sabato 18 gennaio 2014

Monnezza oh, che monnezza!!

Avrò scritto un centinaio di pagine sulla monnezza. Le appaccottiglio qui. Vi trovereste - se muniti di biblica pazienza - di tutto di meno di falso di dritto di manca etc. Un simpatico amico ha scritto che io stasera avrei rubato la scena. Falso ma lo ringrazio. C'era lì un popolo inferocito che voleva giustizia sommaria. Credeva che la spaventata giovane senatrice montava in autorità e dava ordini ai commissari: non fate pagare la monnezza ai racalmutesi altrimenti vi licenzio. Divertente. La senatrice quasi ci stava . No! un altro po' mi fischiano sonoramente. Mi hanno tolta la parola.

   
Questione di monnezza .. che c'entra la poltica a Racalmuto?


Nel caos delle mie carte, caos per mia indisposizione personale ed  anche per questo andirivieni con faldoni tra Racalmuto e Roma e tra Roma e Racalmuto, mi trovo queste fotocopie che non decripto molto bene. Mi pare che si tratti della monnezza di Racalmuto. Se sbaglio fa lo stesso, sempre della stessa cosa si tratta. Si tratta infatti del regolamento della raccolta dei rifiuti solidi urbani in quel di Racalmuto.Pensavo che non ci fosse nessuna regolamentazione sulla materia, per cui suonavo a tutta birra.  Mi pare invece che i cosiddetti politici immacolati, dimentichi perché una coscienza tranquilla è figlia di cattiva memoria, ci hanno cucinato per le feste. Guardate quante sedute; non sai però chi - m,a statene  certi che data la pagnotta che si incassava - ci stavano tutti. Io qui metto due due pagine; la prima perché ci segnala queste benedette sedute consiliari e i tempi  in cui sono avvenute, la seconda perché porta un articolo 20 che legittima il comune, il dottor Lauricella, le azionarie mangiasoldi agrigentine a tartassarci sin dal  20 dell'anno dopo come dire entro cinque più uno degli anni successivi. Non attaccatevi al foglio che vi propino perché quello che vi dico è corretto a prescindere dal foglio suddetto. Sta in ordine sparso nel Regolamento. E vi sta in malo modo, sapete perché? Perché dal 1993 al 9 giugno del 1995 professionisti locali avvocati ingegneri archeologi no profit in eterno tenutari di pro lochi di fondazioni medici commercianti agricoltori pensionati et similia se la sono palleggiata la monnezza. Ma così facendo correvano il rischio di scocciante cacciata  a metà 1995 e in fretta e furia prendono la prima bozza di regolamento monnezzaro e la approvano nicodemicamente. Nessun mai ne sapeva qualcosa: solo la segretaria comunale poverina che ho fatto stare su un letto di locuste quando le chiedevo questo benedetto regolamento e non sapeva non poteva non voleva darmelo. Solo che quel regolamento prevedeva incombenze e adempimenti annuali. Nessuno ne speva niente; siamo così vissuti in un ventennio di oscuramento legale monnezzaro. Ma non è che poi i commissari ci abbiano capito molto. Il dottor Galeani è persona ammodo. Una preghiera però gli rivolgo: non parli ad alta voce a scolaresche dicendo cose che amanuensi subito raccolgono trascrivono a modo loro e pubblicano in esclusiva. Se incorre in qualche topica, faccia delle buone smentite. Impari da Berlusconi. In tutta questa faccenda come possono affermare che la colpa è degli accidiosi dirigenti comunali. E no, dottore Galeni guardi che anche per lei può scattare la culpa in vigilando.
 Ma poi nel regolamento erano previsti limiti e agevolazioni e appesantimenti che si collegavano ad una contestuale "perimetrazione". Tutti abbiamo sempre pesato che quella perimetrazione non esisteva.. Ma pare che sia uscita fuori. L'ex sindaco Petrotto in un paio d'ore molto loquaci ha spiegato a me e soprattutto a mio fratello che il disegno perimetrale della appostazione di cassonetti da cui si dipartivano le distanze di 500 metri o mille metri o di più, vi era e quindi anche la disciplina che prevedeva monezza per case di campana, oneri a cui si sono sottratti tutti sindaci compresi. Ma la perimetrazione c'era e non c'era; ci si era dimenticati o si era voluto dimenticare di pubblicarla. Come se non ci fosse insomma e così tutti bboni e cueti. Solo che vi fu un'altra piacevolezza.
 All'improvviso - dicono, per volere di Cuffaro - il comune decide di non gestire più in proprio la monnezza ma di affidarla ad una azionaria collettiva di cui però assumeva una bella partecipazione. Il comune diveniva socio, partecipava alle riunioni assembleari codeterminava assunzioni milionarie  (in euro) e approvava bilanci ove il sovraccarico di appalti molto munifici faceva  diventar rosso il capo contabile. Certo:tutti lo capiamo; il comune ci perdeva ma i politici del comune ci guadagnavano vacazioni, incarichi speciali, influenze che contano, venalità insomma. Mi si dice che tre consiglieri di sinistra la mattina erano determinati a non votare qualla delibera di svendita della monnezza all'azionaria agrigentina e il pomeriggio per ordine di partito anche loro finirono concordi a consegnarci alla vorace costituenda azionaria.
 Cose alquanto complicare a dire il vero. Cose da dipanare. Cose che hanno finito con l'invio di cartelle esattoriali per migliaia di euro all'anno nei confronti di disastrati commercianti e poi hanno fatto sì che l'IMU in due anni si triplicasse. Cose ardue. Aggiungasi che abbiamo contratto tanti di quei debiti non onorati che ci hanno portato ad una spalmatura per cui credo per dieci anni tributariamente Racalmuto non potrà più vedersi lustru.

