Lillo Taverna Santina Merulla gentilissima Santina ti prego di non farti strumentalizzare nel tuo diario. Io sono come sono e non cambierò di certo per farti piacere. Ti immagini tu! Di' a quella signora che manco conosco che certi toni con me non sono ammessi, manco se trattasi del presidente della Repubblica. Posso ben capire che tu ignori. A me le parolacce servono per ridestare dal compiacente sonno l'ufficio tecnico di racalmuto, fare alzare il culo sovrabbondante a quella pletora di sedicenti vigili racalmutesi LSU o ASU, fare smettere di suonare la fisarmomica al sedicente plurilaureato che lascia il castelluccio stabile del cessato catasto agricolo per non fare pagare fior di milioni di tasse locali arretrate, pizzicare il sedere ai 'nenti sacciu e nenti vuogliu' sapiri', i carabinieri, cioè, in affitto dal prof. Lauricella, svegliare i signori agrigentini BBCCLL (o come diavolo si chiamano) e finalmente far capire alla procura argrigentina che non c'è solo la falsa 'mafia' da dare in pasto all'antimafia. Ti hanno fatto vedere la FONTANA DEL VOZZARO (CHE SO ERA ARABA) Lì VICINO? nO? e come mai? E quel castello chiaramontano trecentesco come te l'hanno propinato? Adiirittura fridericiano? Ti so in buona fede, ma scusami in questo letame ci sei andata in gita. E non mi permetti di strapparmi le vesti? Ti basta togliermi l'amicizia. Non ne soffrirò per niente. Calogero Taverna
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