« La ‘ndrangheta non esiste più!.... Una volta, a Limbadi, Nicotera, Rosarno c'era la ‘ndrangheta!. Adesso la ‘ndrangheta fa parte della Massoneria, diciamo è sotto la massoneria. Ha però le stesse regole!... La ‘ndrangheta non c'è più è rimasta la massoneria e quei quattro storti che ancora credono alla ‘ndrangheta!... »
(Pantaleone Mancuso durante un'intercettazione ambientale resa pubblica a marzo 2013[230])
Girolamo Piromalli
La 'ndrangheta, seppur in modo collaterale, già negli anni sessanta aveva rapporti con la massoneria deviata, nella misura in cui questa faceva da tramite con le istituzioni.[41][231][232] Il fine era instaurare rapporti di cointeressenza con la classe politica, attraverso la clientela saldata dal voto di scambio.[233]
Il legame fra le due organizzazioni si rafforza negli anni settanta, dopo la prima guerra di 'ndrangheta, quando alcuni capibastone entrano in logge deviate[41]. Così i guadagni ottenuti aumentarono, potendo contattare senza intermediari personaggi del mondo bancario, della magistratura, dell'imprenditoria e delle forze dell'ordine.[232][234] Questo nuovo modo di agire della mafia calabrese sembra sia stato voluto dal vecchio capobastone Girolamo Piromalli[232] e dalla nuova promessa Paolo De Stefano. Chi era contrario al progetto, come Antonio Macrì e Domenico Tripodo, riteneva che la 'ndrangheta non dovesse affiliarsi ad altre associazioni, nel rispetto delle tradizionali regole del codice mafioso.[232] Questi furono eliminati e per ovviare al problema morale Piromalli fonda la Santa, una sorta di ultimo grado gerarchico dell'organizzazione; in questo modo faceva credere agli affiliati che, una volta avuto accesso a questa posizione, sarebbe stato possibile affiliarsi alla massoneria.[232] Nasce così, attraverso «l'ibridazione tra massoneria deviata e alcune cuspidi della 'ndrangheta, [...] una vera e propria massomafia sovraordinata alla normale 'ndrangheta, dotata di una organizzazione e di un sistema di regole autonome».[235] Tra i capibastone presumibilmente entrati nella massoneria deviata vi sono: Santo Araniti, Paolo De Stefano, Natale Iamonte, Antonio Nirta, Francesco Nirta, Giuseppe Nirta.[236][237]
Nel 1992 con l'operazione Olimpia si ebbero maggiori informazioni; si scoprirono le persone che fecero accedere i santisti nella massoneria calabrese: il notaio Pietro Marrapodi, Pasquale Modafferi e il capo-loggia Cosimo Zaccone.[238] A suggerire l'esistenza, negli ultimi anni, di un livello occulto della 'ndrangheta è stata un'intercettazione telefonica risalente alla fine del 2007. I carabinieri registrano, tramite una microspia, una conversazione tra Sebastiano Altomonte (originario di Bova Marina) e sua moglie. Altomonte in tale frangente sottolinea che «c'è una che si sa e una che non la sa nessuno». E poi, rimarcando il concetto: «c'è la visibile e l'invisibile [...] che non la sa nessuno, solo chi è invisibile». Questa entità non ha mai trovato conferme giudiziarie. Tuttavia, le parole di Sebastiano Altomonte, successivamente condannato per associazione mafiosa, rendono plausibile un attuale accostamento tra potere mafioso e ambienti massonici.[231][239]
Il 7 novembre 2012 da un'inchiesta della DDA di Catanzaro emerge il presunto coinvolgimento della cosca per i lavori di ricostruzione dopo il terremoto in Abruzzo e la messa in opera a Roma della rete di fibre ottiche per internet e del coinvolgimento con Paolo Coraci fondatore di una loggia massonica che avrebbe chiesto il sostegno elettorale per D'Ambrosio in cambio di appalti nel Lazio, Lombardia e Veneto.[240] Nello stesso anno l'inchiesta Saggezza della DDA di Reggio Calabria è emerso che il legame con la massoneria italiana sarebbe molto forte, al punto di costituire una via di infiltrazione ai più lati vertici della politica e dell'economia italiana[241]
Il 17 novembre 2013 il Grande Oriente d'Italia sospende per la prima volta nella sua storia una loggia, nella fattispecie la loggia Rocco Verducci con sede a Gerace, e con il tempio a Siderno per un possibile coinvolgimento di persone affiliate irregolarmente e collegate alla criminalità organizzata calabrese. La scelta della sospensione è stata presa dopo l'ultima inchiesta giudiziaria: l'operazione Saggezza, in cui furono arrestate persone affiliate sia alla 'ndrangheta che alla loggia[242].
Il 4 gennaio 2016 si conclude l'operazione Kyterion 2 diretta dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro che porta all'arresto di 16 presunti affiliati ai Grande Aracri di Cutro, dalle indagini si evince presunti tentativi di collegarsi ad esponenti del Vaticano e della Corte di Cassazione, nonché l'intrusione in ordini massonici e cavalierati da parte del capo-locale Nicolino Grande Aracri[243][244].
