ORCHIDEA GENTILE oppure
GLADIOLO ITALICUS
TRUCE FIORE SIMILE AD UN
PLININIANO GLADIUM D’EPOCA ROMANA?
In un paio di migliaia di
metri quadri –in contrada Bovo di Racalmuto, tra Piedi di Zichi e Villa
Nalbone, al Serrone insomma a meno di 500 metri d’altezza - avevo impiantatouna
quarantina di anni fa una minuscola vigna. Oggi estrpata per vecchiaia. Una
ventina di anni fa attorno a quesi tutte le piante mi spunto u vezzoso fiore.
Eccolo.
Non mi intendo di flora emanco ne sono appassionato.
Oltretutto son daltonico e non colgo la malia dei colori. Chedo così per
curiosità agli incolti onniscinteti d cmpagna del mio pese che cosa era. ORCHIDEA mi si risponde. Toh! Mi dico,a racalmuto l’artistocratitico
iore della terra d’Olanda? Sono sempre rimasto scettico. Ma soo andato a
consultare l’aureo libreto GUIDA ALLA NATURA DELLA PROVINCIA DI AGRIGENTO di
Giovanni Salvo, un estroso medico dentista del mio paese che sta dilapiando
vita e denari come agente gratuito del WWF,
LInneus racalmutensis per me!
Alle pagg. 20 e 21, là dove ilLinneo Racalmutese tratta
della flora dei Monti Sicani credo di
averne la conferma. Si tratterà – mi dico – di una di quella ventina di specie
di orchidee che sareberro presente nellae terre dei preistorici Sicani, quindi
anche Racalmuto. Da escludere la CEPHALANTERA LONGIFOLIA, quella2tipica
orchidea dei boschi dilatifoglie”, l’unca orchidea che ilSalvo lì degna di una foto, lui che
fotografa anche l’incoore iuma di una cardellino di transito.
L’altro giorno faccio una capatina a Poggiopopoesco, nel
lazio, ma a Valle del Salto e con mia meraviglia scopro un fiore gracile e
solitario che è copia conforme ddi quelli che spuntavano nella mia vigna
sicana. Purtroppo quel fiore non lo fotografai. Mi venne rimproverata quella
omissione. Potei ovviarvi fotografandoun egule fiore che la faortuna mi fece
trocare a Corso sotto Santa Lucua di Fiamgnano
sempre nella Vlle del Salto ma ad 850 metri d’altezza Ed eccovi quella foto:
Bravissimo. Questi fiori li ho visti anche dalle nostre
parti.
Domenica 11:20
Mi becco tanto
gradito applaso da una che di fiori se ne intende e se ne intende dacvvero
tanto, con tanta competenza. Nche un’altra mia amica virtu<e , la professore
Strano di Catania – altrettanto copetente- mi elogia. ORCHIDEA
GENT
ILE oppure
GLADIOLO ITALICUS
TRUCE FIORE SIMILE AD UN
PLININIANO GLADIUM D’EPOCA ROMANA?
In un paio di migliaia di
metri quadri – in contrada Bovo di Racalmuto, tra Piedi di Zichi e Villa
Nalbone, al Serrone insomma a meno di 500 metri d’altezza - avevo impiantato
una quarantina di anni fa una minuscola vigna. Oggi estirpata per vecchiaia.
Una ventina di anni fa attorno a quasi tutte le piante mi spunta un vezzoso
fiore. Eccolo.
Non mi intendo di flora e manco ne
sono appassionato. Oltretutto son daltonico e non colgo la malìa dei colori.
Chedo così per curiosità agli incolti onniscienti campagnoli del mio paese che cosa era.
ORCHIDEA mi si risponde.
Toh! Mi dico, a Racalmuto l’artistocratitico fiore
della terra d’Olanda? Sono sempre rimasto scettico. Ma sono andato a consultare
l’aureo libretto GUIDA ALLA NATURA DELLA PROVINCIA DI AGRIGENTO di Giovanni
Salvo, un estroso medico dentista del mio paese che sta dilapidando vita e
denari come agente gratuito del WWF,
LInneus racalmutensis per me!
