APPENDICE SECONDA
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ATTI GIURAZIA DELL’UNIVERSITA’ DI
RACALMUTO
DEL 7 AGOSTO 1577
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I documenti qui trascritti si rinvengono nel Fondo dei
Palagonia dell’Archivio di Stato di Palermo. A trovarli è stato il prof.
Giuseppe Nalbone[1]. Trattasi di una raccolta di atti di massima
importanza per la conoscenza delle vicende di Racalmuto all’alba della Contea
dei Del Carretto. Peste del 1576; drastica contrazione della popolazione
(passata dai 5279 abitanti del 1570[2] al lamentato esiguo numero di 2400 nel marzo del
1577); inidoneità a pagare le tasse (le tande) al governo spagnolo per il
verticale ridursi della tassa sul macinato; impellenza a soddisfare gli impegni
erariali e sordità viceregia per la sciagura della peste; giurati e modalità
dell’allora consiglio comunale; raduno del popolo al suono della campanella
nella chiesa della Nunziata, sita in piazza; raddoppio od aumento delle imposte
indirette su ogni manifestazione economica di quella grama economia contadina e
feudataria; atti consiliari e approvazione viceregia; accensione di prestito
per assolvere agli oneri fiscali pregressi con il facoltoso strozzino
d’Agrigento, il Magnifico Caputo; mero avallo del neo-conte Girolamo del
Carretto; tutto ciò ed altro si rinviene in questo lungo inserto che qui
trascriviamo in attesa di studi approfonditi ed esplicativi dell’intensa storia locale di quella pesante
congiuntura.
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[f. 173 219 227 - 1577 (anno)]
Die Settimo
Aug.ti quintae Ind.: Millesimo quincentesimo septuagesimo septimo =
In castro
Terrae Racalmuti.
Notum
facimus et testamur quod existente debitrice universitate Terrae Racalmuti in
maxima summa Regiae Curiae tam pro donativis ordinarijs, et extraordinarijs, et
alijs obligationibus factis per Regnum Suae Catholichae Maiestatis, quam pro tandis macinae et non habentibus
magnificis Juratis dictae Terrae aliquem modum satisfaciendi dictae Regiae
Curiae occurrissent Eccellentiae olim Ill.mi Domini Locumtenentis et ab eo
petierint ut eis concederint potestatem eligendi personas facultuosas, et alias
petictiones pro ut in eorum memoriale continetur, de quo memoriale facta
relactione in consilio Patrimoniali fuit provisum congregetur consilium et
trasmictatur, de qua provisione fuerint emanatae literae Viceregiae, et dicto
Consilio Patrimoniali tenoris sequentis videlicet.
Nob: Reg:
fid: dil: Siamo stati supplicati del tenor sequente videlicet
Ill.mo et
Ecc.mo Signore, li Giurati della terra di Racalmuto exponino à vostra
Eccellenza, dovendosi per l’Università di quella Terra molta quantità e somma
di denari alla Regia Corte cossì per donativi ordinarij, et extraordinarij et
altri orationi [per oblationi ?]
fatti per il Regno à Sua Maestà come per le tande della Macina, non havendo
quelli possuto satisfare per lo contaggio del morbo che in quella s’ha
ritrovato che sono stati morti da tre mila persone restando solamente quella da
due mila e quattrocento delli quali la maggior parte sono figgiti assentati e
rovinati per li molti mali à vostra Eccellenza . .
. . . l’esponenti anno supplicato che se li
concedesse à pagare quel tanto che detta università deve alcuna dilattione
competente circa à detta Università fossero devenute li tandi maxime quella
della macina che si doveva pagare per lo chi attendo la diminutione delle
persone morti è stato per vostra Eccellenza provisto quod non convenit quo ad dilactionem [ f. 228] e poiche l’esponenti
per li Commissarij che alla giornata si destinano contro loro, e detta città
per l’officio del spettabile percettore s’assentano, e non ponno ritrovare modo
alcuno di satisfare à detta Regia Corte e se li causano eccessivi danni, et
interessi supplicano Vostra Eccellenza resta servita concederli potestà di
poter fare eligere persona facultosa, poiche pochi vi sono in detta Terra di
poter vendere augumentare, e raddoppiare alcune delle gabelle di detta
università, e fare quel tanto che per consiglio si concluderà, acciò potersi
sodisfare nullo preiudicio generato ad essa università circa detta
diminuttione, e difalcatione che hanno supplicato doversi fare à detta Terra
per detta mortalità, e mancamento di persone, e resti servita Vostra
Eccellenza sia quello mezzo che si
concluderà quello che di sopra si è detto per detto conseglio concederli
dilattione almeno di mesi due, altrimente stando assentati non potriano
effettuare cosa alcuna à detta Regia Corte non verria ad esser sodisfatta ne
tenendo detta università modo alcuno di sodisfare, ne tener altro patrimonio ut Altissimus. dello quale per inserto
memoriale fattone la relatione per conseglio patrimoniale provisum Panormi 5. Martij 5^ ind. 1577. congregetur consilium et trasmictatur de Aurelio Magister Notarius per
esecutione della quale vostra provista
vi diciamo, et ordiniamo che debbiate in giorno di
festa é sono di campana come è di costume congregare il vostro solito consiglio
sopra le cose contenute nel preinserto memoriale, e quello che per detto
conseglio seù maggior parte di quello sarà concluso, et accordato, e sigillato
lo trasmitterete nel Tribunale del real Patrimonio acciò di quello fattone
relatione possiamo provedere come conviene. - data Panormi 11. Martij 5^ ind.
1577. Don Carlo d’ Aragona - Petrus Augustinus Sucadellus ... conservatore [f. 229] Marianus Magister
Rationalis, de Bullis Magister Rationalis, Franciscus de Aurello Magister
Notarius, Nobilibus Juratis Terrae Racalmuti fidelibus Regijs dilectis, vigore
quarum quidem preinsertarum literarum eisdem magnificis Juratis Terrae
Racalmuti presentatarum et per eos executarum die 15. Martij 5^ Ind. 1577.