Dall'operazione Mammasantissima del Ros dei Carabinieri conclusa il 15 luglio 2016 emergerebbe il verbale del 2014 dell'ex Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia Giuliano Di Bernardo (1990 - 1993), ora Gran Maestro della Gran Loggia Regolare d’Italia, il quale riferisce al pubblico ministero Giuseppe Lombardo le confidenze di Ettore Loizzo, ai tempi vice del Gran Maestro: «Nel corso di una riunione della Giunta del Grande Oriente, che io indissi con urgenza nel '93 dopo l'inizio dell'indagine del dottor Cordova sulla massoneria, a mia precisa richiesta disse che poteva affermare con certezza che in Calabria, su 32 logge, 28 erano controllate dalla 'ndrangheta. Gli dissi subito: "E cosa vuoi fare di fronte a questo disastro?". Lui mi rispose: "Nulla". Io, ancora più sbigottito, chiesi perché. Lui mi rispose che non poteva fare nulla perché altrimenti lui e la sua famiglia rischiavano gravi rappresaglie... Faccio presente che la questione calabrese era molto più preoccupante in quanto la massoneria calabrese era ben più ramificata di quella siciliana»[245]. Da luglio ha iniziato a parlare dei rapporti tra massoneria e 'ndrangheta anche il pentito nonché massone Cosimo Virgiglio. Racconta che la massoneria fortemente politicizzata si serve della criminalità calabrese per il controllo dei flussi elettorali mentre essa per il riciclaggio di denaro. Secondo il pentito la loggia di Reggio Calabria sarebbe suddivisa in due parti: una pulita e una occulta; della seconda farebbero parte gli 'ndranghetisti. Racconta anche della presenza nelle logge di esponenti dei Piromalli e dei De Stefano. La commistione tra elementi criminali, con dote di Santa e massoni in gergo massonico viene definito "varco" (in riferimento alla Breccia di Porta Pia); e tecnicamente sarebbe il mondo massonico ad entrare nelle file della 'ndrangheta[246][247][248].
Le operazioni di polizia[modifica | modifica wikitesto]
In Italia[modifica | modifica wikitesto]
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Lo stesso argomento in dettaglio: Operazioni della polizia italiana contro la 'Ndrangheta.
Sono state effettuate diverse operazioni di polizia in Italia, soprattutto a partire dalla fine del XX secolo.
Nel resto del mondo[modifica | modifica wikitesto]
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Faide[modifica | modifica wikitesto]
« Le faide sono incubatrici di violenza e riesplodono quando meno te lo aspetti. »
(Nicola Gratteri "Fratelli di sangue")
Nel corso della sua storia, la 'ndrangheta ha visto l'esplodere di varie guerre tra clan, alcune di queste caratterizzate da episodi di estrema violenza; non tutte le guerre hanno visto come luogo di scontro la sola regione Calabria ma talvolta, soprattutto a causa della vasta diffusione della 'ndrangheta, si sono verificate violenze in altre regioni italiane e anche all'estero. Qui sotto c'è un elenco in ordine cronologico delle principali faide.
•Faida di Sinopoli: nasce nel 1945 con l'omicidio di Giuseppe Filleti tra gli Alvaro-Violi-Macrì e i Filleti-De Angelis-Orfeo, ma bisogna attendere il 1964 per attendere un nuovo morto: Antonio De Angelis e la faida continuerà fino alla morte di Giovanni Orfeo il 5 settembre 1978[249].
•Faida di Rosarno: inizia nel 1949 con l'omicidio di Giuseppe Scriva per mano di Salvatore Cunsolo; la faida si concluderà senza vincitori né vinti.
•Faida di Castellace Faida nata nel 1954 e durata fino al 1978 tra i Barbaro e i Mammoliti, e vinta da questi ultimi.
•Faida di Cittanova: originatasi probabilmente nel 1964 quando venne ucciso un parente della 'ndrina dei Facchineri i quali risposero uccidendo un membro degli Albanese. La faida continuò fino al 1980 e vide la sconfitta dei Facchineri a opera degli Albanese-Raso-Gullace, si contarono, alla fine, 32 omicidi.
•Faida di Ciminà: a partire dal 4 giugno 1966 con l'omicidio di Francesco Barillaro, capobastone di Ciminà, scoppia la cosiddetta faida di Ciminà in cui vengono coinvolti anche i Varacalli. Una faida con molti morti che arrivò anche a Torino il 14 novembre 1981 con l'omicidio di Rocco Zucco[250].
•Faida di Locri: ebbe inizio nel 1967 a causa dell'omicidio di Domenico Cordì compiuto per punire uno sgarro verso Antonio Macrì. Da allora le cosche Cataldo e Macrì si sono combattute a più riprese fino agli arresti compiuti nel 1999 che hanno, sembra, calmato la situazione.
