giovedì 18 febbraio 2016


APPENDICE SECONDA

 

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ATTI GIURAZIA DELL’UNIVERSITA’ DI RACALMUTO

DEL 7 AGOSTO 1577

 

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I documenti qui trascritti si rinvengono nel Fondo dei Palagonia dell’Archivio di Stato di Palermo. A trovarli è stato il prof. Giuseppe Nalbone[1]. Trattasi di una raccolta di atti di massima importanza per la conoscenza delle vicende di Racalmuto all’alba della Contea dei Del Carretto. Peste del 1576; drastica contrazione della popolazione (passata dai 5279 abitanti del 1570[2] al lamentato esiguo numero di 2400 nel marzo del 1577); inidoneità a pagare le tasse (le tande) al governo spagnolo per il verticale ridursi della tassa sul macinato; impellenza a soddisfare gli impegni erariali e sordità viceregia per la sciagura della peste; giurati e modalità dell’allora consiglio comunale; raduno del popolo al suono della campanella nella chiesa della Nunziata, sita in piazza; raddoppio od aumento delle imposte indirette su ogni manifestazione economica di quella grama economia contadina e feudataria; atti consiliari e approvazione viceregia; accensione di prestito per assolvere agli oneri fiscali pregressi con il facoltoso strozzino d’Agrigento, il Magnifico Caputo; mero avallo del neo-conte Girolamo del Carretto; tutto ciò ed altro si rinviene in questo lungo inserto che qui trascriviamo in attesa di studi approfonditi ed esplicativi  dell’intensa storia locale di quella pesante congiuntura.


 

 

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[f. 173    219 227 - 1577 (anno)]

 

Die Settimo Aug.ti quintae Ind.: Millesimo quincentesimo septuagesimo septimo =

In castro Terrae Racalmuti.

 

 

Notum facimus et testamur quod existente debitrice universitate Terrae Racalmuti in maxima summa Regiae Curiae tam pro donativis ordinarijs, et extraordinarijs, et alijs obligationibus factis per Regnum Suae Catholichae Maiestatis, quam pro tandis macinae et non habentibus magnificis Juratis dictae Terrae aliquem modum satisfaciendi dictae Regiae Curiae occurrissent Eccellentiae olim Ill.mi Domini Locumtenentis et ab eo petierint ut eis concederint potestatem eligendi personas facultuosas, et alias petictiones pro ut in eorum memoriale continetur, de quo memoriale facta relactione in consilio Patrimoniali fuit provisum congregetur consilium et trasmictatur, de qua provisione fuerint emanatae literae Viceregiae, et dicto Consilio Patrimoniali tenoris sequentis videlicet.

Nob: Reg: fid: dil: Siamo stati supplicati del tenor sequente videlicet

Ill.mo et Ecc.mo Signore, li Giurati della terra di Racalmuto exponino à vostra Eccellenza, dovendosi per l’Università di quella Terra molta quantità e somma di denari alla Regia Corte cossì per donativi ordinarij, et extraordinarij et altri orationi [per oblationi ?] fatti per il Regno à Sua Maestà come per le tande della Macina, non havendo quelli possuto satisfare per lo contaggio del morbo che in quella s’ha ritrovato che sono stati morti da tre mila persone restando solamente quella da due mila e quattrocento delli quali la maggior parte sono figgiti assentati e rovinati per li molti mali à vostra Eccellenza .  .  .  .  . l’esponenti anno supplicato che se li concedesse à pagare quel tanto che detta università deve alcuna dilattione competente circa à detta Università fossero devenute li tandi maxime quella della macina che si doveva pagare per lo chi attendo la diminutione delle persone morti è stato per vostra Eccellenza provisto quod non convenit quo ad dilactionem [ f. 228] e poiche l’esponenti per li Commissarij che alla giornata si destinano contro loro, e detta città per l’officio del spettabile percettore s’assentano, e non ponno ritrovare modo alcuno di satisfare à detta Regia Corte e se li causano eccessivi danni, et interessi supplicano Vostra Eccellenza resta servita concederli potestà di poter fare eligere persona facultosa, poiche pochi vi sono in detta Terra di poter vendere augumentare, e raddoppiare alcune delle gabelle di detta università, e fare quel tanto che per consiglio si concluderà, acciò potersi sodisfare nullo preiudicio generato ad essa università circa detta diminuttione, e difalcatione che hanno supplicato doversi fare à detta Terra per detta mortalità, e mancamento di persone, e resti servita Vostra Eccellenza  sia quello mezzo che si concluderà quello che di sopra si è detto per detto conseglio concederli dilattione almeno di mesi due, altrimente stando assentati non potriano effettuare cosa alcuna à detta Regia Corte non verria ad esser sodisfatta ne tenendo detta università modo alcuno di sodisfare, ne tener altro patrimonio ut Altissimus. dello quale per inserto memoriale fattone la relatione per conseglio patrimoniale provisum Panormi 5. Martij 5^ ind. 1577. congregetur consilium et trasmictatur de Aurelio Magister Notarius per esecutione della quale vostra provista

vi diciamo, et ordiniamo che debbiate in giorno di festa é sono di campana come è di costume congregare il vostro solito consiglio sopra le cose contenute nel preinserto memoriale, e quello che per detto conseglio seù maggior parte di quello sarà concluso, et accordato, e sigillato lo trasmitterete nel Tribunale del real Patrimonio acciò di quello fattone relatione possiamo provedere come conviene. - data Panormi 11. Martij 5^ ind. 1577. Don Carlo d’ Aragona - Petrus Augustinus Sucadellus  ... conservatore [f. 229] Marianus Magister Rationalis, de Bullis Magister Rationalis, Franciscus de Aurello Magister Notarius, Nobilibus Juratis Terrae Racalmuti fidelibus Regijs dilectis, vigore quarum quidem preinsertarum literarum eisdem magnificis Juratis Terrae Racalmuti presentatarum et per eos executarum die 15. Martij 5^ Ind. 1577. Fuerit per eos congregatum detentum, et conclusum consilium huiusmodi sub tenore videlicet.