Fuerit per eos congregatum detentum, et conclusum consilium huiusmodi sub
tenore videlicet.
Racalmuti die 25. Aprilis 5^ Ind. 1577. die festivo
Supradicti Martij in Ecclesia Sanctae Mariae Annuntiatae dictae Civitatis
existens in platia publica.=1
Consilium detentum die predicto in Ecclesia predicta
ad sonum campanae more solito in quod magnificos Juratos iuxta formam literarum
Secretarum Eccellentiae Suae et Tribunalis Regij Patrimonij eis directarum datarum Panormi die 11. Martij
prox: pret: 5^ ind. instantis 1577. iuxta formam propositionum, et hoc ad
informandum predictam Eccellentiam Suam et Tribunal predictum Regij Patrimonij
super infrascriptis.
Perche
ritrovandosi l’università di questa Terra di Racalmuto debitrice in molta somma
cossì alla Regia Corte per donativi ordinarij, et altri oblationi fatti per il
Regno à Sua Maestà, et alcuni tandi imposti sopra la Macina, come ancora per
alcuni debiti correnti non havendo passuto in tutto satisfare per la tanta
mortalità successa in quella del contagio, e tanta diminutione di persone, è
stato supplicato da parte di detta Università per li Giurati di quella à Sua
Eccellenza che per li detti debiti se li concedesse dilatione competente per
potersi ritrovare il modo di quelle sodisfare, et in quanto à quelli della
macina poiche avendosi fatto offerta à Sua Maestà, et ordinatosi quella dovere
pagare per poche di persone di tutte città, e terre del Regno à raggione di
denari novi per ogni tummino [f. 230] che per il ripartimento e numero di
persone che allora vi erano in detta terra tocca à detta Università pagare in
due tande once 24.5.11.2. che allora concesse Sua Eccellenza potestà alli
Giurati, che volendo et apportandosi per consiglio li cittadini pagare tali
tande di Macina alli Minuti del sopradetto modo à raggione di denari novi per
tummino, o veramente per tali pagamenti volessero imponere alcune gabelle
dummodo che quelli se imponessero sopra cose comestibili, e potabili stasse in
loro arbitrio, e volontà, e per tale causa sono imposte per la sodisfatione di
dette tande di macina alcune gabelle, li quali per la diminutione, e mortalità
di persone sono mancanti in tal modo che non possono assuplire, ma in poche
parti alla sodisfatione predetta che restasse Sua Eccellenza servita difalcare
detta Università per tale diminutione non si potendo per tali tandi di Macina
tassare ne ritrovare il modo di pagarsi, fù provisto quod non convenit quo ad dilationem, e tuttavia alla giornata si
causano à detta Università mille danni di spese, et interesse di giornate di
Commissarij, che nel spesso si destinano, et in tal forma che appena si può
esigere quello che per giornate di Commissarij si paga, e vedendosi che
tuttavia detta Università non si vederà libera à tal debito supplicano detti
Giurati un’altra volta à Sua Eccellenza che resti servita concederli potestà di
poter eligere persone facultose, ò vendere et augumentare, e raddoppiare alcune
delli gabelle di detta Università, e fare quel tanto che si potesse per
consiglio concludere acciò si potesse detta Università liberare di tal debito et
interesse nullo prejudicio generato à
detta Università sopra la diminutione, e difalcatione che se li deve fare per
detta Regia Corte stante le raggioni predette come si contiene per memoriale
alli quali s’abbia in tutto relatione [f. 231] et essendo stato provisto per la
prefata Eccellenza Sua e Tribunale del Real Patrimonio che si congregasse sopra
le cose contente in detto memoriale consiglio, e quello si trasmettesse per
poter provvedere come convenisse, per ciò s’ha devenuto alla congregatione del presente
consiglio come intesa la presente proposta habbiano sopra le cose prenominate
ogn’uno possi liberamente dire il suo voto, e parere.
Il
Magnifico Vincenzo d’Randazzo uno delli Magnifici Giurati di detta Terra, e
locotenente del Magnifico Capitano di quella, è di voto, e parere che
s’aggiongano onze quaranta di rendita da pagarsi quolibet anno come meglio e
per manco interesse di detta Università si potrà accordare con quelle persone
che vorranno attendere à tal compra di rendita, e per l’altri pagamenti cosi di
donativi ordinarij, et extraordinarij come per quelli detti debiti correnti per
ritrovarsi li genti che sono remasti in detta Terra tutti quasi rovinati che
s’habbiano di raddoppiare tutte le infrascritte gabelle accioche per futuro il
provento di quelle vengono à convertirsi in sodisfattione di quello che
annualmente si deve à detta Regia Corte, li quali denari che si perciperanno di
detta suggiogatione s’habbiano à convertere in sodisfattione di quello si deve
per detta Università a detta Regia Corte o per li debiti correnti ut supra alli
quali suggiugatarij che compriranno detta rendita se l’haveranno d’hypotecare
expresse quello che avanzerà d’augumento, et accriscimento che si raddopierà et
imponerà danno sopra le infrascritte gabelle, lo quale novo imposto habbia da
servire per corpo e capitale di tal rendita, della quale vendittione s’haverà à
fare atto publico con obligarsi li Giurati nomine
Universitatis, et Juratorio nomine modo con quelle debite clausole justi
cauteli, e patti che sopra ciò si [f. 232]
ricercano, e come meglio si potrà accordare con li compratori, con
questo che detta rendita s’habbia à pagare in tre terzi, cioè lo primo, al
primo di Gennaro, il Secondo al primo di maggio, e l’Ultimo a l’ultimo del mese
d’Agosto ogn’anno con la rata del tempo che vi entrerà nel giorno che si farà
tal atto di vendittione, e per facilitare l’effetto di tal negotio per liberare
detta Università di tal debito et interesse che alla giornata che ci causano,
quanto prima s’habbia da mandare à persona seria, à suplicare à Sua Eccellenza,
e Real Patrimonio sopra le cose preservate, e principalmente sopra la
difalcazione che si deve fare à detta Università, cossi delle tande della
Macina come di quelli altri donativi ordinarij et extraordinarij, e novi
pagamenti per la tanta Mortalità e mancamento di persone come ancora per quel
tanto che occorse farsi intorno conversione che si ha da fare della venditione
di detta rendita, et altro che succedesse tentarsi in beneficio di detta
Università le gabelle che averanno da raddoppiare, et accrescere sopra le quali
s’haverà d’imponere il novo imposto il quale sarà per il corpo, e capitale
della detta rendita che s’haverà d’obligare et hypotecare expresse alli
suggiugatarij e s’intenderà per superato, e segregato dalle gabelle obligate
alla Regia Corte in parte per le predette tande saranno le unfrascritte.
