TRS98 tiene ancora come suoi post più letti una mia
virulenta polemica col comune di Racalmuto e con il vice presidente del
consiglio comunale di Racalmuto Peppe Guagliano. Riporto quel mio link qui in
fin dei conti grato a Nicolò Giangrego che quel sito web TRS98 dirige ed anima
encomiabilmente e secondo gli ultimi dati di Alexa proiettato ai massimi
vertici della schiera sconfinata di siffatti mass media agrigentini. Grande,
non solo di corpo, questo mio caro amico Nicolò Giangreco. Racalmuto non è solo
il paese di Sciascia (che detto sottovoce odiava come scrive in Fuoco
sull'acqua) ma di tanti bei virgulti culturali, giornalistici, universitari,
accademici, magistrati, studiosi, poeti, ingegneri etc. etc. Sono fiero di
essere Racalmutese. Calogero Taverna
RACALMUTO – Calogero Taverna:”Il diniego dell’ufficio
tessere”
Postato in19 agosto 2014. Tags: Calogero Taverna, Racalmuto,
ufficio tessere comune
RACALMUTO – Calogero Taverna:”Il diniego dell’ufficio
tessere”
Caro sindaco, stamani sono rimasto vittima di una arrogante
inefficienza del tuo Ufficio TESSERE- Questo è posto al primo piano e cos si
costringono i poveri vecchi come me o peggio gli handkappati a farsi tre rampe
di scale. Alle 10,45 mi presento in quell’ufficio per avere rilasciata la carta
di identità e così finalmente ottenere da Canicattì l’assegnazione del medico
di cui all’attuale normativa di settore. Una signora di una gentilezza estrema
svolge encomiabilmente il suo dovere di ufficio. Mi invia alle Poste per il
pagamento di quanto dovuto. Mi assento per l’adempimento de quo. Ritorno e
trovo una signora attempata e piuttosto robustella che prende ora lei la
pratica in mano (prima non c’era. Dov’era? Assente? giustificata?) e mi soleva
tutta una serie di obiezioni senza capo né coda. Risultato il rilascio della
tessera già pronta non mi viene concesso. A me le parole non bastano. Dille che
mi metta per iscritto le ragioni del diniego. Vi sono altri aspetti
esasperanti. Non voglio qui renderli palesi. Al momento opportuno e ove
occorra. La macchina amministrativa così non parte. Tu naturalmente non c’eri.
Il segretario è araba felice. Ho visto solo agitarsi Guagliano. A che titolo?
ma questo come vive? e con quali deleghe fa il supersindaco? Comunque l’ufficio
tessere ha impiegati a singhiozzo e si permette dinieghi che già mi hanno
procurato danni non indifferenti.
8 Responses to “RACALMUTO – Calogero Taverna:”Il diniego
dell’ufficio tessere””
Giuseppe Guagliano scrive:
20 agosto 2014 alle 16:00
Senza voler fare nessuna polemica, voglio informare il sig.
Taverna che al palazzo comunale è in funzione da tanti anni un ascensore al
servizio del 1° e 2° piano del palazzo municipale.
C’è effettivamente
qualche barriera ancora da abbattere,cosa a cui l’amministrazione dovrà porre
rimedio al più presto.
In paese è opinione
diffusa che al sig. Taverna qualsiasi cosa dica o faccia non è il caso di
replicare.
I Racalmutesi lo
considerano come una sorta di mascotte dedita al pendolarismo tra Roma e
Racalmuto che quando è in paese ha bisogno di richiamare l’attenzione per non
scivolare nel dimenticatoio.
Io sono dell’avviso
che tutti (anche il sig. Taverna) meritano considerazione e rispetto.
Ritengo un suo
diritto la critica in direzione di possibili disservizi.
Ritengo altresì
irrispettoso e un po “Burino” il linguaggio e l’inopportunità di certe
esternazioni chiaramente diffamatorie.
