Appunti per una veridica storia del Cicolano
Carola Salvini per quel che riguarda la toponomastica posso dire che il nostro paese porta il nome del Vescovo S.Elpidio poichè leggenda dice che tale Vescovo si era recato a Roma dalla Francia, paese dove attuava il suo operato, e sulla strada del ritorno morì propr...Altro
Carola Salvini ha colto in pieno lo spirito paesano!!!!! complimenti!
Toto corde plaudo al ritorno
sulle mura della chiesa di Sant'Elpidio della epigrafe lapidea risalente ad un
arco di un paio di secoli dal I a.C al I d. C. a dire dei tecnici. Certo mi
sarebbe piaciuto che con gli strumenti scientifici d'oggidì e con le cognizioni
altamente sofisticate dei nostri migliori archeologi, quell'arco si
restringesse di molto, anche per meglio precisare i dati storici del Cicolano.
A questo riguardo non so proprio se affiggere una lastra con incisi caratteri
latini in alto su una parete esterna di una chiesa sia stata scelta oculata.
Iniziare a conservare e ad esporre acconciamente in un antiquarium i tanti preziosissimi reperti archeologici del Cicolano
molto gioverebbe alla ricerca storica.
Già quel L. CARCURIN[us?] molto probabilmente edile, per gli specialisti prosopografici potrebbe dir molto specie ai fini della datazione. Noi non sappiamo quel Q e quel TARONIA cui segue TERT ...se siano suscettibili di corrette e illuminanti letture archeologiche. In alto poi non so come si possano misurare le lettere incise (ammesso che non sia stato fatto) che consentono agli specialisti specifiche di importanza non trascurabile.
Il Lugini - una volta tanto recuperato - ci avverte che quella lapide, già allora monca, non stava sui meri della chiesa, sibbene "in quel tempietto che sottostà alla stessa dove serve di capitello ad una delle colonne che ne sostengono la volta". Credo che il terremoto abbia fatto tabula rasa ed oggi nulla abbiamo. Magari per un eccesso di pignoleria, segnalo che la epigrafe pubblicata dal Lugini sta a pag. 91 della recente edizione e non a pag. 93 come scrive Mario Buonocore (a meno che non si riferisca ad altra edizione) nella pregevole rivista QUADERNO VALLE DEL SALTO del 1° dicembre 2007; rivista che va propagandata e adeguatamente supportata per il turismo dell’intero Cicolano.
Già quel L. CARCURIN[us?] molto probabilmente edile, per gli specialisti prosopografici potrebbe dir molto specie ai fini della datazione. Noi non sappiamo quel Q e quel TARONIA cui segue TERT ...se siano suscettibili di corrette e illuminanti letture archeologiche. In alto poi non so come si possano misurare le lettere incise (ammesso che non sia stato fatto) che consentono agli specialisti specifiche di importanza non trascurabile.
Il Lugini - una volta tanto recuperato - ci avverte che quella lapide, già allora monca, non stava sui meri della chiesa, sibbene "in quel tempietto che sottostà alla stessa dove serve di capitello ad una delle colonne che ne sostengono la volta". Credo che il terremoto abbia fatto tabula rasa ed oggi nulla abbiamo. Magari per un eccesso di pignoleria, segnalo che la epigrafe pubblicata dal Lugini sta a pag. 91 della recente edizione e non a pag. 93 come scrive Mario Buonocore (a meno che non si riferisca ad altra edizione) nella pregevole rivista QUADERNO VALLE DEL SALTO del 1° dicembre 2007; rivista che va propagandata e adeguatamente supportata per il turismo dell’intero Cicolano.
Carola Salvini solo una
piccola precisazione: la lapide è stata messa sì, su di una parete, ma interna
alla chiesa!
Calogero
Taverna
Grazie per la precisazione; del resto (commento troppo tra parentesi: orribili
zeppe; ma spiego in CONTRA OMNIA RACALMUTO perché scrivo così); cerco di
pararmi i colpi non essendo sul luogo né del luogo.
