fino a prova contraria, governo è legittimo e allarma la popolazione siciliana, allarma e commuove giustamente tutto il Paese; è quindi assolutamente necessario uscire da questa situazione e oggi esistono condizioni favorevoli per farlo; c'è il movimento delle masse lavoratrici in Sicilia capace di aiutare questo processo di risanamento nel campo sociale; ci sono i partiti democratici che debbono costringere tutte le forze politiche della Sicilia ad assumere la propria responsabilità, a liberarsi dai legami con la mafia, con questa cancrena, con questo banditismo politico-sociale che continua a vivere di ricatti, di prepotenze, di estorsioni, di omicidi. Oggi esistono queste condizioni: sfruttiamole, poggiamo sul movimento delle masse, poggiamo sui partiti veramente democratici, e su questa azione inseriamo l'azione di polizia che sarebbe confortata da tutta quanta l'opinione pubblica.
5 dicembre 2014
05/12/2014 15.33
Lillo Taverna Sono ferocemente antifascista ma sono anche romano e so come vanno le cose nella Capitale. Sappiamo tutti come si atteggiano gli organi di polizia giudiziaria, dormienti spesso quando ci sarebbe da star svegli, frementi quando il potente cade. E se Alemanno verrà assolto (io penso prosciolto persino in istruttoria) chi lo ripagherà di tutto questo mare di merda che lo sta sommergendo? La Costituzione non dice che ognuno di noi è da presumere innocente sino a sentenza passata in giudicato? Bah! Resto sempre vetero comunista tutt'altro che pentito, convinto che la verità è sempre rivoluzionaria (mi pare lo dicesse il compagno Pajetta).
Questo mio piccolo ironico post lo ho oggi lanciato in una sorta di fossa dei serpenti, serpenti velenosissimi di stampo rosso antico, di gente insomma arrabbiatissima che vuole (come me) la resurrezione del vecchio grintoso cattivo battagliero PCI- E’ passato indenne, anzi con qualche applauso. Che il mondo stia davvero cambiando?
La voglia di apparire morali è sempre dirompente negli uomini di poca morale. Sono quindi moralisti. Protervi e insolenti. Han sempre voglia di trovare un reo di comodo da giustiziare. Insomma il Cristo su cui far ricadere le loro miserie, i loro latrocini le loro persino evasioni fiscali. Il cattivo è sempre l'altro: il potente, di questi tempi dicono il politico, l'uomo dal colletto bianco, l'arricchito, il nemico, l'antipatico.
Io vorrei dire a certi miei amici di Malgrado Tutto, se ad una vostra pronipote dovesse capitare quello che sta colpendo una pronipote di Ettore Messana cosa direste? Contestano alla signora pronipote di Ettore Messana di essere una reproba perché il suo bisnonno per i pennivendoli politici di oggidì era stato uno stragista di stato a Riesi, addirittura un criminale di guerra a Lubiana, il capo del banditismo palermitano (prima ‘politico’ secondo una marpionesca battuta di Li Causi, poi - persino per i grafomani di Malgrado Tutto - tout court “Capo del Banditismo” siciliano dei tempi di Giuliano di Montelepre
E’ da un anno che rinvengo documenti, notizie, collegamenti storici e cronachistici che ridicolizzano tutti e tre siffatti calunniosi addebiti. Niente da fare. Ci si mette ora Malgrado Tutto. Contrabbanda per oro colato un malaccorto rapporto di un ispettore che cercò di scaricare sull’ultima ruota del carro, un insicuro vicecommissario giovane e forse addetto al commissariato della lontana Mussomeli, responsabilità (se tali poi erano) della Benemerita Arma dei carabinieri dello Stato Maggiore dell’esercito e persino del Prefetto di Caltanissetta, volendo noi escludere quelle del politico del luogo, l’on. Pasqualino Vassallo.
Figurati quando scopriranno che anche un generale dei carabinieri scese a Rieti! A loro non importa che anche quello scarica barile finì in modo miserevole. Che nulla ebbe poi a venire addebitato al Messana che poté senza raccomandazioni e senza appoggi politici (di grazia non parliamo di mafia e di fascismo) assurgere ad altissimi gradi ed a gloria nazionale. Delenda Cartago: il giudice ora è Malgrado Tutto.
Mi si dice: ma guarda che un assistente universitario, avendo tempo da perdere, si è recato a Roma e ha trovato il fascicolo personale di Messana. Frottola: il fascicolo personale di Messana è ancora top secret al Viminale. Quell’assistentucolo si partì da Palermo per Roma ove non poté starci molto perché Roma è la città più cara d’Italia. Io invece a Roma ci sto e il primo piano dell’Eur ove si studia l’archivio centrale di stato è come casa mia: basta che prenda il 31 e vi arrivo in meno di venti minuti.