Racalmuti die 25. Aprilis 5^ Ind. 1577. die festivo Supradicti Martij in Ecclesia Sanctae Mariae Annuntiatae dictae Civitatis existens in platia publica.=1

 

Consilium detentum die predicto in Ecclesia predicta ad sonum campanae more solito in quod magnificos Juratos iuxta formam literarum Secretarum Eccellentiae Suae et Tribunalis Regij Patrimonij eis  directarum datarum Panormi die 11. Martij prox: pret: 5^ ind. instantis 1577. iuxta formam propositionum, et hoc ad informandum predictam Eccellentiam Suam et Tribunal predictum Regij Patrimonij super infrascriptis.

Perche ritrovandosi l’università di questa Terra di Racalmuto debitrice in molta somma cossì alla Regia Corte per donativi ordinarij, et altri oblationi fatti per il Regno à Sua Maestà, et alcuni tandi imposti sopra la Macina, come ancora per alcuni debiti correnti non havendo passuto in tutto satisfare per la tanta mortalità successa in quella del contagio, e tanta diminutione di persone, è stato supplicato da parte di detta Università per li Giurati di quella à Sua Eccellenza che per li detti debiti se li concedesse dilatione competente per potersi ritrovare il modo di quelle sodisfare, et in quanto à quelli della macina poiche avendosi fatto offerta à Sua Maestà, et ordinatosi quella dovere pagare per poche di persone di tutte città, e terre del Regno à raggione di denari novi per ogni tummino [f. 230] che per il ripartimento e numero di persone che allora vi erano in detta terra tocca à detta Università pagare in due tande once 24.5.11.2. che allora concesse Sua Eccellenza potestà alli Giurati, che volendo et apportandosi per consiglio li cittadini pagare tali tande di Macina alli Minuti del sopradetto modo à raggione di denari novi per tummino, o veramente per tali pagamenti volessero imponere alcune gabelle dummodo che quelli se imponessero sopra cose comestibili, e potabili stasse in loro arbitrio, e volontà, e per tale causa sono imposte per la sodisfatione di dette tande di macina alcune gabelle, li quali per la diminutione, e mortalità di persone sono mancanti in tal modo che non possono assuplire, ma in poche parti alla sodisfatione predetta che restasse Sua Eccellenza servita difalcare detta Università per tale diminutione non si potendo per tali tandi di Macina tassare ne ritrovare il modo di pagarsi, fù provisto quod non convenit quo ad dilationem, e tuttavia alla giornata si causano à detta Università mille danni di spese, et interesse di giornate di Commissarij, che nel spesso si destinano, et in tal forma che appena si può esigere quello che per giornate di Commissarij si paga, e vedendosi che tuttavia detta Università non si vederà libera à tal debito supplicano detti Giurati un’altra volta à Sua Eccellenza che resti servita concederli potestà di poter eligere persone facultose, ò vendere et augumentare, e raddoppiare alcune delli gabelle di detta Università, e fare quel tanto che si potesse per consiglio concludere acciò si potesse detta Università liberare di tal debito et interesse nullo prejudicio generato à detta Università sopra la diminutione, e difalcatione che se li deve fare per detta Regia Corte stante le raggioni predette come si contiene per memoriale alli quali s’abbia in tutto relatione [f. 231] et essendo stato provisto per la prefata Eccellenza Sua e Tribunale del Real Patrimonio che si congregasse sopra le cose contente in detto memoriale consiglio, e quello si trasmettesse per poter provvedere come convenisse, per ciò s’ha devenuto alla congregatione del presente consiglio come intesa la presente proposta habbiano sopra le cose prenominate ogn’uno possi liberamente dire il suo voto, e parere.

Il Magnifico Vincenzo d’Randazzo uno delli Magnifici Giurati di detta Terra, e locotenente del Magnifico Capitano di quella, è di voto, e parere che s’aggiongano onze quaranta di rendita da pagarsi quolibet anno come meglio e per manco interesse di detta Università si potrà accordare con quelle persone che vorranno attendere à tal compra di rendita, e per l’altri pagamenti cosi di donativi ordinarij, et extraordinarij come per quelli detti debiti correnti per ritrovarsi li genti che sono remasti in detta Terra tutti quasi rovinati che s’habbiano di raddoppiare tutte le infrascritte gabelle accioche per futuro il provento di quelle vengono à convertirsi in sodisfattione di quello che annualmente si deve à detta Regia Corte, li quali denari che si perciperanno di detta suggiogatione s’habbiano à convertere in sodisfattione di quello si deve per detta Università a detta Regia Corte o per li debiti correnti ut supra alli quali suggiugatarij che compriranno detta rendita se l’haveranno d’hypotecare expresse quello che avanzerà d’augumento, et accriscimento che si raddopierà et imponerà danno sopra le infrascritte gabelle, lo quale novo imposto habbia da servire per corpo e capitale di tal rendita, della quale vendittione s’haverà à fare atto publico con obligarsi li Giurati nomine Universitatis, et Juratorio nomine modo con quelle debite clausole justi cauteli, e patti che sopra ciò si [f. 232]  ricercano, e come meglio si potrà accordare con li compratori, con questo che detta rendita s’habbia à pagare in tre terzi, cioè lo primo, al primo di Gennaro, il Secondo al primo di maggio, e l’Ultimo a l’ultimo del mese d’Agosto ogn’anno con la rata del tempo che vi entrerà nel giorno che si farà tal atto di vendittione, e per facilitare l’effetto di tal negotio per liberare detta Università di tal debito et interesse che alla giornata che ci causano, quanto prima s’habbia da mandare à persona seria, à suplicare à Sua Eccellenza, e Real Patrimonio sopra le cose preservate, e principalmente sopra la difalcazione che si deve fare à detta Università, cossi delle tande della Macina come di quelli altri donativi ordinarij et extraordinarij, e novi pagamenti per la tanta Mortalità e mancamento di persone come ancora per quel tanto che occorse farsi intorno conversione che si ha da fare della venditione di detta rendita, et altro che succedesse tentarsi in beneficio di detta Università le gabelle che averanno da raddoppiare, et accrescere sopra le quali s’haverà d’imponere il novo imposto il quale sarà per il corpo, e capitale della detta rendita che s’haverà d’obligare et hypotecare expresse alli suggiugatarij e s’intenderà per superato, e segregato dalle gabelle obligate alla Regia Corte in parte per le predette tande saranno le unfrascritte.

