A SCUOLA DI BOTANICA DALLA PROFESSORESSA MARIA PIA CALAPA' DI MILAZZO
Insomma tu dici che si tratta di un banale comune gladiolo violaceo
e credo che abbia ragione, ma mi crolla la sensazionalità della mia scoperta.
Solo che la verità innanzitutto. Facci una bella relazione che possa pubblicare
in CONTRA OMNIA
Mi dispiace però non è detto che non ci sia qualche incrocio
con cephalantera rubra.
Conoscere a fondo i fiori spontanei è cosa difficile per un
profano. Bisognerebbe mettere fiori simili a confronto, vedere le minute
differenze, tra le varie specie, facilmente confondibili l'una con l'altra.
E' un lavoro d'equipe e di studiosi.
La tua comunque è stata una bella scoperta.
A confronto ,un fiore della Sicilia con un fiore spontaneo a
Fiamignano. La tua pagina è bellissima. Riveli una grandissima sensibilità; che
importa se non è orchidea selvatica
Domenica 22:16
Bravissima professoressa, alla fine hai ragione tu; non può
che trattarsi che di gladioli. Il mio amico dottore cita due tipi di gladioli a
Racalmuto quello dei campi (Gladiolus italicus) e quello comune (gladiolus
communis) ma non ne fornisce (almeno nel testo che posseggo) le foto. Passa
quindi alle tante specie di orchidee e Racalmuto e di queste fornisce solo la
foto del Cephalanthera longifolia, come puoi vedere nelle digitalizzazioni che
riporto. In effetti il fiore che ho notato io è molto fragile e con steli con
rada fioritura. Strano comunque che quel tipo di fiore che prospera a primavera
a Racalmuto (a Bovo ad esempio) poi si trova a Poggiopoponesco e a Santa Lucia
di Fiamignano. Ma qui sono molto radi. Stentano ad attecchire cioè. Torno a
battere dove il dente duole. Tutta questa questione perché non la organizzi in
tanti post che potrei pubblicare nel mio Blog contra?
La causa dell'estinzione di alcuni esemplari è dovuta ai
diserbanti.Questo esemplare è stato trovato anche in Toscana.(a
Campopetroso).Qui il gladiolo spontaneo è stato dichiarato specie super
protetta.(da non raccogliere assolutamente.)Se cresce nel tuo podere, puoi
ritenerti fortunato.
""Gladiolo dei campi Specie distribuita ovunque
nella Regione mediterranea, Gladiolus italicus è comunemente detto Gladiolo dei
campi. In Italia si può trovare principalmente al Centro e al Sud. Cresce nei
campi coltivati, oliveti e terreni erbosi, pendii rocciosi, fino a 700 m, dove
fiorisce da aprile a maggio. Una volta molto comune, oggi è sempre più raro
trovarlo in grandi quantità poiché le lavorazioni profonde del terreno e
l'utilizzo di diserbanti ne limitano la diffusione. Questo è un estratto della
voce Gladiolo dei campi proveniente dall'enciclopedia libera Wikipedia.
All'interno di Wikipedia è disponibile un elenco degli autori."
Il merito è tuo per quello che pubblichi. Voglio passare
leggermente inosservata. A me fa molto piacere collaborare ma fa parte della
mia natura la riservatezza.
non voglio meriti che non ho; io di flora non me ne intendo
per nulla e poi sono persino daltonici non conosco i colori. comunque quello
che hai pubblicato in FB lo riporterò in CONTRA sia pure all'interno di una
serie di post che mi accingo a scrivere che premono spunto dalla flora per
parlare di altro, al mio solito. Vorrà dire che ci metterò la foto di FB:
quella è pubblica! anche se a me non piace.
Non si tratta di meriti. Anch'io condivido cose non mie
soltanto perché le reputo interessanti.
Buona mattinata...devo correre...ciao.
