giovedì 5 aprile 2012
Ho letto con acutissimo interesse la signorile lettera che
hai inviato a R.L.: unico difetto, lo scrivere in modo troppo signorile. Salvo
qualche sprazzo come quello di far ricorso ad immagini erotiche e maschiliste
come l’accenno ad orgiastici incautamente violatori di intatte imeni.
Certo che svetti, caro Gigi e questo è il tuo difetto e
questa è la colpa che non ti si perdona, e questo fa strappare le vesti ai
dispregiatori degli albatri di Baudelaire dopo infanzie letterarie sprecate con
insulse ed improprie citazioni. Certo, anch’io sparai una volta nel gruppo con
l’aforisma “tra un fascista di sinistra ed un socialista di destra, turiamoci
il naso e votiamo il socialista”. Fui sbaragliato sonoramente con manco sette
voti e tu vincesti alla grande. Parce sepulto, dunque a mia discolpa.
Il padre di tuo nonno materno era fratello di mia nonna.
Saggio, sagace, illuminante, “dirigibile” di famiglia lo dicevano, seppe
coglionare certi galantuomini dal pretenzioso baciamano e celiare con qualche
virgulto schifiltoso per le ferite dei bimbi contadini. Pensa come ora mi senta
legato a questo tuo antenato.
Se vado in paese, mi si vuol far credere che qualche pecca
ce l’avresti con il diniego del Centro Commerciale a Racalmuto: non conosco la
vicenda, ma ho voglia di credere che questo sia un tuo merito, un vade retro
alla mafia aliena; tutto il contrario di quello che vuol far credere la Triade
di Diomede.
Sindaco baby ti dicevano; dopo anche i tuoi sodali di
estrema sinistra ti avevano in gran dispitto, e ti tacciavano di essere un
borgomastro. In fin dei conti ti sabotavano, anche perché presi dalle panie di
una vicenda che contro ogni logica giuridica chiamavano “espropriazione
consensuale”. Il consenso certo si ebbe, ma voglio ancora sapere quanto davvero
valevano, oltre a quanto davvero erano estese, le superfetazioni chiaramontane.
Pare che ora verrà una prefetta, un vero sergente di ferro,
e, se non giustizia, farà chiarezza. La triade di Diomede se n’è accorta? Di
contro beni culturali et similia cosa ci sono stati a fare? Cosa hanno
controllato? Perché da tempo si ostinano a far distruggere una parte della
facciata trecentesca di Lu Cannuni, a non voler dar peso a chi scrive che
sarcofago di Proserpina , reperti ceramici, contiguità con le tabulae sulfuris
e antefisse poppute di Santa Maria impongono scavi stratigrafici o, per lo
meno, salvaguardie archeologiche?
Tutti dicono che il venturo sergente di ferro in gonnella
saprà fare chiarezza? E qui davvero spero che sia vero.
Tu sei un grande avvocato, l’ho sperimentato in vicende di
famiglia. Escludendo quell’antenato di Sciascia (che giammai mi ha convinto),
sei l’ultimo esemplare di quella schiatta togata che partendo dal Picone
prestato a Girgenti, passa per Giancani, Cavallaro, Marchese e, non neghiamolo,
anche per Lillo Mattina.
Come mai tanta genialità giuridica consente a ministri e
assessori in gonnella di fare scempio del nostro sacrosanto diritto al voto,
delle nostre dignità costituzionali? Paura? Ritegno? Livori? Io credo anche
Petrotto mente eccelsa così come ritengo che Petrotto prima, tu dopo, e
Petrotto dopo ancora avete trasformato la meschinella Racalmuto consegnataci
della prima Repubblica in una cittadina, pulita, ridente, tutto sommato
prospera, sagacemente amministrata, non del tutto coinvolta nella crisi
dell’economia globale del momento, con meritevoli dilatazioni delle occasioni
impiegatizie giovanili, con il fervore di iniziative culturali, di musei magari
un troppo frosci, di associazionismi meritevoli, di accoglienze coraggiose, di
un perbenismo diffuso, di limitazione delle escrescenze delinquenziali
paramafiose, di sterilizzazione delle ineludibili infiltrazioni delinquenziali
e voglio qui chiudere queste poste gloriose del rosario; dovrei diversamente
occuparmi delle poste gaudiose e soprattutto di quelle dolorose che non
mancano.
Ma cosa sapranno fare di meglio questi sergenti di ferro in
gonnella? Mah!
Auguri, comunque, Gigi. Di vero cuore
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