Alle pagg. 20 e 21, là dove il Linneo
Racalmutese tratta della flora dei Monti Sicani
credo di averne la conferma. Si tratterà – mi dico – di una di quella
ventina di specie di orchidee che sareberro presenti nelle terre dei
preistorici Sicani, quindi anche Racalmuto. Da escludere la CEPHALANTHERA
LONGIFOLIA, quella “tipica orchidea dei boschi di latifoglie”, l’unca
orchidea che il Salvo degna di una foto, lui che fotografa anche
l’incolore piuma svolazzante di un
cardellino in transito.
L’altro giorno faccio una capatina a
Poggiopopoesco, nel Lazio, ma a Valle del Salto e con mia meraviglia scopro un
fiore gracile e solitario che è copia conforme di quelli che spuntavano nella
mia vigna sicana.
Purtroppo quel fiore non lo fotografai. Mi
venne rimproverata quella omissione. Potei ovviarvi fotografando un eguale
fiore che la fortuna mi fece trovare a Corso sotto Santa Lucia di Fiamignano, sempre nella Valle del Salto ma ad 850 metri
d’altezza Ed eccovi quella foto:
Do fiato alle trombe e grido: ORCHIDEE ANCHE A POGGIOPOPONESCO A QUASI 1.200 METRI
D’ALTEZZA!!
Mi becco subito gli elogi di un paio di mie
“amiche virtuali” vere autorità nel settore.
Mi beo, ma la mia felicità non dura neppure
lo spazio di una tarda sera. MI si dice:
-
Ma sei proprio sicuro?
L’austera e grintosa professoressa Maria
Pia da Milazzo non tarda a fracassarmi: ma che orchidea ed orchidea ? di
banalissimo gladiolo si tratta!
Torno al mio adorato dottor Salvo- In
effetti a pag. 20 scrive – ma non fotografa – “Numerosi fiori spontanei
colorano [i Monti Sicani] ….Il Gladiolo del campo (Gladiolus Italicus), il
Gladiolo maggiore (Gladiolus communis) …”
E l’austera prof. Calapà mi rimprovera che
invero di una di queste specie si tratta:siamo dunque nel banale fior di
Gladiolo (manco di giaggiolo si può parlare per cantare magari con Claaudio
Villa uno di quei celebri e piacevoli stornerlli: Fior di giaggiolo … ).
Ma pulendo, censurando e limando vi riporto la drammatitca
rissa floreale tra me e la prof. Calapà di
Milazzo.
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
Che cosa hai fatto oggi?
Sto facendo una ricerca sui fiori spontanei. L'orchidea di
che colore era. Mi sai descrivere il fusto e le foglie? Ciao
Anzi è meglio che fai una foto, quando puoi. Potrai
arricchire il tuo blog..
Bravissimo. Questi fiori li ho visti anche dalle nostre
parti.
Domenica 11:20
La valeriana rossa (Centranhus ruber) vive in anfratti e
fessure della roccia nelle regioni mediterranee grazie al suo apparato
radicale che le consente di cercare l’acqua in profondità, ciò la rende
adatta a vivere anche in città in crepe dell’asfalto o fessure dei muri
Per alcuni è:Gladiolo. Gladiolo Perfino i colori che tanto
ammiriamo non sono gli stessi che vedono gli insetti che sono sensibili a
lunghezze d’onda diverse dalle nostre: molti infatti vedono l’ultravioletto
che noi invece non vediamo, altri vedono in bianco e nero! Le api ad esempio
non percepiscono il rosso, ma solo l’ultravioletto, il violetto ed il verde.
Serapias lingua:orchidea con tubercoli ovoidali.
Oppure: Etimologia: dal latino “buffone” (per i colori
vivaci da pagliaccio) o dallo spagnolo “elmo” (per la forma a cappuccio del
perianzio). Distribuzione: ampio areale europeo-caucasico-mediterraneo.