 Cose difficili, vero? Sì. E potete voi credere che tutti questi schianti economici e sociali siano da affibbiare solo a quella trentina di persone che sgomente non si sono dimesse nell'aprile dell'anno scorso? E potete davvero credere che bastano quattro onesti ragazzotti e cinque simpatiche signorinelle per uscire fuori da siffatta cancrena politica economica e sociale dovuta soprattutto alla ventina di anni di mala gestio comunale? E in vent'anni di riffe  o di raffe mezzo paese si è seduto o fatto sedere negli scranni di sala Matrona. Tutti colpevoli, nessuno colpevole? No. Ma non è col pianto greco che risolviamo gli ardui problemi comunali, non è affidandoci ai residui professionisti del luogo, vaganti da uno schieramento politico all'altro, che nni putiemmi vidiri lustru! Non è con i piagnistei di questo o di quello che lo sappiamo bene cercano di ovviare al fallimento della loro vita con una poltroncina magari ora riduttivamente pagata per contrazione demografica, per cercare di avviarci sulla strada della resurrezione;  e consentitemi: non è con gli assordanti squittii di chi girando film vuole pure catechizzarci. E allora? C'è sempre la divina provvidenza che provvederà. Intanto andate a pagare per i precorsi sei anni gli arretrati evasi della monnezza con le soprattasse  gli interessi e gli aggi "collegati".