•Faida di Seminara: scoppiò il 17 settembre 1971 tra i Pellegrino e i Gioffrè.
•Faida di Crotone: scoppia nel 1973 tra la famiglia di Luigi Vrenna detto U Zirru e i Feudale
•Prima guerra di 'Ndrangheta: scoppiata nel 1974, ebbe l'aspetto di un vero e proprio scontro tra la vecchia generazioni di ndranghetisti e le nuove leve desiderose di mutare attività criminali; provocò circa 300 morti.
•Faida di Palmi: scoppiata nel 1977 tra i Condello e i Gallico e durata più di un ventennio
•Faida dei boschi: scoppiata il 22 ottobre 1977 nella zona ionica a cavallo tra le province di Reggio Calabria e Catanzaro ebbe termine negli anni novanta.
•Guerra di Cosenza: scontro di grandi dimensioni e di lunga durata che vide protagoniste molte cosche della provincia di Cosenza, tra cui i Pino-Sena e i Perna-Pranno-Vitelli. Scoppiò alla morte del capobastone Luigi Palermo nel 1977 ed ebbe termine alla fine degli anni ottanta dopo decine di morti.
•Faida di Gioiosa Jonica fra gli Aquino e i Mazzaferro negli anni '80[251].
•Faida di Motticella: esplode a Motticella, frazione di Bruzzano Zeffirio e Africo in seno alla famiglia Mollica-Morabito-Palamara-Scriva nel 1985 per la gestione del sequestro della farmacista Concettina Infantino. Uno dei due clan si sarebbe intascato dei soldi senza riferire niente all'altro ed inoltre il rifugio in cui fu nascosta era sito in un terreno di una cosca che non fu pagata per aver dato la disponibilità del luogo. Si conclude nel 1990 con 50 morti tra cui per la prima volta per l'area di Africo anche una donna e l'intervento di Giuseppe Morabito e Antonio Pelle[252] per riprendere nel 2005 fino al 2007.
•Seconda guerra di 'Ndrangheta: combattuta tra il 1985 e il 1991, nacque nella città di Reggio Calabria, provocò più di 500 morti.
•Faida di Gioiosa Jonica, stavolta fra gli Ursini e gli Ierinò, alla fine degli anni '80[251]
•Seconda Faida di Palmi, esplosa il 25 settembre 1986 tra i Parrello e i Piccolo con l'omicidio del capocosca Gaetano Parrello a causa di un presunto sgarro[253][254]
•Faida di Rizziconi, esplosa tra gli Ascone e i Crea[253]
•Faida di San Ferdinando tra i Thomas e i De Vita[253]
•Faida di Drosi di Rizziconi tra i Maisano e gli Stillitano[253]
•Faida di Gioia Tauro tra i Gerace e gli Italiano[253]
•Faida di Stefanaconi, è una faida scaturita dai Patania e i Piscopisani, e in cui sono coinvolti i Bartolotta-Petrolo alla fine degli anni '80 e riesplosa nel 2011. Il 17 settembre 2011 viene ucciso il capo Fortunato Patania, il giorno dopo di Michele Mario Fiorillo a Francica. Il 20 novembre 2012 si conclude l'operazione Gringia che arresta 13 persone coinvolte nello scontro[255].
•Faida di Siderno: combattuta a partire dal 1987 quando la 'ndrina dei Costa volle rendersi autonoma dalla potente 'ndrina dei Commisso. Ebbe termine nei primi anni novanta dopo più di 50 morti e vide un forte ridimensionamento dei Costa, sconfitti dai Commisso che ebbero l'aiuto di altre cosche reggine come i Molè e i Piromalli. Durante la faida un uomo dei Costa venne ucciso a Toronto e un Carabiniere assoldato come killer dai Costa venne ritrovato bruciato e decapitato in un'auto.
•Seconda Faida di Cittanova: emerge dal 1987 e termina nel 1991 con la vittoria dei Facchineri sui Raso-Albanese-Gullace.
•Faida di Taurianova: scoppiata nel 1989 e terminata nel 1991 dopo 32 omicidi, ha visto scontrarsi la 'ndrina dei Neri con le altre famiglie di Taurianova. Scalpore, per le modalità, fece l'omicidio di Giuseppe Grimaldi, la cui testa venne tagliata e usata come bersaglio, l'episodio si svolse di fronte a diversi testimoni.
•Faida di Roghudi, negli anni '90 a Roghudi scoppia una faida tra gli Zavettieri e i Pangallo-Maesano-Favasuli-Verno, in cui finiscono coinvolti anche gli Iamonte per l'omicidio dell'8 aprile 1992 di Giacomo Falcone, imprenditore amico di questi. Dopo 14 morti la Provincia riesce a far concludere la faida[256]. La faida si conclude nel 1998 con 50 morti[257].
•Faida di Laureana di Borrello: scaturisce all'inizio degli anni novanta tra le due fazioni Albanese-Cutellè-Tassone e i Chindamo-Lamari-D'Agostino e si risolve con una pace voluta dai Mancuso di Limbadi dai Pesce-Piromalli e Bellocco per l'inconcludenza del conflitto[258][259].