Presente in tutte le regioni italiane, escluso la Sardegna (dove è vicariata
da A.longicornu). Habitat: in ambienti svariati purché luminosi, spec. prati
magri (aridi o umidi), cespuglieti, radure, margini di strade e sentieri. Dal
mare fino a 1900 m di quota. Fioritura: IV-VI. Caratteri essenziali Fusto
robusto, pianta poco slanciata (h.10-35 cm). Foglie basali in rosetta
patente. Brattee spesso con nervature violacee. Infiorescenza densa, breve e
cilindrica; fiori medi, di colori molto variabili ma prev. da rosa a viola.
Perianzio: tutti i tepali riuniti in casco ampio e a punte ottuse; i sepali
con evidenti striature verdi. Labello da steso a ripiegato, gen. più largo
che lungo e poco trilobato, con lobo mediano ±lungo come i laterali; parte
basale molto chiara, con macchie e strie purpuree o viola. Sperone
cilindrico, orizzontale o legg.ascendente, ±lungo come il labello. Ginostemio
ottuso, rossastro, pollinii verdastri.
E' molto difficile identificare i fiori spontanei.,per le
minute differenze tra le varie specie facilmente confondibili l'una con
l'altra.
21 ore fa
Di sicuro- Io ebbi a pubblicare l'orchidea (secondo me)
che cresceva nella mia vigna- Ti riporto qui la foto a suo tempo pubblicata-
testo del dott. Salvo
Quel tipo di orchidea il Salvo lo chiama cephalenthea
longifolia-
in Wikipedia trovo questo_ [nascondi] Wikimedia-logo.svg
Libera la cultura. Dona il tuo 5×1000 a Wikimedia Italia. Scrivi 94039910156.
Wikimedia-logo.svg Cephalanthera longifolia Da Wikipedia, l'enciclopedia
libera. Vai a: navigazione, ricerca Come leggere il tassobox Cefalantera
maggiore Cephalanthera longifolia plant100604.jpg Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota Regno Plantae Superdivisione Spermatophyta Divisione
Magnoliophyta Classe Liliopsida Sottoclasse Liliidae Ordine Orchidales
Famiglia Orchidaceae Sottofamiglia Epidendroideae Tribù Neottieae Genere
Cephalanthera Specie C. longifolia Classificazione APG Regno Plantae (clade)
Angiosperme (clade) Monocotiledoni Ordine Asparagales Famiglia Orchidaceae
Nomenclatura binomiale Cephalanthera longifolia (L.) Fritsch, 1888 Sinonimi
Serapias helleborine var. longifolia (bas) Cephalanthera ensifolia Serapias
longifolia Nomi comuni Cefalantera bianca Elleborina bianca Elleborina a
foglie lunghe La Cefalantera maggiore (nome scientifico Cephalanthera
longifolia (L.) Fritsch, 1888) è una piccola pianta erbacea e perenne dai
delicati fiori bianchi appartenente alla famiglia delle Orchidaceae. Indice
[nascondi] 1 Etimologia 2 Descrizione 2.1 Radici 2.2 Fusto 2.3 Foglie 2.4
Infiorescenza 2.5 Fiori 2.6 Frutti 3 Riproduzione 4 Distribuzione e habitat
4.1 Fitosociologia 5 Sistematica 5.1 Ibridi 5.2 Sinonimi 5.3 Specie simili 6
Altre notizie 7 Galleria fotografica 8 Note 9 Bibliografia 10 Voci correlate
11 Altri progetti 12 Collegamenti esterni Etimologia[modifica | modifica
wikitesto] Il nome del genere (Cephalanthera) deriva dal greco. La prima
parte della parola significa “testa” (cephalos), la seconda “antera”
(antheros): indica ovviamente la forma del fiore simile ad una testa. Il nome
specifico (longifolia) deriva dal latino: longa e folia e fa riferimento alle
foglie che sono molto più lunghe che larghe. Il termine volgare di
“Elleborine” deriva da una certa rassomiglianza con alcuni fiori degli
Ellebori. In tedesco questa pianta viene chiamata: Schwertblättriges
Waldvögelain; in francese in questa pianta viene chiamata: Céphalanhtère à
longues feuilles; in inglese questa pianta viene chiamata:
Swordleaf-helleborine oppure Narrow-leaved Helleborine. Descrizione[modifica
| modifica wikitesto] Il portamento È una pianta perenne alta da 20 a 45 cm.