E prima
sopra la gabella del vino siccome il passato s’ha pagato à raggione di tarì uno
per botte di Musto, e vino, da pagarsi per li venditori et al minuto à raggione
di tarì uno per botte s’intende de futuro
à detta gabella novamente imposta altro
tarì uno per botte, et al minuto altro tarì uno per botte.
[f. 233]
Sopra la gabella deo Pani, fogli, fiori, e frutti virdi, e sicchi, sicome
pagava sopra quelle delli Pani à raggione di tarì uno, e grana dieci per onza,
s’intende de futuro di novo imposto
sopra quella, altro tarì uno, e sicome quella delli fogli, fiori, e frutti si
pagava à raggione di tarì uno per onza s’intendono sopra quelle de futuro imposti di nuovo altri tarì
uno e grana dieci per onza alla quale gabella, s’intendda sottoposta la
venditione di qualsivoglia sorte di legumi che si vendirà à minuto da pagarsi
per lo venditore à raggione di tarì tre per salma, e tarì tre per ogni salma
d’orgio si vendirà a minuto.
Sopra la
gabella delli panni, arbascie, cannavazzi, e cordi si come prima si pagava à
raggione di tarì uno per onza s’intendano sopra quella de futuro di nuova imposta
altri tarì due per ogn’onza da pagarsi per li venditori.
Sopra la
gabella dello pilo di qualsivoglia animale sicome prima si pagava à raggione di
grani dieci per onza, cioè prima cinque per lo venditore, e grana cinque per lo
compratore, e permutazione d’animali grossi si paga à raggione di tarì uno per
ogn’uno delli permutanti, e per l’animali sumerini à raggione di grana dieci
per ogn’uno similmente di detti permutanti de
futuro s’intendano sopra detta gabella novamente imposta altri tarì uno per
uno nella permutazione si debbia pagare de
futuro tarì due da qualsivoglia che permuterà animali grossi, et sumerini à
raggione di tarì uno per ogn’uno che similmente permuterà.
Sopra la
gabella dello linu cànnavu (Canapo), ferro, e ramo rustico, e lavorato, e
legname d’ogni sorte rustica, e lavorata che viene di fora, e legnami di
cittadini, ò qualsivoglia persona siccome prima si pagava di tt. uno per onza
s’intenda de futuro sopra quella di
nuovo imposta [f. 234] e si debba di nuovo pagare à raggione d’altro tarì uno
per onza da pagarsi per li venditori.
Sopra la
gabella delli Pisci, e Salsizzi, siccome prima si pagava à raggione di tarì sei
per ogni carico di pisci de futuro si
debbiano pagare à tarì novi per ogni carici, e siccome si pagava per ogni porco
che si macellava per farsi salsizzi alla raggione di tarì tre per ogni porco, de cetero s’intenda altro tarì uno di
novo imposto per ogni porco.
Sopra la
gabella delli Pani, formaggi, cascavalli, Meli, e cera si come prima si pagava à raggione di tarì uno per onza
s’intenda de futuro sopra quella
devono imposta altro tarì uno per onza, e cosi in tutto à raggione di tarì due
per onza d’esigersi in vendita del venditore, e la metà del compratore.
Per le
quali gabelle, e loro pagamenti s’haveranno da fare li capitoli per li
Magnifici Jurati, e con l’impositione delle pene solite come sono l’altri
capitoli.
Il
Magnifico Jacobo Piamontese Giurato è del sopra parere.
Il
Magnifico Jacobo Sciurtino ut supra.
Il
Magnifico Signor Giovanni Artale Tudisco ut supra.
Il
Magnifico Giuseppe d’Ugo ut supra.
Petro
Barberi ut supra.
Martino
Rizzo ut supra.
Magistro
Antonio Vulpi ut supra.
Il Mastro
Notaro Giovan Vito d’Amella è di parere come di sopra, et si, et quatenus lo
raddoppiamento raccrescimento che si farà alli gabelli predette non bastassero
per la sodisfatione di quello che si deve alla Ragia Corte quolibet anno, e per
la soggiugatione che si farà quod utique dette gabelle s’habbiano da
aggumentare, e raddoppiare, et accrescere, tante volte, quante sarà f. 235] di
bisogno in modo che si complisca il pagamento
predetto, e che s’habbiano d’imporre altre gabelle essendo di bisogno in modo
che detta Università non venghi a pagare non venghi è pagare al minuto, e per
tassa, e che si debbia fare thesaureri persona sicura d’eligersi per li giurati
quolibet anno li pagamenti predetti e suoi spisi, con salario d’onze vinti
l’anno il quale s’habbia d’obligare nomine proprio et à fare li pagamenti
predetti con li debiti cauteli per atto publico come à detti Giurati parerà.
1.
Giovanni Curto ut supra.
2.
Martino Curto ut supra.
3.
Mastro Valerio Faccipinta ut supra.
4. Petro
Murriali ut supra.
5. Angelo La
Ficarra ut supra.
6. Antonio
Mulé di Palermo ut supra.
7. Simone di
Geraci ut supra.
8. Mastro
Antonio Malifera ut supra.
9. Giovanni
Romano ut supra.
10.Mastro
Petro Lo Nobili ut supra.
11.Cola
Capobianco ut supra.
12.Antonuccio
Rizzo ut supra.
13.Antonio La
Porta ut supra.