•Faida di Sant'Ilario: A Sant'Ilario dello Ionio il 15 agosto 1990 viene ucciso Emanuele Quattrone (mandato dai De Stefano per proteggerlo dalla faida con gli Imerti) e secondo l'operazione Primaluce si apre una nuova faida con i Belcastro-Romeo che vogliono distaccarsi dai D'Agostino,[260][261].
•Faida di Oppido Mamertina: dura sei anni, dal 1992 al 1998 e dopo una tregua riesplode nel 2011, e dovrebbe essersi conclusa nel novembre 2012 con l'operazione Erinni delle forze dell'ordine (novembre 2013). Da una parte sono schierati i Ferraro-Gugliotta e dall'altra i Mazzagatti-Polimeni con il coinvolgimento in corso dei Mammoliti a favore dei primi.
•Faida di San Luca: scoppiata nel 1991, ha visto contrapposte le 'ndrine dei Nirta-Strangio e quelle dei Pelle-Vottari. La guerra ha determinato la famosa Strage di Duisburg con l'omicidio di 6 persone e vasto eco internazionale. La faida si è conclusa, ma si teme un suo ripresentarsi.
•Faida di Cassano allo Ionio: scontro nato alla fine degli anni novanta e ancora in corso, vede contrapposte la 'ndrina dei Forastefano e i rom di Lauropoli per l'egemonia nella zona di Sibari.
•Faida di Cutro: combattuta tra la fine degli anni '90 e i primi del 2000, ha visto scontrarsi i Dragone e i Grande Aracri. La guerra fece diversi morti anche nella zona di Reggio Emilia dove i clan cutresi si sono insediati da diverso tempo.
•Faida di Isola: scoppiata nel 2000 tra gli Arena e i Nicoscia. Fece particolarmente scalpore l'omicidio del boss Carmine Arena, ucciso in un agguato, con tre colpi di bazooka.
•Faida di Lamezia Terme: prese il via nel 2002 e si protrae a fasi alterne fino al 2011, cosche protagoniste sono i Cerra-Torcasio-Gualtieri e gli Iannazzo-Giampà, la faida ha comportato numerose perdite tra i Torcasio-Cerra-Gualtieri che infatti vengono considerati il clan perdente.
•Faida delle Pre serre vibonesi: è una faida scoppiata nel 2002 tra i Loielo e il loro sottogruppo degli Emanuele, di cui questi risultati vincenti, i quali ora controllano i comuni di Dasà, Acquaro, Soriano Calabro, Vazzano e Pizzoni[262]
•Seconda faida dei boschi: scoppiata nel 2008 e conclusa nel 2013 grazie all'operazione Confine, tra i Vallelunga, Novella, Sia, Tripodi, Procopio, Lentini contro Gallace, Ruga, Metastasio.
•Faida Paola/Fuscaldo : Faida in atto tra il clan Serpa contro i Martello per il controllo del territorio di Paola.
Arte e mass media[modifica | modifica wikitesto]
Teatro[modifica | modifica wikitesto]
•Padroni delle nostre vite - tratto dalla storia di Pino e Marisa Masciari, Sciaraprogetti con Ture Magro (Auditorium di via Valvassori Peroni 56, Milano, 19-20 ottobre ore 21, 20 ottobre ore 19 2012)
•Infami - tratto dal libro Infami. Venti storie di ordinaria antimafia di Alfonso Russi (La società dello Spettacolo)
Cinema[modifica | modifica wikitesto]
•Uomini d'onore - documentario-inchiesta (2006) di Francesco Sbano[263]
•La Santa. Viaggio nella 'ndrangheta sconosciuta - documentario-inchiesta (2007) di Ruben H. Oliva ed Enrico Fierro[264]
•Libera nos a malo (film) - documentario-inchiesta (2008) di Fulvio Wetzl
•Anime nere (2014) di Francesco Munzi
•La terra dei santi (2015) di Fernando Muraca
Televisione[modifica | modifica wikitesto]
•Uomo contro uomo - film TV della RAI, regia di Sergio Sollima (1987) con Barbara De Rossi, Angelo Infanti, Maria Fiore
•Blu notte - Misteri italiani - La storia della 'Ndrangheta, documentario di approfondimento (23 ottobre 2004)
•Gente di mare - serie televisiva RAI (2005)
•Il Capitano 2[265]
•Era mio fratello[266] Miniserie televisiva Rai, 2007
•La Famiglia Pooh - Mafia - film del 2007 basato sulla serie tv omonima e sulla Mafia in Italia.
•Blu notte - Misteri italiani - La Mafia al Nord, documentario di approfondimento (31 agosto 2008)
•Das dunkle Business der 'Ndrangheta. Documentazione Francia, 58 Min., Regia: Agnès Gattegno, Produzione: BFC Productions, Arte France, Erstsendung: 16 dicembre 2008, Inhaltsangabe.