Calogero
Taverna
Non per polemica, solo per una discussione che possa dare qualche frutto. La
lapide messa in chiesa a S. Elpidio non so cosa possa avere di sacro, almeno
per la religione cattolica. Suppongo che il tempietto di cui parla il Lugini
possa essere stato un residuo di un tempio romano esistente tra il primo secolo
a.C. e i primissimi secoli d. C. Un alto funzionario dell'impero romano poteva
benissimo mettervi una epigrafe lapidea a futura memoria. Dobbiamo al Buonocore
se sappiamo che ne parla nel CIL il Mommsen al n. 4126. Dovrei andare in
biblioteca a consultare tale epigrafe del CIL, non credo che ne avrò tempo.
Dovrei anche consultare grossissimi volumi di prosopografia per vedere se trovo
qualcosa su un Carcurinus edile. I testi di Mommsen sulla storia romana
dovrebbero contenere qualcosa. Mi domando: cosa ci sta a fare materiale simile
dentro una chiesa cattolica sia pure di un paesino con nome greco, alla stregua
di Sant'Anatolia, Sant'Agapito, S. Ippolito ... Che ci stanno a fare tanti
toponimi greci in una limitata enclave? Non pensa che questi ed altri quesiti
potrebbero avere allettante risposta in cartigli attorno a tanti bei reperti
archeologici. Avete tanti immobili pubblici ormai in disuso e quanta attrattiva
per turismo colto avrebbero antiquaria
del genere? Ricordo che tempo fa al Museo Pigorini di Roma attraeva molto la
tomba ricostruita di un guerriero longobardo che era stata ritrovata in Val di
Varri. Ora non c'è più nulla nelle sale d'esposizione. Nel Cicolano quella
tomba non sarebbe più confacente? Avete tanta ricchezza archeologica, storica,
culturale: valorizzatela. So bene che siete ora in pochi ed è già molto che
taluni bei paesini resistono ancora. Ma io per imposizione politica debbo
essere ottimista.
Giovedì alle 1.05 · Mi piace
Non per polemica, solo per una discussione che possa dare qualche frutto. La
lapide messa in chiesa a S. Elpdio non so cosa possa avere di sacro, almeno per
la religione cattolica. Suppongo ce il tempietto di cui parla il Lugini possa
essere stato un residuo di un tempio romano esistente tra il primo secolo a.C.
e i primissimi secoli d. C. Un alto funzionario dell'impero romano poteva
benissimo mettervi una epigrafe lapidea a futura memoria. Dobbiamo al Buonocore
se sappiamo che ne parla nei CIL il Mommsen al n. 4126. Dovrei andare in
biblioteca a consultare tale epigrafe del CIL, non credo che ne avrò il tempo.
Dovrei anche consultare grossissimi volumi prosopografici per vedere se trovo
qualcosa su un Carcurinus edile. I testi di Mommsen sulla storia romana
dovrebbero contenere qualcosa.
Ecco perché mi domando cosa ci stia a fare materiale
simile dentro una chiesa cattolica sia pure di un paesino con nome greco, alla
stregua di Sant'Anatolia, Sant'Agapito, S. Ippolito ... Che ci stanno a fare
tanti toponimi greci in una limitata enclave? Non pensa che questi ed altri
quesiti potrebbero avere allettante risposta in cartigli attorno a tanti bei
reperti archeologici. Avete tanti immobili pubblici ormai in disuso; quanta
attrattiva per turismo colto avrebbero antiquaria
del genere? Ricordo che tempo fa al Museo Pigorini di Roma attraeva molto la
tomba ricostruita di un guerriero longobardo che era stata ritrovata in Val di Varri.
