lunedì 15 febbraio 2016

I CUTAJA






I CUTAIA rectius CUTAJA, così scrivevano i preti quelli colti quelli bravi, quelli autoctoni che hanno reso  religiosa ma non pia, credente ma non deprimente Racalmuto:  Preti o arcipreti alla Di Salvo, alla D'Averna, alla Campanella, alla canonico Mantione, alla Tirone e da ultimo (ma proprio ultimo) alla Casuccio.

I Cutaia vengono da lontano, non  sono invasivi, sono però strutturanti, genialmente operativi, il loro apice,  l'attuale ingegnere Cutaia da ultimo candidato a Sindaco di Racalmuto con significativa affermazione personale ; se non fosse quel suo indulgere adesso a esogeni vezzi fascio-razzisti che mi fanno andare fuori dai gangheri, perfetto.

Ho contato in questo indice ottocentesco ben otto Cutaia con quei bei nomi latini e così la zza Cuncittina Cutaja diviene vezzosamente CONCEPTA, la zza Pippina Cutaia è Joepha, lu zi Pippinu Joseph. 'u zi 'Nnazzì Ignatius  e lu zzi Giuvanninu Cutaia è più altezzosamente Joannes.

Seguire le vicende di questi ceppi Cutaia in questo mezzo millennio è scoprire l'intrigante evolversi e in qualche punto il doloroso recedere di questo mio unico, intellettuale, intelligente, operoso, birbante paese che non la cede né a Sciascia  né agli Siasciani né a imbecilli nomignoli alla Regal Petra, un paese sempre fiero e libero maschiamente probo e assennato: altro che paese evirato alla Sciascia che lo vorrebbe "lontano dalla libertà e dalla giustizia, cioè dalla ragione" (v. Le Parrocchie"). 

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