14.Vincenzo
Romano ut supra.
15.Jacobo di
Lintini ut supra
16.Mastro
Francesco Erbicella ut supra.
17.Mastro Lisi
Macaluso ut supra.
18.Vincenzo di
Spina ut supra.
19.Cola di
Migliuri ut supra.
20.Francesco
La Serra ut supra.
21.Geronimo La
Scalia ut supra.
22.Jacobo La
Licata ut supra.
23.Petro La
Sthorana ut supra.
24.Santo La
Matina ut supra.
25.Giuseppi
Juliana ut supra.
26.Geronimo
Castronovo ut supra.
27.Francesco
Martorana ut supra.
28.Carlo
Sicili ut supra.
29.Giovanne di
Randazzo ut supra.
30.Mastro
Gioseppe Cacciatore ut supra.
31.Antonino
Ferlazza ut supra.
32.Petro Lo
Jodici ut supra.
33.Petro di
Regula ut supra.
34.Gerlando La
Licata ut supra.
35.[f.236] Marco d’Alaymo ut supra.
36.Philippo di Poma ut supra
37.Notaio Gaspare Monteleone ut supra
38.Jacobo Macaluso [di Palermo?] ut
supra
39.Mastro Giacomo di Milia ut supra
40.Francesco Giaccuni ut supra
41.Jacobo Picuni ut supra
42.Geronimo d’Alaymo ut supra
43.Antonino Gagliano ut supra
44.Petro d’Antonio Curto ut supra
45.Mastro Giulio di Racusa [rectius:
di Ragusa, n.d.r.] ut supra
46.Orlando Borsellino ut supra
47.Antonino Murriali ut supra
48.Vincenzo Collura ut supra
49.Fabio di Palermo ut supra
50.Mastro Petro Facciponti ut supra
51.Notaro Bartolomeo Curto ut supra
52.Mariano di Palermo ut supra
53.Jacobo La Matina ut supra
54.Francesco Macaluso ut supra
55.Philippo l’Avarello ut supra
56.Gerlando d’Averna ut supra
57.Giuliano Picuni ut supra
58.Antoni d’Amella ut supra
59.Antoni l’Amorella ut supra
60.Jacobo Macaluso ut supra
61.Jacobo di Benedetto ut supra
62.Francesco di Montura (?)ut supra
63.Battista Palumbo ut supra
64.Giovanni Fiderico ut supra
65.Enrico di Marco ut supra
66.Vito Lo Sardo ut supra
67.Geronimo Sciandra ut supra
68.Paulo di Gueli ut supra
69.Gerardo Predilicaro ut supra
70.Mundo Taibbi ut supra
71.Alfio di Giraci ut supra
72.Cola Curto ut supra
73.Leonardo La Matina ut supra
74.Antonino Sfirlazza ut supra
75.Petro La Matina ut supra
76.Mastro Antonino d’Alaymo ut supra
77.Antonino Nalbuna ut supra
78.Roggerio di Jassio (?)ut supra.
Conclusum
et determinatum fuit et est presens consilium hodie die quo [f.237] supra modo,
forma, et alijs superius expressatis et juxta voces datas in dicto loco.
Ex actis
curiae Magistrum Juratorum Racalmuti extracta est collactione salva - Jacobus
Puma Magister Notarius.
Et concluso
preinserto Consilio per modum ut supra illud transmissum fuerit ad concistorium
Regij Patrimonij et de eo facta relatione fuerit predictum consilium approbatum
et laudatum, et emanatae fuerint literae quod exequeretur et osservaretur
quarum literarum tenor talis est ut sequitur videlicet.
Philippus
etc.
Vicerex ex
Regno Siciliae Nobilibus Juratis Terrae Racalmuti Reg: fid: dil: Salutem.-
Havendosi riconosciuto il consiglio per voi detento alli 25. del mese d’aprile
passato per lo quale si conclude che per potere questa Università pagare quel
che deve tanto alla Corte come per debiti correnti s’habbia di soggiogare per la
Somma di onze quaranta di rendita, e per la satisfattione di detta
suggiugatione s’habbiano ad indoppiare, et accrescere le infrascritte gabelle
cioè sopra la gabella del vino, e come per il passato si ha pagato à raggione
di tarì uno per botte di musto, e vino, da pagarsi per li venditori, et al
minuto à raggione di tarì novi per botte s’intenda imposto altro tarì uno per
botte, et al minuto tarì novi sopra la gabella dello Pane fogli fiori, e frutti
verdi, e secchi come prima si pagava, cioè sopra la gabella dollo pani à
raggione di tarì uno e gr: dieci per onza s’intendano de cetero sopra quello imposto tarì uno, e sopra quella delli fogli
fiori e frutti sicome prima si pagava à raggione di tarì tre per onza
s’intendano de cetero sopra quello
imposto altro tarì uno grana dieci per onza, la quale gabella s’intenda la
vendittione di qualsivoglia sorte di ligumi che si vendirà à minuto da pagarsi
pper lo venditore à raggione di tarì tre per ogni salma d’orgio [f. 238] che
pure si vendirà à minuto, di più sopra la gabella delli Panni, Arbascie,
Cannavazzi, e corde siccome prima si
pagavano à raggione di tt. uno per onzas’intendano de cetero imposti altri tarì due per onza da pagarsi per li
venditori sopra la gabella del Pilo di qualsivoglia animale si come prima si
pagava à raggione di grana dieci per onza cioè grana cinque per lo venditore, e
grana cinque per lo compratore, e per li permutatione d’animali grossi si
pagava à raggione di tarì uno per ogn’uno delli permutanti e per l’animali
sumerini à raggione di grana dieci per ogn’uno Similmente di detti permutanti de cetero s’intendano sopra dette
gabelle novamente imposte altrì tarì due per onza sù li permutationi si debba
pagare de cetero, e tarì due di
qualsivoglia che permuterà, sopra la gabella del lino, cannavo, ferro, e ramo
rustico e lavorato, e lignami d’ogni sorte rustica, e lavorata venuta di fora,
e di lignami di Cittadini entrirà e si
vendirà di fora per detti Cittadini à qualsivoglia persona siccome prima si
pagava à raggione di tarì uno per onza s’intenda de cetero sopra quella di novo imposta, e si debba di novo pagare à
raggione di tarì uno per onza da pagarsi per li venditori tantum, sopra la gabella delli Pisci, e Salsizzi siccome prima si
pagava à raggione di tarì sei per ogni carico di pesci, de cetero s’habbia da pagare per ogni carico tt. novi, e siccome si
pagava per ogni porco che si macellava per farsi Salsizzi à raggione di tarì
tre per ogni porco Sopra la gabella delli carni, formaggi, cascavalli, meli, e
cera, siccome prima si pagava à raggione di tarì uno per onza, s’intenda de cetero sopra quella di novo imposto
altro tarì uno per onza e così in tutto à raggione di tarì due per onza, da
exigersi la metà delli venditori, e la metà delli compratori, e sotto alcuni
altri patti clausoli condittioni e cauteli contenti in detto consiglio
Patrimoniale intorno alla confirmatione [f. 239] di quello si habbiamo provisto
alli 14. del presente quod fiant literae
opportunae super confirmatione, Franciscus de Aurello magister Notarius per
esecutione della quale nostra preinserta
provista, vi dicimo et ordinamo che habbiate il precalendato consiglio
eseguire, et osservare che noi in vim presentium l’accettamo, laudamo, et
approbamo ac nostro Viceregio . . .