E prima sopra la gabella del vino siccome il passato s’ha pagato à raggione di tarì uno per botte di Musto, e vino, da pagarsi per li venditori et al minuto à raggione di tarì uno per botte s’intende de futuro à detta gabella novamente imposta altro tarì uno per botte, et al minuto altro tarì uno per botte.

[f. 233] Sopra la gabella deo Pani, fogli, fiori, e frutti virdi, e sicchi, sicome pagava sopra quelle delli Pani à raggione di tarì uno, e grana dieci per onza, s’intende de futuro di novo imposto sopra quella, altro tarì uno, e sicome quella delli fogli, fiori, e frutti si pagava à raggione di tarì uno per onza s’intendono sopra quelle de futuro imposti di nuovo altri tarì uno e grana dieci per onza alla quale gabella, s’intendda sottoposta la venditione di qualsivoglia sorte di legumi che si vendirà à minuto da pagarsi per lo venditore à raggione di tarì tre per salma, e tarì tre per ogni salma d’orgio si vendirà a minuto.

Sopra la gabella delli panni, arbascie, cannavazzi, e cordi si come prima si pagava à raggione di tarì uno per onza s’intendano sopra quella de futuro  di nuova imposta altri tarì due per ogn’onza da pagarsi per li venditori.

Sopra la gabella dello pilo di qualsivoglia animale sicome prima si pagava à raggione di grani dieci per onza, cioè prima cinque per lo venditore, e grana cinque per lo compratore, e permutazione d’animali grossi si paga à raggione di tarì uno per ogn’uno delli permutanti, e per l’animali sumerini à raggione di grana dieci per ogn’uno similmente di detti permutanti de futuro s’intendano sopra detta gabella novamente imposta altri tarì uno per uno nella permutazione si debbia pagare de futuro tarì due da qualsivoglia che permuterà animali grossi, et sumerini à raggione di tarì uno per ogn’uno che similmente permuterà.

Sopra la gabella dello linu cànnavu (Canapo), ferro, e ramo rustico, e lavorato, e legname d’ogni sorte rustica, e lavorata che viene di fora, e legnami di cittadini, ò qualsivoglia persona siccome prima si pagava di tt. uno per onza s’intenda de futuro sopra quella di nuovo imposta [f. 234] e si debba di nuovo pagare à raggione d’altro tarì uno per onza da pagarsi per li venditori.

Sopra la gabella delli Pisci, e Salsizzi, siccome prima si pagava à raggione di tarì sei per ogni carico di pisci de futuro si debbiano pagare à tarì novi per ogni carici, e siccome si pagava per ogni porco che si macellava per farsi salsizzi alla raggione di tarì tre per ogni porco, de cetero s’intenda altro tarì uno di novo imposto per ogni porco.

Sopra la gabella delli Pani, formaggi, cascavalli, Meli, e cera si come prima si pagava à raggione di tarì uno per onza s’intenda de futuro sopra quella devono imposta altro tarì uno per onza, e cosi in tutto à raggione di tarì due per onza d’esigersi in vendita del venditore, e la metà del compratore.

Per le quali gabelle, e loro pagamenti s’haveranno da fare li capitoli per li Magnifici Jurati, e con l’impositione delle pene solite come sono l’altri capitoli.

Il Magnifico Jacobo Piamontese Giurato è del sopra parere.

Il Magnifico Jacobo Sciurtino ut supra.

Il Magnifico Signor Giovanni Artale Tudisco ut supra.

Il Magnifico Giuseppe d’Ugo ut supra.

Petro Barberi ut supra.

Martino Rizzo ut supra.

Magistro Antonio Vulpi ut supra.

Il Mastro Notaro Giovan Vito d’Amella è di parere come di sopra, et si, et quatenus lo raddoppiamento raccrescimento che si farà alli gabelli predette non bastassero per la sodisfatione di quello che si deve alla Ragia Corte quolibet anno, e per la soggiugatione che si farà quod utique dette gabelle s’habbiano da aggumentare, e raddoppiare, et accrescere, tante volte, quante sarà f. 235] di bisogno  in modo che si complisca il pagamento predetto, e che s’habbiano d’imporre altre gabelle essendo di bisogno in modo che detta Università non venghi a pagare non venghi è pagare al minuto, e per tassa, e che si debbia fare thesaureri persona sicura d’eligersi per li giurati quolibet anno li pagamenti predetti e suoi spisi, con salario d’onze vinti l’anno il quale s’habbia d’obligare nomine proprio et à fare li pagamenti predetti con li debiti cauteli per atto publico come à detti Giurati parerà.

1.    Giovanni Curto ut supra.

2.    Martino Curto ut supra.

3.    Mastro Valerio Faccipinta ut supra.

4.    Petro Murriali ut supra.

5.    Angelo La Ficarra ut supra.

6.    Antonio Mulé di Palermo ut supra.

7.    Simone di Geraci ut supra.

8.    Mastro Antonio Malifera ut supra.

9.    Giovanni Romano ut supra.

10.Mastro Petro Lo Nobili ut supra.

11.Cola Capobianco ut supra.

12.Antonuccio Rizzo ut supra.

13.Antonio La Porta ut supra.

