Trascrivo dai miei dischetti questo SPONSALE nobile redatto in MATRICE. E' uno spaccato della vita racalmutese, quella dei ceti alti, alla vigilia del grande trambusto del 1860.
Siamo nel giorno 26 del mese di giugno del 1859. Il nobile don Giuseppe Vincenzo Grillo -
ed i Grillo vantavano nobili lombi baronali - figlio di don Antonio e donna Calogera, prosaico nome specie per una donna che infatti è da presumre che tutti la intendessero come donna Lillina, vuole convolare a giuste nozze. Natutralmente nozze combinate, le grandi famiglie racalmutesi non disperdono i loro patrimoni per faccenduole come innomoramenti o concupiscenti nozze con belle e prosperose popolane.Qualche volta succesee e fu scandalo. La presclta dai soliti prosseneti si cogmomina anch'essa GRILLO. C'è da essese certi che fossero primi cugini. Una dispensa a lor signori era presto data da santa romana chiesa. Se popolani, no! Anche se cugini di quarto grado, la
dispensa veniva accordata previa pubblica penitenza che era come dire una sorta di gogna. Lei con una coroncina in testa, in ginocchio davanti al portone principale della Matrice, tanti rosari doveva recitare. Lui a digiuno per giorni.Il Vicario Foraneo, agente del Santo Ufficio, doveva poi attestare la corretta esecuzione delle disposizioni episcopali. Gli atti della Matrice ne fanno fede.
La cugina carnale si chiamava dunque anc'essa Calogera, era giovanissima ed aveva già diritto al titolo di Donna, anch'essa dunque donna Lillina. il padre: don Gaetano Grillo, la madre donna Rosalia Cavallaro. Reggeva il comune borbonico don Gaetano Savatteri. A quel tempo tutti codesti signori, il gotha della crestomazia racalmutese, erano borbonici di ferro. Dopo,passato manco un anno, sbarcato Garibaldi, furono svelti a vantare orpelli partiottardi, per le vie più traverse asserirono che in qualche modo si erano compromessi con le storie del Quarantotto. E tornarono a comandare come prma, con maggiore iattanza. Solo negli anni Settanta del Novecento Racalmuto può dire che il popolo fu degno di amministrare. Purtroppo nel 2012 la Ministra Cancellieri ci dichiarò mafiosi e ci sciolse. Il Circolo Unione, già dei galantuomini, con i Savatteri e i Cavallaro di oggi l'applauude, forse per gratitudine verso chi li ristora di un atavico torto, e la eleva a socia onoraria.
Siamo nel giorno 26 del mese di giugno del 1859. Il nobile don Giuseppe Vincenzo Grillo -
ed i Grillo vantavano nobili lombi baronali - figlio di don Antonio e donna Calogera, prosaico nome specie per una donna che infatti è da presumre che tutti la intendessero come donna Lillina, vuole convolare a giuste nozze. Natutralmente nozze combinate, le grandi famiglie racalmutesi non disperdono i loro patrimoni per faccenduole come innomoramenti o concupiscenti nozze con belle e prosperose popolane.Qualche volta succesee e fu scandalo. La presclta dai soliti prosseneti si cogmomina anch'essa GRILLO. C'è da essese certi che fossero primi cugini. Una dispensa a lor signori era presto data da santa romana chiesa. Se popolani, no! Anche se cugini di quarto grado, la
dispensa veniva accordata previa pubblica penitenza che era come dire una sorta di gogna. Lei con una coroncina in testa, in ginocchio davanti al portone principale della Matrice, tanti rosari doveva recitare. Lui a digiuno per giorni.Il Vicario Foraneo, agente del Santo Ufficio, doveva poi attestare la corretta esecuzione delle disposizioni episcopali. Gli atti della Matrice ne fanno fede.
La cugina carnale si chiamava dunque anc'essa Calogera, era giovanissima ed aveva già diritto al titolo di Donna, anch'essa dunque donna Lillina. il padre: don Gaetano Grillo, la madre donna Rosalia Cavallaro. Reggeva il comune borbonico don Gaetano Savatteri. A quel tempo tutti codesti signori, il gotha della crestomazia racalmutese, erano borbonici di ferro. Dopo,passato manco un anno, sbarcato Garibaldi, furono svelti a vantare orpelli partiottardi, per le vie più traverse asserirono che in qualche modo si erano compromessi con le storie del Quarantotto. E tornarono a comandare come prma, con maggiore iattanza. Solo negli anni Settanta del Novecento Racalmuto può dire che il popolo fu degno di amministrare. Purtroppo nel 2012 la Ministra Cancellieri ci dichiarò mafiosi e ci sciolse. Il Circolo Unione, già dei galantuomini, con i Savatteri e i Cavallaro di oggi l'applauude, forse per gratitudine verso chi li ristora di un atavico torto, e la eleva a socia onoraria.
REGISTRO DELLE PROMESSE DI MATRIMONIO - 1859 -
ARCHIVIO STATO AGRIGENTO INV. 5
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N.
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N. REG.
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DATA
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COGNOME SPOSO
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NOME
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PADRE
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MADRE
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COGNOME MADRE
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SINDACO
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1
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52
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26.6.1859
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GRILLO
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GIUSEPPE VINCENZO DON
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GAETANO DON
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ROSALIA DONNA
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CAVALLARO
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SAVATTERI GAETANO
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PADRE
|
MADRE
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ANTONIO
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CALOGERA DONNA
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COGNOME SPOSA
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GRILLO
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COGNOME SPOSA
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NOME
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PADRE
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MADRE
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COGNOME MADRE
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SINDACO
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GRILLO
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CALOGERA DONNA
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GAETANO DON
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ROSALIA DONNA
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CAVALLARO
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SAVATTERI GAETANO
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ROSALIA DONNA | CAVALLARO |
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