Se non fosse comico sarebbe tragico che a fare gli accusatori d’inflessibile morale è gente, racalmutese purtroppo, i cui fascicoli personali dimorano in certi Giochi di Potere. Vorrò vedere i loro pronipoti quando si vedranno infilzati perché qualcuno ha trovato una lettera anonima o un eccesso di zelo di qualche maresciallone dell’antimafia che ne dice peste e corna. Ma furono assolti, non vi fu luogo a procedere. Per i pennivendoli del futuro sarà la stessa pacchia dei pennivendoli del presente: dagli all’untore, dagli al mostro. Ma quella chi è? È la pronopite di colui che se ne andava a mangiare a Racalmuto il verro volpino a Gargilata. Divorzio assicurato, carriera stroncata.
Ma già anche a Racalmuto, anche in Malgradotutto si pensa che il reprobo, l’immorale stragista di stato, il criminale di guerra, il capomafia immondo non può che essere l’altro, l’antipatico, il politico di parte avversa, quello che diventò sindaco, assessore, commissario di pubblica sicurezza persino commendatore (solo 500 in Italia) di san Maurizio e san Lazzaro, che è poi ancora una commenda di riferimento di Casa Savoia.
La Cernigoi spara. Il Messana (sostanzialmente in quel tempo esautorato questore nella strana provincia di Lubiana), dopo avere trucidato chissà quanti partigiani titini, per premio nel 1942 fu insignito della commenda di Casa Savoia (che all’epoca manco esisteva). Una panzana così grossa dovrebbe passare sotto silenzio non tanto per rispetto della signorina titina quanto per decenza ed amor patrio; invece Malgrado Tutto pur di impedirmi di chiedere la titolazione di una strada ad Ettore Messana me la propina con grosso risalto tipografico a maggior mio scorno.
Sia chiaro io me ne fotto e in fondo me la rido: mi stanno facendo tanta pubblicità e quindi ringrazio. Ma mi fa senso che si presti ad una sì indegna diffamazione quel giornaletto che si vanta di essere sempre quello del moralista Sciascia, che invero in tutta la sua vita amò solo la ricerca della verità, soprattutto controcorrente.
6 dicembre 2014
06/12/2014 5.52
Su MALGRADO TUTTO scrivono che Lei vorrebbe infilzarmi perché vorrei una strada a Racalmuto intestata al grande Ispettore Generale di PS Ettore Messana. Preciso che invero non ho mai avanzato richieste formali in tal senso anche perché la signora Giovanna Messana, temendo fondatamente sciacallaggi tipo quello utimo del sullodato Malgrado Tutto, non gradirebbe. Mi risulta sgradevole che possa essere oggetto di processo all'intenzione. Del resto appare sempre più certa l'assoluta assenza di responsabilità del Messana nei tragici fatti del '19 a Riesi. da riconsiderare storicamente nella sua totalità e nelle tante interconnessioni bipartizan.
06/12/2014 6.01
Su MALGRADO TUTTO scrivono che Lei vorrebbe infilzarmi perché vorrei una strada a Racalmuto intestata al grande Ispettore Generale di PS Ettore Messana. Preciso che invero non ho mai avanzato richieste formali in tal senso anche perché la signora Giovanna Messana, temendo fondatamente sciacallaggi tipo quello utimo del sullodato Malgrado Tutto, non gradirebbe. Mi risulta sgradevole che possa essere oggetto di processo all'intenzione. Del resto appare sempre più certa l'assoluta assenza di responsabilità del Messana nei tragici fatti del '19 a Riesi. da riconsiderare storicamente nella sua totalità e nelle tante interconnessioni bipartizan.
Caalogero Taverna su Si può dedicare una strada a quest’uomo? Le carte sul ruolo del questore Messana nella strage di Riesi •Giuseppe Casarrubea su Si può dedicare una strada a quest’uomo? Le carte sul ruolo del questore Messana nella strage di RiesiMalgrado Tutto Web
6 dicembre 2014
06/12/2014 12.11
Caro Taverna. Io non ho mai voluto incastrare nessuno. Mi hanno chiesto - ora non ricordo chi - dei documenti alcune persone che sanno che ho un archivio e ne ho inviato solo un paio, non di più. Lungi da me considerare tale gesto come un'azione contro di lei che fa, molto dignitosamente, il suo lavoro. Le auguro un buon Natale e buone festività.
06/12/2014 13.12
La ringrazio, professore. Non ne dubitavo affatto. Ricambio con infinita stima ogni voto augurale per le prossime feste natalizie.
8 dicembre 2014
08/12/2014 22.46
08/12/2014 22.47
08/12/2014 22.47
Pubblico questa densa lettera del Messana. Messana uomo delle bande siciliane? non mi pare; Messana amico degli americani? non mi pare. Messana uomo degLi agrari? Non mi pare. Messana "capo del banditismo politico siciliano"? mi dispiace per Li Causi: o ha le traveggole o imbroglia. E gli storici d'oggidì? Non mi pare che abbiano confidenza con questa documentazione. Forse Malgrado Tutto saprà tirare il coniglio dal cappello del suo preconcetto denigrare il grande compaesano.