robboramo, e voleramo in che li denari si esigeranno di detti gabelli habbiano
da servire per lo medesimo effetto, e non altrimentie. Datum Panormi 20: Maij
quintae Ind. 1577. Marco Antonio Colonna ...........
Et
Conservator Bononius Antonius de Bellis Magister Rationalis, dominus Vicerex,
et generalis Capitaneus mandavit mihi Francisco de Aurello magister Notarius
visam per de Ocas et pro conservatore de Bononia et de Bellis.
quibus
preinsertis literis lectis et perceptis per dictos Magnificos Juratos fuerint
per eos perquesiti emptores ad emendam oncias viginti octo et tarenos decem et
octo annuales censuales et rendales de summa unc. quatraginta contentarum in
predicto preinserto consilio ad effectum ut de pecuneis perveniendis ex
vendictione, et subjugatione dictorum reddituum satisfacere possent dictae
Regiae Curiae iuxta formam dicti concilij, et preinsertarum literarum
viceregiarum et huc usque non invenerint alium emptorem dictorum reddituum nisi
Magnificum Salvum de Caputo de Magnifica Civitate Agrigenti, qui eisdem
magnificis Juratis obtulerit, et ab eis emere velle dictos redditus ad rationem de decem pro centenario
et cum et sub infrascriptis pactis clausolis cautelis, condictionibus, et alijs
inferius declarandis quem oblationem prefati Magnifici Jurati ratam et gratam
habuerint et acceptaverint [f. 240] pro ut ipse partes ad invicem in omnibus
infra premissa dixerunt, et declaraverunt cum Juramento fore, et esse vera, et
verissima renunciando exceptiones.
Propterea
hodie precitato die Magnifici Vincentius de Randazzio, Marcus Primintorio,
Jacobus Piamontesi, et Jacobus Sciortino Jurati dictae Terrae Racalmuti mihi
notario infrascripto cogniti presentes coram nobis intervenientes ad haec
juratorio nomine universitatis dictae Terrae Racalmuti non vi, dolo etc. Imo
sponte et sollemniter juratorio nomine universitatis pro se et eorum
successores in pepertuum in dicta juratia nomine universitatis vendiderunt, et
subjugaverunt, et titulo huiusmodi venditionis et subjugationis habere licere
concesserunt, et concedunt Magnifico Salvo Caputo de Magnifica Civitate
Agrigenti absenti pro eo et suis heredibus, et successoribus in perpetuum
presente, et stipulante, et recipiente Magnifico domino Joseph Caputo U.J.
doctori eius filio et Procuratore mihi notario cognito virtute procurationis
factae in alijs meis nomine infrascripto die quarto presentis mensis augusti
uncias viginti octo tarenos decem et octo annuales censuales et rendales per
dictam universitatem Terrae Racalmuti quolibet anno tertiatim debitas et
solvendas ut infra.
Francos
dictos redditus et subjugatos ut supra liberos immunes exemptos et expeditos ab
omni dono subsidio mutuo collecta, gravamine, et impositione molestia,
questione perturbatione, et contradictione, et alio quovis genere servitutis
realibus, regalibus, vicinalibus impositis, et inponendis quovis nomine
nuncupentur, et nuncupari possent.
Quos quidem
redditus venditos et subjugatos ut supra prefati venditores dicto juratorio
nomine, et cum dicta rati promissione per se etc. constituerunt imposuerunt, et
assicuraverunt, ac constituunt imponunt, et assicurant eidem emptori [f. 241]
stipulanti pro eo et suis & dicto domino Joseph eius filio et Procuratore
et super infrascriptis novis impositis gabellarum predictarum augumentarum
virtute preinserti consilij detenti, et conclusi die 25. aprilis proximi
preteriti, et alijs bonis dictae universitatis Terrae Racalmuti in specie, et
in genere obligatis ut infra infrascriptis novis impositis reduptamentis
gabellarum contentarum in dicto consilio ut infra videlicet.
Item
specialiter et expresse tareno uno noviter imposito gabellae vini musti pro
qualibet vegete, et alijs tarenis novem noviter impositis gabellae vini à
minuto pro qualibet vegete.
Item tareno
uno noviter imposito gabellae panis pro qualibet uncia, et super tareno uno, et
granis decem noviter impositis gabellae floriarum, florium, et fructuum pro
qualibet uncia.
Item super
tarenis tribus noviter impositis super qualibet salma cuiuscumque speciei
liguminum vendendorum à minuto, et alijs
tarenis tribus pro qualibet salma ordij similiter vendendi à minuto.