•Deutschland im Visier. Das geheime Netz der kalabrischen Mafia. Documentazione, Germania, Italia, 2008, 45 Min., Regia: Christian Gramstadt e Markus Rosch, Produzione: BR, Erstsendung: 2 aprile 2008, Inhaltsangabe
•Ndrangheta - Das blutige Business einer Mafia. Francia, 2008, 90 Min., Regia: Corradino Durruti, Produzione: Arte, Erstausstrahlung: 5 giugno 2008, Inhaltsangabe
•Im Netz der Mafia - Auf den Spuren der Mörder von Duisburg. Documentazione, Germania, 2008, 45 Min., Regie: Ulrike Brödermann e Philipp Zahn, Produzione: ZDF, Erstsendung: 19 agosto 2008, Inhaltsangabe di ZDF
•Exit - Mafia. Le mani sul nord (22 aprile 2009)
•Presa Diretta - 'Ndranghetisti (5 settembre 2010)
•Vieni via con me - 2ª puntata (15 novembre 2010)
•Exit - A che punto è la lotta alla 'Ndrangheta? (18 novembre 2010)
•Annozero - 'ndrangheta del nord (9 dicembre 2010)
•Underbelly Files - L'infiltrato - Film della rete televisiva australiana Nine Network
•Exit - Il nord e l'assalto delle mafie (17 marzo 2011)
•Presa Diretta - Mafia al nord (15 gennaio 2012)
•L'assalto - Miniserie TV con Diego Abatantuono in onda su Rai 1 nel 2014
•Le mani dentro la città, fiction di Canale 5 del 2014
•KlausCondicio - Programma-documentario di Klaus Davi trasmesso a partire di dicembre 2014 e girato tra Fino Mornasco[267], Buccinasco e Trezzano sul Naviglio[268].
•Quei bravi ragazzi di Frauenfeld, inchiesta per il programma "Falò" della rete televisiva svizzera RSI andata in onda il 5 marzo 2015[269].
•Lady 'Ndrangheta - Documentario Sky TG24 del 6 marzo 2015 di Beatrice Borromeo[270]
•Lea, film TV RAI del 2015 diretto da Marco Tullio Giordana
•Cose nostre - Episodio Speciale della trasmissione di RAI 1 dell'8 luglio 2016
•Solo - Miniserie TV del 2016 di Canale 5 con Marco Bocci, Diane Fleri e Peppino Mazzotta
Letteratura[modifica | modifica wikitesto]
"LA FELPA ROSSA - Fuga dalla 'ndrangheta". Romanzo di Francesco Biamonte ambientato tra la Piana di Gioia Tauro e l'Aspromonte.
Musica[modifica | modifica wikitesto]
A partire dagli anni '70 sono state prodotte cassette e dischi musicali dove vengono cantati fatti e storie dell'onorata società, riti, modo di comportarsi e modo di pensare; i loro "valori". La trilogia dal titolo La musica della mafia[271] è formata dai seguenti album:
•La musica della mafia. Il canto di malavita
•La musica della mafia volume II. Omertà, onuri e sangu
•La musica della mafia volume III. Le canzoni dell'onorata società.
Inoltre prodotti dall'Elca Sound[272] il ciclo 'ndrangheta:
•Ndrangheta. Canti e storie. "Cu è orbu, surdu e taci, campa cent'anni in paci"
•Ndrangheta II. A storia cuntinua... "A mamma cumanda e u picciottu va e fa..."[273]
•Ndrangheta III. Osso mastrosso carcagnosso.
•Ndrangheta IV. Calabria organetto tarantella.
e Il canto di malavita calabrese di Fred Scotti[274].
Sono state anche ritrovate canzoni masterizzate artigianalmente che descrivevano i fatti del summit di Montalto presieduto da Giuseppe Zappia dove furono arrestati molti 'ndranghetisti, e una canzone di quando fu arrestato Gregorio Bellocco. Enzo Ciconte afferma che «I proverbi, i racconti, le canzoni, le poesie costituiscono una sorta di corpus giuridico che dettava norme e regole di comportamento»[275].
Dopo il 16 febbraio 2005 con l'arresto del capobastone Gregorio Bellocco è stata incisa una canzone da ignoti, forse da Giuseppe Bellocco, allora latitante, proprio dedicata al cugino arrestato. La ballata si trova nel disco Pensieri di un latitante.[276]
Note[modifica | modifica wikitesto]
1.^ La lotta contro la mafia, i tanti nomi del patto di sangue, Carabinieri.it, carabinieri.it. URL consultato il 14 dicembre 2008.
2.^ a b Relazione 2008 della Commissione Antimafia (PDF), camera.it. URL consultato il 27 novembre 2013 (archiviato il 27 novembre 2013).
3.^ a b Attilio Bolzoni, Sentenza storica: "La 'ndrangheta esiste". Lo dice la Cassazione e non è una ovvietà, in repubblica.it, 18 giugno 2016. URL consultato il 22 ottobre 2016.
