lunedì 8 dicembre 2014
io e l'articolo 21
Opinioni
Restituire autonomia costituzionale alla Banca d’Italia
Se la ridda di sentenze degli austeri tribunali di Milano avverso Bankit e soprattutto ostili al grande governatore Antonio Fazio avevano lasciato perplessi (almeno noi addetti ai lavori); se un briciolo di resipiscenza c’era sembrato di cogliere nella decisione assolutoria della Corte di Appello meneghina, ora dobbiamo versare lacrime amare per una doppia censura della CASSAZIONE, dissolvente ogni fisionomia costituzionale del governatore della Banca d’Italia.
Vecchio articolo 1 della legge bancaria del ‘36: “la raccolta del risparmio fra il pubblico sotto ogni forma e l’esercizio del credito sono FUNZIONI DI INTERESSE PUBBLICO .. ” E per di pù “tali funzioni sono esercitate da Istituti di credito di diritto pubblico, da Banche di interesse nazionale, da Casse di Risparmio e da Istituti, Banche ed imprese private a tale fine autorizzati.”
Legge fascista si dirà: sì, certo ma per ermeneutica consolidata nella giurisprudenza e nella dottrina, quella legge è stata acquisita ed immessa nello spirito della nuova Repubblica Italiana democratica con il suggello dell’art.44 della Costituzione: intangibile quindi con ordinaria deregolamentazione.
Succede che un D.LGS del 1993 spazza via ogni aspetto di superiore difesa pubblica del risparmio e l’art. 1 diventa una sequela retorica di vacue “definizioni”. Che astuzia!! Il Governatore viene espunto da organo tutorio, ma anche di vigilanza attiva, di autorità di indirizzo del credito e del risparmio e resta solo come una sorta di amministratore delegato di comune azionaria a nome Banca d’Italia, salvaguardata ovviamente ogni prerogativa giuspubblicistica. Paradossalmente l’equivoco ex art. 10 in odore di stridore costituzionale viene anteposto di tre numeri e tale e quale risorge come ai tempi del fascismo: si salvaguarda quella specie di tribunale speciale che è l’attribuzione del giudizio di procedibilità penale al Governatore. Per vicende rimaste esemplari nella storia del mondo bancario italiano di questo dopoguerra, pur tuttavia quel potere là – pericoloso ed increscioso – si era ridotto ad un mero varco non ostativo per il passaggio alla giustizia ordinaria delle condotte antidoverose delle banche et similia.
Sarà per effetto di queste follie legislative, sarà per altro, fatto sta che a Milano sede della più autorevole dottrina giuspubblicistica dell’ordinamento sezionale del credito a partire dal capo scuola Giovanni Pratis, si derubrica la figura a rilievo costituzionale del Governatore e lo si riduce a “vigile equidistante” della privatistica legge sull’OPA. Le funzioni giuspubblicistiche di vigilanza creditizia e di indirizzo della politica monetaria e creditizia cassate per sentenza pretorile,
Speravamo in un ritorno al rigore dell’alta scuola di diritto costituzionale ed amministrativo italiana da parte della Cassazione. Nulla, il teorema Ichino ribadito, rimarcato, adottato. Così si costruisce un “misfatto” e lo si inquadra in un “fatto” onde applicare una “norma”, addirittura di grande dissolvenza penale.
Noi speriamo che con la prossima legislatura, esaurita la rottamazione ove mi pare sono finiti tritati anche omonimi della magistratura milanese, si abbiano scienza e coscienza per restituire autonomia costituzionale alla Banca d’Italia e ripristinare la figura sovraordinata del Governatore della Banca d’Italia, specie per le gravosissime responsabilità in seno alla BCE.
4 gennaio 2013
Vecchio articolo 1 della legge bancaria del ‘36: “la raccolta del risparmio fra il pubblico sotto ogni forma e l’esercizio del credito sono FUNZIONI DI INTERESSE PUBBLICO .. ” E per di pù “tali funzioni sono esercitate da Istituti di credito di diritto pubblico, da Banche di interesse nazionale, da Casse di Risparmio e da Istituti, Banche ed imprese private a tale fine autorizzati.”
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Hanno collaborato con noi: Massimo A. Alberizzi, Silvia Agostini, Lino Aldrovandi, Gaetano Alessi, Diego Alhaique, Andrea Alicandro, Anna Altobelli, Alessandro Ambrosin, Angela Ammirati, Sabrina Ancarola, Alessio Antonelli, Maria Antonietta Farina Coscioni, Don Antonio Cannavera, Giovanni Anversa, Debora Aru, Diletta Aurora Della Rocca, Giuseppina Avola, Gaetano Azzariti, Flavio Bacchetta, Alberto Baldazzi, Chiara Baldi, Ida Baldi, Giorgio Balzoni, Luca Baratto, Salvatore Barbera, SIlvia Bartolini, Romano Bartoloni, Giuseppe Basile, Barbara Bastianelli, Gian Battista Frontera, Stefania Battistini, Marco Bazzoni, M. Bazzoni e C. Soricelli, Maurizio Bekar, Pietro Bellantoni, Giampiero Bellardi, Fabio Bellumore, Glauco Benigni, Domitilla Benini, Laura Berti, Roberto Bertoni, Luisa Betti, Gianfranco Bettin, Bice Biagi, Valerio Bianchi, Rudra Bianzino, Francesco Bilancia, Paola Bisconti, Giuseppe Blasi, Maurizio Blasi, Antonio Boccuzzi, Franco Bomprezzi, Daria Bonfietti, Danila Bonito, Alessandra Borella, Oriana Boselli, Tareke Brahne, Stefania Brai, Tareke Brhane, Luigi Briganti, Cecilia Brighi, Paolo Brogi, Lucio Brunelli, Patrizia Bugnano, Antonella Bundu, Alberto Burgio, Paolo Burini, Lino Busà, Antonio Buttazzo, Luciano Butti, Paolo Butturini, Paolo Cacciari, Mario Calabresi, Marco Calamai, Valeria Calicchio, Maurizio Calo, Manuela Campanella, Andrea Camporese, Matthias Canapini, Fernando Cancedda, Marino Canzoneri, Arnaldo Capezzuto, Marcello Caporiccio, Valeriano Cappello, Claudio Caprara, Laura Carcano, Alessandro Cardulli, Paolo Caretti, Paola Caridi, Lorenza Carlassare, Sandro Carli, Nevio Casadio, Rino 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