Item super
tarenis duobus noviter impositis super gabella arbaxiorum, cannavazzorum, et
cordarum pro qualibet uncia.
Item super
tareno uno noviter imposito super gabella Pili Animalium vendendorum et alio
tareno uno noviter imposito super alia eadem gabella pili animalium vendendorum
Item super
tareno uno noviter imposito pro qualibet uncia super gabella lini cannavi,
ferri, rami rustici, et lavorati et lignaminum cuiusvis speciei rusticorum et
lavoratorum.
Item super
tarenis tribus noviter impositis super gabella piscium et salsizzorum pro
quolibet carrico piscium, et super tareno uno noviter imposito super quolibet
porco macellando pro conficiendo salsizzas.
Item super
tareno uni noviter imposito pro qualibet uncia gabellae lanarum, [f. 242]
caseorum equicascorum mellis et cerae.
Quae quidem
noviter imposita augumentatio seù dupplicatio gabellarum predictarum
intelligantur et sint pro corpore et capitale dictorum reddituum conditorum, et
subjugatorum ut supra e penitus segregatae ab alijs gabelllis obligatis Regiae
Curiae iuxta formam preinserti concilij, et de pacto inter eos Juramento
firmato et non aliter nec alio modo.
Et
generaliter super omnibus et singulis
alijs bonis mobilibus stabilibus redditibus introjtibus et proventibus dictae
Universitatis Terrae Racalmuti presentibus et futuris ubicumque existentibus et
melius apparentibus.
Quae quidem
nova imposita superius expressata omniaque et singula alia bona in specie
obligata ut supra dicti venditores dicto nomine, et cum dicta rathi promissione
pro se etc. specialiter in solidum individualiter, et generaliter,
obligaverunt, subjugaverunt, honeraverunt et hypotecaverunt ac obligant
subjugant submictunt honerant et hypotecant eidem emptori pro eo et suis etc.
stipulanti dicto eius procuratori predictis unceis viginti octo et tarenis
decem et octo annualibus censualibus et rendalibus venditis et subjugatis ut
supra earumque annua exactione defensione et evitione, prectio et sorte
principali iuxta formam mentem et tenorem Bullae Apostolicae Papae Gregorij
decimi tertij executae in hoc Siciliae Regno die 22. februarij 2^ Ind. 1573. et
Regiarum pragmaticarum super eidem Bullis editarum et non aliter.
Quorum
quidem reddituum venditorum et subjugatorum ut supra possessionem vel quasi ac
dominium quam et quod dicti venditores dicto nomine in eorum animo habeant
teneant et possident vel quasi a se abdicantes, et deponentes [f. 243] in
eumdem emptorem presentem et in suo animo recipientem pro eo et suis etc. dicto
Magnfico Joseph eius Procuratore dederunt cesserunt transtulerunt et
mandaverunt, et quasi tradiderunt constituentes illos et nomine constituti per
constitutum tenere et possidere nomine et pro parte dicti Magnifici emptoris et
suorum etc. donec et quousque de eis et in eis habuerit ceperit realem actualem
corporalem vacuam liberam et expeditam possessionem vel quasi quam intrandi
capiendi, et habendi authoritate propria et de facto absque licentia Curiae
Judicis et magistratus deinceps et ex nunc in anthea ei plenam licentiam et
liberam potestatem tribuerunt et concesserunt ac de jure contulerunt pariter et
de facto.
Ad habendum
deinceps et ex nunc in anthea per dictum emptorem et suos etc. dictas redditus
venditas et subjugatas ut supra tenendum possidendum utifruendum petendum
exigendum vendendum alienandum dotandum donandum.
Et hac ex
causa prefati venditores dicto juratorio nomine et cum dicta rathi promissione
pro se etc. promiserunt seque sollemniter obligaverunt et obligant eidem
emptori pro eo et suis etc. presente, et stipulante dicto domino Joseph eius
filio et procuratore etiam me notario etc. dictas uncias viginti octo et
tarenos decem et octo annuales censuales et rendales venditas et subjugatas ut
supra quolibet anno in tribus partibus soluptionibus integre hoc est primum
tertium in quolibet die primo mensis Januarij, secundum tertium in quolibet die
mensis Maij, et ultimum in quolibet ultimo die mensis augusti cuius libet anni
in perpetuum, et pro anno presenti ratam temporis in ultimo die presentis
mensis augusti in pecunia numerata sine aliqua [f.244] exceptione juris vel
facti in pace et de plano.
Ad annuam
soluctionem quorum reddituum venditorum, et subjugatorum ut supra prefati venditores dicto juratorio
nomine, et cum dicta rathi promissione teneantur et ita promiserunt seque
sollemniter obligaverunt et obligant dicto Magnifico emptori me notario et
dicto eius procuratore pro se et suis etc. stipulantibus tempore famis, pestis,
sterilitatis temporis belli revoluptionis populi inundationis a quorum et omni alio et quocumque alio sinistro casu
et eventu fortuito solito et insolito in corpore juris clauso et reservato
etiam si esset talis de quo oportisset in presenti contractu fieri magis
specialiter et expressa mentio non obstantibus imo expresse cum juramento renuntiantis
omnibus et quibuscumque legibus juribus statutis constitutionibus et capitulis
Regni pragmaticis consuetudinibus ritibus moribus, et osservantijs in
contrarium dictantibus et disponentibus quibus promiserunt non uti nec de eis
quomlibet se liberari de pacto inter eos sollemni stipulatione vallato et
juramento firmato et non aliter nec alio modo.
Et pro
faciliori exactione, et annua consecutione dictorum reddituum venditorum et
subjugatorum ut supra prefati venditores dicti juratorio nomine et cum dicta
rathi promissione etc. mandaverunt et mandant, ordinaverunt, et ordinant
omnibus et singulis gabellotis et credenzerijs collectoribus conductoribus
detentoribus et possessoribus presentibus et futuris predictarum gabellarum, et
aliorum bonorum superius in genere et in specie obligatorum, et obligandorum et
cuiuslibet eorum in solidum quatenus ad solam presentis actus ostensionem vicem
epistolae in hac parte gerentis nullo alio ab eis expectato mandato nec Curiae
licentia requisita velint, et debeant deinceps et [f. 245] ex nunc in anthea
quolibet anno in tribus tertijs integre, et pro anno presenti ratum temporis ut
supra dictos redditus venditos et subjugatos ut supra solvere et de eis
respondere dicto magnifico emptori et suis etc. et non aliter nec alio modo.