Invito l’interessato
a rileggere prima di pubblicare le sue note, onde evitare non già querele che
sono convinto nessuno gli farà mai, ma più tosto che scivoli definitivamente in
un sentimento di compatimento generalizzato, che è evidente significherebbe la
“morte” civile per ogni essere umano.
giuseppe scrive:
21 agosto 2014 alle 12:32
il Suo protagonismo, La sua arroganza, spinge gli imbecilli
a manifestarsi per come sono, mi domando come una persona con la sua
intelligenza la sua capacità dialettica può mancare di rispetto a una donna mai
vista? La trova attempata e robustella, Lei conosce il galateo Signor come si
chiama a.a. mi pare Taverna si si Taverna quel pensionato da 10.000 euro
mensili che viene da roma per godersi la pensione nel nostro paesello.
Smania di
protagonismo, posizione primaria, di spicco, smania di essere al centro dell’attenzione,
di primeggiare offendendo una donna! Vada a farsi fottere
calogero taverna scrive:
8 settembre 2014 alle 21:59
Questi due imbecilli che stanno sopra sono appunto due
imbecilli per essere degni della mia attenzione. Degli imbecilli non si cura il
pretore. Rispondo ora perché ora me ne sono accorto. Conoscendoli intus et in
cute da quando facevo a Roma il consulente all’AIMA mi posso permettere di
spernacchiarli. Calogero Taverna
peppe scrive:
16 settembre 2014 alle 15:49
SI IDENTIFICHI !!!
Ex ore tuo te judico
Sapiens, ut loquatur,
multo prius consideret
Stultorum infinitus
est numerus
Calogero Taverna scrive:
28 settembre 2014 alle 10:09
Oddio! Ora questo peppe si mette a belar latino. E’
credibile? ex imbecillorum copia unicum exemplar racalmutensis: parvus belans
pastor qui fruit vagulis cittionibus in latino eloquio eius sodalis ex de
becera stirpe simiarum
Calogero Taverna scrive:
10 ottobre 2014 alle 14:52
A questo Peppe Giuseppe fra decu la matina reincarnato che
mi vuole fare apparie come uno di quelli che chissà quali pensioni d’oro si
becca, sottopongo alla sua malignità questo mio cedolino pensionistico. Il
lordo della pensione deriva da contributi tutti esosi corrisposti tra Banca
d’Italia e SECIT (Min. Finanze). Niente evasioni sia chiaro, niente furbizie.
Da notare che dopo essermela scontata questa pensione con pesanti prelievi
dagli stipendi oggi io sostengo questo stato tassaiolo con 746,40 euro al mese
(a Natale meglio non penarci). Finisse qui. Ora questo ciarliero FraDDECU per
non perdere l’appannaggio di vice presidente mi commina tutta una serie di
dissennate tasse taroccate (TASI TARI TARSU etc.) per cui annualmente debbo
sborsare quasi mille euro pur avendo la prima casa a sei cento metri dal paese,
non avendo acqua perché lì non ci arriva e la strada tutt’altro che
illumiminata chi la vuole può pendersene la metà erigendo – compiacente tutto
il comune, i tecnici locali e quella pletora di vigili LSU, mura ciclopiche su
mezza corsia viaria, che certamente fra qualche diecina di migliaia di anni
desteranno l’ammirazione degli archeologi come le famose mura pelasgiche gi
Fiamignano.
Il fra diego da
strapazzo spinge chissà chi a querelarmi. Non ricevo ancora alnuna querela, Mi
aspetto allora quella sua. Così gli chiederò quante provvidenze comunitarie la
mia aima ha potuto dispensargli a lui o alla sua azienda familiare. E credo che
vorrò sapere come è finita la censura dell’albo pretorio del 5 maggio 2012.
(vedi il mio cedolino
della pensione nel mio blog CONTRA OMNIA RACALMUTO)
Giuseppe Guagliano scrive:
18 ottobre 2014 alle 00:02
Al sig. Taverna posso solo replicare che il sottoscritto
firma sempre con nome e cognome le proprie esternazioni.
Tutto il resto non mi
appartiene e non mi interessa.