Lunedì 16:17
ORCHIDEA GENTILE oppure GLADIOLO ITALICUS TRUCE FIORE SIMILE
AD UN PLININIANO GLADIUM D’EPOCA ROMANA? In un paio di migliaia di metri quadri
– in contrada Bovo di Racalmuto, tra Piedi di Zichi e Villa Nalbone, al Serrone
insomma a meno di 500 metri d’altezza - avevo impiantato una quarantina di anni
fa una minuscola vigna. Oggi estirpata per vecchiaia. Una ventina di anni fa
attorno a quasi tutte le piante mi spuntò un vezzoso fiore. Eccolo. Non mi
intendo di flora e manco ne sono appassionato. Oltretutto son daltonico e non
colgo la malia dei colori. Chiedo così per curiosità agli incolti onniscienti di
campagna del mio paese che cosa era. - ORCHIDEA
- mi si risponde. Toh! Mi dico, a Racalmuto
l’aristocratico fiore della terra d’Olanda? Sono sempre rimasto scettico. Ma sono
andato a consultare l’aureo libretto GUIDA ALLA NATURA DELLA PROVINCIA DI
AGRIGENTO di Giovanni Salvo, un estroso medico dentista del mio paese che sta
dilapidando vita e denari come agente gratuito del WWF, LInneus racalmutensis per me! Alle pagg. 20 e 21, là dove il Linneo
Racalmutese tratta della flora dei Monti Sicani credo di averne la conferma. Si
tratterà – mi dico – di una di quella ventina di specie di orchidee che sarebbero
presenti nelle terre dei preistorici Sicani, quindi anche Racalmuto. Da
escludere la CEPHALANTERA LONGIFOLIA, quella “tipica orchidea dei boschi
dilatifoglie”, l’unca orchidea che il Salvo lì degna di una foto, lui che
fotografa anche l’incolore piuma di un cardellino in transito.
L’altro giorno faccio una capatina a Poggiopoponesco, nel Lazio,
ma a Valle del Salto e con mia meraviglia scopro un fiore gracile e solitario
che è copia conforme di quelli che spuntavano nella mia vigna sicana. Purtroppo
quel fiore non lo fotografai. Mi venne rimproverata quella omissione. Potei
ovviarvi fotografando un eguale fiore che la fortuna mi fece trovare a Corso
sotto Santa Lucia di Fiamlgnano sempre nella Valle del Salto ma ad 850 metri
d’altezza. Ed eccovi quella foto:
“Bravissimo. Questi fiori li ho visti anche dalle nostre
parti”-
Domenica 11:20 Mi becco tanto gradito applayso da una che di
fiori se ne intende e se ne intende davvero tanto, con tanta competenza.
Anche un’altra mia amica virtuale, la professore Strano
di Catania – altrettanto competente - mi elogia.
ORCHIDEA GENTILE oppure GLADIOLO ITALICUS TRUCE FIORE SIMILE
AD UN PLININIANO GLADIUM D’EPOCA ROMANA? I
n un paio di migliaia di metri quadri – in contrada Bovo di
Racalmuto, tra Piedi di Zichi e Villa Nalbone, al Serrone insomma a meno di 500
metri d’altezza - avevo impiantato una quarantina di anni fa una minuscola
vigna. Oggi estirpata per vecchiaia. Una ventina di anni fa attorno a quasi
tutte le piante mi spunta un vezzoso fiore. Eccolo. Non mi intendo di flora e manco
ne sono appassionato. Oltretutto son daltonico e non colgo la malìa dei colori.
Chedo così per curiosità agli incolti onniscienti campagnoli del mio paese che
cosa era. ORCHIDEA mi si risponde. Toh! Mi dico, a Racalmuto l’artistocratitico
fiore della terra d’Olanda? Sono sempre rimasto scettico. Ma sono andato a
consultare l’aureo libretto GUIDA ALLA NATURA DELLA PROVINCIA DI AGRIGENTO di
Giovanni Salvo, un estroso medico dentista del mio paese che sta dilapidando
vita e denari come agente gratuito del WWF, LInneus racalmutensis per me! Alle
pagg. 20 e 21, là dove il Linneo Racalmutese tratta della flora dei Monti
Sicani credo di averne la conferma. Si tratterà – mi dico – di una di quella
ventina di specie di orchidee che sareberro presenti nelle terre dei
preistorici Sicani, quindi anche Racalmuto. Da escludere la CEPHALANTHERA
LONGIFOLIA, quella “tipica orchidea dei boschi di latifoglie”, l’unca orchidea
che il Salvo degna di una foto, lui che fotografa anche l’incolore piuma
svolazzante di un cardellino in transito. L’altro giorno faccio una capatina a
Poggiopopoesco, nel Lazio, ma a Valle del Salto e con mia meraviglia scopro un
fiore gracile e solitario che è copia conforme di quelli che spuntavano nella