14.Vincenzo Romano ut supra.

15.Jacobo di Lintini ut supra

16.Mastro Francesco Erbicella ut supra.

17.Mastro Lisi Macaluso ut supra.

18.Vincenzo di Spina ut supra.

19.Cola di Migliuri ut supra.

20.Francesco La Serra ut supra.

21.Geronimo La Scalia ut supra.

22.Jacobo La Licata ut supra.

23.Petro La Sthorana ut supra.

24.Santo La Matina ut supra.

25.Giuseppi Juliana ut supra.

26.Geronimo Castronovo ut supra.

27.Francesco Martorana ut supra.

28.Carlo Sicili ut supra.

29.Giovanne di Randazzo ut supra.

30.Mastro Gioseppe Cacciatore ut supra.

31.Antonino Ferlazza ut supra.

32.Petro Lo Jodici ut supra.

33.Petro di Regula ut supra.

34.Gerlando La Licata ut supra.

35.[f.236] Marco d’Alaymo ut supra.

36.Philippo di Poma ut supra

37.Notaio Gaspare Monteleone ut supra

38.Jacobo Macaluso [di Palermo?] ut supra

39.Mastro Giacomo di Milia ut supra

40.Francesco Giaccuni ut supra

41.Jacobo Picuni ut supra

42.Geronimo d’Alaymo ut supra

43.Antonino Gagliano ut supra

44.Petro d’Antonio Curto ut supra

45.Mastro Giulio di Racusa  [rectius: di Ragusa, n.d.r.] ut supra

46.Orlando Borsellino ut supra

47.Antonino Murriali ut supra

48.Vincenzo Collura ut supra

49.Fabio di Palermo ut supra

50.Mastro Petro Facciponti ut supra

51.Notaro Bartolomeo Curto ut supra

52.Mariano di Palermo ut supra

53.Jacobo La Matina ut supra

54.Francesco Macaluso ut supra

55.Philippo l’Avarello ut supra

56.Gerlando d’Averna ut supra

57.Giuliano Picuni ut supra

58.Antoni d’Amella ut supra

59.Antoni l’Amorella ut supra

60.Jacobo Macaluso ut supra

61.Jacobo di Benedetto ut supra

62.Francesco di Montura (?)ut supra

63.Battista Palumbo ut supra

64.Giovanni Fiderico ut supra

65.Enrico di Marco ut supra

66.Vito Lo Sardo ut supra

67.Geronimo Sciandra ut supra

68.Paulo di Gueli ut supra

69.Gerardo Predilicaro ut supra

70.Mundo Taibbi ut supra

71.Alfio di Giraci ut supra

72.Cola Curto ut supra

73.Leonardo La Matina ut supra

74.Antonino Sfirlazza ut supra

75.Petro La Matina ut supra

76.Mastro Antonino d’Alaymo ut supra

77.Antonino Nalbuna ut supra

78.Roggerio di Jassio (?)ut supra.

 

 

Conclusum et determinatum fuit et est presens consilium hodie die quo [f.237] supra modo, forma, et alijs superius expressatis et juxta voces datas in dicto loco.

Ex actis curiae Magistrum Juratorum Racalmuti extracta est collactione salva - Jacobus Puma Magister Notarius.

Et concluso preinserto Consilio per modum ut supra illud transmissum fuerit ad concistorium Regij Patrimonij et de eo facta relatione fuerit predictum consilium approbatum et laudatum, et emanatae fuerint literae quod exequeretur et osservaretur quarum literarum tenor talis est ut sequitur videlicet.

Philippus etc.

Vicerex ex Regno Siciliae Nobilibus Juratis Terrae Racalmuti Reg: fid: dil: Salutem.- Havendosi riconosciuto il consiglio per voi detento alli 25. del mese d’aprile passato per lo quale si conclude che per potere questa Università pagare quel che deve tanto alla Corte come per debiti correnti s’habbia di soggiogare per la Somma di onze quaranta di rendita, e per la satisfattione di detta suggiugatione s’habbiano ad indoppiare, et accrescere le infrascritte gabelle cioè sopra la gabella del vino, e come per il passato si ha pagato à raggione di tarì uno per botte di musto, e vino, da pagarsi per li venditori, et al minuto à raggione di tarì novi per botte s’intenda imposto altro tarì uno per botte, et al minuto tarì novi sopra la gabella dello Pane fogli fiori, e frutti verdi, e secchi come prima si pagava, cioè sopra la gabella dollo pani à raggione di tarì uno e gr: dieci per onza s’intendano de cetero sopra quello imposto tarì uno, e sopra quella delli fogli fiori e frutti sicome prima si pagava à raggione di tarì tre per onza s’intendano de cetero sopra quello imposto altro tarì uno grana dieci per onza, la quale gabella s’intenda la vendittione di qualsivoglia sorte di ligumi che si vendirà à minuto da pagarsi pper lo venditore à raggione di tarì tre per ogni salma d’orgio [f. 238] che pure si vendirà à minuto, di più sopra la gabella delli Panni, Arbascie, Cannavazzi,  e corde siccome prima si pagavano à raggione di tt. uno per onzas’intendano de cetero imposti altri tarì due per onza da pagarsi per li venditori sopra la gabella del Pilo di qualsivoglia animale si come prima si pagava à raggione di grana dieci per onza cioè grana cinque per lo venditore, e grana cinque per lo compratore, e per li permutatione d’animali grossi si pagava à raggione di tarì uno per ogn’uno delli permutanti e per l’animali sumerini à raggione di grana dieci per ogn’uno Similmente di detti permutanti de cetero s’intendano sopra dette gabelle novamente imposte altrì tarì due per onza sù li permutationi si debba pagare de cetero, e tarì due di qualsivoglia che permuterà, sopra la gabella del lino, cannavo, ferro, e ramo rustico e lavorato, e lignami d’ogni sorte rustica, e lavorata venuta di fora, e di lignami  di Cittadini entrirà e si vendirà di fora per detti Cittadini à qualsivoglia persona siccome prima si pagava à raggione di tarì uno per onza s’intenda de cetero sopra quella di novo imposta, e si debba di novo pagare à raggione di tarì uno per onza da pagarsi per li venditori tantum, sopra la gabella delli Pisci, e Salsizzi siccome prima si pagava à raggione di tarì sei per ogni carico di pesci, de cetero s’habbia da pagare per ogni carico tt. novi, e siccome si pagava per ogni porco che si macellava per farsi Salsizzi à raggione di tarì tre per ogni porco Sopra la gabella delli carni, formaggi, cascavalli, meli, e cera, siccome prima si pagava à raggione di tarì uno per onza, s’intenda de cetero sopra quella di novo imposto altro tarì uno per onza e così in tutto à raggione di tarì due per onza, da exigersi la metà delli venditori, e la metà delli compratori, e sotto alcuni altri patti clausoli condittioni e cauteli contenti in detto consiglio Patrimoniale intorno alla confirmatione [f. 239] di quello si habbiamo provisto alli 14. del presente quod fiant literae opportunae super confirmatione, Franciscus de Aurello magister Notarius per esecutione della quale nostra  preinserta provista, vi dicimo et ordinamo che habbiate il precalendato consiglio eseguire, et osservare che noi in vim presentium l’accettamo, laudamo, et approbamo ac nostro Viceregio  . . . robboramo, e voleramo in che li denari si esigeranno di detti gabelli habbiano da servire per lo medesimo effetto, e non altrimentie. Datum Panormi 20: Maij quintae Ind. 1577. Marco Antonio Colonna ...........