Ora non c'è pù nulla nelle sale d'esposizione. Nel Cicolano quella tomba non
sarebbe più confacente? Avete tanta ricchezza archeologica, storica, culturale:
valorizzatela. So bene che siete ora in pochi ed è già molto che taluni bei
paesini resistono ancora. Ma io per imposizione politica debbo essere ottimista
Carola Salvini posso dire che
molto probabilmente la lapide, con nessuna rilevanza dal punto di vista
cattolico è stata "rimessa" in chiesa per due motivi: 1) è stata da
lì prelevata in seguito al terremoto del 1915 che ha devastato la Marsica ed
anche la quasi totalità del nostro paese, ivi compresa la chiesa (poi perché
fino al 1915 fosse lì io non lo so)
Carola Salvini 2) la chiesa
credo che sia l'unico luogo che permette di poterla visionare a TUTTI i
cittadini di S.Elpidio senza andare a ricercarla nei vari musei (ad esempio
molti dei resti, oggetti reperti del nostro paese sono nel museo di Borgo
S.Pietro o a Rieti, ed io che ho 32 anni, non sono mai andata a vederli,
figuriamoci i nostri bei vecchietti).
Carola Salvini per quel che riguarda la toponomastica posso dire che il nostro paese porta il nome del Vescovo S.Elpidio poichè leggenda dice che tale Vescovo si era recato a Roma dalla Francia, paese dove attuava il suo operato, e sulla strada del ritorno morì propr...Altro
Calogero
Taverna
Ho molto apprezzato le sue cognizioni e soprattutto il suo interesse alle cose
della storia locale. La microstoria - che peraltro non dà gloria e per di più
fa perdere quattrini - è la mia mania; mi sento il più grande microstorico di
Racalmuto che per di più vanta un libro come Le Parrocchie di Regalpetra di Sciascia. In tale contesto - più che
plaudente nei suoi confronti - mi permetta di contrapporre alcuni miei
dissensi. Non parlo di MUSEI (ho attaccato il Pigorini, figurarsi!) - ma di
ANTIQUARIUM. Per quel che conosco io, perché lasciare ai drogati il piano terra
del mostro cementizio di Santa Lucia? Ben altro vi sarà a Sant'Elpidio. Quelle
delle monache di S. Pietro sono riparazioni dell'allagamento fascista della
valle del Salto: buono per l'elettricità, mica tanto per voi cicolanesi: non vi
pagano neanche le imposte per occupazione del suolo comunale. e correte il
rischio di finire ora sotto Viterbo (pensi ai vecchietti come me!).
Giovedì
alle 10.40
· Mi piace
Giovedì alle 10.53 · Aggiungo: correre
nei musei è vizio forse solo di certi "bei vecchietti", ma andare a
visitare sale adeguatamente illustrative nelle località cui si riferiscono i
reperti antichi non ha ostacoli legati all'età, sibbene agli interessi
culturali che non hanno limiti di spazio. Quanti turisti, specie d'estate,
elitariamente verrebbero in questa plaga civilissima dell'antica Roma? Non
credo che molti possano essere interessaii alle bizze di un vescovo francese,
specie se poi trattasi di LEGGENDA. Si sa che le leggende non fanno storia
anche se gli studiosi ammettono che in ogni mito vi è sempre nascosto un
briciolo di verità storica. Il problema del dilagare di toponomastica greca in
una plaga marginale credo che abbia altra dimensione. Sarei portato a sostenere
che vi fu una resistenza BIZANTINA all'invadenza longobarda. Qualcosa di
analogo all'altra parte del Regno delle Due Sicilia, alla parte orientale
insomma della mia Isola che ora con Pachino vien intruppata in un non credibile
percorso podistico. (Dovrò essere perdonato: non sono beneducato: consultare il
mio blog CONTRA OMNIA RACALMUTO per credere; ma qui nel Cicolano sono un
intruso che si permette saccenterie).
Calogero
Taverna
La chiesa di Sant'Elpidio è ben descritta (nella sua decrepitezza del 7 marzo
del 1574) dal vescovo visitatore Camaiani. S. Elpidio era allora dominio di
Giovanni Giorgio Cesarini mentre il territorio contiguo apparteneva al
celeberrimo Pompeo Colonna. La chiesa era "inornata et incomposita";
aveva tetto fatiscente solcato da "rimis" (al mio paese si chiamano
'gutteri'; voi non so) " “ et pluvia tutum reddendum" ( come dire che
bisognava adoperarsi per non continuare a farvi diluviare dentro). Cento i
nuclei familiari, quasi 500 abitanti che per allora e per paesi di montagna
erano davvero tanti. Là non si parla di reperti archeologici, ma mio cognato
Antonio Marruci mi assicura che dopo vi fu un vescovo reatino diligentissimo in
queste cose. Sia come sia, per me varrebbe di più il recupero di quel tempietto
romano di cui parla il Lugini ove rimaneva ancora affissa la lapide ora elevata
a improbabile decorazione di una parete interna di una chiesa cristiana sicuramente
a suo tempo eretta per sommergere ogni residuo di un meraviglioso culto pagano.
