I CUTAIA rectius CUTAJA, così scrivevano i preti quelli colti quelli bravi, quelli autoctoni che hanno reso religiosa ma non pia, credente ma non deprimente Racalmuto: Preti o arcipreti alla Di Salvo, alla D'Averna, alla Campanella, alla canonico Mantione, alla Tirone e da ultimo (ma proprio ultimo) alla Casuccio.
I Cutaia vengono da lontano, non sono invasivi, sono però strutturanti, genialmente operativi, il loro apice, l'attuale ingegnere Cutaia da ultimo candidato a Sindaco di Racalmuto con significativa affermazione personale ; se non fosse quel suo indulgere adesso a esogeni vezzi fascio-razzisti che mi fanno andare fuori dai gangheri, perfetto.
Ho contato in questo indice ottocentesco ben otto Cutaia con quei bei nomi latini e così la zza Cuncittina Cutaja diviene vezzosamente CONCEPTA, la zza Pippina Cutaia è Joepha, lu zi Pippinu Joseph. 'u zi 'Nnazzì Ignatius e lu zzi Giuvanninu Cutaia è più altezzosamente Joannes.
Seguire le vicende di questi ceppi Cutaia in questo mezzo millennio è scoprire l'intrigante evolversi e in qualche punto il doloroso recedere di questo mio unico, intellettuale, intelligente, operoso, birbante paese che non la cede né a Sciascia né agli Siasciani né a imbecilli nomignoli alla Regal Petra, un paese sempre fiero e libero maschiamente probo e assennato: altro che paese evirato alla Sciascia che lo vorrebbe "lontano dalla libertà e dalla giustizia, cioè dalla ragione" (v. Le Parrocchie").
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