...per mestiere spiego bene agli altri quello che per me non
comprendo.
venerdì 11 gennaio 2013
Quando l’avvenente signora agrigentina sciorinava quel suo
immenso sapere in materia di tributi monnezzari e l’amico speaker pendeva dalle sue labbra, mi rammentai di una
mia non esemplare avventura. Oltre vent’anni fa mi donavano un contratto
dirigenziale i cui termini appaiono in allegato. Senza aver fatto neppure un
giorno di vita direttiva bancaria avevo già il tasca un’anzianità di 15 anni. A
questa cuccagna rinunziai subito come da accluse fotocopie, non tanto per bontà
d’animo o per sensi di giustizia o per paura dell’ allora vigente 2630 secondo
comma sub 1) del codice civile o per altro ma solo perché non mi sono mai
sentito uomo da marciapiede e la mia libertà vale tantissimo più di tante false
anzianità. Me lo sono potuto permettere perché non ho figli e i figli dei miei
fratelli non hanno mai avuto bisogno di me e sono per di più alquanto
schifiltosi.
Certo quel tapino anonimo che una volta si mise a ragliare
come l’asino cervantesiano di Sciascia non mi crederà. Guardi i documenti e
dovrà pure convincersi.
Ma quei contratti ebbero poi sofisticatissimi miglioramenti
tanto da poter leggere di milionarie liquidazioni di cosiddette indennità di
anzianità, dichiarate per giunta come proventi assoggettati a tassazione
separata e chi conosce i congegni fiscali sa quali vantaggi si conseguono.
Perché dico questo? Perché fino a quando taglieggiata è una
multinazionale assicurativa, dico: e chi se ne frega. Ora però che l’avvenente
signora corra a mettersi in pensione invocando siffatti marchingegni
locupletanti dico: e no! Stavolta mi buggeri con rastrellamenti insensi di
TARSU arretratissima (e indebita) in quel di Racalmuto che mai è stato il paese
della ragione come scrisse Sciascia e come qualcuno rammenda al viandante che
scende dalla stazione, ma paese di “babbi” proprio non è.
Prima di parlare di evasione sì, evasione no, dobbiamo
chiarire una faccenda. Sono pronto a procurare al Comune di Racalmuto un
SERVIZIO inappuntabile di raccolta di tutte le specie di rifiuti per non oltre
200-250 mila euro l’anno, tasse incluse
ed assicurazioni dei lavoratori impeccabili. Quando i nostri amministratori
hanno barattato il servizio affidandolo a società per azioni di cui conseguire
la partecipazione societaria quale
dispersione patrimoniale hanno compiuto a danno degli amministrati (e no) che
dalla sera alla mattina dovettero sobbarcarsi a costi per oltre dieci volte. E
tra i costi oltre al lauto rimborso spese del portatore del voto
societario ribollono quelli dei compensi
milionari a dirigenti ed appaltanti della libera novella società per azioni.
Non c’è materia per una indagine penale?
Sotto la documentazione in fotocopia .
[le fotocopie si trovano sotto la data del 21 gennaio el 2013]
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