10 dicembre 2014
10/12/2014 11.07
10/12/2014 11.07
Il professore Giuseppe Casarrubea , uomo di Partinico e già questo dice tanto - come dire con DNA erinno che è poi sangue né siculo né sicano - è uomo di seria cultura, accigliato ma né arrendevole né inflessibile. Ama la verità storica, quellta che si riesce a distillare da documenti e carte d'archivio, da ricerche e contestualizzazioni, da bloccarsi appena emergono aporie, incertezze, dubbi, la verità contrapposta a quella che persegui.
Ora dirige, persgue a Partonico l'Archivio Casarrubea (wwwcasarrubea.wordpresscom). E' un archivio più denso di quello ell'ACS. L'ho potuto sperimentare quando in Malgrado Tutto non so chi vi poté acquisire qualche foglio che svelava a dire di un ispettore generale di PS che il Meissana nel 1919 si era dipartito da Mussomeli con una mitraglia male interpretando i desiderata dei suoi superiori. Ne sono rimasto perplesso. Ne ho scritto al Casarrubea che senza adesione alle mie tesi credo che abbia corretto il tiro e Malgrado Tutto sia rimasto sguarnito di quanto pesava fosse demolitore di certe mie ricognizioni in difesa del Messana.
Vi fu un tempo in cui non sapendo chi fosse il Casarrubea - non sono uomo di studi storici - osai essere sgradevole. Gli ho chiesto scusa; credo che abbia capito e tollerato.
Riporto sù un suo blog molto duro verso il mio compaesano l'ispettore generale di PS Ettore Messana. A me pare che il professore fa male ad appoggiarsi ad una triestina, la Cernigoi che storica non è ma semplice maniaca di scoop storici. Incappa in topiche colossali. La vicenda di Messana a Lubiana va tutta riscritta. Cercheremo di dare qualche spunto noi che però storci non siamo. Sul ruolo di Messana a Portella della Ginesrra o nei rapporti con Giuliano credo che le mie carte ci portino in territori non molto investigati sino ad adesso.
Limitiamoci qui all'accusa del Licausi avverso Messana tendente a farne dell'allora manco commissario giovane Messana un feroce stragista di Stato. Abbiamo fatto ricerche, abbiamo indagato con le tecniche ispettive della Vigilanza sulle Aziende di Credito della Banca d'Italia. Noi arriviamo a conclusioni opposte. Ma qui il Casarrubea ci pare guardingo, cauto, pensoso. Non si fida di Commissari e generali che hanno tesi di comodo, interessi castali da difendere anziché ragguagli su verità che poi dovrebbero venire acclarate in sede processuale. Qui il Casarrubea si limita a scrivere - diversamente dal suo solito - che il Messana "nel 1919 lo troviamo impelagato nella strage di Riesi. Tiene 'a battesimo', a modo suo, le lotte contadine. Venti morti!". Un modo diciamo - ci perdoni il professore - di dire tutto e dire niente.
Quello che il Messana farà (ma noi sappiamo che non è così) Messana appunto lo fa (o l'avrebbe fatto) dopo.
Noi non abbiamo tesi preconcette. Se ci dimostreranno che sbagliamo ne prenderemo ben volentieri atto. Ma con prove alla mano.
10 dicembre 2014
10/12/2014 17.08
Caro Lillo, il sole non si può nascondere con il colabrodo. E, purtroppo, il colabrodo di moltisimi storici e ricercatori ha i buchi in gran parte otturati.Bisogna avere pazienza e umiltà, perchè con un pò di fatica si facciano passi avanti. Sono convinto che anche per Lei, questa non è una storia di campanile, ma un pezzo di verità che ne illumina altre. Buone vacanze natalizie.
10/12/2014 17.10
Grazie professore!
10/12/2014 17.17
Io me ne frego del campanile. Ma mi fa piacere che un poveraccio figlio di una sbrindellata famiglia sia potuto arrivare al top della Polizia di Stato.Ma cerca, dibatti e controbatti, comincio a convincermi che il Messana era un mediocre che fu sfruttato, ma sempre impari al compito, veniva destituito, facendosi credere che era un malefico.
10/12/2014 17.22
Cosa fece o non fece il Messana a Riesi si potrà sapere solo quando (e se) il Viminale farà il versamento del suo fascicolo personale. (l'ultimo versamento del proprio personale risale al 1973e Messana non c'era). Ho cercato a Caltanissetta e non ho trovato (o non mi hanno fatto trovare) NULLA:
10/12/2014 19.54
Indizio significativo!
10/12/2014 20.20
veramente NON è APPARSO INDIZIO DI Alcunché. NEL 1919 A CALATANISSETA NON C'ERA ANCORA LA
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