Il presente articolo di Lillo Mendola, da me passato per e-mail ad un ispettore superiore della Banca d'Italia ora in pensione ma consulente apprezzatissimo di grandi banche nazionali, è stato particolarmente apprezzato. Mi ha telefonato appositamente per congratularsi per la lucidità, la compostezza, la competenza e la chiarezza esplicativa dell'articolo. Rigiro i rallegramenti con vera gioia all'Autore, a Lillo Mendola.
Grazie alla facilità di contatto offerti dal World Wide Web, è possibile, per chi è lontano dalla propria terra di origine, conoscere e partecipare agli eventi che attanagliano o fanno gioire una comunità a cui ti senti profondamente legato.
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Grazie
alla Rete si ha la possibilità di
rivedere ed interagire con vecchi amici dimenticati, conoscerne di nuovi
ed apprezzare come le generazioni
precedenti alla tua continuano ad amare, in maniera disinteressata ,le vicende
del paese e come le nuove generazioni interagiscono con il resto del mondo.
Inevitabilmente
,nel quotidiano “collegarsi “ ,si resta
coinvolti dalle problematiche che
vi si sviluppano ed il dibattito conseguente alla loro risoluzione.
Racalmuto ,per certi versi è legato indissolubilmente con il
paese limitrofo Grotte ed al di là dei
reciproci sfottò calcistici e di confronto amministrativo entrambi sono oggetto
di monitoraggio dal giornale locale Malgrado
Tutto il cui Direttore editoriale è originario di Grotte e dai Blog locali che ne alimentano il
dibattito culturale e politico amministrativo. Si è sempre parlato di riunire i
due paesi per l’estrema vicinanza dei territori ma vuoi per motivi campanilistici
vuoi per la contrastante valutazione di
costi/ benefici rimangono realtà
amministrative a sé stanti anche se v’è
una continua osmosi con una forte compenetrazione di idee, atteggiamenti, esperienze fra gli abitanti.
Nel
blog che mi ospita, Contra Omnia Racalmuto , sono stati sviscerati i problemi che dal 2010 hanno
contraddistinto la vita politica e amministrativa del paese. Il fatto più
eclatante,che ha avuto una certa
rilevanza nazionale ,per essere il paese
di origine dello scrittore Leonardo
Sciascia ed anche per gli effetti che ha
prodotto successivamente, è stato il poco soppesato scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni mafiose.
Non
che Racalmuto sia stato esente degli
effetti perversi della violenza mafiosa, negli anni 90 ,come tanti paesi dell’agrigentino, è stato coinvolto nella guerra di mafia
con una sanguinosa faida tra i
cosiddetti “stiddari” ed i “pungiuti” da
Cosa Nostra ed a farne le spese sono
state anche delle vittime innocenti.
Forse
in quel periodo sarebbe stato più giustificata una più determinata azione per far “sentire” la presenza dello Stato .
Il
commissariamento del Comune di Racalmuto,alla luce delle risultanze successive,
sembrerebbe fatto più per motivi di buona condotta amministrativa ,con l’equilibrio dei conti ,
che per “ripulirlo” da elementi mafiosi.
Il risultato è stato un continuo inasprimento di tasse e tributi locali e con esso gli animi dei suoi abitanti già
stressati e stremati dalla crisi in generale e proseguiti con gli interventi
riparatori di bilancio .
L’aumento
dell’ICI /IMU al massimo della tariffa consentita, è stato giustificato dai commissari con la necessità di mantenere i posti di lavoro,a
tempo determinato ma nei fatti rinnovato alla scadenza, nell’esuberante organico
comunale formatosi ,come spesso accade in Italia ,più dal ricorso a logiche clientelari che da necessità di pianta
organica del personale.
Giocoforza,
per non far restare senza mezzi di sostentamento svariate famiglie, lu’
racarmutisi ha acconsentito,suo malgrado, all’aumento.
Successivamente,si
è scelto di fare cassa, con l’innalzamento della tassa sull’immondizia (Tarsu)
“esternalizzata” come servizio di raccolta e riscossione della stessa ad una
società mista formata da un consorzio di comuni della provincia .
Tutto
ciò è stato sviscerato nel dibattito della classe politica locale e l’opinione pubblica
sempre più presente attraverso gli svariati strumenti di comunicazione
tecnologica quali i vari blog e social
media cittadini e giornale on line.
Quello
che più preme far notare è come le
novità o meglio “l’innovazione” possa
creare problemi non di poco conto nel
quieto vivere dei cittadini.
Mentre
a Racalmuto
la fonte di tante preoccupazioni proviene , per
così dire ,da una innovazione di
tipo legislativo, quale l’esternalizzazione di un servizio,
gestito in economia fino ad un certo
momento con relativa soddisfazione e costi contenuti al subentro della novità
invece ,si verifica l’aggravio sproporzionato di costi cui non corrisponde un servizio adeguato.