Contra quas
omnes et singulos gabellotos credenzerios collectores conductores detentores et
possessores dictarum gabellarum et aliorum bonorum dictae Universitatis Terrae
Racalmuti obligatarum, et obligatorum ut supra et alias quascumque personas
quomodolibet obligatas et quem libet eorum in solidum prefati venditores dicto
juratorio nomine et cum dicta rathi promissione pro se etc. cesserunt, et
cedunt eidem Magnifico emptori me notario et dicto magnifico eius procuratore
pro eo et suis presentibus stipulantibus et recipientibus omnia, et singula
jura omnesque actiones reales, et personales utiles directas mixtas tacitas et
expressas civiles et pretorias et naturales ac conventionales, et alis
quascumque, ac non spem et exercitium dictorum jurium et aliorum quae quas et
quod dicti venditores dicto nomine pro se etc. habuerunt habebant et habent possunt et sperant habere in dictis
redditibus venditis et subiugatis eorumque annua exactione evictione, et defensione
anterioritate potioritate prectio, et sorte principali privilegijs clausolis
cautelis conditionibus et alijs in precalendatis et preinsertis literis et
consilio contemptis et adnotatis virtute et authoritate quorumcumque
instrumentorum contractuum literaconsiliorum et scripturarum publicarum
privatarum et sine quomodocumque et
qualitercumque constituentes eum eum procuratorem in rem suam et ponentes eum
in locum et eius eorum proprium in hac parte ut amodo.
Reservata a
nihilo minus eidem magnifico emptori et suis in annua exactione dictorum
reddituum venditorum, et subjugatorum ut supra authoritate, et facultate [f.
246] et potestate variandi mutandi, et redeundi anno quolibet de predictis
venditionibus dicto nomine ad dictos gabellotos, credenzerios collectores
conductores detentores et possessores, et é converso seù à quibus et ut melius
dicto Magnifico emptori et suis ita quod unica solutione anno quolibet sit
contentus et non aliter.
Et hoc pro
prectio et nomine prectij unc. ducentarum octuaginta sex pond: gen: ad rationem
de decem pro centenario dicti Magnifici venditores dicto Juratorio nomine
habuerunt et receperunt à dicto magnifico emptore et de eius suis proprijs
pecuneis presentialiter et manualiter numeratis in pecunia argentea et per
manus dicti domini Joseph sui filij et procuratoris consignatis dicto Magnifico
Vincentio de Randactio mihi cognito presenti et illas recipienti uti
depositario electo per dictos Magnificos Juratos eum eligerunt et eligunt ad
opus et effectum tamen solvendi dictae Regiae Curiae dictas pecuneas pro causa
contenta in dicto preinserto consilio ita quod in acto soluctionis dictarum
pecunearum dictae Regiae Curiae debent
fieri expressa et specialis mentio qualiter dictae pecuneae sunt proprie
pecuneae per dictos Magnificos Juratos dicto nomine habite et percepte à dicto
Magnifico de Caputo pro emptione dictorum reddituum, et non aliter nec alio
modo.
Item
processit ex pacto inter eos juramento firmato quod dicta augumentatio
gabellarum specialiter subjugata ut supra quolibet anno depositari debeat per
gabellotos diversarum gabellarum segregatium ab alijs gabellis penes
depositarum per dictos magnificos juratos eligendum bonum tutum, et sicurum ad
opus solvendi dictos redditus quolibet anno tertiatim ut supra dicto Magnifico
de Caputo emptori et suis etc. et non ad alium usum, et effectum expendere, et
erogare debeat introytus dictarum gabellarum [f. 247] nisi pro soluctione
dictorum reddituum alias quod tenentur de proprio dictus depositarius et contra
eum fieri possit executio ad instantiam magnifici de Caputo et suorum etc. et
non aliter nec alio modo.
Promictens
nihilominus prefati magnifici venditores dicto nomine et cum dicta rathi
promissione eidem magnifico emptori me notario, et dicto magnifico Joseph eius
filio procuratore pro eo et suis etc. presentibus et stipulantibus de dictis
redditibus venditis et subjugatis ut supra nullo unquam futuro tempore inferre
litem molestiam nec questionem, nec inferenti consentire aliquo jure titulo
ratione, et causa scita vel ignorata tacita, vel expressa cognita vel incognita
cogitata vel incognita intrinseca vel extrinseca presentia preteria vel futura
etc. directe vel indirecte quomodocumque et qualitercumque semper et omni
futuro tempore illos anno quolibet veros
et bonos facere ab omni molestante calumniante intrigante perturbante, et
contradicente, et contraveniente persona, populo, Curia, Colleggio, fisco,
societate, et Universitate defendere, guarrentire, disbrigare discalumniare et
de qualibet et quacumque legitima evictione teneantur et teneri voluerunt dicto
juratorio nomine sive questio fieret de toto sive de parte sive de dominio sive
de possessione sive de annua exactione sive aliqua quomodolibet questio ipsa
fieret et evictio sequeretur.
Et si quo
venturo tempore per quempiam lix vel questio aliqua mota fecerit per
obligationem libelli juri hypotecae revendicatorio judicio aut per alium
quemcumque modum tacitum vel expressum summarium et ordinarium aut aliter
quomodocumque et qualitercumque tali casu huiusmodi lites molestias, et
questiones ex omnem causam prefati magnifici venditores nomine universitatis,
et juratorio nomine pro se [f. 248] et
suos successores in dicta Juratia
teneantur et ita promiserunt eidem Magnifico emptori stipulantibus pro eo et
suis etc. dicto domino eius procuratore in se assumere juditiarie mediare prosequi, et finire eorum dicto nomine
laboribus et expensis tam principali Judicio quam in causis revisionum, et
nullitatum usque ad sententiam diffinitivam legitimam transactam in rem judicatam.