Calogero Taverna
2 minuti fa



NEL MESE DI MAGGIO EBBI AD UMILIARE QUESTA MIA MISSIVA AI SIGNORI COMMISSARI. IO NON AVUTO NESSUNA SEGNALZIONE DI QUERELE DIVERSAMENTE DA SCIME' E GUAGLIANO. DUE PESI E DUE MISURE? INVECE DI PERDERE TEMPO A ONORARE MORTI DI CUI SI CONTINUA AD IGNORARE LA VERITA' VERA LE FORSE POLITICHE RACALMUTESI NON HANNO NEPPURE CURIOSITA' DI SAPERE SE QUEL CHE SCRIVO SONO PUTTANATE? CREDO CHE SI DORMANO SONNI... TRANQUILLI PERCHE' SI E' RIUSCITI A PATTEGGIARE IL 2006. E GLI ANNI SUCCESSIVI? SI DIRA' CHE LA COLPA E' TUTTA DI QUEI VENTI NOSTRI CONCITTADINI CHE NON SI SONO DIMESSPIU' DI DUE ANNI FA? E QUESTO SAREBBE IL PAESE DELLA RAGIONE?
 Gentilissimi Signori Commissari,
 con tutto il massimo rispetto di cui sono capace, umilio ai vostri occhi queste considerazioni. Non è escluso che qualcosa di simile vi venga richiesto dall’alto, diciamo il Parlamento? Diciamo il Viminale? Tanto vale che possiate rispondere debitamente preparati come si faceva a scuola. Il mio è un irriguardoso interpello? No, solo un preammonimento, un avvertimento remissivo, non mafioso, diciamo. Sicuramente vi sfuggerà questo post perché la vostra segreteria mi risulta atterrita.
 Ieri, dunque, passai una mattinata a non poter colloquiare con l’ex sindaco Petrotto: lui non passa mai la palla ed ha voce così stentorea che non ti riesce ad interloquire: devi ascoltare e basta. Sostiene Petrotto che in effetti una perimetrazione fu varata – credo però in una tarda data – ma questa per incuria di chissà chi non fu PUBBLICATA. Se oggi si chiede, non viene neppure esibita. Forse è smarrita. Sostiene Petrotto, ed io con lui, che mancando la perimetrazione, se questa è il perimetro da cui si dipartono le distanze per le abitazioni extraurbane onde perseguirle con oneri TARSU gradualmente ridotte e se questa manca, il meno che si possa dire è che ignorandosi i punti di riferimento per colpa della pubblica amministrazione questa non può pretendere un bel nulla. Ad ogni buon conto mi piace pubblicare una carta dell’area urbana racalmutese che al limite può valere per le misurazioni dei regolamenti paesani.
 Vi è a Racalmuto una devianza non ricadente sui cittadini: la concessione regionale di uno 0,20% di edificabilità fuori dell’area urbana. Si paga comunque la Bucalossi, il comune l’ha riscossa ma le opere non le ha fatte. Può invece pretendere la TARSU? Decisamente no!
 Ma altro discorso si è autorevolmente e responsabilmente fatto: si è detto che si tratta di verde stagionale e pertanto le case c.d. di campagna servono solo per ripararsi dalle calure estive; si scappa dal paese. Ma al paese la tarsu si paga per tutto l’anno e quindi non si può raddoppiare l’onere tributario anche per quel breve periodo in cui non si produce monnezza in paese ; la monnezza campagnola compensa la mancata monnezza paesana. Dunque le case di campagna non pagano monnezza alla stregua di quanto avviene per il canone televisivo. Questa è stata interpetrazione indiscussa. Gli stessi sindaci, assessori e consiglieri se ne sono avvalsi, gli stessi dirigenti TRIBUTI ne erano convinti e non corrispondevano tributo locale alcuno anche per ville molto appariscenti. Controllare per credere. Quando un regolamento ha interpretazioni del genere non si possono sanzionare i cittadini: un principio ora vige: il favor rei contrapposto al vecchio favor fisci; in dubiis favor rei! Se sono stati commessi abusi, indebite devianze da parte della pubblica amministrazione, si individuino e si proceda alle sanzioni o al recupero dei danni subiti per colpa degli assoggettati ai controlli della CORTE DEI CONTI. Non è compito dei Commissari addirittura ministeriali appurare?
 Quanto alle analoghe devianze per garage e seconde case non so che dire; mi pare comunque che imperando autorevoli interpretazioni non si è rei di nulla, appunto favor rei e no favor fisci.
 Progredendo in ciò che doveva essere compito del difensore civico, soppresso per evitare risse interessate, preciso che diversa natura ha l’obbligazione tributaria rispetto alla imposizione di adempimenti formali quali l’obbligo di dichiarazione.
 L’onere tributario del 2006 sorge e si perfeziona nel 2006, come l’allora ICI; l’obbligo di dichiarazione sorge al momento in cui scatta l’obbligatorietà del tributo e viene concesso di assolverlo entro una certa data del mese di gennaio dell’anno successivo.
 Non mi risulta che la monnezza che di deve pagare entro il 31 dicembre del 2006 goda di quella specie di dilatazione dei termini di decadenza che si suole indicare del 5 più uno e cioè il diritto ad accertare da parte della pubblica amministrazione dura per cinque anni, più uno. Per l’IRPEF è così, non per la vecchia ICI. E neppure per la TARSU. Intimare pagamenti arretrati dopo sei anni per la TARSU è per lo meno eccesso di potere, se non peggio: roba insomma da giudice penale. Arriviamo alla malversazione? Ai procuratori della Repubblica l’arduo pronunciamento. A questo punto una pubblica amministrazione responsabile applica il principio del in dubiis pro reo e fa la encomiabile autotutela. I signori commissari possono lavarsi le mani? E’ pur faccenda che ricade nel loro pubblico incarico.
 E quanto alla dichiarazione. Ma questa scatta al momento in cui insorge l’obbligazione tributaria; nel nostro caso dobbiamo riandare nel tempo sino al 1995 data di emanazione del regolamento che ha reso operativa una certa legge (e non fa nulla se si trattava solo di decreto legislativo). Chi ha omesso la dichiarazione ha disobbedito a quel tempo e puoi invocare il 5 più uno quanto ti pare; posso anche concederti il 10 più uno; è cosa non più recuperabile per avvenuta decadenza dei termini. Se poi quell’obbligo di dichiarazione è annuale, non si illuda la gente che pagato una volta non si paga più; la sanzione scatterebbe per ogni anno.
 Emerge però che il Comune ha già istituito un corpo di propri ispettori che hanno visionato tutte le case soggette a TARSU, ne hanno misurate le superfici atte a produrre rifiuti solidi urbani, ne hanno fatto diligente verbalizzazione e l’hanno consegnata al Comune. L’azionaria agrigentina ha preso visione di codesti verbali prima di sanzionare omesse dichiarazioni? Il dirigente TRIBUTI ha avuto modo di appurare o si è limitato a consegnare il suo autografo di firma come atto dovuto? I Commissari hanno contezza di codesta vicenda? Aggiungo che ben cinquecento obbligati racalmutesi non hanno in un primo tempo permesso agli ispettori comunali l’accesso alle loro case ma poi hanno ovviato di persona con il responsabile comunale del tempo. Salvo soppressione di atti di uffici, sono codeste, carte che dovrebbero stare in Comune ed essere agevolmente consultabili. Io non sono delatore e quindi mi fermo qui.
 Tralascio la telenovela di presunte AUTORIZZZIONI conferite ad estranee società private di capitali: roba da Corte dei Conti. Leggo qualche mucchio di intimazioni afflittive: notizie bonarie (ammesse ma non interruttive dei termini di decadenza) coniugate indissolubilmente con veri e propri atti accertativi, a firma del responsabile dell’Ufficio Tributi di Racalmuto. Quanto alle prime – come ebbi già a scrivere – tu pubblica amministrazione hai un dubbio sul mio corretto comportamento e mi inviti a chiarire: nulla quaestio se non ha natura di accertamento perfezionato alla data indicata nell’atto. E qui una eclatante omissione della data in cui l’ufficio accertante comunica di avere fatto partire l’atto accertativo per consentire de plano l’ammissibilità o meno del recupero tributario entro i termini di decadenza.
 Quanto all’accluso atto accertativo, si comunica che questo discende dai dati catastali, dalle bollette della luce e anche da quelle del gas (non si parla delle bollette dell’acqua, forse per non svegliare il can che dome).
 Emerge inconfutabilmente che i dati catastali sono di molto postumi a quelli del 2006; in zone ove manca e luce e gas e quindi per indiscussa giurisprudenza non si applica tarsu, poi viene invece comminata sanzione con recupero della TARSU del 2006; si accerta che tizio o caio ha evaso quando a quella data là il tizio o caio non aveva ancora comprato casa, o aveva ancora un edificio RURALE collabente o addirittura nulla aveva a che fare con l’edificio incriminato. Cosa si è accertato? Nulla! Cosa si dichiara di avere accertato? Tutto: non vi è falso in atto pubblico? E non parliamo di altro. Chi deve vigilare? Ne sono totalmente estranei i Commissari? E per questa domanda mi vogliono affidare ai loro avvocati, come va dicendo MALGRADO TUTTO?
 Ci vogliono le prove?
Lettera inevasa ai commissari


