Certo che in quella che è stata patria di un Pietro d'Asaro ed ora di un Rizzo, di un Accursio, di un Baiamonte, di un Lillo Di Puma, di Stuto, di un Cacciato di un Arrostuto ed altri, altri ancora, questo obbrobrio coloristico su cui domina quel cromatico artificio quasi fecale in sovrastruttura a torri e interfaccia parietale più che medievali, induce al ghigno beffardo. Ci diranno mai quanto hanno lucrato coloro birpartizan che a diverso titolo ci hanno propinato questa vomitevole e mefitica coloritura del castello chiaramontano?
mercoledì 12 novembre 2014
Certo che in quella che è stata patria di un Pietro d'Asaro ed ora di un Rizzo, di un Accursio, di un Baiamonte, di un Lillo Di Puma, di Stuto, di un Cacciato di un Arrostuto ed altri, altri ancora, questo obbrobrio coloristico su cui domina quel cromatico artificio quasi fecale in sovrastruttura a torri e interfaccia parietale più che medievali, induce al ghigno beffardo. Ci diranno mai quanto hanno lucrato coloro birpartizan che a diverso titolo ci hanno propinato questa vomitevole e mefitica coloritura del castello chiaramontano?
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