A Grotte
parimenti, la fonte di preoccupazione dei suoi abitanti , sembrerebbe provenire
da un’innovazione di tipo finanziario,ovvero da un “contratto di finanza derivata “ ed
è su questa che vorrei porre l’attenzione.
Nel
giornale on line delle due comunità, Malgrado Tutto, mi
colpisce un titolo :
Essendo
per esperienza personale e professionale non proprio a digiuno di cose
finanziarie, il primo pensiero che mi sovviene è : – guarda un po’ che
differenza mentre il Comune di Racalmuto è in sofferenza, il cugino Comune di
Grotte “gioca”.
Immagino
i suoi impiegati comunali concentrati
sui “monitor” ad aprire e chiudere posizioni in azioni, obbligazioni ,valute ed
a fine giornata tirare le somme della forsennata movimentazione finanziaria.
E’
solo un momento, la lettura dell’articolo vanifica l’immagine, Grotte “precipita nel buco dei derivati” ..nel 2005
il Comune si impegnò ad acquistare dalla Banca Nazionale del Lavoro derivati
per due milioni di euro. Ma quello che allora sembrava un “investimento”(il
virgolettato è mio ) redditizio - anche se vietato dal regolamento del
ministero dell’Economia – si è rivelato un disastro. Caspita vuoi vedere
che se Racalmuto piange, Grotte non ride.
Ironia
a parte dopo tutta una serie di luoghi comuni sui derivati, per la verità
amplificate dai media per i vari
scandali internazionali di banche e finanziarie che stanno
caratterizzando i nostri giorni,anche un piccolo paese come Grotte incappa nella
sottoscrizione di un prodotto
strutturato di finanza derivata.
In
una recente intervista televisiva Alessandro
Profumo ,Presidente del Monte dei Paschi di Siena,alla domanda della
conduttrice cosa ne pensasse dei derivati li ha paragonati ad un medicinale:
può far bene e può far male , quindi da prendere sotto prescrizione medica .
Il
famoso “manager” già amministratore
delegato di Unicredit credo abbia ripreso la definizione dalla prof.ssa Nicole El karoui matematico famosa per aver ideato un master
dove si formano gli analisti quantitativi cosiddetti “Quants” che gestiscono a
Londra e New York tali prodotti :- sono come un farmaco, a piccole dosi è
efficace, un uso eccessivo può essere catastrofico – ebbe a dire in una
recente intervista.
I
derivati ultimamente sono diventati il capro espiatorio della crisi finanziaria
,mentre sono solo dei prodotti capaci di assicurare una copertura contro i
rischi di un investimento finanziario, i
problemi sorgono nel momento in cui si utilizzano quale strumento di speculazione.
Ma
chi è stato il medico che l’ha prescritto? E per combattere quale malattia?
Fuor
di metafora, l’utilizzo degli strumenti derivati da parte degli enti
territoriali trae origine dal decentramento amministrativo e dalla riforma del
titolo V della Costituzione nonché dall’eliminazione del regime di monopolio
della Cassa Depositi e Prestiti nell’erogazione del credito.
Tutto
ciò ha spinto verso un aumento dell’autonomia finanziaria delle amministrazioni
territoriali anche in considerazione della
politica di contenimento della spesa a livello centrale ,che ha comportato la necessità per questi enti di
reperire nuove risorse esterne per il finanziamento delle proprie spese.
Questo mutamento di
scenario,caratterizzato dal sempre maggior utilizzo di strumenti di raccolta
del denaro quali mutui passivi e prestiti obbligazionari, ha fatto sì che
subentrasse una logica di gestione
attiva del debito, da qui l’utilizzazione di strumenti di finanza c.d. innovativa, quali appunto i contratti derivati.
Il ricorso all’indebitamento
da parte degli enti locali trova regolamentazione nell’art. 202 del TestoUnico sugli Enti Locali, D. Lgs. n. 267 del 2000 (c.d. T.U.E.L.), il
quale prevede che “il ricorso
all’indebitamento da parte degli enti locali è ammesso esclusivamente nelle
forme previste dalle leggi vigenti in materia e per la realizzazione degli
investimenti”, fissando il principio generale in base al quale
l’indebitamento di tali enti può essere destinato a finanziare solo
spese in conto capitale e non spese correnti, possono cioè
ricorrere all’indebitamento solo per finanziare spese d’investimento.
Il quadro di riferimento
normativo che regolamenta l’accesso ai mercati ed alle operazioni in derivati è
il D.M. 1 dicembre 2003, n. 389, attuativo dell’art. 41, comma 1 della leggen. 448 del 2001 (finanziaria per il 2002) dove si a stabilisce che gli enti locali “possono emettere titoli obbligazionari e in via del tutto innovativa , prevede
l’utilizzo di strumenti finanziari
derivati .
