Il prosieguo dopo, a suo tempo e luogo
…. Se dio ed i troppi miei anni me lo consentiranno.
Grazie
comunque!
“Fa alta letteratura di certo Sciascia quando scrive in Occhio di
Capra:
«Isola
nell’isola, ...la mia terra, la mia Sicilia, è Racalmuto.. E si può fare un
lungo discorso su questa specie di sistema di isole nell’isola:
l’isola-vallo .. dentro l’isola Sicilia,
l’isola-provincia dentro l’isola-vallo, l’isola paese, dentro l’isola-provincia,
l’isola-famiglia dentro l’isola-paese, l’isola-individuo dentro
l’isola-famiglia ...». Un discorso questo che oggi si può leggere persino
nelle banali riviste patinate del
tipo “Meridiani”. Se il passo ha un
valore metafisico, filosofico, di incomunicabilità esistenzialistica, non oso
addentrarmici, ma se vuol essere nota storica su Racalmuto, ebbene mi pare
proprio inattendibile.
La Racalmuto - quella del Cinquecento, quella di prima e quella di dopo
- è solo uno scisto della storia ma tutta quanta vi si riverbera. Se leggo il
magistrale libro di Fernando Braudel su
“Civiltà e Imperi del Mediterraneo nell’età di Filippo II” e nel frattempo
trascrivo carte, diplomi, atti notarili, ‘riveli’ e simili del Cinquecento
racalmutese, scatta un’assonanza sorprendente:
le linee e le scansioni della storia mediterranea trovano eco, conferma,
oppure una riprova o un completamento o una specificazione proprio nel nostro
paese, nelle appannate note delle sue vicende.”
[Da “QUESTIONI E PROBLEMI DELLO SVILUPPO
DEMOGRAFICO DI RACALMUTO NEL XVI SECOLO” di Calogero Taverna : conferenza del 18 giugno 1995alla Fondazione Sciascia, l’unica consentiagli
dai maggiorenti sciasciani, racalmutesi e non].
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