(Mi permetterà di avere in cose di religione, gusti opposti).
Carola Salvini eheh... mi
dispiace contraddirla, ma attualmente qui da noi non ci sono luoghi
utilizzabili per poter esporre alcunché... fino a qualche giorno fa si poteva
pensare alla sala parrocchiale, ma ora è chiusa per la rimozione dell'amianto,
e chissà quanto tornerà usufruibile, per tutto il resto non ho risposte, devo
ammettere di essere molto ignorante in materia, sono ben altre le cose di cui
mi occupo, per questo ritengo che la chiesa possa risultare uno dei luoghi più
idonei per l'esposizione della lapide, forse sbaglio,
Carola Salvini forse sbaglio,
ma conoscendo paese e paesani, credo che in altro luogo non si sarebbe potuta
mettere
Calogero Taverna Capisco. Ogni estate
questa splendida terra del Cicolano mi ospita liberandomi dai plumbei calori
romani. Ne sono innamorato. Apprezzo tante grandissime persone e la civiltà
raffinatissima che alberga da voi. Ma un piccolo difetto lo riscontro. Siete
maledettamente campanilisti. Pensi che mio cognato - personalità eccelsa -
considera da nativo del borgo di Santa Lucia quelli di Fiamignano acerrimi
nemici; possano far venire nello loro feste magari Celentano: lui non ci va.
Dice che i cattivi sono quelli di Fiamignano che non degnano Santa Lucia manco
se rappresentano uno spettacolo di valore mondiale nei festeggiamenti della
loro Santuzza catanisi. Se potesse, prenderebbe gli archibugi per sparare
addosso a siffatti nemici. Comunque si accontenta della carta bollata per
rivendicare una crosta che dichiara patrimonio da custodire gelosamente nella
sua frazione e che invece i fiamignanesi avrebbero requisito nella sonnolenza
del vescovo. Io mi ci diverto, ma non posso esagerare perché la vittima sarei
io. Che ci posso fare? Mi pare che riviva una mia reminiscenza scolastica; la
secchia rapita del TassoniCarola Salvini ha colto in pieno lo spirito paesano!!!!! complimenti!
Giovedì
alle 19.24
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Calogero
Taverna
Si sarà resa conto che io amo il Cicolano senza se e senza ma. Ma tutto il
Cicolano e sono convinto che tanto si dovrà ancora fare. Certo molto è stato
fatto e per merito esclusivo dei Cicolani, chiamiamoli anche Equi. Il
frazionismo però qualche guaio l'ha prodotto. Vi sono quattro capoluoghi
(Petrella, Pescorocchiano, Fiamignano e Borgorse; certo Corvaro scalpita) ma vi
sono pure due o tre frazioncine (manco il 15% della popolazione) che fanno
comune a sé e determinano maggioranze in importanti istituzioni ove v'è il
sistema capitario: quei sindaci là hanno determinato maggioranze rivolte più a
favorirli che a far crescere il circondario. Mettiamo i fondi che vanno
ripartiti per comuni a prescindere dalle dimensioni e dalle attese
amministrative. Abbiamo posti remunerati che finiscono a piccolissimi comuni e
vengono esclusi altri con maggiori titoli e competenze che hanno la disgrazia
di appartenere a realtà comunali più consistenti. Il lago fu opera sì fascista
ma come opera statale, perché allora tutto nello Stato niente fuori dello
Stato. Poi quello Stato si chiamò Enel e con la mania delle privatizzazioni ora
pare (così mi dicono) che l'opera non solo è privata o privatizzata che dir si
voglia ma è passata di mano a realtà estere. I comuni dovrebbero incassare fior
di quattrini. Pare vi sia una piccola consorteria locale che percepisce e
ripartisce. Mi dicono che a Pescorocchiano arrivano sì e no 4-5000 euro
all'anno. L'Ente delegato paga bene i suoi amministratori. Non so se mi spiego.