La forma biologica di questa orchidea è geofita rizomatosa (G rizh), ossia è
una piante con un particolare fusto sotterraneo, detto rizoma, che ogni anno
si rigenera con nuove radici e fusti avventizi. Queste piante, contrariamente
ad altri generi delle orchidee, non sono epifite, ossia non vivono a spese di
altri vegetali di maggiori proporzioni (hanno cioè un proprio rizoma).
Radici[modifica | modifica wikitesto] Radici secondarie (carnose) da rizoma.
Fusto[modifica | modifica wikitesto] Parte ipogea: la parte sotterranea del
fusto consiste in un breve rizoma fibroso. Parte epigea: la parte aerea del
fusto è semplice ed eretta, glabra e ricoperta da scaglie alla base (guaine
fogliari). Si presenta sinuoso (un po' a zig-zag) e foglioso fin sotto
l'infiorescenza. Foglie[modifica | modifica wikitesto] Le foglie a
disposizione disticaFoglie basali: le foglie basali sono ridotte a delle
guaine attorno al fusto; Foglie cauline: le foglie cauline sono relativamente
numerose (da 6 a 10), tutte con lamina intera e sono disposte in modo distico
(a due a due opposte sullo stesso piano, ma su nodi conseguenti) e divergenti
di circa 60 gradi. Sulla pagina fogliare sono presenti fino a 9 nervature
longitudinali (parallele) principali che all'apice fogliare sono lievemente
ripiegate verso la nervatura centrale. Le foglie inferiori (1 o 2) sono più
piccole e di forma ellittica; quelle superiori sono più lunghe e dalla forma
molto lanceolata e con apice acuto e lungo il fusto sono progressivamente più
ristrette verso l'alto. Dimensioni delle foglie: foglie inferiori larghezza 1
– 2 cm, lunghezza 4 – 7 cm; foglie superiori larghezza da 2 a 1 cm, lunghezza
da 10 a 15 cm. Infiorescenza[modifica | modifica wikitesto] L'infiorescenza
si trova all'apice del fusto ed è del tipo a spiga lassa con 10 - 20
(raramente 30) fiori per pianta. I fiori (di colore bianco candido) in genere
rimangono socchiusi, si aprono appena un po' nelle ore più luminose e calde
della giornata. Le brattee di protezione sono lunghe la metà o meno
dell'ovario e sono di tipo fogliaceo. Fiori[modifica | modifica wikitesto]
L'infiorescenza Il fiore Morfologia del fiore I fiori sono ermafroditi ed
irregolari (zigomorfi), pentaciclici (perigonio a 5 verticilli : 2 verticilli
di tepali, 2 verticilli di stami, 1 verticillo dello stilo) e resupinati
(ruotati sottosopra)[1]. Dimensione dei fiori: 12 – 18 mm. Formula fiorale:
per queste piante viene indicata la seguente formula fiorale: P 3+3, [A 1, G
(3)][2]Perigonio: il perigonio è composto da 2 verticilli con 3 tepali
ciascuno di forma lanceolata; il primo verticillo (esterno) ha 3 tepali
subeguali e formano una specie di elmetto; nel secondo verticillo (interno)
il tepalo centrale (chiamato “labello”) e più corto e quindi seminascosto dai
due tepali esterni più lunghi ed appuntiti. Dimensione dei tepali esterni: 15
– 18 mm. Labello: il labello è concavo, privo di sperone ma provvisto di
creste (tipo carenature) longitudinali; alle fauci possiede una macchia
giallo – aranciata; la parte interna (ipochilo) è concava o sacciforme e
larghissima con dei lati rivolti all'insù; quella più esterna (epichilo) è
più larga che lunga (cuoriforme) sempre concava mentre l'apice,
contrariamente agli altri tepali, è arrotondato. Le due parti (ipochilo e
epichilo) sono separate da una profonda strozzatura. Lunghezza del labello: 8
