Carissimo Pietro, come di consueto, i tuoi ficcanti interrogativi mi costringono a pensarci sù. Non so mai se darti ragione o no! Ma diciamo fino dove secondo la mia quadraura del cerchio esistenziale posso convenire con te e dove mio malgrado me ne distacco. Le narici di Montanelli non mi hamo mai interessato. Certo, non riuscirò giammai a votare turandomi il naso. Al limite me ne asterrei. Ti rispondo quindi a modo mio, in termini forse bizzarri. Innanzitutto, senza colpa, che paese mi hanno lasciato i miei genitori? Il 16 luglio 1943 entrarono al mio paese gli Americani. Avevo nove anni. Dovetti quindi vedermela con Einaudi e Menichella che per salvare la lira di Agnelli ci costrinsero ad un regime di fame (letteralmente), con l'ira di un Papa (Pacelli) ghe dopo avere perdonato ad Hitler e Mussolini l'imperdonabile si mise accigliatissimo a scomunicarci tutti comunisti e socialisti E peraltro con le OSS americane che in Sicilia ci regalarono Portella delle Gimestre, Ma subito Guido Carli s'inventò i 'prestiti compensativi' e il 'risconto sotto fascia' e suscitrò il miracolo economico vincendo persino l'immaginario oscar della lira. Per converso De Gasperi giocò d'astuzia con gli Americani e con lo stesso papa Pacelli e inizio l'era di una democrazia politica in Italia che con tutti gli inevitabili sbandamenti ci civilizzò. In nome di Gramsci, avemmo una cultura d'avanguardia persino rivoluzionaria. Etc. Che lascio io, non ai miei figli perché non ne ho, ma ai figli degli altri? Una Italia che storcano il muso quanto vogliano, ma resta la settima potenza economica del mondo, un papa che affronta con misericordia gli esodi biblici del momento, una democrazia che brucia all'istante Napolitano, Bersani, Letta e Renzi appena non coassili con lo sviluppo atipico del terzo millennio. Qualche spauracchio: la manichee presunzioni di tante frattaglie del millennio scorso che vorrebbero impore la loro etica (quanto ipocrita Dio solo sa), la loro visione retriva e razzista, la loro libertà sessuale vigilata. Che ti debbo dire? l'ottimismo della mia volontà, ad onta di tutto, esplode fiducioso, il pessimismo (cattolico) della mia intelligenza cede per ora il passo a questa mia voglia di bene sperare per l'avvenire. Calogero Taverna
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