In compenso, tutti - me compreso - paghiamo l'IMU più alta d'Italia. Proventi
ben ripartiti ed adeguati al suolo pubblico comunale occupato sarebbero
sufficienti non dico a non dover pagare nulla ma almeno aliquote contenute
(sempre giuste comunque). Ho agitato la questione in un post qui gentilmente
ospitato. Sollevo anche altre più spinose questioni. Vox clamantis in deserto. Pare che quello che interessa il Cicolano
è non mettere in un antiquarium di Santa Lucia le tante epigrafi disperse e
male affisse nei muri delle chiese o delle fontane o in muriccioli alti un
metro a portata degli scarichi abrasivi delle auto. Oppure pagare fior
d'avvocati per far tornare da Fiamignano una crosta di Santa Lucia nel vicinissimo
borgo omonimo. Sarebbe come dire che qui a Roma dovremmo portare su al
Casaletto il Colosseo perché forse la pietra fu portata là da questo periferico
colle. Il Cicolano sia una sola entità amministrativa: non sono più di otto
mila abitanti. Non si frazionino con campanilismi da secchia rapita, rischiano
un irrefrenabile decadimento abitativo ed economico.
credo che ormai l'esito sia inevitabile... ciò che è
fatto è fatto! siamo cresciuti con tali convinzioni: a noi di S.Elpidio non
nominare Pescorocchiano, per l'amor di Dio (ed io sono tra questi ahimè o per
fortuna?) e lo stesso vale dall'altra parte... siamo cresciuti così, ma una
cosa l'ho capita: è vero ognuno ama il proprio paese, ma tutti siamo orgogliosi
di essere cicolani ed amiamo la nostra valle a prescindere da tutto e/o tutti!
Calogero
Taverna
Le informazioni su di lui [s.Elpidio]
sono frammentarie confuse. Pietro da Natalibus lo identifica con un eremita
originario della Cappadocia e venuto in Italia dove sarebbe morto. Lo scrittore
Palladio lo ricorda come un eremita, vissuto presso Gerico per molti anni in
una spelonca. Altri pensano che si tratti del diacono di San Basilio o
dell'Elpidio ricordato nella vita di S. Carotone. Una vita redatta verso il XII
secolo, e trovata in un leggendario della Biblioteca Capitolare di Spoleto, non
ha alcun valore storico. Visto, però, che il suo culto è particolarmente vivo
nel Piceno, dove diverse città portano il suo nome, l'ipotesi più probabile è
che egli sia vissuto proprio questa regione.
Etimologia: Elpidio = speranza, dal greco
Emblema: Bastone pastorale
Martirologio Romano: Nelle Marche, sant’Elpidio, del cui nome fu poi insignita la cittadina, in cui si conserva il suo corpo.
Naturalmente l'ho copiato. Visto che siamo in piena estasi erudita, ti dirò: stasera parlavo con una professoressa universitaria, grande archeologa e francese e mi diceva che non è proprio certo che Elpidio sia di derivazione greca; è anche nome finnico. Ti conviene però aderire alla mia ipotesi, così voi di S.Elpidio siete bizantini e quelli di Pescorocchiano longobardi (questo è certo): spiegato dunque l'irreversibile reciproco rigetto. Aggiungo: per la professoressa quello della vostra epigrafe è un edile romano nominato per la quinta volta (ecco spiegata la Q) Carcurin (abbreviazione di Carcurinus) è piuttosto inusuale e pertanto difficilmente rinvenibile nei testi di prosopografia romana. Taronia dovrebbe essere la moglie dell'Edile e tert (TERTIA) il nome. Se lapide funerea sarebbe la committente, se lapide votiva o commemorativa, la finanziatrice. Essere edile nella civitas romana ove oggi sorge S. Elpidio significa che si trattava anche allora di centro abitato molto rilevante: motivo ulteriore per esaltare l'odierna S. Elpidio e quindi il dovere di fare approfondite ricerche storiche ed archeologiche. Guarda comunque che per legge la epigrafe dovrebbe andare al museo dell'Aquila (ma posso sbagliarmi).