Et Conservator Bononius Antonius de Bellis Magister Rationalis, dominus Vicerex, et generalis Capitaneus mandavit mihi Francisco de Aurello magister Notarius visam per de Ocas et pro conservatore de Bononia et de Bellis.

quibus preinsertis literis lectis et perceptis per dictos Magnificos Juratos fuerint per eos perquesiti emptores ad emendam oncias viginti octo et tarenos decem et octo annuales censuales et rendales de summa unc. quatraginta contentarum in predicto preinserto consilio ad effectum ut de pecuneis perveniendis ex vendictione, et subjugatione dictorum reddituum satisfacere possent dictae Regiae Curiae iuxta formam dicti concilij, et preinsertarum literarum viceregiarum et huc usque non invenerint alium emptorem dictorum reddituum nisi Magnificum Salvum de Caputo de Magnifica Civitate Agrigenti, qui eisdem magnificis Juratis obtulerit, et ab eis emere velle dictos  redditus ad rationem de decem pro centenario et cum et sub infrascriptis pactis clausolis cautelis, condictionibus, et alijs inferius declarandis quem oblationem prefati Magnifici Jurati ratam et gratam habuerint et acceptaverint [f. 240] pro ut ipse partes ad invicem in omnibus infra premissa dixerunt, et declaraverunt cum Juramento fore, et esse vera, et verissima renunciando exceptiones.

Propterea hodie precitato die Magnifici Vincentius de Randazzio, Marcus Primintorio, Jacobus Piamontesi, et Jacobus Sciortino Jurati dictae Terrae Racalmuti mihi notario infrascripto cogniti presentes coram nobis intervenientes ad haec juratorio nomine universitatis dictae Terrae Racalmuti non vi, dolo etc. Imo sponte et sollemniter juratorio nomine universitatis pro se et eorum successores in pepertuum in dicta juratia nomine universitatis vendiderunt, et subjugaverunt, et titulo huiusmodi venditionis et subjugationis habere licere concesserunt, et concedunt Magnifico Salvo Caputo de Magnifica Civitate Agrigenti absenti pro eo et suis heredibus, et successoribus in perpetuum presente, et stipulante, et recipiente Magnifico domino Joseph Caputo U.J. doctori eius filio et Procuratore mihi notario cognito virtute procurationis factae in alijs meis nomine infrascripto die quarto presentis mensis augusti uncias viginti octo tarenos decem et octo annuales censuales et rendales per dictam universitatem Terrae Racalmuti quolibet anno tertiatim debitas et solvendas ut infra.

Francos dictos redditus et subjugatos ut supra liberos immunes exemptos et expeditos ab omni dono subsidio mutuo collecta, gravamine, et impositione molestia, questione perturbatione, et contradictione, et alio quovis genere servitutis realibus, regalibus, vicinalibus impositis, et inponendis quovis nomine nuncupentur, et nuncupari possent.

Quos quidem redditus venditos et subjugatos ut supra prefati venditores dicto juratorio nomine, et cum dicta rati promissione per se etc. constituerunt imposuerunt, et assicuraverunt, ac constituunt imponunt, et assicurant eidem emptori [f. 241] stipulanti pro eo et suis & dicto domino Joseph eius filio et Procuratore et super infrascriptis novis impositis gabellarum predictarum augumentarum virtute preinserti consilij detenti, et conclusi die 25. aprilis proximi preteriti, et alijs bonis dictae universitatis Terrae Racalmuti in specie, et in genere obligatis ut infra infrascriptis novis impositis reduptamentis gabellarum contentarum in dicto consilio ut infra videlicet.

Item specialiter et expresse tareno uno noviter imposito gabellae vini musti pro qualibet vegete, et alijs tarenis novem noviter impositis gabellae vini à minuto pro qualibet vegete.

Item tareno uno noviter imposito gabellae panis pro qualibet uncia, et super tareno uno, et granis decem noviter impositis gabellae floriarum, florium, et fructuum pro qualibet uncia.

Item super tarenis tribus noviter impositis super qualibet salma cuiuscumque speciei liguminum vendendorum  à minuto, et alijs tarenis tribus pro qualibet salma ordij similiter vendendi à minuto.

