Preg.mo Prof. Di Grado,
il 25 febbraio
p.v. si terrà a Racalmuto una giornata di studio su Sciascia, il Castello Chiaramontano e … Regalpetra: i grandi
interrogativi della piccola microstoria di Racalmuto.
La disturbo per vedere se Ella può
dare un contributo scientifico all’iniziativa che prende a pretesto il castello
Chiaramontano di Racalmuto, per indagare, a 360 gradi, su tutta la vita passata che dalle ere
geologiche sino ad oggi si è consumata intorno.
I lavori, affidati ad alcuni
specialisti, dovrebbero arricchirsi di brevi contributi da parte di tutti gli
addetti ai lavori racalmutesi, dagli archeologi ai cultori di scienze
umanistiche, dagli storici ai togati etc.
Di sicuro parteciperanno i due esponenti delle due
scuole di pensiero che si agitano all’interno della Soprintendenza BB.CC. di
Agrigento.
Personalità racalmutesi affermate
come il prof. Giovanni Liotta o il Procuratore della Repubblica Nuccio Lo
Re o altissime autorità amiche di
Sciascia e di Racalmuto, come sua Ecc. il Presidente del CGA della Sicilia,
hanno dato il loro assenso.
Tra costoro, a mio avviso, la Sua
presenza è d’obbligo.
Quanto agli altri consensi di
politici, tecnici, ingegneri, studiosi, scrittori, sindacalisti, musicisti del
luogo, sarebbe qui ozioso farne l’elencazione.
Spero di vero cuore che Ella ci dia
la Sua qualificatissima adesione. Mi piacerebbe una Sua investigazione sul rapporto tra Sciascia e “lu paisi”:
naturalmente questa vuol essere solo una ingenua provocazione… nessun vincolo e
nessuna direttiva. Ci mancherebbe altro!
Trepido fu il
trasporto del grande Scomparso con i luoghi ed le antiche vestigia del suo
paese.
«E’ stato detto
- polemizza Sciascia in una prefazione alle sue “Parrocchie” - che nelle
Parrocchie di Regalpetra sono contenuti i temi che ho poi, in altri libri,
variamente svolto. E l’ho detto anch’io.» Ebbene, “Parrocchie” è libro fin
troppo scopertamente raffigurativo di Racalmuto (alias Regalpetra), di uomini
racalmutesi (Lascuda, Gaspare Martinez, don Ferdinando Trupia ed anche di ben
precise località (non soltanto la Noce, ma Canalotto, Serrone, Pantanelle,
Castello, Castelluccio, Matrice, S. Francesco, Monte, S. Giuliano, S. Maria di
Giesu sic!, il Corso etc.), di eretici (invero alquanto stracci e paesani quali
fra Diego La Matina), di ritrovi e di taverne (il circolo della Concordia ove
uomini vani si consideravano il sale della terra in affabulazioni vacue,
derelitte, oscene, è ancora operante; da
rievocare).»
Inoltre:
«Il territorio
di Racalmuto ben si presta ad un ordito di transfigurazioni letterarie sulla
scia delle varie, ineguagliabili visioni creative sciasciane. La Noce, ad
esempio, fumiga in un paesaggio tizianesco, con visionarietà erotiche, con
senili “alumbramienti”. La Chiesa del Carmine entra d’impeto nelle Parrocchie
di Regalpetra “con un massiccio sarcofago di granito, due pantere rincagnate
che lo sostengono”. Il Castello Chiaramontano è ancora altissimo ed imponente e
là “il conte stava affacciato al balcone alto tra le due torri guardando le
povere case ammucchiate ai piedi del castello”; allora (nel ‘600) come adesso.
“Di zolfare e saline si dice nei privilegi reali relativi a Regalpetra”.
Zolfare e saline costellano tuttora il territorio racalmutese, per una
rivisitazione creativa alla Sciascia, per una rievocazione delle amare vicende
sindacali come certi antichi contratti.
Località, fatti,
figure, apologhi delle Parrocchie, di Morte dell’Inquisitore, degli Zii di
Sicilia, di Occhio di Capra, del Mare colore del vino, di Kermesse, della vasta
produzione minore, saranno puntualmente ricollocati negli anfratti in cui
Sciascia li aveva allogati pur nella trasfigurazione della propria letteraria
creatività. Il parco - se prescelto - saprà bene individuare una cosiffatta
topografia. Racalmuto resta tutto sommato intatto. Certo, devastazioni,
incurie, inculture danni ne hanno prodotti. Un motivo in più perché si dia vita
ad un raduno di uomini “intelligenti” per sanare le ferite, rimandare ai
posteri ancora integre le prische memorie dementi del paese di Sciascia.»
Qualora volesse
accettare di essere coinvolto nell’iniziativa, potrà dare il Suo assenso al
Vice Sindaco, dott. Enzo Sardo, o al presidente dell’Archeoclub di Racalmuto
rag. Carmelo Mulé o, anche, al sottoscritto.
Con molta cordialità.
Dott. Calogero Taverna
Nessun commento:
Posta un commento