Per favore, sto cercando informazioni sul Credito
Commerciale e Industriale e Borghese. Pare che, di mezzo, ci fu anche una
Società chiamata Ventana. Mi può aiutare? È davvero importante
mi informerò. Allo stato ignoro del tutto codesto intrigo
bancario
Ho trovato suoi messaggi. Lei è Lombard
Di Credito Commerciale e Industriale e Borghese ne ha
parlato
Mi può aiutare molto. Per favore
?
Lombard era lo pseudonimo del dirigente della Banca d'Italia
Romano Gattoni. Risulta autore del libro Soldi Truccati ed. Feltrinelli, apparso e scomparso nello spazio di un
mattino. Ma quel libro in gran parte l'ho scritto io. Ripensandoci meglio credo
che lei si riferisca ad un passo di quel libro sulla banchetta di Via Veneto
del principe nero Valerio Borgese Junio, passo che confesso di avere scritto
io. Passo che fu al centro di un aspro contrasto tra l'on. Giuseppe D'Alema
(padre di Massimo) e l'on. Emmanuele Macaluso nell'inchiesta parlamentare su
Sindona. Calogero Taverna
Appunto
L'atteggiamento di Macaluso non mi stupisce
Purtroppo
Macaluso è sempre stato un venduto
Quello che ho trovato, è questo:
Non mi fa incollare il testo
Qui metterei le mani avanti. Perché in quel frangente
Macaluso avesse posto l'alt ad allargare l'inchiesta sul caso Valerio Borgese
Junio ancor oggi non so.
in ogni caso, ci fu un intreccio tra Borghese e il figlio
del dittatore Trujillo
Un intreccio che passa attraverso il Credito Commerciale e
Industriale
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Non credo per proteggerlo o coprirlo. Ormai il principe nero
era solo un obliato relitto storico. Ho paura che volesse impedire un
allargamento delle indagini sulle vicende siciliane dei tempi del Bandito
Giuliano e dell'ancora ignoto intreccio tra Valerio Borghese Junio e la Strage
di Portella delle Ginestre.
Milioni di lire del figlio di Trujillo che attraverso un
sistema di scatole cinesi sparirono nel nulla dopo essere stati dati al Credito
Commerciale e Industriale
E ci sono appunto collegamenti, che abbiamo trovato, anche
con Portella
Nel senso che, in una altra vicenda, c'è un ulteriore
collegamento ad altra Società, con un socio che ha a che fare con Portella
Sulla vicenda Trujillo-Borghese-Credito Commerciale e
Industriale, mi può aiutare? È molto importante
A proposito di finanziamenti, in tre cartelle dattiloscritte
del SID si riferisce di tre riunioni avvenute tra Aprile e Maggio del ‘69 nella
villa dell’industriale Guido Canale, cui parteciparono una ventina di persone
(gli armatori genovesi Alberto e Sebastiano Camelli, il direttore dell’IMI di
Genova Luigi Fedelini, il dirigente dell’IBM Nicolò Cattaneo della Volta ed
altri). Alla terza riunione l’ingegner Fedelini, delegato provinciale del
Fronte, illustrò in ogni sua parte la struttura dell’organizzazione e i suoi
fini; a conclusione si raccolsero circa cento milioni. Borghese si rivolge
direttamente ad esponenti del mondo industriale e finanziario in quanto i
precedenti canali di finanziamento sono ormai estinti. Per comprenderne
l’origine, dobbiamo cercare nei fascicoli di due processi, il primo conclusosi
nel Luglio ’73 riferito al crack della Banca di Credito Commerciale e
Industriale (Credicomin), l’altro relativo all’imputazione per fallimento di
otto amministratori della SFI (Società Finanziaria Italiana). Solo attraverso
le vicende della SFI possiamo ricostruire l’intera storia; questa società
finanziaria si sviluppa negli anni ‘60 grazie ad alcuni personaggi legati al
Vaticano, come Carlo Baldini, o alla DC, come Alfonso Spataro, Antonio Canova e
Antonio Marazza. Al fine di arricchire il suo portafoglio la SFI acquista da
Michele Sindona la Credicomin, che servirà per operazioni particolari come il
finanziamento dell’Agenzia Giornalistica Italia (AGI). Due anni dopo, però, a
causa di alcune speculazioni sbagliate, la SFI si trova in serie difficoltà.
