Briseide
Briseide | |
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Briseide e Fenice, opera del Pittore di Brygos. Tondo di una coppa attica a figure rosse, 490 a.C. circa, da Vulci, Parigi, Louvre. | |
Saga | Ciclo Troiano |
Nome orig. | Βρισηίς |
Sesso | Femmina |
Professione | Sacerdotessa di Apollo |
Briseide (greco: Βρισηίς; latino: Briseis) è il patronimico usato da Omero nell'Iliade per Ippodamia, nativa di Lirnesso, figlia di Briseo, sacerdotessa troiana di Apollo.
(LA)
« Tot noctibus absum
nec repetor. Cessas iraque lenta tua est. » | (IT)
« Sono lontana da tante notti
e tu non mi reclami; indugi e la tua ira è lenta. » |
(Commento di Briseide ad Achille. Ovidio, Heroides, III, versi 21-22.) |
Indice
[nascondi]Il mito[modifica | modifica wikitesto]
Briseide fu una principessa di Lirnesso, figlia di Briseo, un sacerdote di Apollo. Sposò Minete, re di Cilicia e fratello di Epistrofo.
Durante la guerra di Troia, Achille la catturò e la prese come schiava e amante, dopo averle ucciso il marito (Minete), re di Cilicia.
A sua volta Agamennone catturò Criseide, figlia di Crise, un sacerdote di Apollo, ma quando il dio scatenò una pestilenza sul campo degli Achei i capi greci lo costrinsero a rendere Criseide.
Agamennone accettò, ma volle in cambio Briseide.
Agamennone accettò, ma volle in cambio Briseide.
Lo scambio provocò l'ira furibonda (l'ira funesta) di Achille, che abbandonò gli scontri. Agamennone tentò di restituire la schiava, insieme a del denaro, ma Achille non volle sentire ragioni.
Briseide diede a Agamennone un figlio, che fu chiamato Aleso.
In letteratura[modifica | modifica wikitesto]
- La disputa tra Achille e Agamennone per Briseide è narrata nell'Iliade di Omero
- Nelle Eroidi di Ovidio, Briseide scrive una lettera a Achille
Nell'arte[modifica | modifica wikitesto]
- Pittore di Achille (anche detto "Pittore di Briseide"), Anfora attica a figure rosse con Scene del ratto di Briseide, ceramica dipinta, 450 a.C. circa
- Tiepolo, Briseide condotta a forza da Agamennone, affresco, 1757
- Felice Giani, Patroclo consegna Briseide agli araldi di Agamennone, affresco, inizio del XIX secolo
- Antonio Canova, Briseide consegnata da Achille agli araldi di Agamennone, gesso, inizio del XIX secolo
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
Fonti[modifica | modifica wikitesto]
- Omero, Iliade
- Pseudo-Apollodoro, Biblioteca
- Igino, Fabulae
- Publio Ovidio Nasone, Eroidi
- Quinto Smirneo, Posthomerica
- Ditti Cretese
- Darete Frigio
Traduzione delle fonti[modifica | modifica wikitesto]
- Rosa Calzecchi Onesti, Omero. Iliade, seconda edizione, Torino, Einaudi, 1990, ISBN 978-88-06-17694-5. Traduzione di Rosa Calzecchi Onesti.
- Vincenzo Monti, Iliade di Omero, nona edizione, Aroldo Mondadori, 2007, ISBN 978-88-04-53902-5. Traduzione di Manara Valgimigli e Carlo Muscetta
- Apollodoro, Biblioteca, Milano, Mondadori, 1998, ISBN 88-04-55637-4. Traduzione di Marina Cavalli
- Igino, Miti, Milano, Adelphi Edizioni, 2000, ISBN 88-459-1575-1. Traduzione di Giulio Guidorizzi
- Emanuela Salvadori, Ovidio, Heroidi, Milano, Garzanti, 2006, ISBN 88-11-36740-9.
Moderna[modifica | modifica wikitesto]
- Robert Graves, I miti greci, Milano, Longanesi, ISBN 88-304-0923-5.
- Pierre Grimal, Dizionario di mitologia, Parigi, Garzanti, 2005, ISBN 88-11-50482-1. Traduzione di Pier Antonio Borgheggiani.
- Anna Ferrari, Dizionario di mitologia, Litopres, UTET, 2006, ISBN 88-02-07481-X.
- Angela Cerinotti, Miti dell'antica Grecia e di Roma Antica, Verona, Demetra, 1998, ISBN 978-88-440-0721-8.
- Gaetana Miglioli, Romanzo della mitologia dalla A alla Z, Firenze, G. D'Anna, 2007, ISBN 88-8104-731-4.
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
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