– 9 mm. Ginostemio: gli stami filamentosi con le rispettive antere (due masse
polliniche bilobe) sono concresciuti con lo stilo e formano una specie di
organo colonnare chiamato ginostemio[3]. Lo stigma consiste in una superficie
concava e vischiosa localizzata sotto le antere stesse. Degli stami
(originariamente due verticilli con 6 stami totali in seguito ridotti) solo 1
del verticillo esterno è fertile gli altri sono atrofizzati o presenti in
qualità di staminoidi (sono stami che in alcuni casi – altre specie - possono
assumere caratteri morfologici petaloidei). Ovario: l'ovario è subcilindrico,
infero, formato da tre carpelli saldati in modo uniloculare; l'ovario inoltre
è privo di peduncolo (sessile) ed è resupinato (o contorto). Lunghezza
dell'ovario: 13 -15 mm. Fioritura: da aprile a giugno. Frutti[modifica |
modifica wikitesto] Il frutto consiste in una capsula deiscente (si apre per
più fenditure) a tre valve contenente numerosissimi minuti semi che il vento
può trasportare facilmente (similmente alle spore). Riproduzione[modifica |
modifica wikitesto] Impollinazione: i fiori di queste piante sono privi di
nettare; ma l'impollinazione avviene ugualmente in quanto i vari imenotteri
sono attratti dalla cresta gialla del labello che viene scambiata per stami
ricchi di polline (può essere scambiata ad esempio con la parte centrale del
fiore Cistus salviifolius L. (Cisto femmina) che fiorisce più o meno nello stesso
periodo e vive negli stessi habitat). L'impollinazione avviene in maniera
altamente specifica e non sempre in modo facile per cui il fiore attende a
lungo prima di essere fecondato, per questo i fiori delle orchidee durano
così a lungo (fino a un mese) anche se recisi. La riproduzione di questa
pianta avviene in due modi: per via sessuata grazie all'impollinazione degli
insetti pronubi; ma la germinazione dei semi è condizionata dalla presenza di
funghi specifici (i semi sono privi di albume). per via vegetativa in quanto
i rizomi possono emettere gemme (dall'ascella di una scaglia radicale) capaci
di generare nuovi individui. Distribuzione e habitat[modifica | modifica
wikitesto] Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Eurasiatico,
un areale che va dall'Europa al Giappone. Diffusione: in Italia è una pianta
abbastanza comune. Fuori dell'Italia è presente nel resto dell'Europa (comune
in tutta l'estensione del continente anche se alcune nazioni segnalano un
certo rischio di estinzione – non è segnalata nelle Alpi Dinariche) e in Asia
(zone temperate). Habitat: l'habitat di questa specie sono i margini dei
boschi termofili (non freddi) o radure boschive soleggiate di faggio e
quercia, i prati aridi, oppure lungo i sentieri. Il substrato preferito è
calcareo o calcareo-siliceo, con pH basico e terreno a bassi valori
nutrizionali e piuttosto secco. Diffusione altitudinale: sui rilievi queste
piante si possono trovare fino a 1400 m s.l.m.; frequentano quindi i seguenti
piani vegetazionali: collinare e montano. Fitosociologia[modifica | modifica
wikitesto] Dal punto di vista fitosociologico la specie di questa voce
appartiene alla seguente comunità vegetale[4]: Formazione: delle comunità
forestali Classe: Carpino-Fagetea sylvaticae Sistematica[modifica | modifica
wikitesto] Le Orchidaceae sono una delle famiglie più vaste della divisione
tassonomica delle Angiosperme; comprende 788 generi e più di 18500 specie[5].