Etimologia: Elpidio = speranza, dal greco
Emblema: Bastone pastorale
Martirologio Romano: Nelle Marche, sant’Elpidio, del cui nome fu poi insignita la cittadina, in cui si conserva il suo corpo.
Naturalmente l'ho copiato. Visto che siamo in piena estasi erudita, ti dirò: stasera parlavo con una professoressa universitaria, grande archeologa e francese e mi diceva che non è proprio certo che Elpidio sia di derivazione greca; è anche nome finnico. Ti conviene però aderire alla mia ipotesi, così voi di S.Elpidio siete bizantini e quelli di Pescorocchiano longobardi (questo è certo): spiegato dunque l'irreversibile reciproco rigetto. Aggiungo: per la professoressa quello della vostra epigrafe è un edile romano nominato per la quinta volta (ecco spiegata la Q) Carcurin (abbreviazione di Carcurinus) è piuttosto inusuale e pertanto difficilmente rinvenibile nei testi di prosopografia romana. Taronia dovrebbe essere la moglie dell'Edile e tert (TERTIA) il nome. Se lapide funerea sarebbe la committente, se lapide votiva o commemorativa, la finanziatrice. Essere edile nella civitas romana ove oggi sorge S. Elpidio significa che si trattava anche allora di centro abitato molto rilevante: motivo ulteriore per esaltare l'odierna S. Elpidio e quindi il dovere di fare approfondite ricerche storiche ed archeologiche. Guarda comunque che per legge la epigrafe dovrebbe andare al museo dell'Aquila (ma posso sbagliarmi).
che noi
siamo bizantini e a Pesco longobardi mi rincuora, nella mia testa i bizantini
sono più signorili (col significato odierno, naturalmente) dei Longobardi...
ahaha
Giovedì
alle 22.32
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Calogero
Taverna
I bizantini sono i continuatori (talora in meglio, talora in peggio) della
grande civiltà romana; i longobardi? Beh! Gli antenati di Bossi. Mi sa che
sant'Elpidio ci guadagna. Augurissimi a lei ed a tutti gli abitanti di
S.Elpidio
Carola Salvini grazie
infinite!!! tantissimi auguri anche a lei!
15
ore fa
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Quelli
del Cicolano
Una grande soddisfazione leggere su questa bacheca cultura storica e
letteraria, specie del periodo di cui sono appassionato. Grande ammirazione per
Calogero Taverna per l'accuratezza e la estrema conoscenza dei dettagli. Per
non parlare della nostra Carola, che rappresenta la categoria di giovani di cui
si è orgogliosi di averli nati e abitanti di questa nostra Valle. FB può essere
anche luogo virtuale di aggregazione e scambio di idee e di cultura.
Calogero
Taverna
Una aggiunta: mia moglie nasce a Pescorocchiano ma la sua famiglia si
trasferisce in un bel maniero a Baccarecce. Lì mia moglie abita per oltre 22
anni. Io trovo alloggio estivo in una casetta di ex monache in Santa Lucia di
Fiamignano (ma non riesco a fare guerra a quelli di Fiamignano per il
trafugamento di una icona di Santa Lucia). Se mia moglie origina dai
longobardi, quelli che guerreggiavano in Val di Varri (vedasi Museo Pigorini),
io dovrei rifarmi ai bizantini visto che al mio paese è stato nel 1940
ritrovato un tesoretto di monete del V-VI secolo d.C. risalentie ad un paio di
imperatori bizantini. L'attaccamento alle proprie radici è sublime, il
campanilismo solo simpaticissimo diversivo.
Carola Salvini grazie!!!
orgogliosa della mia terra!!!
40
minuti fa
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