Gentilissimi Signori Commissari,

con tutto il massimo rispetto di cui sono capace, umilio ai vostri occhi queste considerazioni. Non è escluso che qualcosa di simile vi venga richiesto dall’alto, diciamo il Parlamento? Diciamo il Viminale? Tanto vale che possiate rispondere debitamente preparati come si faceva a scuola. Il mio è un irriguardoso interpello? No, solo un preammonimento, un avvertimento remissivo, non mafioso, diciamo. Sicuramente vi sfuggerà questo post perché la vostra segreteria mi risulta atterrita.

Ieri, dunque, passai una mattinata a non poter colloquiare con l’ex sindaco Petrotto: lui non passa mai la palla ed ha voce così stentorea che non ti riesce ad interloquire: devi ascoltare e basta. Sostiene Petrotto che in effetti una perimetrazione fu varata – credo però in una tarda data – ma questa per incuria di chissà chi non fu PUBBLICATA. Se oggi si chiede, non viene neppure esibita. Forse è smarrita. Sostiene Petrotto. Ed io con lui, che mancando la perimetrazione, se questa è il perimetro da cui si dipartono le distanze per le abitazioni extraurbane onde perseguirle con oneri TARSU gradualmente ridotte e se questa manca, il meno che si possa dire è che in ignorandosi i punti di riferimento per colpa della pubblica amministrazione questa non può pretendere un bel nulla. Ad ogni buon conto mi piace pubblicare una carta dell’area urbana racalmutese che al limite può valere per le misurazioni dei regolamenti paesani.