Item super tarenis duobus noviter impositis super gabella arbaxiorum, cannavazzorum, et cordarum pro qualibet uncia.

Item super tareno uno noviter imposito super gabella Pili Animalium vendendorum et alio tareno uno noviter imposito super alia eadem gabella pili animalium vendendorum

Item super tareno uno noviter imposito pro qualibet uncia super gabella lini cannavi, ferri, rami rustici, et lavorati et lignaminum cuiusvis speciei rusticorum et lavoratorum.

Item super tarenis tribus noviter impositis super gabella piscium et salsizzorum pro quolibet carrico piscium, et super tareno uno noviter imposito super quolibet porco macellando pro conficiendo salsizzas.

Item super tareno uni noviter imposito pro qualibet uncia gabellae lanarum, [f. 242] caseorum equicascorum mellis et cerae.

Quae quidem noviter imposita augumentatio seù dupplicatio gabellarum predictarum intelligantur et sint pro corpore et capitale dictorum reddituum conditorum, et subjugatorum ut supra e penitus segregatae ab alijs gabelllis obligatis Regiae Curiae iuxta formam preinserti concilij, et de pacto inter eos Juramento firmato et non aliter nec alio modo.

Et generaliter super omnibus  et singulis alijs bonis mobilibus stabilibus redditibus introjtibus et proventibus dictae Universitatis Terrae Racalmuti presentibus et futuris ubicumque existentibus et melius apparentibus.

Quae quidem nova imposita superius expressata omniaque et singula alia bona in specie obligata ut supra dicti venditores dicto nomine, et cum dicta rathi promissione pro se etc. specialiter in solidum individualiter, et generaliter, obligaverunt, subjugaverunt, honeraverunt et hypotecaverunt ac obligant subjugant submictunt honerant et hypotecant eidem emptori pro eo et suis etc. stipulanti dicto eius procuratori predictis unceis viginti octo et tarenis decem et octo annualibus censualibus et rendalibus venditis et subjugatis ut supra earumque annua exactione defensione et evitione, prectio et sorte principali iuxta formam mentem et tenorem Bullae Apostolicae Papae Gregorij decimi tertij executae in hoc Siciliae Regno die 22. februarij 2^ Ind. 1573. et Regiarum pragmaticarum super eidem Bullis editarum et non aliter.

Quorum quidem reddituum venditorum et subjugatorum ut supra possessionem vel quasi ac dominium quam et quod dicti venditores dicto nomine in eorum animo habeant teneant et possident vel quasi a se abdicantes, et deponentes [f. 243] in eumdem emptorem presentem et in suo animo recipientem pro eo et suis etc. dicto Magnfico Joseph eius Procuratore dederunt cesserunt transtulerunt et mandaverunt, et quasi tradiderunt constituentes illos et nomine constituti per constitutum tenere et possidere nomine et pro parte dicti Magnifici emptoris et suorum etc. donec et quousque de eis et in eis habuerit ceperit realem actualem corporalem vacuam liberam et expeditam possessionem vel quasi quam intrandi capiendi, et habendi authoritate propria et de facto absque licentia Curiae Judicis et magistratus deinceps et ex nunc in anthea ei plenam licentiam et liberam potestatem tribuerunt et concesserunt ac de jure contulerunt pariter et de facto.

Ad habendum deinceps et ex nunc in anthea per dictum emptorem et suos etc. dictas redditus venditas et subjugatas ut supra tenendum possidendum utifruendum petendum exigendum vendendum alienandum dotandum donandum.

Et hac ex causa prefati venditores dicto juratorio nomine et cum dicta rathi promissione pro se etc. promiserunt seque sollemniter obligaverunt et obligant eidem emptori pro eo et suis etc. presente, et stipulante dicto domino Joseph eius filio et procuratore etiam me notario etc. dictas uncias viginti octo et tarenos decem et octo annuales censuales et rendales venditas et subjugatas ut supra quolibet anno in tribus partibus soluptionibus integre hoc est primum tertium in quolibet die primo mensis Januarij, secundum tertium in quolibet die mensis Maij, et ultimum in quolibet ultimo die mensis augusti cuius libet anni in perpetuum, et pro anno presenti ratam temporis in ultimo die presentis mensis augusti in pecunia numerata sine aliqua [f.244] exceptione juris vel facti in pace et de plano.

Ad annuam soluctionem quorum reddituum venditorum, et subjugatorum  ut supra prefati venditores dicto juratorio nomine, et cum dicta rathi promissione teneantur et ita promiserunt seque sollemniter obligaverunt et obligant dicto Magnifico emptori me notario et dicto eius procuratore pro se et suis etc. stipulantibus tempore famis, pestis, sterilitatis temporis belli revoluptionis populi inundationis a quorum  et omni alio et quocumque alio sinistro casu et eventu fortuito solito et insolito in corpore juris clauso et reservato etiam si esset talis de quo oportisset in presenti contractu fieri magis specialiter et expressa mentio non obstantibus imo expresse cum juramento renuntiantis omnibus et quibuscumque legibus juribus statutis constitutionibus et capitulis Regni pragmaticis consuetudinibus ritibus moribus, et osservantijs in contrarium dictantibus et disponentibus quibus promiserunt non uti nec de eis quomlibet se liberari de pacto inter eos sollemni stipulatione vallato et juramento firmato et non aliter nec alio modo.

Et pro faciliori exactione, et annua consecutione dictorum reddituum venditorum et subjugatorum ut supra prefati venditores dicti juratorio nomine et cum dicta rathi promissione etc. mandaverunt et mandant, ordinaverunt, et ordinant omnibus et singulis gabellotis et credenzerijs collectoribus conductoribus detentoribus et possessoribus presentibus et futuris predictarum gabellarum, et aliorum bonorum superius in genere et in specie obligatorum, et obligandorum et cuiuslibet eorum in solidum quatenus ad solam presentis actus ostensionem vicem epistolae in hac parte gerentis nullo alio ab eis expectato mandato nec Curiae licentia requisita velint, et debeant deinceps et [f. 245] ex nunc in anthea quolibet anno in tribus tertijs integre, et pro anno presenti ratum temporis ut supra dictos redditus venditos et subjugatos ut supra solvere et de eis respondere dicto magnifico emptori et suis etc. et non aliter nec alio modo.