Meraviglia come una
persona che proclama quarantenneli esperienze professionali e di vita possa
scivolare in una supponenza al limite dell’idiozia.
Riguardo alla censura
di cui parla lo informo che gli autori (segretario comunale e commissari non
hanno dato corso essendosi resi conto dell’insensatezza della cosa)
Quanto alla querela
che si aspetta da parte mia, le dico di stare sereno poichè questo tipo di
azione va fatta per questioni serie di cui certamente non possono far parte i
pettegolezzi.
Per quanto riguarda
le provvidenze AIMA la invito volentieri, senza alcun pericolo di querela, a
esternare tutte le cifre che conosce.
Le faccio presente
che le leggi comunitarie prevedevano l’erogazioni di contributi a sostegno
delle coltivazioni agricole, così come altre leggi prevedevano il pagamento del
suo stipendio per le prestazioni di “superburocrate-superispettore” di
organismi che dopo tanti anni si è scoperto avere frodato o consentito di
frodare decine di miliardi di lire di fondi pubblici.
Chiudo dicendo che
non provo rancore e astio nei suoi confronti.
La invito soltanto ad
esere più cauto nelle sue esternazioni verificandone la veridicità.
Calogero Taverna scrive:
16 aprile 2015 alle 03:16
vedo che tiene ancor banco una mia vecchia querelle con il
Municipio di Racalmuto e per connessione con il signor vice presidente del
consiglio racalmutese. Ma ormai con Peppe Gagliano se proprio non corre buon
sangue non siamo neppure in particolare confliggenza.
Non è molto che sesi pubbliche le mie novelle dedizioni al
fervente Vice Presidente. Un piccolo stralcio:
Dal 30 marzo G. Guagliano, v.p, consiglio, mi convince.
N.B. – Il vice presidente del Consiglio Giuseppe Guagliano
riscuote oggi presso di me molta stima e fiducia. Mi pare che abbia compreso
che il Comune non è un luogo pio, un posto di redenzione, l’esercizio di chissà
quali virtù teologali ma una AZIENDA, una delle dieci più importanti aziende
dell’agrigentino aggiungo io. Va quindi gestita con criteri manageriali e non
con il pietismo di certe visionarie di maggiukore. Mi dispiace per il Sindaco
Messana, ma lui con tutta la sua scienza ha torto; Giuseppe Guagliano con tutte
le sue traversie ha ragione. L’inciucio con Grotte e Castrofilippo per
raccogliere insieme monnezza consentirà forse l’assunzione di qualche degna
consorte (per qualche mese come nel passato); non risolverà il caso di quei
netturbini passati al servizio di Agrigento; certo chi vincerà la gara (fatta
su misura) potrà avvalersi della consulenza tributaria racalmutese … ma il
servizio monnezzaro peggiorerà e avremo l’imitazione non di Cristo ma della
peggiore esperienza coffarina. Quanta ragione ha GUAGLIANO A DIRE, VISTO CHE LE
COSE STANNO COSI’, FACCIAMOCI NOI UNA MUNICIPALIZZATA E SE IN TEORIA QUALCHE
EURO IN PIU’ SI SPENDE, QUELL’EURO CHIESTO IN PIU’ AI RACALMUTESI CON TANTI
ALTRI EURI TORNA A RACAMUTO DANDO LAVORO A Racalmuto, INPUT INDUSTRIALE a
Racalmuto, spinta al pil di Racalmuto. Cominciamo ad aprire da lì il circolo
virtuoso dell’economia racalmutese. Saranno comunque soldi spesi bene. Basta
con lo sperperare tanti troppi soldi dei racalmutesi con la scusa di far loro
spendere di meno. La scottante esperienza monnezzara che abbiamo vissuto
dovrebbe far ravvedere chi conta. Caro Emilio lascia da parte il tuo noto
puntiglio, riaccordati con i tuoi uomini di partito, di cordata elettorale.
Lascia da canto il canto della sirena regalpetrese; hai molta cultura classica
per non temere le offerte dei nemici: timeo danaos ET dona ferentes, specie se
ti offrono doni.
Calogero Taverna
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