Interviene Baldini che, con la mediazione del Vaticano, riesce a trovare nuovi
capitali; si fa infatti consegnare da Gil Robles e don Julio Munoz, entrambi
legati all’Opus Dei spagnola, dieci miliardi di lire provenienti da Rafael
Trujllo, figlio dell’ex dittatore di Santo Domingo. Fuggito dal suo paese,
Trujllo ha infatti deciso di stabilirsi a New York, scegliendo come suo
avvocato il futuro presidente degli Stati Uniti, Richard Nixon, buon amico di
Michele Sindona. Ottenuti i dieci miliardi, vengono costituite due società;
subito, però, una delle due società, la Ventana, viene ceduta per 3 miliardi e
375 milioni in contanti alla Credicomin, alla cui presidenza nel frattempo è
stato posto Borghese. L’operazione di finanziamento è ormai messa a punto:
attraverso la SFI e le società collegate, i miliardi di Trujllo passano alla
banca di Borghese, svanendo nel nulla.
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Comunque dovrebbe essere chiaro che la Strage di Portella
delle Ginestre, avvenuta il Primo Maggio del 1947 è ben antecedente al regalo
bancario accordato al principe della X Mas Valerio Borghese Junio. La domanda
che mi sono sempre posta è: ebbe qualche ruolo Macaluso, divenuto ormai il
satrapo politico del PCI siciliano al tempo di quell'inquietante esperimento
compromissorio del politico Milazzo?
Sì, la è ben precedente, ovvio
Sono riuscita finalmente ad incollare il testo che
desideravo leggesse
Mi può aiutare?
Soldi di Ramfis Trujillo transitati attraverso il Credito
Commerciale e Industriale di Borghese. Ne sa qualcosa? Ne ha scritto?
A proposito di finanziamenti, in tre cartelle dattiloscritte
del SID si riferisce di tre riunioni avvenute tra Aprile e Maggio del ‘69 nella
villa dell’industriale Guido Canale, cui parteciparono una ventina di persone
(gli armatori genovesi Alberto e Sebastiano Camelli, il direttore dell’IMI di
Genova Luigi Fedelini, il dirigente dell’IBM Nicolò Cattaneo della Volta ed altri).
Alla terza riunione l’ingegner Fedelini, delegato provinciale del Fronte,
illustrò in ogni sua parte la struttura dell’organizzazione e i suoi fini; a
conclusione si raccolsero circa cento milioni. Borghese si rivolge direttamente
ad esponenti del mondo industriale e finanziario in quanto i precedenti canali
di finanziamento sono ormai estinti. Per comprenderne l’origine, dobbiamo
cercare nei fascicoli di due processi, il primo conclusosi nel Luglio’73
riferito al crack della Banca di Credito Commerciale e Industriale
(Credicomin), l’altro relativo all’imputazione per fallimento di otto
amministratori della SFI (Società Finanziaria Italiana). Solo attraverso le
vicende della SFI possiamo ricostruire l’intera storia; questa società
finanziaria si sviluppa negli anni ‘60 grazie ad alcuni personaggi legati al
Vaticano, come Carlo Baldini, o alla DC, come Alfonso Spataro, Antonio Canova e
Antonio Marazza. Al fine di arricchire il suo portafoglio la SFI acquista da
Michele Sindona la Credicomin, che servirà per operazioni particolari come il
finanziamento dell’Agenzia Giornalistica Italia (AGI). Due anni dopo, però, a
causa di alcune speculazioni sbagliate, la SFI si trova in serie difficoltà.
Interviene Baldini che, con la mediazione del Vaticano, riesce a trovare nuovi
capitali; si fa infatti consegnare da Gil Robles e don Julio Munoz, entrambi
legati all’Opus Dei spagnola, dieci miliardi di lire provenienti da Rafael
Trujllo, figlio dell’ex dittatore di Santo Domingo. Fuggito dal suo paese,
Trujllo ha infatti deciso di stabilirsi a New York, scegliendo come suo
avvocato il futuro presidente degli Stati Uniti, Richard Nixon, buon amico di
Michele Sindona. Ottenuti i dieci miliardi, vengono costituite due società;
subito, però, una delle due società, la Ventana, viene ceduta per 3 miliardi e
375 milioni in contanti alla Credicomin, alla cui presidenza nel frattempo è
stato posto Borghese. L’operazione di finanziamento è ormai messa a punto:
attraverso la SFI e le società collegate, i miliardi di Trujllo passano alla
banca di Borghese, svanendo nel nulla.
?