Necissitate
tamen laudandi.
Ita quod in
casu cuiusvis litis molestiae et questiones et imminentis evictionis et non
expectata sententia et eius litis se
questionem ex pacto procedi possit contra dictam universitatem, et eius bona
omni meliori modo via jure et forma etiam via exequtiva, et fieri possit
executio ubique locorum et in quocumque judicio et magistratu etiam
incompetenti et Magnae Regiae Curiae tam pro prectio et sorte principali
dictorum reddituum venditorum et subjugatarum ut supra quam pro interusurijs
decursis tunc forte non solutis et rata temporis quam pro omnibus et
quibuscumque damnis interesse, et expensis per dictum emptorem et suos etc.
patiendis succedendis et causandis Judicialibus et extra etiam viaticis
quomocumque et qualitercumque adversus quam executionem formam presentis
contractus et verificationem externam faciendam ad quemvis effectum non possit se opponere pervenire
excipere defendere aliquid dicere vel allegare ut infra, et non aliter nec alio
modo.
Item
processit ex pacto inter eos dicto nomine juramento firmato quod presens
contractus una cum omnibus et singulis in eo contentis possit, et valeat
clausolari corrigi et emendari etc. ad consilium sapientis semper in favorem
opem et auxilium dicti magnifici
emptoris et suorum etc. substantia tamen facti in aliquo non mutata.
Item
processit ex pacto inter eos dicto nomine ut supra quod si in presenti [f. 249]
contractu reperirentur aliqua pacta verba et clausulae dubbia ambigua vel
obscura tam ratione sensus quam ratione verborum sensum mutarent, et mentem variarent
quod huiusmodi pacta clausulae et verba semper interpetrentur et interpetrari
debeant ad bonum et sanum intellectum
semper in favorem opem et auxilium dicti Magnifici emptoris et suorum etc. et
non aliter nec alio modo, et pariformiter (?) quod si in presenti contractu
reperirentur aliqua pacta et verba quae directe vel indirecte tenderent vel
tendere possent contra formam, mentem, et tenorem dictae Bullae Apostolicae et
Regiae pragmaticae dicteque confirmationis quod huiusmodi pacta clausulae et verba
reducantur et reduci debeant pro ut illa ex nunc pro tunc et é converso
reduxerunt et reducunt ad secundum
formam mentem, et tenorem illarum quoniam eorum mens intentio, et
voluntas fuit et est ad presentem actum venisse, et venire iuxta formam mentem
et tenorem dictae Bullae Apostolicae et Regiae pragmaticae dicteque
confirmationis et non aliter nec alio
modo.
Presenti ad
haec omnia et singula Illustrissimo domino don Hieronymo de Carrectis Comite
Racalmuti mihi notario cognito volente consentiente et se contentante de supra
dicta subjugatione unciarum viginti octo et tarenorum decem octo annualium
censualium et rendalium subjugatarum per prefatos Magnificos Juratos dictae
Recalmuti et nomine universitatis ipsius prefato Magnifico Salvo pro hac vice tantum
et dumtaxat et illam rathificante acceptante laudante, et approbante super eius
seriem continentiam et tenorem et sub omnibus et singulis illis pactis
hypotecis obligationibus renunciationibus clausolis [f. 250] cautelis verbis
verborum formis juramentis et aliis in eo contentis et adnotatis renunciando
cum juramento exceptione etc.
Hic intrat
pactum de retrovendendo etc.
Quae omnia
etc. promiserunt ad invicem cum juramento dictis nominibus ratham etc.
habere etc.
in omnem eventum etc. in pace etc. sub hypoteca, et obligatione omnium, et
singulorum bonorum dictae universitatis mobilium stabilium etc. cum refectione
et integra restauratione omnium et singulorum damnorum interesse et expensarum
litis et extra etiam viaticorum algoritij commissarij et procuratoris
coniunctum sive divisim ad solitas dictas die quolibet et quod fiat rithus et
executio in bonis tam ad dictae Universitatis Racalmuti et in persona et bonis
dicti Magnifici Salvi cum potestate variandi etc. quoque extrahendum etc. et
pignora ad discursum vendantur etc. renuntiantibus et maxime lege secunda
codice de rescendenda vendictione, et specialiter cum juramento privileggio
fori eorum etc et quod teneantur ad expensas etc. etiam si venirent sacculo
parato etc. et quod non possint se opponere etc. nisi prius etc. Salvantur et
attendantur duplici Juramento etc. Juraverunt etc. et sic iterum juraverunt
etc.
Unde etc.
Testes
Magnificus Artalis Tudisco Magnificus Joseph de Augustino Magnificus Franciscus
Avagliano Magnificus Petrus Tudisco et notarius Petrus Sciurtino.
Ex actis
condam Notarij Nicolai Billotta Agrigentini extracta est per me Johannem
Battistam Solidano Regium et Apostolicum Notarium Agrigentinum Generalem
Consultorem actorum notarium defunctorum huius magnificae Civitatis Agrigenti.
- Coll. Salv.
RICHIEDENTE: NALBONE GIUSEPPE
Fondo Archivistico: Palagonia
Serie: Fondi
Privati
Unità
archivistica n. 633
Anni 1505-1599
Pagine da
riprodurre 1) da pag. 227r a pag. 250v = (pag. 46)
2) da pag. 378r a p. 391r = (pgg.
17)
Data, 17/2/1995 - Firma: Giuseppe Nalbone
[2])
Anche Sciascia ne parla nella MORTE DELL’INQUISITORE ( pag. 183 dell’edizione
del 1982) che pur mostra un qualche scetticismo. Si dà il caso che al grande
scrittore era sfuggita la causa della contrazione, non essendo a quel tempo
disponibile una qualche seria ricerca di statistica demografica relativa al
nostro paese. Quella del Maggiore-Perni ha altre ambizioni e non è presente
interesse alcuno per la microstoria.
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