Contra quas omnes et singulos gabellotos credenzerios collectores conductores detentores et possessores dictarum gabellarum et aliorum bonorum dictae Universitatis Terrae Racalmuti obligatarum, et obligatorum ut supra et alias quascumque personas quomodolibet obligatas et quem libet eorum in solidum prefati venditores dicto juratorio nomine et cum dicta rathi promissione pro se etc. cesserunt, et cedunt eidem Magnifico emptori me notario et dicto magnifico eius procuratore pro eo et suis presentibus stipulantibus et recipientibus omnia, et singula jura omnesque actiones reales, et personales utiles directas mixtas tacitas et expressas civiles et pretorias et naturales ac conventionales, et alis quascumque, ac non spem et exercitium dictorum jurium et aliorum quae quas et quod dicti venditores dicto nomine pro se etc. habuerunt habebant  et habent possunt et sperant habere in dictis redditibus venditis et subiugatis eorumque annua exactione evictione, et defensione anterioritate potioritate prectio, et sorte principali privilegijs clausolis cautelis conditionibus et alijs in precalendatis et preinsertis literis et consilio contemptis et adnotatis virtute et authoritate quorumcumque instrumentorum contractuum literaconsiliorum et scripturarum publicarum privatarum et sine quomodocumque  et qualitercumque constituentes eum eum procuratorem in rem suam et ponentes eum in locum et eius eorum proprium in hac parte ut amodo.

Reservata a nihilo minus eidem magnifico emptori et suis in annua exactione dictorum reddituum venditorum, et subjugatorum ut supra authoritate, et facultate [f. 246] et potestate variandi mutandi, et redeundi anno quolibet de predictis venditionibus dicto nomine ad dictos gabellotos, credenzerios collectores conductores detentores et possessores, et é converso seù à quibus et ut melius dicto Magnifico emptori et suis ita quod unica solutione anno quolibet sit contentus et non aliter.

Et hoc pro prectio et nomine prectij unc. ducentarum octuaginta sex pond: gen: ad rationem de decem pro centenario dicti Magnifici venditores dicto Juratorio nomine habuerunt et receperunt à dicto magnifico emptore et de eius suis proprijs pecuneis presentialiter et manualiter numeratis in pecunia argentea et per manus dicti domini Joseph sui filij et procuratoris consignatis dicto Magnifico Vincentio de Randactio mihi cognito presenti et illas recipienti uti depositario electo per dictos Magnificos Juratos eum eligerunt et eligunt ad opus et effectum tamen solvendi dictae Regiae Curiae dictas pecuneas pro causa contenta in dicto preinserto consilio ita quod in acto soluctionis dictarum pecunearum  dictae Regiae Curiae debent fieri expressa et specialis mentio qualiter dictae pecuneae sunt proprie pecuneae per dictos Magnificos Juratos dicto nomine habite et percepte à dicto Magnifico de Caputo pro emptione dictorum reddituum, et non aliter nec alio modo.

Item processit ex pacto inter eos juramento firmato quod dicta augumentatio gabellarum specialiter subjugata ut supra quolibet anno depositari debeat per gabellotos diversarum gabellarum segregatium ab alijs gabellis penes depositarum per dictos magnificos juratos eligendum bonum tutum, et sicurum ad opus solvendi dictos redditus quolibet anno tertiatim ut supra dicto Magnifico de Caputo emptori et suis etc. et non ad alium usum, et effectum expendere, et erogare debeat introytus dictarum gabellarum [f. 247] nisi pro soluctione dictorum reddituum alias quod tenentur de proprio dictus depositarius et contra eum fieri possit executio ad instantiam magnifici de Caputo et suorum etc. et non aliter nec alio modo.

Promictens nihilominus prefati magnifici venditores dicto nomine et cum dicta rathi promissione eidem magnifico emptori me notario, et dicto magnifico Joseph eius filio procuratore pro eo et suis etc. presentibus et stipulantibus de dictis redditibus venditis et subjugatis ut supra nullo unquam futuro tempore inferre litem molestiam nec questionem, nec inferenti consentire aliquo jure titulo ratione, et causa scita vel ignorata tacita, vel expressa cognita vel incognita cogitata vel incognita intrinseca vel extrinseca presentia preteria vel futura etc. directe vel indirecte quomodocumque et qualitercumque semper et omni futuro tempore  illos anno quolibet veros et bonos facere ab omni molestante calumniante intrigante perturbante, et contradicente, et contraveniente persona, populo, Curia, Colleggio, fisco, societate, et Universitate defendere, guarrentire, disbrigare discalumniare et de qualibet et quacumque legitima evictione teneantur et teneri voluerunt dicto juratorio nomine sive questio fieret de toto sive de parte sive de dominio sive de possessione sive de annua exactione sive aliqua quomodolibet questio ipsa fieret et evictio sequeretur.

Et si quo venturo tempore per quempiam lix vel questio aliqua mota fecerit per obligationem libelli juri hypotecae revendicatorio judicio aut per alium quemcumque modum tacitum vel expressum summarium et ordinarium aut aliter quomodocumque et qualitercumque tali casu huiusmodi lites molestias, et questiones ex omnem causam prefati magnifici venditores nomine universitatis, et juratorio nomine pro se [f. 248]   et suos successores  in dicta Juratia teneantur et ita promiserunt eidem Magnifico emptori stipulantibus pro eo et suis etc. dicto domino eius procuratore in se assumere juditiarie mediare  prosequi, et finire eorum dicto nomine laboribus et expensis tam principali Judicio quam in causis revisionum, et nullitatum usque ad sententiam diffinitivam legitimam transactam in rem judicatam.

