ed io invece dico che ora il male è solo uno: l'antimafia che lotta una mafia ineistente. Morta la mafia negli anni Trenta. in Sicilia ì'OSS americana importò "COSA NOSTRA" americana e assoldò Valerio Borghese IUNIO che andò a sparare con armi americane a Portella della Ginestra il primo maggio del 1947. Dissero poi che era stato SOLO il bandito Giuiano. Da Palermo doveva partire la SECONDA MARCIA SU ROMA per contestare e bloccare la riorganizzazione partigiana che assistita da Tito stava facendo la repubblica comunista con epicentro a Bologna. Sono doumenti carte ed altro da me rinvenuti nell'ARCHIVIO CENTRALE DI STATO all'EUR essendomi intestardito mel cercare la verità storica del mio quasi compaesano il famoso questore Messana- Resto sempre fedele all'insegnamento del compagno Pajetta che affermava la verità essere sempre rivoluzionaria. Mi dispiace ma davvero nelle banche di Sindona c'era un conto che si intitolava SI.CO che voleva dire Sindona-comunisti e vi passava il ben di dio o meglio tanto sterco di Mammona. L'AVVENTURIERO Valerio Borghese Junio dopo l'assestamento "democristiano" della Sicilia venne remunerato con una banchetta in Via Veneto che doveva andare dopo fallita per essersi dissanguata nel finanziamento del colpo di Stato della - dissero - buffonata dei forestali di Cittàducale. A salvare quella banchetta fu sì Sindona ma per ordine di Via Nazionale 91. Con don Pippais volevamo fare emergere quesa storiellina in senso all'inchiesra Sindona di San Macuto ma il compagno Emmanuele Macaluso ce l'impedì essendo vice presidente (presidente un addormentato De Maertino, padre).Ma a Don Peppino, Macaluso gliela fece pagare cara perché lo fece incriminare da Vitalone per ordine di Andreotti come reo di violazione dei segreti di Stato in occasione della lista della P2 su cui poi sprloquiò un reboante e temerario presidente della repubblica SOCIALISTA (Pertini) col rischio di mandare a scatafascio la Repubblia Italana- Vendicativo Emmanuele non ubbidì neppure a Berlinguer e don Peppino non fu più candidato perdendo l'immunità parlamentare- Don Peppino scappò in Vallo della Lucania ospite (indovina di chi cara Tina). Senonchè dopo il figlio di don Peppino, il BAFFO MASSIMO dienne onnipotente in via delle Botteghe Oscure e Emmanuele pateticamente se ne tornò a Palermo. Non so più cosa conti ma so cosa racconta (o crede). In compenso però si gode le grandi fortune della moglie o compagna (poco mporta).
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