Ma che ha appurato codesto misterioso gruppo di ricerca
storica:
Sab 17:31
A proposito di finanziamenti, in tre cartelle
dattiloscritte del SID si riferisce di tre riunioni avvenute tra Aprile e
Maggio del ‘69 nella villa dell’industriale Guido Canale, cui parteciparono una
ventina di persone (gli armatori genovesi Alberto e Sebastiano Camelli, il
direttore dell’IMI di Genova Luigi Fedelini, il dirigente dell’IBM Nicolò
Cattaneo della Volta ed altri). Alla terza riunione l’ingegner Fedelini,
delegato provinciale del Fronte, illustrò in ogni sua parte la struttura
dell’organizzazione e i suoi fini; a conclusione si raccolsero circa cento
milioni. Borghese si rivolge direttamente ad esponenti del mondo industriale e
finanziario in quanto i precedenti canali di finanziamento sono ormai estinti.
Per comprenderne l’origine, dobbiamo cercare nei fascicoli di due processi, il
primo conclusosi nel Luglio’73 riferito al crack della Banca di Credito
Commerciale e Industriale (Credicomin), l’altro relativo all’imputazione per
fallimento di otto amministratori della SFI (Società Finanziaria Italiana).
Solo attraverso le vicende della SFI possiamo ricostruire l’intera storia;
questa società finanziaria si sviluppa negli anni ‘60 grazie ad alcuni
personaggi legati al Vaticano, come Carlo Baldini, o alla DC, come Alfonso
Spataro, Antonio Canova e Antonio Marazza. Al fine di arricchire il suo
portafoglio la SFI acquista da Michele Sindona la Credicomin, che servirà per
operazioni particolari come il finanziamento dell’Agenzia Giornalistica Italia
(AGI). Due anni dopo, però, a causa di alcune speculazioni sbagliate, la SFI si
trova in serie difficoltà. Interviene Baldini che, con la mediazione del
Vaticano, riesce a trovare nuovi capitali; si fa infatti consegnare da Gil
Robles e don Julio Munoz, entrambi legati all’Opus Dei spagnola, dieci miliardi
di lire provenienti da Rafael Trujllo, figlio dell’ex dittatore di Santo
Domingo. Fuggito dal suo paese, Trujllo ha infatti deciso di stabilirsi a New
York, scegliendo come suo avvocato il futuro presidente degli Stati Uniti,
Richard Nixon, buon amico di Michele Sindona. Ottenuti i dieci miliardi,
vengono costituite due società; subito, però, una delle due società, la
Ventana, viene ceduta per 3 miliardi e 375 milioni in contanti alla Credicomin,
alla cui presidenza nel frattempo è stato posto Borghese. L’operazione di
finanziamento è ormai messa a punto: attraverso la SFI e le società collegate,
i miliardi di Trujllo passano alla banca di Borghese, svanendo nel nulla.
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