Vi è a Racalmuto una devianza non ricadente sui cittadini: la concessione regionale di uno 0,20% di edificabilità fuori dell’area urbana. Si paga comunque la Bucalossi, il comune l’ha riscossa ma le opere non le ha fatte. Può invece pretendere la TARSU? Decisamente no!

Ma altro discorso si è autorevolmente e responsabilmente fatto: si è detto che si tratta di verde stagionale e pertanto le case c.d. di campagna servono solo per ripararsi dalle calure estive; si scappa dal paese. Ma al paese la tarsu si paga per tutto l’anno e quindi non si può raddoppiare l’onere tributario anche per quel breve periodo in cui non si produce monnezza in paese ; la monnezza campagnola compensa la mancata monnezza paesana. Dunque le case di campagna non pagano monnezza alla stregua di quanto avviene per il canone televisivo. Questa è stata interpetrazione indiscussa. Gli stessi sindaci, assessori e consiglieri se ne sono avvalsi, gli stessi dirigenti TRIBUTI ne erano convinti e non corrispondevano tributo locale alcuno anche per ville molto appariscenti. Controllare per credere. Quando un regolamento ha interpretazioni del genere non si possono sanzionare i cittadini: un principio ora vige: il favor rei contrapposto al vecchio favor fisci; in dubiis favor rei! Se sono stati commessi abusi, indebite devianze da parte della pubblica amministrazione, si individuino e si proceda alle sanzioni o al recupero dei danni subiti per colpa degli assoggettati ai controlli della CORTE DEI CONTI. Non è compito dei Commissari addirittura ministeriali appurare?

Quanto alle analoghe devianze per garage e seconde case non so che dire; mi pare comunque che imperando autorevoli interpretazioni non si è rei di nulla, appunto favor rei e no favor fisci.

Progredendo in ciò che doveva essere compito del difensore civico, soppresso per evitare risse interessate, preciso che diversa natura ha l’obbligazione tributaria rispetto alla imposizione di adempimenti formali quali l’obbligo di dichiarazione.

L’onere tributario del 2006 sorge e si perfeziona nel 2006, come l’allora ICI; l’obbligo di dichiarazione sorge al momento in cui scatta l’obbligatorietà del tributo e viene concesso di assolverlo entro una certa data del mese di gennaio dell’anno successivo.

Non mi risulta che la monnezza che di deve pagare entro il 31 dicembre del 2006 goda di quella specie di dilatazione dei termini di decadenza che si suole indicare del 5 più uno e cioè il diritto ad accertare da parte della pubblica amministrazione dura per cinque anni, più uno. Per l’IRPEF è così, non per la vecchia ICI. E neppure per la TARSU. Intimare pagamenti arretrati dopo sei anni per la TARSU è per lo meno eccesso di potere, se non peggio: roba insomma da giudice penale. Arriviamo alla malversazione ? Ai procuratori della Repubblica l’arduo pronunciamento. A questo punto una pubblica amministrazione responsabile applica il principio del in dubiis pro reo e fa la encomiabile autotutela. I signori commissari possono lavarsi le mani? E’ pur faccenda che ricade nel loro pubblico incarico.

E quanto alla dichiarazione. Ma questa scatta al momento in cui insorge l’obbligazione tributaria; nel nostro caso dobbiamo riandare nel tempo sino al 1995 data di emanazione del regolamento che ha reso operativa una certa legge (e non fa nulla se si trattava solo di decreto legislativo). Chi ha omesso la dichiarazione ha disobbedito a quel tempo e puoi invocare il 5 più uno quanto ti pare; posso anche concederti il 10 più uno; è cosa non più recuperabile per avvenuta decadenza dei termini. Se poi quell’obbligo di dichiarazione è annuale, non si illuda la gente che pagato una volta non si paga più; la sanzione scatterebbe per ogni anno.

Emerge però che il Comune ha già istituito un corpo di propri ispettori che hanno visionato tutte le case soggette a TARSU, ne hanno misurate le superfici atte a produrre rifiuti solidi urbani, ne hanno fatto diligente verbalizzazione e l’hanno consegnata al Comune. L’azionaria agrigentina ha preso visione di codesti verbali prima di sanzionare omesse dichiarazioni? Il dirigente TRIBUTI ha avuto modo di appurare o si è limitato a consegnare il suo autografo di firma come atto dovuto? I Commissari hanno contezza di codesta vicenda? Aggiungo che ben cinquecento obbligati racalmutesi non hanno in un primo tempo permesso agli ispettori comunali l’accesso alle loro case ma poi hanno ovviato di persona con il responsabile comunale del tempo. Salvo soppressione di atti di uffici, sono codeste, carte che dovrebbero stare in Comune ed essere agevolmente consultabili. Io non sono delatore e quindi mi fermo qui.

