Mi scoccia sunteggiare il passo, ve lo propongo proprio così come Sciascia lo scrisse, Era il 1949. Lui aveva 28 anni, sei di più del mio denigrante lecchino. Io ne avevo15, non tantissimi ma sufficienti a capire Racalmuto, com'era Racalmuto. Era proprio come dice Sciascia: detestabile. "In nessun modo lo amiamo" scriveva da par suo Scascia e mai amò Racalmuto. Messana che è colto quasi quanto me sa bene come stanno le cose. Quando fa scrivere sul blog comunale, bello e vezzoso ma vuoto di contenuti, che Sciascia considerava Racalmuto "un paese straordinario che amava" compie un falso, una truffa culturale. Lo Sciascia vero è quello del "paese con figure", non è quello falso e bugiardo che scrisse sulla Illustrazione Italiana quello che scrisse sul Circolo Unione o che irritato con Pasolini che lo accusava di essere "ipotattico" aggirò l'ostacolo e subdolamente architettò una perifrasi indecente che qualche beota compaesano trascrisse in una lapide informe sotto la Fondazione. Confrontiamo l'eloquio sciasciano e questo strozzato lamento che l'IGNOTO scarabocchiò su una immonda lapide in flex. Preferisco il secco saraccare del nottambulo forse in euforia dopata. Frase da scolpire, altro che inciviltà! Ma che gli ha preso ad Emilio? Si è reso conto di come ha denigrato il suo paese con questa superna ciarlata. Si ravveda.
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