4.^ a b Lucio Musolino, ‘Ndrangheta, processo Crimine in Cassazione. 11 nuove assoluzioni, ma tiene il concetto di “‘ndrangheta unitaria”, in il fatto quotidiano, 18 giugno 2016. URL consultato il 19 giugno 2016.
5.^ a b Boccassini: 'ndrangheta trasversale ai partiti Prestipino: «Milano come Reggio Calabria», in Corriere.it.
6.^ Calabria Ora, 22 maggio 2008, p. 6.
7.^ ‘Ndrangheta, con droga e appalti giro d'affari di 44 miliardi, in Il Sole24ore.
8.^ Fast food e Al-Qaida, ammazzatecitutti.org, ammazzatecitutti.org.
9.^ ‘Ndrangheta spa, un'azienda da 53 miliardi di fatturato, ilsole24ore.com. URL consultato il 15 luglio 2013.
10.^ a b c d e Threat Assessement: italian organized crime (PDF), europol.europa.eu. URL consultato il 1º ottobre 2013.
11.^ 08 06 2006, More Over, Cosa Nostra, in The Guardian.
12.^ (EN) Calabrian Mafia is 'Europe's top crime gang', in The Telegraph. URL consultato il 10 gennaio 2012.
13.^ a b c Forgione 2008
14.^ Ernesto Ferrero, I gerghi della malavita dal '500 ad oggi, Milano, Mondadori, 1972, p. 184.
15.^ Paolo Martino, Per la storia della 'ndranghita, Milano, Belardi, 1988, p. 8, ISBN 88-85134-24-6.
16.^ Paolo Martino, Per la storia della 'ndranghita (PDF), in Università "La Sapienza", 1988. URL consultato il 21 settembre 2014.
17.^ a b c d e f g Alberto Nocentini, CAMORRA, MAFIA, 'NDRANGHETA parte III: origine di 'ndrangheta, in accademiadellacrusca.it, 7 aprile 2014. URL consultato il 21 settembre 2014.
18.^ Giuliano Turone, Il delitto di associazione mafiosa, Milano, Giuffrè Editore, 2008, p. 87.
19.^ La parola Andragathía (ανδραγαθια) è composta da agathia ("valore") e andròs (genitivo di anér con il significato di "uomo nobile").
20.^ Thesaurus geographicus, in AMS Historica. URL consultato il 22 settembre 2014.
21.^ a b Speciale Col - La 'ndrangheta - Calabriaonline, calabriaonline.com. URL consultato il 6 dicembre 2011.
22.^ a b c d e Nicola Gratteri, Male lingue, Cosenza, Luigi Pellegrini editore, 2014, p. 168-173, ISBN 978-88-6822-183-6.
23.^ Tuttavia, in base ad alcuni studi svolti nel 2012 da professor Antonio Nicaso questa data va anticipata al 1931, anno in cui, tra gli atti giudiziari compare, un certo Domenico Dorta detto cucchiarone che confessa per la prima volta dell'esistenza della Drangheta.
24.^ IV, 2, 13-30 gennaio 1948
25.^ a b c Gratteri 2006
26.^ Il primo romanzo organico scritto sulla mafia in Italia. “La famiglia Montalbano”, di Saverio Montalto, lametino.it. URL consultato il 6 dicembre 2011.
27.^ 'Ndrangheta, Nicaso.com, nicaso.com. URL consultato il 5 dicembre 2008.
28.^ a b c d Ordinanza-sentenza del giudice istruttore Guido Salvini nei confronti di Azzi Nico ed altri (1995) (PDF), archivioguerrapolitica.org.