Necissitate tamen laudandi.

Ita quod in casu cuiusvis litis molestiae et questiones et imminentis evictionis et non expectata sententia et eius litis  se questionem ex pacto procedi possit contra dictam universitatem, et eius bona omni meliori modo via jure et forma etiam via exequtiva, et fieri possit executio ubique locorum et in quocumque judicio et magistratu etiam incompetenti et Magnae Regiae Curiae tam pro prectio et sorte principali dictorum reddituum venditorum et subjugatarum ut supra quam pro interusurijs decursis tunc forte non solutis et rata temporis quam pro omnibus et quibuscumque damnis interesse, et expensis per dictum emptorem et suos etc. patiendis succedendis et causandis Judicialibus et extra etiam viaticis quomocumque et qualitercumque adversus quam executionem formam presentis contractus et verificationem externam faciendam ad quemvis  effectum non possit se opponere pervenire excipere defendere aliquid dicere vel allegare ut infra, et non aliter nec alio modo.

Item processit ex pacto inter eos dicto nomine juramento firmato quod presens contractus una cum omnibus et singulis in eo contentis possit, et valeat clausolari corrigi et emendari etc. ad consilium sapientis semper in favorem opem  et auxilium dicti magnifici emptoris et suorum etc. substantia tamen facti in aliquo non mutata.

Item processit ex pacto inter eos dicto nomine ut supra quod si in presenti [f. 249] contractu reperirentur aliqua pacta verba et clausulae dubbia ambigua vel obscura tam ratione sensus quam ratione verborum sensum mutarent, et mentem variarent quod huiusmodi pacta clausulae et verba semper interpetrentur et interpetrari debeant  ad bonum et sanum intellectum semper in favorem opem et auxilium dicti Magnifici emptoris et suorum etc. et non aliter nec alio modo, et pariformiter (?) quod si in presenti contractu reperirentur aliqua pacta et verba quae directe vel indirecte tenderent vel tendere possent contra formam, mentem, et tenorem dictae Bullae Apostolicae et Regiae pragmaticae dicteque confirmationis quod huiusmodi pacta clausulae et verba reducantur et reduci debeant pro ut illa ex nunc pro tunc et é converso reduxerunt et reducunt ad secundum  formam mentem, et tenorem illarum quoniam eorum mens intentio, et voluntas fuit et est ad presentem actum venisse, et venire iuxta formam mentem et tenorem dictae Bullae Apostolicae et Regiae pragmaticae dicteque confirmationis  et non aliter nec alio modo.

Presenti ad haec omnia et singula Illustrissimo domino don Hieronymo de Carrectis Comite Racalmuti mihi notario cognito volente consentiente et se contentante de supra dicta subjugatione unciarum viginti octo et tarenorum decem octo annualium censualium et rendalium subjugatarum per prefatos Magnificos Juratos dictae Recalmuti et nomine universitatis ipsius prefato Magnifico Salvo pro hac vice tantum et dumtaxat et illam rathificante acceptante laudante, et approbante super eius seriem continentiam et tenorem et sub omnibus et singulis illis pactis hypotecis obligationibus renunciationibus clausolis [f. 250] cautelis verbis verborum formis juramentis et aliis in eo contentis et adnotatis renunciando cum juramento exceptione etc.

Hic intrat pactum de retrovendendo etc.

Quae omnia etc. promiserunt ad invicem cum juramento dictis nominibus ratham etc.

habere etc. in omnem eventum etc. in pace etc. sub hypoteca, et obligatione omnium, et singulorum bonorum dictae universitatis mobilium stabilium etc. cum refectione et integra restauratione omnium et singulorum damnorum interesse et expensarum litis et extra etiam viaticorum algoritij commissarij et procuratoris coniunctum sive divisim ad solitas dictas die quolibet et quod fiat rithus et executio in bonis tam ad dictae Universitatis Racalmuti et in persona et bonis dicti Magnifici Salvi cum potestate variandi etc. quoque extrahendum etc. et pignora ad discursum vendantur etc. renuntiantibus et maxime lege secunda codice de rescendenda vendictione, et specialiter cum juramento privileggio fori eorum etc et quod teneantur ad expensas etc. etiam si venirent sacculo parato etc. et quod non possint se opponere etc. nisi prius etc. Salvantur et attendantur duplici Juramento etc. Juraverunt etc. et sic iterum juraverunt etc.

Unde etc.

Testes Magnificus Artalis Tudisco Magnificus Joseph de Augustino Magnificus Franciscus Avagliano Magnificus Petrus Tudisco et notarius Petrus Sciurtino.

Ex actis condam Notarij Nicolai Billotta Agrigentini extracta est per me Johannem Battistam Solidano Regium et Apostolicum Notarium Agrigentinum Generalem Consultorem actorum notarium defunctorum huius magnificae Civitatis Agrigenti. - Coll. Salv.

 



[1]) ARCHIVIO DI STATO PALERMO
RICHIEDENTE: NALBONE GIUSEPPE
Fondo Archivistico:  Palagonia
Serie: Fondi Privati
Unità archivistica n. 633
Anni 1505-1599
Pagine da riprodurre 1) da pag. 227r a pag. 250v = (pag. 46)
                                    2) da pag. 378r a p. 391r = (pgg. 17)
Data, 17/2/1995 - Firma: Giuseppe Nalbone
 
[2]) Anche Sciascia ne parla nella MORTE DELL’INQUISITORE ( pag. 183 dell’edizione del 1982) che pur mostra un qualche scetticismo. Si dà il caso che al grande scrittore era sfuggita la causa della contrazione, non essendo a quel tempo disponibile una qualche seria ricerca di statistica demografica relativa al nostro paese. Quella del Maggiore-Perni ha altre ambizioni e non è presente interesse alcuno per la microstoria.

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