Il genere Cephalanthera comprende una decina di specie diffuse in Europa e in
Asia, delle quali tre sono spontanee della flora italiana. Il Sistema
Cronquist assegna la famiglia delle Orchidaceae all'ordine Orchidales mentre
la moderna classificazione APG la colloca nel nuovo ordine delle Asparagales.
Sempre in base alla classificazione APG sono cambiati anche i livelli
superiori (vedi tabella iniziale). La collocazione sistematica di queste
piante, nel corso del tempo, non è stata sempre la stessa. Linneo le attribuì
al genere Serapias; nel 1818 il botanico francese Richard (1754 - 1821) le assegnò
al genere Cephalanthera (la creazione del nome di questo genere è sua),
mentre alcuni Autori inglesi le preferiscono collegate al genere Epipactis
(anche queste chiamate “Elleborine” - nome comune a più tipi di piante), un
genere estremamente affine per struttura morfologica al genere Cephalanthera
(a parte l'ovario che nelle Epipactis non è contorto ed è pedicellato). Il
numero cromosomico di C. longifolia è 2n = 32. Ibridi[modifica | modifica
wikitesto] Nell'elenco che segue sono indicati alcuni ibridi intraspecifici
(non tutti questi ibridi sono riconosciuti dai vari botanici): Cephalanthera
× otto-hechtii G. Keller in Keller, Schlechter & Soó (1936) – Ibrido con
Cephalanthera rubra Cephalanthera × schulzei E.G. Camus, Bergon & A.
Camus (1908) – Ibrido con Cephalanthera damasonium Ibridi tra generi diversi:
Cephalanthera longifolia × Dactylorhiza maculata Sinonimi[modifica | modifica
wikitesto] La specie Cephalanthera longifolia, in altri testi, può essere
chiamata con nomi diversi. L'elenco che segue indica alcuni tra i sinonimi
più frequenti: Cephalanthera ensifolia (Murr.) L.C. Richard (1818) Serapias
helleborine L. (1753) var. longifolia (basionimo) Serapias longifolia L.C.
Rich. (1817) Specie simili[modifica | modifica wikitesto] Senza l'infiorescenza
(individui sterili con sole foglie basali) varie specie boschive possono
essere confuse con la “Cefalantera maggiore”. È utile in questo caso
esaminare attentamente la lamina fogliare : le foglie devono essere 10 volte
più lunghe che larghe; si devono trovare 5 nervi principali e circa 25
secondari; la lamina non deve essere a cappuccio (la larghezza massima può
trovarsi a ¼ o a metà dalla base); il fusto è biancastro e carenato. Le
specie che in stato sterile possono essere confuse sono le seguenti: Cephalanthera
rubra – Cephalanthera damasonium - Epipactis atrorubens - Epipactis
helleborine - Lilium bulbiferum. In particolare qui mettiamo a confronto due
specie molto simili: Cephalanthera damasonium (Miller) Druce – Cefalantera
bianca: si differenzia per le foglie più ellittiche e la colorazione dei
fiori (bianco – giallastro). Cephalanthera rubra (L.) L.C. Rich. -
Cefalantera rossa: si differenzia soprattutto per il colore rosso purpureo
dei fiori. Altre notizie[modifica | modifica wikitesto] In alcune regioni e
provincie è una pianta protetta quindi ne è vietata la raccolta. Galleria
fotografica[modifica | modifica wikitesto] Cephalanthera longifolia2.jpg
Cephalanthera longifolia ENBLA05.jpeg Cephalanthera longifolia ENBLA06.jpeg
Cephalanthera longifolia ENBLA07.jpeg Note[modifica | modifica wikitesto] 1.^
Pignatti, Vol. 3 pag. 700 2.^ Tavole di Botanica sistematica. URL consultato
il 19 dicembre 2009. 3.^ Musmarra, pag. 628 4.^ Flora Alpina, vol. 2 - pag.
