Auto recensione
del romanzetto di 72 cartelle LA DONNA DEL MOSSAD di CALOGERO TAVERNA che mai
qualcuno vorrà pubblicare
Questo è un
romanzetto che si può leggere anche con una mano sola (direbbe Rousseau), ma mi
si farebbe un grosso torto. Cosa voglio dimostrare?
a) Contesto Sciascia che parla di Racalmuto
quale isola nell'isola accanto all'isola uomo, all'isola famiglia e via di
seguito. Un concetto raffinatissimo ma non persuasivo. Comunque io non lo
condivido: Racalmuto invece scisto del mondo che tutto vi si riflette sia pure
con raggi pallidissimi, e da qui, come da ogni piccolo villaggio del mondo, si
dipartono flebili ma veri, ma vivi, i singulti dell'umana sofferenza,
dell'umano gioire, dell'umano redimersi. Un apologo? Guarda caso nella vicenda Sindona
entrano - qualcuno da protagonista - il racalmutese Taverna, il racalmutese
Sciascia, i racalmutese emigrati in Usa, i fratelli Macaluso, l'arciprete, la
villa Macaluso, l'Interfinanza di Racalmuto, i costruttori racalmutesi
dell'ambiguo villaggio di Lampedusa (ed io non so tutto). A Racalmuto approda
una equivoca giornalista israeliana che poi sparisce nel nulla (la donna del
Mossad) ed uno splendido giovanottone un mio nipote acquisito viene concupito da
una splendida fanciulla israeliana che fa la spola tra il Lussemburgo, Palazzo
Chigi, Birgi (al tempo della crisi libica) ed anche questa poi sparisce nel
nulla. Guarda caso Sindona ha il più torbido conto (Nova Scotia) ove
affluiscono strani fondi per Israele (o forse Mossad).
b) Ma Racalmuto
resta piccola e solare, goliardica e bevettola nella ricerca di sapori antichi
di cibi afrodisiaci perduti, succube di impotenze erotiche in esplosione tra
dotatissimi asini raglianti ed eruditismi da seminario maggiore.
Ma là, lontano a
Roma a Milano, a Mosca a Varsavia, a Londra, ad Atene a Gerusalemme, in
Isvizzera, in Usa,nelle isole Cayman si dipana la grande crisi valutaria (al tempo
di passaggio dai cambi fissi ai cambi flessibili) e l'eterna temibilissima
speculazione planetaria deve vedersela con la controspeculazione che il
concerto dei governatori di allora sanno bene orchestrare pilotando banche
ultravigilate, sotto mentite spoglie di spregiudicati speculatori.
c)e piccoli,
insignificanti ispettorucoli, persino mal laureati, qualcuno soltanto capitano
di lungo corso, vengono inviati a investigare veirità che li trascendono,
tecniche di cui ignorano persino il linguaggio. Sono strapagati, sono
"arrapati" come ogni buon contadinotto strappato alla terra del Sud:
i loro capi son peggio di loro: inventori dell'ora erotica, stupidi ma
fedelissimi alla quaterna imperante (giganti, magari giganti del male, ma
svettanti rispetto agli gnomi che li circondano che contro sole faranno magari
ombre lunghissime, ma sempre gnomi restano).
d) fortuna per
loro che partito rabbiosamente marxista, sindacato genuinamente operaio (si
chiamava USPIE), Rinaldo Scheda, Pistulon, Sandro, Ugo, Tommaso e soprattutto
l'intellettualissimo Angelo facessero "vigilanza democratica" e
presidio alle Istituzioni, all'autonomia della Banca d'Italia. Una storia
ignota, tutta da scrivere (che il romanzetto ovviamente non è in grado di
sviscerare. Se non fosse stato per Ivo Turchetti, il sottoscritto sarebbe stato
stritolato, messo alla gogna, mandato forse in galera dai vari Oteri,
Ciancaglini ed un flaccido calvinista di cui mi sono scordato persino il nome.
e) Mica posso
riscrivere qui il romanzetto. Vi è altro, molto altro che deride Cammilleri, il
modo siciliano di far giustizia penale, che per converso esalta il coraggio
delle nuove generazioni di giornalisti locali,il vigore delle spinte etiche
delle periferie di quel magmatico mondo che è la Regione Siciliana, che irride
a Berlusconi, a Veltroni, alle gerarchie di partito, ai palazzi del potere
romano. Troppa carne a cuocere in appena 72 cartelle: presunzione massima di un
sicilianuzzu che senza la sua amata-odiata banca d'italia sarebbe rimasto a
fare l'apprendista barbiere a Racalmuto cimentandosi magari nelle ruffianesche
serenate tanto icasticamente vezzeggiate dal suo grande paesano Sciascia.
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