Nello specifico, il derivato
stipulato dal Comune di Grotte, come
si evince dalla delibera n.119 del 2010 è del tipo I.R.S. “Interest Rate Swap”con Purple Collar prodotto confezionato dall’intermediario che
ne ha proposto la sottoscrizione,in questo caso, la
BNL spa Gruppo BNP Paribas , che ha avuto il duplice ruolo di
controparte e consulente quindi con un possibile conflitto d’interesse.
La motivazione della
sottoscrizione era quella di avvalersi dello strumento derivato “per approfittare della possibilità di
revisione dell’onere complessivo del debito” attraverso “la
ristrutturazione dell’indebitamento” e con “le finalità di contenimento degli oneri finanziari sull’indebitamento
a medio termine dell’Ente calcolando un nozionale che alla data originaria (11.07.2005)
ammontava a euro 2.153.138,82.”
Nulla si dice delle
condizioni, tassi e durata, del mutuo che ha originato l’indebitamento , per
cui si è deciso di ricorrere allo strumento derivato per centrare l’obiettivo
di ristrutturazione del debito e la riduzione degli oneri finanziari
,necessario per poter fare un confronto sulla “convenienza economica” della
sottoscrizione .
La delibera c’informa che
lo swap ha previsto un “Up Front” di
21.500 euro ed è “decrescente secondo
un piano di ammortamento, fino alla scadenza che è fissata per il 31.12.2023 “
. Inoltre alla data del 30.06.2010 ha
prodotto “ differenziali positivi "per
euro 48.477,64 (comprensivo di up
front ) e "differenziali negativi" per
euro 76.691,82,la somma algebrica è un risultato negativo per euro 28.214,18.
Infine il contratto prevede
l’estinzione anticipata,la Banca ,
per un valore residuo del debito al 06.09.2010, pari ad euro 1.411.572,92, la quantifica in 21.100 euro negativa per l’Ente che sommati al risultato algebrico dei
differenziali precedenti porterebbero per così dire, il “danno derivato” dalla
sottoscrizione dell’IRS, a 49.314,18
euro.
Nella stessa delibera si
precisa che la Giunta Municipale ,
prende atto che “da una analisi dei
principali indicatori di mercato e dall’andamento del mark to market relativo al contratto di finanza derivata in
essere,si evince che le condizioni di mercato sono estremamente favorevoli
all’estinzione anticipata del contratto I.R.S. fermo restando che le condizioni
potrebbero subire delle rapide modifiche sui mercati dei capitali.” Non
viene specificato se la disamina delle condizioni e analisi del mercato viene prospettata dalla
Banca o dai Revisori dei Conti che pure risultano presenti alla seduta,a noi l’estinzione
del contratto sembrerebbe suggerita dalle più stringenti norme in tema di redazione dei bilanci pubblici e limitazione
dei rischi degli strumenti finanziari regolamentati successivamente con la leggefinanziaria 2008 legge n.244 del 24 dicembre 2oo7 prima e leggefinanziaria 2009,con la legge n.203 art.3 poi.
Cerchiamo di capire,nonostante
le scarne notizie, in che cosa consiste il derivato in questione , che tipo di
operazione ha effettuato il Comune di Grotte e se ha centrato gli obbiettivi
che si proponeva.
Il contratto stipulato dal
Comune è del tipo “Interest Rate Swap”
ed è detto “derivato” in quanto deriva da variabili esterne il cui andamento
non è prevedibile al momento della sottoscrizione.
Si tratta ,come si evince
dalla traduzione letterale, di scambio
dei flussi di tassi d’interesse, più
specificatamente è un “contratto
derivato mediante il quale le parti si impegnano a versare e a riscuotere a
date prestabilite degli importi determinati in base al differenziale di tassi d’interesse diversi.”
Lo swap, in sostanza, è un contratto in base al quale le parti si
scambiano, a scadenze prestabilite,somme di denaro calcolate applicando ad un
medesimo importo di riferimento ( il nozionale)
due diversi parametri che possono riguardare tassi d’interesse, tassi di
cambio, indice di mercati .
Il nozionale ,nello swap è ,quindi,
un certo ammontare di capitale fittizio
su cui le parti si impegnano a pagare o
riscuotere il differenziale di tassi d’interesse.
Quando il nozionale non
rimane costante nel tempo ma si ammortizza,seguendo per esempio l’ammortamento del mutuo in riferimento al
quale lo strumento finanziario svolge
funzione di copertura, viene detto di tipo
amortizing e si
contrappone al tipo bullet che si ha quando
l’importo nozionale di riferimento rimane costante nel tempo,cioè sempre uguale
fino alla scadenza.