Tralascio la telenovela di presunte AUTORIZZZIONI conferite ad estranee società private di capitali: roba da Corte dei Conti. Leggo qualche mucchio di intimazioni afflittive: notizie bonarie (ammesse ma non interruttive dei termini di decadenza) coniugate indissolubilmente con veri e propri atti accertativi, a firma del responsabile dell’Ufficio Tributi di Racalmuto. Quanto alle prime – come ebbi già a scrivere – tu pubblica amministrazione hai un dubbio sul mio corretto comportamento e mi inviti a chiarire: nulla quaestio se non ha natura di accertamento perfezionato alla data indicata nell’atto. E qui una eclatante omissione della data in cui l’ufficio accertante comunica di avere fatto partire l’atto accertativo per consentire de plano l’ammissibilità o meno del recupero tributario entro i termini di decadenza.

Quanto all’accluso atto accertativo, si comunica che questo discende dai dati catastali, dalle bollette della luce e anche da quelle del gas (non si parla delle bollette dell’acqua, forse per non svegliare il can che dome).

Emerge inconfutabilmente che i dati catastali sono di molto postumi a quelli del 2006; in zone ove manca e luce e gas e quindi per indiscussa giurisprudenza non si applica tarsu, poi viene invece comminata sanzione con recupero della TARSU del 2006; si accerta che tizio o caio ha evaso quando a quella data là il tizio o caio non aveva ancora comprato casa, o aveva ancora un edificio RURALE collabente o addirittura nulla aveva a che fare con l’edificio incriminato. Cosa si è accertato? Nulla! Cosa si dichiara di avere accertato? Tutto: non vi è falso in atto pubblico? E non parliamo di altro. Chi deve vigilare? Ne sono totalmente estranei i Commissari? E per questa domanda mi vogliono affidare ai loro avvocati, come va dicendo MALGRADO TUTTO?

Ci vogliono le prove?



Signori Commissari, voi siete uomini di legge e di onore: prendete in mano la situazione: imponete la doveroso autotutela d’iniziativa della pubblica amministrazione.

Una cosa comica? Non si dice a chi vanno tutte le cospicue somme che hanno sconcertato una intera popolazione per la quasi totalità fatta da persone oneste, laboriose, ossequienti persino delle pubbliche autorità.
 I signori tassaioli non si sono risparmiati nulla: onere tributario integralmente preteso anche per zone obiettivamente alleggerite; sanzione massima per omessa dichiarazione; interessi su entrambe le voci; e poi – delizia delle delizie – addizionali provinciali ed anche COMUNALI su TUTTO. Anche le banche incorrerebbero in usura. E la pubblica amministrazione? A me vien fatto di pensare alla malversazione.

  
Aggiungi un posto (in macchina) a lu chianu castieddu e intanto strozzati con la TARSU 2006!