Nel libro Soldi Truccati potevo solo infilare questa
malignità: "Nel settembre del 1979, il quotidiano Lotta Continua pubblica
iI FITTO ELENCO DI ENTI PUBBLICI CHE HANNO DEPOSITATO SOLDI PRESSO LO SPORTELLO
DI VIA VENETO DELLA BANCA PRIVATA FINANZIARIA, GIà SEDE DEL CREDICOMIN,
L'AZIENDA DI CREDITO IN LIQUIDAZIONE COATTA DI CUI ERA PRESIDENTE IL PRINCIPE
NERO JUNIO VALERIO BORGHESE. " (PAG. 142).
Conosco quel passaggio del libro Soldi Truccati. Le chiedevo,
per favore, circa la vicenda con Ramfis Trujillo. Sa qualcosa? Lo chiedo
perché, purtroppo, quel testo che le ho copiato poco sopra NON indica le fonti
Su questo inciso l'on. Giuseppe D'Alema, all'epoca
presidente della commissione Finanza e Tesoro, voleva che chiarissi meglio la
faccenda allorché fui chiamato a deporre in quell'inchiesta parlamentare su
Sindona. Macaluso, vicepresidente onnipotente, glielo impedì vigorosamente. E
dopo gliela fece pagare. Ne scrivo qua e là nel mio fluviale blog CONTRA OMNIA
RACALMUTO-
Conosco anche il Blog, ovviamente. È lì che ho trovato il
suo nome
Per favore, degli intrecci tra Trujillo e Valerio Borghese
tramite Credito Commerciale e Industriale, sa qualcosa?
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Purtroppo assolutamente nulla, Lei mi sta proprio
sorprendendo. O meglio avvalora una mia ipotesi di lavoro. Quella banchetta
servì per finanziare il colpo di stato fallito che oso dire facesse capo a
Segni.
Non era una banchetta, in effetti. Lo sembrava, ma è stata
al centro di cose enormi, di rilevanza ben oltre che nazionale, sì
E la sua ipotesi circa collegamenti con Portella, anche
quella è una ipotesi giusta. Per questo, stiamo indagando
Occorrerebbe andare a rovistare negli archivi NARA della OSS
americana. Peraltro lei potrebbe intervistare l'on. Emmanuele Macaluso che
vecchissimo ma lucidissimo se ne sta a Palermo. Vanitoso come è credo che
rivelerrebbe cose molto molto ma molto intriganti
Dubito Macaluso voglia parlare
O meglio: dubito voglia dire la verità
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Comunque ribadisco che Credicomin era una BANCHETTA,
diversamente Carli non la faceva mettere in LIQUIDAZIONE COATTA AMMINISTRATIVA
e consegnare le chiavi a Sindona (formalmente, in realtà a dir poco all'IOR)
nell'intesa penso che facesse sparire tutta la documentazione compromettente,
che non sono riuscito a trovare nella mia ispezione alla Baca Privata
Finanziaria.
No: la liquidazione fu un meccanismo per liberarsi di prove
Ci fu un giro, tra Sindona (P2) e Borghese
Quella banca, o banchetta, fu cardine di cose di rilievo
enorme
Provi, per favore, a chiedere tra i suoi contatti. Magari,
qualcosa esce. Attendo sue nuove. Grazie
20:18
Ma una menzogna di un Macaluso che sa vale molto di più di
contrabandate verità di chi non sa. Sindona non penso sia mai stato nella P2,
in quell'elenco cioè privo delle prima quattro pagine, trovato telecomandato da
D'Alema padre e da un improvvisato
giudice Colombo. Sindona manco mafioso era. Una furba costruzione della finanza
ambrosiana. Morì avvelenato dal Mossad come adombro nel mio romanzetto LA DONNA
DEL MOSSAD.
Poca cosa la CREDICOMIN : quelle operazioni anche a raggio
mondiale che la impressionano tanto sono pinzellacchere rispetto a quello che
il sistema bancario italiano costruito da Carli con 'prestiti compensativi' e
'risconto sotto fascia' ha ordito. Pensi alla Banca Privata Italiana, al Banco
di Sicilia, al Banco di Napoli, alla Cassa di Risparmio delle Province Lombarde.
Alla Banca Nazionale dell'Agricoltura, all'Antonveneta di Pontello etc etc,
S'intende che questi miei contrappunti non sminuiscono la mia ammirazione per
questo mirabile e coraggioso suo lavoro storico, che spero abbia un grandissimo
successo. Calogero Taverna
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