1106 5.^ Strasburger, vol. 2 - pag. 807 Bibliografia[modifica | modifica
wikitesto] Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta. Volume primo,
Milano, Federico Motta Editore, 1960, p. 519. Sandro Pignatti, Flora
d'Italia. Volume terzo, Bologna, Edagricole, 1982, p. 732, ISBN
88-506-2449-2. 1996 Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna,
Edagricole. AA.VV., Flora Alpina. Volume secondo, Bologna, Zanichelli, 2004,
p. 1106. Eduard Strasburger, Trattato di Botanica. Volume secondo, Roma,
Antonio Delfino Editore, 2007, p. 807, ISBN 88-7287-344-4. Gruppo italiano
per la ricerca sulle orchidee spontanee (GIROS), Orchidee d'Italia. Guida
alle orchidee spontanee, Cornaredo (MI), Il Castello, 2009, ISBN
978-88-8039-891-2. Voci correlate[modifica | modifica wikitesto] Orchidee
selvatiche in Italia Altri progetti[modifica | modifica wikitesto] Collabora
a Wikimedia Commons Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su
Cephalanthera longifolia Collabora a Wikispecies Wikispecies contiene
informazioni su Cephalanthera longifolia Collegamenti esterni[modifica |
modifica wikitesto] Cephalanthera longifolia Gruppo Italiano per la Ricerca
sulle Orchidee Spontanee (G.I.R.O.S.) Fungoceva.it. URL consultato il
13-09-2008. Flora delle Alpi Marittime. URL consultato il 13-09-2008. Flora
Italica. URL consultato il 13-09-2008. Index synonymique de la flore de
France. URL consultato il 13-09-2008. Flora Europaea - Royal Botanic Garden
Edinburgh. URL consultato il 13-09-2008. botanica Portale Botanica: accedi
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bLEFFA IL DOTTOR sALVO? Non lo escludo
Ma ti posso assicurare che tra il fiore violacea che
spuntava ogni primavera nella mi vigna di Bovo, l'esemplare che mi ha colpito
a 1100 metri sul Castello di Poggio Poponesco, e quello da me fotografato e
pubblicato, trovato in Santa Lucia di Fiamignano ( Corso) non c'è alcuna
differenza- Non si tratta di orchidea selvatica? Io non avrei dubbi.
Singolare che possa spuntare in Sicilia a meno di 500 metri (Racalmuto
contrada Bovo). a Fiamignano nella Valle del Salto (nei pressi del Castello
medievale di Poggio Poponesco, e giù sempre nella Valle del Salto a Santa
Lucia di Fiamignano (a 850 metri).
20 ore fa
Avevo già notato la somiglianza dei fiori (quelli del tuo
giardino e quelli di Poggio)Il nome scientifico dell'orchidea non mi quadra. Quello
sopra è:CEPHALENTHERA RUBRA. e questo sotto è CEPHALENTHERA LONGIFOLIA.
QUESTA SARA’ UN'ALTRA VARIETA' DI ORCHIDEA Forse:ORCHIS
MORIO.(DEVO APPROFONDIRE ANCORA)
18 ore fa
L'orchis morio sarebbe come queste? Ci somigliano ma mi
sembrano che siano molto dense di fiori, il che non è in quelli che io ho
visto. Ma perché non fai tutto un piccolo trattato da pubblicare nel mio
blog? Mi sembra argomento molto interessante e tu puoi spaziare magari
accennando anche alle mie piccole manie.
Gladiolus communis
Guarda l'album
Insomma tu dici che si tratta di un banale comune gladiolo
violaceo e credo che abbia ragione, ma mi crolla la sensazionalità della mia
scoperta. Solo che la verità innanzitutto. Facci una bella relazione che possa
pubblicare in CONTRA OMNIA
Mi dispiace però non è detto che non ci sia qualche
incrocio con cephalantera rubra.