Aggiungi un posto (macchina) a lu chinu castieddu e la felicità, il benessere, il risparmio mensile, la doti nni la cascia (non si usa più?) tornano solerti a Racalmuto. I Commissari sono capaci (ad aggiungere un posto macchina). Vediamo un po': trattndosi di commercianti  segnalo quali fonti di reddito possono venire loro. Racalmuto si rastrema a quasi novemila abitanti; facendo i calcoli all'antica ne vengono fuori quasi tremila "fuochi". Ogni fuoco necessita di almeno 12 mila euro (in media). A Racalmuto necessita un afflusso di liquidità dall'esterno di oltre 3 milioni di euro. Quali fonti d'approvvigionamento? Facciamo finta che il Comune unica azienda con occupazione di 220 impiegati e operai fornisca quasi cinque milioni di euro (in gran parte arrivano dalle imposte e tasse tramite tesoreria statale); ai pensionati delle varie fasce non giungono ormai, anche per l'elevazione della età pensionabile, più di tre forse quattro milioni di euro, dal lavoro fuori Racalmuto (ormai al lumicino) un milione, da certe losche attività un altro milione? (la gendarmeria sta facendo bene il suo mestiere e di belle donne che vanno a Canicattì - Pirandello diceva adAgrigento - ne vedo pochine, pochine, direi ora nessuna: non me la sento di fare statistiche finanziarie al riguardo. Sommiamo: mnon andiamo oltre i 10-12 milioni di auro. Chi copre il gap finanziario? Nn lo so. So che i tanti risparmi in deposito bancario se ne sono andati in fumo; quelli alle poste stanno lì inchiodati per cinque sei anni. Dunque? Siamo sotto la soglia della sopravvivenza. Tra breve scoppia il finimondo. Certo i commissari non ci saranno più, quindi che gliene frega. Intanto consentono dissennatezze tassaiole. In un anno abbiano avuto l'assurda sanzione di omesso accatastamento. All'albo pretorio volevano tassare anche l'arciprete Casuccio che dichiararono "evasore catastale"per non avere traslato dal catasto rurale in quello urbano nel 2008 la famosa Curmitedda. Poverino non è riuscito a scendere dai cieli dove dimorava da oltre trent'anni per giustificarsi con l'Ufficio Tributi di Racalmuto (notare la mia astuzia nel non far nomi). Ci stavano già i commissari. Hanno dato uno sguardo magari per curiosità? Quante volte ho scritto in proposito? Sono stato cacciato via da fiero per timore che offendevo quache federale locale. Ho calcolato che tra riffe e raffe con quei 568 evasori catastali, nel bilancio comunale andava scritta una SOPRAVVENIENZA ATTIVA milionaria. Da rosso il bilancio passava in nero, ma nero forte.Non si potevano più applicare le penitenziali tariffe massime sull'IMU. Che si è fatto? Non era competenza dei Commissari? Hanno fatto anche loro Vigilanza Prudenziale come quella di questi giorni voluta dalla banca d'Italia per MPS? Omettere una sopravvenienza attiva certa anche se ancora non del tutto liquida non è falso in bilancio?Per l'ente pubblico non è qualcosa di peggio?
Non comportò l'IMU al massimo! Raalmuto paga, quel gap liquido sprofonda ancor di più. Quella gestione ispirata alla prudenza del buon Pater Familias va a farsi benedire. I commissari regolette rigide applicano. Bona gestio non è affar loro.
Naturalmente, il dimezzamento del costo della monnezza non si pratica: o si riparmia sulla monnezza o si licenzia. Un bel  ricatto: ammazzare il figlio maschio o la figlia femmina? Abramo ebbe altre richieste celesti. Ma la monnezza non può per legge scavalcare il costo. Sì,ma quale costo quello che sosteneva Petrotto prima della dissennata acquisizione della partecpazione societaria con sede non so (Agrigento? Siculiana?), non fa nulla la lievitazione per appalti ignominiosi,  come denuncia Petrotto, o ad onta del fatto che secondo Marino, si deve prendere atto che vi sono 10.000 imboscati di cui il 30% fa qualcosa e il 0% bivacca.  Resta allora evidente che il costo effettivo della monnezza alnemo si tripilca ( e tutto questo
per assicurare occupazione largamente retribuita a nulla facenti e non nogliamo tener conto  che i dirigenti di quella società privata monnezzara prendono emolumenti, gratifiche buoneuscite quasi al livello delle Generali di Geronzi).
 Puoi gridare quanto ti pare caro racalmutese, la monnezza del 2012 - se l'hai dichiarata o che all'epoca ti ha addossato il funzionario del Comune - tu la paghi (per tariffa in privativa) quasi sei euro al mq. I commissari inteneratiti hanno munificamente concesso di pagarla in tre rate. Sempre quella, ma in tre rate? Triennali? E sì? Bimemsili. Baciamogli le mani e diciamogli sabbenadica!
 Fosse finita! ma quanto mai?
 Scoprono una neglettissima delibera consiliare del 1996 (sic); nel 2012 la dichiarano valida (nessuno ebbe a darmela quando l'ho chiesta ne 2004 e contro ogni ermeneutica giuridica sanzionano, ritassano, infierisciìono (interessi, addizionali, e spese postali) pretendendo arretrati per il decadutissimo 2006. Ogni equità giuridica sotto i piedi. Se ne parli con i commissari, quelli ti minacciano querele (così scrive almeno malgradotutto). Un estraneo ente azionario (privatissimo) fa pubbliche verifiche a moso suo), un solerte responsabile dell'ente impositore racalmutese appone a stampa acriticamente la sua firma e il processo inquisitorio in itinere diviene immarciscibile ACCERTAMENTO.Tu gli chiedi spiegazione; ti mandano ad Aragona. Vai ad Aragoma. non riesci a entrare. I commissari si commuovono e dicono: aprite gli sportelli dell'Ufficio Tributario responsabile ma solo per raccogliere le lamentele e passarle dopo SALVO BUON FINE ai signori di Aragona. La cosa sarebbe comica se non fosse tragica. Per converso non ci si è resi conto che accedendo alla brillante trovata inquisitoria di quelli di Aragona? Agrigento? Suculiana? si subissa questa moribonda economia monetaria di Racalmuto. Non può sopportare un altro salasso di UN MILIONE DI EURO. Non ci si resi conto che saltano tutti i parametri impositivi e di bilancio? Salta la tariffa del 2006 (2,5 a mq.); vanno istantaneamente rimborsati coloro che hanno versato tariffe che ora si contraggono; si aggiunge istantaneamente sopravvenienza attiva a sopravvemìnienza attiva nell'anno in cui si accerta e cioè il 27 dicembre del 2012. L'aliquota IMU va immediatamente contratta e vanno rifusi i soggetti incisi ad aliquote massime. FAVOR FISCI, FAVOR FISCI, FAVOR FISCI  si sarebbe pontificato mezzo secolo fa; se l'abnorme comportatamento della macchina tributaria produceva ulteriori entrate all'Erario non c'era censura. Andava bene.Abbiamo lottato per capovolgere il favor Firci in Favor rei. FAVOR REI, FAVOR REI, FAVOR REI; si esige oggi anche per cività giuridica. E i commissari di Roma dovrebbero saperlo.
 Di sicuro  la questione è soprattutto politica. L'equità andrebbe richiesta ai giudici e ...campa cavallo. Ma la politica per ora è in legittino impedimento. Qui a Roma non riesco a far fare interrogazioni perché in campagna elettorale. Si aspetta l'apertura delle nuove camere. Campa cavallo. Intanto gli iugulatori termini degli ACCERTAMENTI corrono veloci. Il parlamento arriverebbe comunque tardi. Quindi? La fanno franca? ? C'è poi giustizia a questo mondo, mi pare dicesse un certo
  Manzoni (grosso modo).
 Calogero taverna