29.^ Il deputato democristiano Benito Cazora, nei suoi contatti avuti con esponenti del 'ndrangheta e della malavita calabrese nel tentativo di trovare la prigione di Moro, era stato avvertito che la zona di via Gradoli era una "zona calda": egli avrebbe "girato" questo avvertimento che - in aggiunta alla segnalazione proveniente dalla famosa "seduta spiritica" cui avrebbe preso parte Romano Prodi - era stato comunicato sia ai vertici della Democrazia Cristiana sia agli organi di polizia; cfr. (Covo di via Gradoli un affare riservato) Intervista a Benito Cazora, del mensile Area, giugno 97, pag. 34-36, riportata dal sito vuotoaperdere.org
30.^ Il maresciallo Domenico Merola, (del commissariato di polizia Flaminio Nuovo) dichiarò che - durante la perquisizione allo stabile condotta da lui con quattro agenti il 18 marzo 1978 - non dispose l'accesso coercitivo all'interno 11 (al cui campanello non rispondeva nessuno) perché "una signora che abitava sullo stesso piano ci disse che lì viveva una persona distinta, forse un rappresentante, che usciva la mattina e tornava la sera tardi": cfr. Atti giudiziari. Processo Moro/Fascicolo 7 p. 289, riportato negli atti della Commissione parlamentare d'inchiesta sulla strage di via Fani, sul sequestro e l'assassinio di Aldo Moro e sul terrorismo in Italia (VIII leg. Doc. XXIII, vol. XLIII, 1ª Corte d'Assise di Roma: processo Moro. Processo Moro e Moro bis; vi è contenuto anche il dibattito su istanze presentate da avvocati di parte civile: p. 234, s.d.). La relazione di servizio sui controlli effettuati il 18 marzo fu prodotta nell'udienza del 23 settembre 1982 - al primo processo Moro - dal sottufficiale Merola (che l'avrebbe a suo dire consegnata a suo tempo al dirigente del commissariato Guido Costa, ma del documento non c'era traccia, fino ad allora, né agli atti del processo, né alla commissione Moro): essa recava l'intestazione "Polizia di Stato", una denominazione che nel 1978 non esisteva ancora e che fu introdotta solo dalla legge del 1981. Merola raccontò che l'ordine di perquisire i miniappartamenti della zona era nato la sera del 17 marzo, ma "non mi fu dato l'ordine di perquisire le case. Era solo un'operazione di controllo durante la quale furono identificati numerosi inquilini, mentre molti appartamenti furono trovati al momento senza abitanti e quindi, non avendo l'autorizzazione di forzare le porte, li lasciammo stare, limitandoci a chiedere informazioni ai vicini. L'interno 11 fu uno degli appartamenti in cui non trovammo alcuno. Una signora, che abitava sullo stesso piano, ci disse che lì viveva una persona distinta, forse un rappresentante, che usciva la mattina e tornava la sera tardi”. Lucia Mokbel al primo processo Moro (cfr. gli atti della Commissione parlamentare d'inchiesta, che riportano anche - VIII leg. Doc. XXIII, 5, vol. 124, pp. 87-92 - copia del verbale delle testimonianze di Lucia Mokbel e del suo convincente Gianni Diana del 18 aprile 1978 p. 87, s.d., e l'esame di Lucia Mokbel del 23 novembre 1979 p. 694, s.d..) dichiarò che era la signora in questione e che aveva però consegnato ai poliziotti un bigliettino, da lei indirizzato al commissario Elio Cioppa, in cui faceva sapere di aver sentito alle tre di notte il ticchettio di una trasmissione in Morse che proveniva dall'appartamento adiacente, il covo delle Br. Lucia Mokbel fu chiamata a testimoniare il 23 settembre 1982 al primo processo Moro. Al presidente Santiapichi la donna spiegò che in quel tempo abitava in via Gradoli presso un amico e che, verso le 2,30 di notte, percepì attraverso i muri un ticchettio simile a quello dell'alfabeto Morse. Alla domanda di Santiapichi sul perché avesse pensato proprio all'alfabeto Morse la Mokbel rispose: "perché avevo un amico ex ufficiale di marina che ogni tanto mi aveva fatto sentire questi segnali trasmessi di notte da un canale della Rai”. "La mattina dopo verso le 9 – aggiunge la Mokbel – si presentarono a casa alcuni poliziotti in borghese ci chiesero i documenti, ci fecero qualche domanda, io parlai dell'episodio notturno. Dissi loro che in questura conoscevo il commissario Elio Cioppa; loro mi consigliarono di scrivergli un biglietto. Cosa che feci sul momento, consegnando l'appunto con il racconto della mia disavventura notturna a una delle guardie affinché lo facesse pervenire al funzionario. Un paio di mesi più tardi, dopo la scoperta del covo, incontrai il dott. Cioppa in un ristorante; gli chiesi se avesse ricevuto il mio messaggio; mi rispose di non averlo mai avuto”. Tratto da Davide Zedda, Il caso Moro. La teoria cospirativa e i suoi fondamenti, La riflessione ed. In effetti, quel biglietto - se mai esistito - non è mai stato ritrovato.
31.^ Rita Di Giovacchino, Il libro nero della Prima Repubblica, Fazi Editore, 2003, ISBN 88-8112-633-8, Cap. II pag. 178/179
32.^ Sergio Flamigni, Il covo di Stato, Kaos edizioni; anche il convivente Diana era impiegato da un commercialista amministratore di immobili in cui figuravano società di copertura dei servizi segreti (così Sergio Flamigni. I segreti di Via Gradoli e la morte di Moro), tra cui alcuni intestatari di appartamenti in via Gradoli: si spiega quindi che l'appartamento dell'interno 11 fosse già stato segnalato e tenuto sotto controllo dall'UCIGOS da diversi anni, in quanto frequentato precedentemente anche da esponenti di Potere operaio e Autonomia Operaia
33.^ Padre egiziano e madre napoletana, Gennaro Mokbel, cresce a Roma nel quartiere semiperiferico del Nomentano: Chi è Gennaro Mokbel, fulcro dell'indagine, Il Sole 24 ORE, 23 febbraio 2010. È figlio di un ufficiale della marina del Cairo, il quale, dopo aver preso parte a un fallito putsch militare in Egitto nei primi anni settanta, era riparato in Italia insieme ad altri ufficiali e alle loro famiglie: cfr. Sergio Flamigni, Il covo di Stato, Kaos edizioni. Benché il cognome sia di origine libano-kuwaitina, nessuna parentela è provata nei confronti del capocosca australiano Tony Mokbel, che pure si valse di una copertura della 'ndrangheta per far perdere le sue tracce simulando la morte, durante la latitanza finita ad Atene nel 2007: cfr. (Dimitros "Jimmy" Samsonidis, Maxfractal ).