mia vigna sicana. Purtroppo quel fiore non lo fotografai. Mi venne rimproverata
quella omissione. Potei ovviarvi fotografando un eguale fiore che la fortuna mi
fece trovare a Corso sotto Santa Lucia di Fiamignano, sempre nella Valle del
Salto ma ad 850 metri d’altezza Ed eccovi quella foto: Do fiato alle trombe e
grido: ORCHIDEE ANCHE A POGGIOPOPONESCO A QUASI 1.200 METRI D’ALTEZZA!! Mi
becco subito gli elogi di un paio di mie “amiche virtuali” vere autorità nel
settore. Mi beo, ma la mia felicità non dura neppure lo spazio di una tarda
sera. MI si dice: - Ma sei proprio sicuro? L’austera e grintosa professoressa
Maria Pia da Milazzo non tarda a fracassarmi: ma che orchidea ed orchidea ? di
banalissimo gladiolo si tratta! Torno al mio adorato dottor Salvo- In effetti a
pag. 20 scrive – ma non fotografa – “Numerosi fiori spontanei colorano [i Monti
Sicani] ….Il Gladiolo del campo (Gladiolus Italicus), il Gladiolo maggiore
(Gladiolus communis) …” E l’austera prof. Calapà mi rimprovera che invero di
una di queste specie si tratta:siamo dunque nel banale fior di Gladiolo (manco
di giaggiolo si può parlare per cantare magari con Claaudio Villa uno di quei
celebri e piacevoli stornerlli: Fior di giaggiolo … ). Ma pulendo, censurando e
limando vi riporto la drammatitca rissa floreale tra me e la prof. Calapà di
Milazzo. °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° Che cosa hai fatto oggi? Sto facendo una
ricerca sui fiori spontanei. L'orchidea di che colore era. Mi sai descrivere il
fusto e le foglie? Ciao Anzi è meglio che fai una foto, quando puoi. Potrai
arricchire il tuo blog.. Bravissimo. Questi fiori li ho visti anche dalle
nostre parti. Domenica 11:20 La valeriana rossa (Centranhus ruber) vive in
anfratti e fessure della roccia nelle regioni mediterranee grazie al suo
apparato radicale che le consente di cercare l’acqua in profondità, ciò la
rende adatta a vivere anche in città in crepe dell’asfalto o fessure dei muri
Per alcuni è:Gladiolo. Gladiolo Perfino i colori che tanto ammiriamo non sono
gli stessi che vedono gli insetti che sono sensibili a lunghezze d’onda diverse
dalle nostre: molti infatti vedono l’ultravioletto che noi invece non vediamo,
altri vedono in bianco e nero! Le api ad esempio non percepiscono il rosso, ma
solo l’ultravioletto, il violetto ed il verde. Serapias lingua:orchidea con
tubercoli ovoidali. Oppure: Etimologia: dal latino “buffone” (per i colori
vivaci da pagliaccio) o dallo spagnolo “elmo” (per la forma a cappuccio del
perianzio). Distribuzione: ampio areale europeo-caucasico-mediterraneo.
Presente in tutte le regioni italiane, escluso la Sardegna (dove è vicariata da
A.longicornu). Habitat: in ambienti svariati purché luminosi, spec. prati magri
(aridi o umidi), cespuglieti, radure, margini di strade e sentieri. Dal mare
fino a 1900 m di quota. Fioritura: IV-VI. Caratteri essenziali Fusto robusto,
pianta poco slanciata (h.10-35 cm). Foglie basali in rosetta patente. Brattee
spesso con nervature violacee. Infiorescenza densa, breve e cilindrica; fiori
medi, di colori molto variabili ma prev. da rosa a viola. Perianzio: tutti i
tepali riuniti in casco ampio e a punte ottuse; i sepali con evidenti striature
verdi. Labello da steso a ripiegato, gen. più largo che lungo e poco trilobato,
con lobo mediano ±lungo come i laterali; parte basale molto chiara, con macchie
e strie purpuree o viola. Sperone cilindrico, orizzontale o legg.ascendente,
±lungo come il labello. Ginostemio ottuso, rossastro, pollinii verdastri. E'
molto difficile identificare i fiori spontanei.,per le minute differenze tra le
varie specie facilmente confondibili l'una con l'altra. 21 ore fa Di sicuro- Io
ebbi a pubblicare l'orchidea (secondo me) che cresceva nella mia vigna- Ti
riporto qui la foto a suo tempo pubblicata- testo del dott. Salvo Quel tipo di
orchidea il Salvo lo chiama cephalenthea longifolia- in Wikipedia trovo questo_
[nascondi] Wikimedia-logo.svg Libera la cultura. Dona il tuo 5×1000 a Wikimedia
Italia. Scrivi 94039910156. Wikimedia-logo.svg Cephalanthera longifolia Da