Conoscere a fondo i fiori spontanei è cosa difficile per
un profano. Bisognerebbe mettere fiori simili a confronto, vedere le minute
differenze, tra le varie specie, facilmente confondibili l'una con l'altra.
E' un lavoro d'equipe e di studiosi.
La tua comunque è stata una bella scoperta.
A confronto ,un fiore della Sicilia con un fiore spontaneo
a Fiamignano. La tua pagina è bellissima. Riveli una grandissima sensibilità;
che importa se non è orchidea selvatica
14 ore fa
Bravissima professoressa, alla fine hai ragione tu; non
può che trattarsi che di gladioli. Il mio amico dottore cita due tipi di
gladioli a Racalmuto quello dei campi (Gladiolus italicus) e quello maggiorene
(gladiolus communis) ma non ne fornisce (almeno nel testo che posseggo) le
foto. Passa quindi alle tante specie di orchidee a Racalmuto e di queste
fornisce solo la foto del Cephalanthera longifolia, come puoi vedere nelle
digitalizzazioni che riporto. In effetti il fiore che ho notato io è molto
fragile e con steli con rada fioritura. Strano comunque che quel tipo di
fiore che prospera a primavera a Racalmuto (a Bovo ad esempio) poi si trovi a
Poggiopoponesco e a Santa Lucia di Fiamignano. Ma qui sono molto radi.
Stentano ad attecchire cioè. Torno a battere dove il dente duole. Tutta
questa questione perché non la organizzi in tanti post che potrei pubblicare
nel mio Blog contra?
La causa dell'estinzione di alcuni esemplari è dovuta ai
diserbanti.Questo esemplare è stato trovato anche in Toscana.(a Campopetroso).Qui
il gladiolo spontaneo è stato dichiarato specie super protetta.(da non
raccogliere assolutamente.)Se cresce nel tuo podere,puoi ritenerti fortunato.
""Gladiolo dei campi Specie distribuita ovunque
nella Regione mediterranea, Gladiolus italicus è comunemente detto Gladiolo
dei campi. In Italia si può trovare principalmente al Centro e al Sud. Cresce
nei campi coltivati, oliveti e terreni erbosi, pendii rocciosi, fino a 700 m,
dove fiorisce da aprile a maggio. Una volta molto comune, oggi è sempre più
raro trovarlo in grandi quantità poiché le lavorazioni profonde del terreno e
l'utilizzo di diserbanti ne limitano la diffusione. Questo è un estratto
della voce Gladiolo dei campi proveniente dall'enciclopedia libera Wikipedia.
All'interno di Wikipedia è disponibile un elenco dgli autori."
Mi autorizzi a richiamarti almeno come Autrice in un post che
mi accingo a scrivere in CONTRA OMNIA RACALMUTO?? Magari non ci metterò la
tua foto se proprio me lo proibisci!
Il merito è tuo per quello che pubblichi. Voglio passare
leggermente inosservata. A me fa molto piacere collaborare ma fa parte della
mia natura la riservatezza.
non voglio meriti che non ho; io di flora non me ne intendo
per nulla e poi sono persino daltonico non conosco i colori. comunque quello
che hai pubblicato in FB lo riperterò in CONTRA sia pure all'interno di una
serie di post che mi accingo a scrivere che prendono spunto dalla flora per
parlare di altro, al mio solito. Vorrà dire che ci metterò la foto di FB:
quella è pubblica! anche se a me non piace.
Non si tratta di meriti. Anch'io condivido cose non mie
soltanto perché le reputo interessanti.
Buona mattinata...devo correre...ciao.
Fine della conversazione in chat
|
[P.S.-M.P. CALAPA’ è partita da qui e nella sua sua bacheca
FB sta diluviando inua mare di scienza dei fiori. Complimentiarcigna
professressa M.P. Calapà sedente adesso in Milazzo. E quici metto la tua foto: ]
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