Carissimo Alfredo,
non è che mi
sono dimenticato di te, è che io d’estate cesso di essere stanziale e mi porto
freneticamente di qua e di là. Da Racalmuto (ove per protesta ho chiuso la mia
residenza) a Roma nell’Alto Lazio presso il Lago del Salto e quindi ora a Santa
Lucia (ove ho portato per ora la mia residenza) ora a Baccarecce.
La tua
angosciante lettera l’ho quindi reperita solo l’altro giorno.
Mi ha
lasciato di stucco. Ti avevo “abbandonato” pieno di entusiasmi e di ottimismo e
ti trovo in un brutto momento “pre depressivo”.
Dovrei darti
qualche consiglio per calmarti, per essere realista, per non urtare i tuoi “superiori”,
ma non me la sento.
Mi preoccupo
solo per il timore che codesti signori “burocrati del carcere fine pena mai” ti
possano esasperare e possa compiere atti inconsulti soprattutto violenti contro
te stesso. Non sarai Grassonelli o Mangiameli ma un personaggio sei anche tu.
Di te si è interessato persino il novantenne Camilleri. Quindi i tuoi “superiori” direttori o commissari
giudici di sorveglianza o altro dovrebbero essere accorti: un atto tuo insano
ricadrebbe su di loro. Peggio di certe faccende alla marò italiani omicidi in
India.
Che debbo
dirti? credo che tu dovresti fare una delega in carta semplice da inviare al
direttore di Opera al Giudice tutelare di Milano a me e se occorre a qualche
altro, magari allo steso Della Vedova, con cui incarichi l’avvocato
-
AVVOCATO
LORETO ALESSANDRO MARCANGELI in Carsoli
Ad assisterti giudiziariamente, legalmente, e carcerariamente con ampia
facoltà di agire in tuo favore.
Rendo questa
pubblica perché chi ha orecchie da intendere intenda.
Affettuosissimamente.
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