Wikipedia, l'enciclopedia libera. Vai a: navigazione, ricerca Come leggere il
tassobox Cefalantera maggiore Cephalanthera longifolia plant100604.jpg
Classificazione Cronquist Dominio Eukaryota Regno Plantae Superdivisione
Spermatophyta Divisione Magnoliophyta Classe Liliopsida Sottoclasse Liliidae
Ordine Orchidales Famiglia Orchidaceae Sottofamiglia Epidendroideae Tribù
Neottieae Genere Cephalanthera Specie C. longifolia Classificazione APG Regno
Plantae (clade) Angiosperme (clade) Monocotiledoni Ordine Asparagales Famiglia
Orchidaceae Nomenclatura binomiale Cephalanthera longifolia (L.) Fritsch, 1888
Sinonimi Serapias helleborine var. longifolia (bas) Cephalanthera ensifolia
Serapias longifolia Nomi comuni Cefalantera bianca Elleborina bianca Elleborina
a foglie lunghe La Cefalantera maggiore (nome scientifico Cephalanthera
longifolia (L.) Fritsch, 1888) è una piccola pianta erbacea e perenne dai
delicati fiori bianchi appartenente alla famiglia delle Orchidaceae. Indice
[nascondi] 1 Etimologia 2 Descrizione 2.1 Radici 2.2 Fusto 2.3 Foglie 2.4
Infiorescenza 2.5 Fiori 2.6 Frutti 3 Riproduzione 4 Distribuzione e habitat 4.1
Fitosociologia 5 Sistematica 5.1 Ibridi 5.2 Sinonimi 5.3 Specie simili 6 Altre
notizie 7 Galleria fotografica 8 Note 9 Bibliografia 10 Voci correlate 11 Altri
progetti 12 Collegamenti esterni Etimologia[modifica | modifica wikitesto] Il nome
del genere (Cephalanthera) deriva dal greco. La prima parte della parola
significa “testa” (cephalos), la seconda “antera” (antheros): indica ovviamente
la forma del fiore simile ad una testa. Il nome specifico (longifolia) deriva
dal latino: longa e folia e fa riferimento alle foglie che sono molto più
lunghe che larghe. Il termine volgare di “Elleborine” deriva da una certa
rassomiglianza con alcuni fiori degli Ellebori. In tedesco questa pianta viene
chiamata: Schwertblättriges Waldvögelain; in francese in questa pianta viene
chiamata: Céphalanhtère à longues feuilles; in inglese questa pianta viene
chiamata: Swordleaf-helleborine oppure Narrow-leaved Helleborine.
Descrizione[modifica | modifica wikitesto] Il portamento È una pianta perenne
alta da 20 a 45 cm. La forma biologica di questa orchidea è geofita rizomatosa
(G rizh), ossia è una piante con un particolare fusto sotterraneo, detto
rizoma, che ogni anno si rigenera con nuove radici e fusti avventizi. Queste
piante, contrariamente ad altri generi delle orchidee, non sono epifite, ossia
non vivono a spese di altri vegetali di maggiori proporzioni (hanno cioè un
proprio rizoma). Radici[modifica | modifica wikitesto] Radici secondarie
(carnose) da rizoma. Fusto[modifica | modifica wikitesto] Parte ipogea: la
parte sotterranea del fusto consiste in un breve rizoma fibroso. Parte epigea:
la parte aerea del fusto è semplice ed eretta, glabra e ricoperta da scaglie
alla base (guaine fogliari). Si presenta sinuoso (un po' a zig-zag) e foglioso
fin sotto l'infiorescenza. Foglie[modifica | modifica wikitesto] Le foglie a
disposizione disticaFoglie basali: le foglie basali sono ridotte a delle guaine
attorno al fusto; Foglie cauline: le foglie cauline sono relativamente numerose
(da 6 a 10), tutte con lamina intera e sono disposte in modo distico (a due a
due opposte sullo stesso piano, ma su nodi conseguenti) e divergenti di circa
60 gradi. Sulla pagina fogliare sono presenti fino a 9 nervature longitudinali
(parallele) principali che all'apice fogliare sono lievemente ripiegate verso
la nervatura centrale. Le foglie inferiori (1 o 2) sono più piccole e di forma
ellittica; quelle superiori sono più lunghe e dalla forma molto lanceolata e
con apice acuto e lungo il fusto sono progressivamente più ristrette verso
l'alto. Dimensioni delle foglie: foglie inferiori larghezza 1 – 2 cm, lunghezza
4 – 7 cm; foglie superiori larghezza da 2 a 1 cm, lunghezza da 10 a 15 cm.
Infiorescenza[modifica | modifica wikitesto] L'infiorescenza si trova all'apice
del fusto ed è del tipo a ............................................testo
tagliato per questioni di lunghezza.
Nessun commento:
Posta un commento