Nel 2001 stampavo questo quadernetto. Si intitolava QR come dire QUADERNI RACALMUTESI o come qualcuno poteva insinuare "quadrupedi Racalmuto". Quelle due lettere infatti le facevano friggere sulla cute dei muli a Racalmuto durante la guerra e dintorni come nei film western americani. Lo sfoglio adesso e ne trovo di chicche. Racalmuto doveva strabiliare. Tante sue glorie illustravo a "futura memoria. Niente ovviamente, si sa nemo propheta in patria. Ma io non sono più residente racalmutese. La chiesta residenza mi è stata negata due volte per "accertamenti negativi", apoditticamente insolentemente. Non fa niente; non fa niente, vuol dire che passata questa infamia del venire infondatamente considerati degli infiltrati mafiosi indegni di democrazia, mi daranno la cittadinanza onoraria come hanno fatto a cuor leggero con Gullota, Casuccio, Morgante, Nalbone, e non so chi altro, quanto meritevoli nel dar onore a Racalmuto Dio solo sa.
Noto nel Quaderno una bella efficace colta sintesi di un allora appena liceale GIUSEPPE TAVERNA, un mio nipote ovviamente. Oggi fa il dirigente ministeriale a Roma. So che lo farà per poco. E' un grande figlio di Racalmuto; trabocca di sale anche se quanto a zolfo è davvero un non violento. Non è un infiltrato mafioso. Scrisse allora una sapida sintetica ma illuminante sintesi sulla vicenda architettonica e storica della nostra Matrice. Il fascicoletto molto documentato l'ha depositato alla Biblioteca Comunale. Ci sta ancora o qualcuno l'ha trafugato per vestirsi lui delle penne del pavone (storico, matriciano)?
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