L’up front è un anticipo
su una parte dei pagamenti che l’intermediario dovrà effettuare al cliente ,in
cambio di basi di partenza a lui più favorevoli rispetto alle normali
condizioni di mercato ed in forza del
contratto derivato concluso.
Con l’I.R.S.( interest
rate swap) quindi due parti
si scambiano flussi di interessi collegati ai principali parametri del mercato
finanziario e calcolati su un importo sottostante (nozionale).
Un soggetto indebitato ad un tasso d’interesse fisso può sostituire lo stesso con un tasso variabile ,la stessa operazione può essere effettuata all’inverso,nel senso che un soggetto indebitato con un tasso variabile può,in virtù del contratto,sostituirlo con uno a tasso fisso.
Per ridurre la rischiosità di tale operazione, le parti
possono accordarsi e stabilire dei
limiti massimi e minimi, al di sopra (cap) od al di sotto (floor) dei quali il tasso
variabile non potrà andare.
Il cap rappresenta una garanzia per il soggetto che si
obbliga a corrispondere il tasso variabile, in quanto può
stabilire che se il tasso di riferimento per esempio l‘Euribor supererà un
determinato tetto comunque non pagherà più del cap.
Specularmente il floor rappresenta una
garanzia per il soggetto che percepisce il tasso variabile, in quanto può
stabilire che se il tasso di riferimento (Euribor)scende al di sotto del tasso
soglia,comunque percepirà almeno il floor.
L’opzione collar è una combinazione
delle due opzioni e prevede che il tasso variabile pagato dal soggetto obbligato non possa
superare un tetto massimo o scendere al di sotto di una soglia minima, più
precisamente un interest rate collar
implica l’acquisto di un cap e la contestuale vendita del floor con differenti
tassi fissati dal contratto (c.d. strike rate).
L’effetto finale è quindi
quello di limitare i tassi entro una banda di oscillazione determinata dai
tassi fissati dal contratto.
Ma qual è lo spirito e l’utilità di questa operazione.
Queste operazioni
finanziarie sono state sviluppate per offrire la possibilità, a chi le
sottoscrive, di tutelarsi da eventuali rischi di variazione dei tassi, oppure
per speculare sulla riduzione o sull’incremento di un certo tasso nel tempo.
Nel
caso del Comune di Grotte lo
spirito era quello di tutelarsi da eventuali incrementi dei tassi, al fine di
contenere gli oneri finanziari, come dichiarato nella Delibera della Giunta
Municipale n. 52 del 23/06/2005 , con la
quale è stato dato incarico al Responsabile Finanziario dell’Ente di
sottoscrivere il contratto.
Quindi, l’Ente , che aveva
nel 2005 circa 2.100.000 euro di mutui da rimborsare, voleva tutelarsi affinché
un incremento dei tassi non comportasse un costo maggiore.
Nel mese di
giugno del 2005 ha
stipulato un contratto che prevedeva di pagare alla Banca BNL un tasso
variabile contro il
riconoscimento (incasso) da parte di questa di un tasso
fisso.
In poche parole avrebbe trasformato il tasso da fisso a variabile,
esponendo l’Ente al rischio di incremento dei tassi. E’ proprio l’esatto
contrario di quanto aveva intenzione di fare, o almeno di quanto aveva scritto
di voler fare.
Non credo che il Comune abbia voluto “scommettere” sulla riduzione dei
tassi o speculare sui differenziali tra
gli interessi da pagare e quelli da riscuotere.
E’ verosimile che i responsabili dei servizi finanziari del Comune si siano fatti attrarre dall’anticipazione
della Banca ( 21.500 euro) non avendo ben compreso che la stessa è stata data per il maggior rischio che il
Comune si accollava. Certo l’eventuale danno economico sopportato dal Comune
dovrebbe essere confrontato con
l’esborso in conto interessi che l’Ente era tenuto a pagare con il mutuo non
sottoposto a swap, per poter dire che il Comune abbia perso.
Non voglio pensare che gli amministratori,per quanto possano essere bravi o fortunati,sarebbero stati in grado di speculare sulle previsioni dei tassi per i successivi 18 anni, tanti erano gli anni della durata del contratto (scadenza 31/12/2023).
Non voglio pensare che gli amministratori,per quanto possano essere bravi o fortunati,sarebbero stati in grado di speculare sulle previsioni dei tassi per i successivi 18 anni, tanti erano gli anni della durata del contratto (scadenza 31/12/2023).
Può andar
bene, ma può anche andar male, e molto.
Anche perché tali attività speculative
non rientrano assolutamente negli scopi istituzionali dei Comuni.
Le
domande finali formulate dall’autore dell’articolo di Malgrado Tutto , Paolo Terrana , sono molto pertinenti e dovrebbero ricevere delle chiare e circostanziate risposte.
Lillo Mendola
Lillo Mendola
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