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Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
•Enzo Ciconte, Processo alla 'Ndrangheta, Bari, Laterza, 1996, ISBN 88-420-4956-5.
•Nicola Gratteri e Antonio Nicaso, Fratelli di sangue, Cosenza, Luigi Pellegrini Editore, 2006, ISBN 88-8101-373-8.
•Antonio Nicaso, 'Ndrangheta. Le radici dell'odio, Reggio Emilia, Aliberti editore, 2007, ISBN 88-7424-294-8.
•Enzo Ciconte, Australian 'ndrangheta, Cosenza, Rubbettino Editore, 2009, ISBN 88-498-2428-9.
•Francesco Forgione, 'Ndrangheta. Boss luoghi e affari della mafia più potente al mondo, Baldini Castoldi Dalai, 2008, ISBN 978-88-6073-384-9.
•Enzo Ciconte, 'Ndrangheta padana, Cosenza, Rubbettino Editore, 2010, ISBN 978-88-498-2840-5.
•Francesco Forgione, Mafia export. Come 'ndrangheta, cosa nostra e camorra hanno colonizzato il mondo, Baldini Castoldi Dalai, 2009, ISBN 88-6073-611-0.
•Vincenzo Spagnolo, Cocaina S.p.A., Luigi Pellegrini Editore, 2010, ISBN 978-88-8101-558-0.
•Marta Chiavari, La quinta mafia. Come e perché la mafia al Nord oggi è fatta anche da uomini del Nord, Ponte alle Grazie, 2011, p. 243
•Francesco Cascini, Storia di un giudice: nel Far West della 'ndrangheta, Torino, Einaudi, 2010
•Giacomo Panizza con Goffredo Fofi, Qui ho conosciuto purgatorio inferno e paradiso: la storia del prete che ha sfidato la 'ndrangheta; prefazione di Roberto Saviano, Milano, Feltrinelli, 2011
•Giuseppe Pignatone, Michele Prestipino, Il contagio: come la 'ndrangheta ha infettato l'Italia, a cura di Gaetano Savatteri, Roma - Bari, Laterza, 2012
•Francesco Forgione, Porto franco: politici, manager e spioni nella repubblica della 'ndrangheta, Milano, Baldini Castoldi Dalai Editore, 2012
•Gianni Barbacetto, Davide Milosa, Le mani sulla città, Milano, Chiarelettere, 2011.
•Biagio Simonetta, Faide: l'impero della 'ndrangheta, Milano, Cairo, 2011
•Mario Casaburi, Borghesia mafiosa: la 'Ndrangheta dalle origini ai giorni nostri, con un intervento di Emilio Ledonne, Bari, Dedalo, 2010
•Pino Masciari, Marisa Masciari, Organizzare il coraggio: la nostra vita contro la 'ndrangheta, ADD editore, Torino, 2010
•Alessandro Tarsia, Perché la 'ndrangheta? Antropologia dei calabresi, Pungitopo Editrice, Gioiosa Marea, 2015, ISBN 978-88-97601-65-4.
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
•Camorra
•Criminalità organizzata transnazionale
•Cosa Nostra
•Rapporti tra 'ndrangheta e politica
•'Ndrangheta in Italia
•'Ndrangheta e appalti
•Locale ('ndrangheta)
•Mafia
•Massoneria in Italia
•Ndrina
•Operazioni della polizia italiana contro la 'Ndrangheta
•Crimine ('ndrangheta)
•Rapporti tra 'ndrangheta e politica
•Riti della 'Ndrangheta
•Santa ('ndrangheta)
•Sgarrista
•Storia della Ndrangheta
•Vangelo ('ndrangheta)
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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
•StopNdrangheta.it. URL consultato il 2 novembre 2010.
•La mappa della Ndrangheta in Calabria, maps.google.com.
•Museo della 'ndrangheta, museodellandrangheta.eu.
•DIA, interno.it.
•(IT, EN, FR, ES) Sito di Libera, libera.it.
•Sito di Avviso pubblico - Enti locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie, avvisopubblico.it.
•Regione Toscana - Centro di documentazione Cultura della Legalità Democratica, regione.toscana.it.
•Sito del progetto 'ndrangheta.it, web.archive.org.
•Osservatorio sulle Mafie in Liguria (Libera Liguria)
•'Ndrangheta, in Thesaurus del Nuovo soggettario, BNCF, marzo 2013. Modifica su Wikidata
•La Mafia a Johannesburg [1]
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