domenica 27 gennaio 2013

   
SIGNORI COMMISSARI DI RACALMUTO: RISPARMIATECI LA TARSU 2006: è indebita
Gentilissimi Signori Commissari,

con tutto il massimo rispetto di cui sono capace, umilio ai vostri occhi queste considerazioni. Non è escluso che qualcosa di simile vi venga richiesto dall’alto, diciamo il Parlamento? Diciamo il Viminale? Tanto vale che possiate rispondere debitamente preparati come si faceva a scuola. Il mio è un irriguardoso interpello? No, solo un preammonimento, un avvertimento remissivo, non mafioso, diciamo. Sicuramente vi sfuggerà questo post perché la vostra segreteria mi risulta atterrita.

Ieri, dunque, passai una mattinata a non poter colloquiare con l’ex sindaco Petrotto: lui non passa mai la palla ed ha voce così stentorea che non ti riesce ad interloquire: devi ascoltare e basta.  Sostiene Petrotto che in effetti una perimetrazione fu varata – credo però in una tarda data – ma questa per incuria di chissà chi non fu PUBBLICATA. Se oggi si chiede, non viene neppure esibita. Forse è smarrita. Sostiene Petrotto. Ed io con lui, che mancando la perimetrazione, se questa è il perimetro da cui si dipartono le distanze per le abitazioni extraurbane onde perseguirle con oneri TARSU gradualmente ridotte e se questa manca, il meno che si possa dire è che in ignorandosi i punti di riferimento per colpa della pubblica amministrazione questa non può pretendere un bel nulla.  Ad ogni buon conto mi piace pubblicare una carta dell’area urbana racalmutese che al limite può valere per le misurazioni dei regolamenti paesani.


Vi è a Racalmuto una devianza non ricadente sui cittadini: la concessione regionale di uno 0,20% di edificabilità fuori dell’area urbana. Si paga comunque la Bucalossi, il comune l’ha riscossa ma le opere non le ha fatte. Può invece pretendere la TARSU? Decisamente no! 

Ma altro discorso si è autorevolmente e responsabilmente fatto:  si è detto che si tratta di verde stagionale e pertanto le case c.d. di campagna servono solo per ripararsi dalle calure estive; si scappa dal paese. Ma al paese la tarsu si paga per tutto l’anno e quindi non si può raddoppiare l’onere tributario anche per quel breve periodo in cui non si produce monnezza in paese ; la monnezza campagnola compensa la mancata monnezza paesana. Dunque le case di campagna non pagano monnezza alla stregua di quanto avviene per il canone televisivo. Questa è stata interpetrazione indiscussa. Gli stessi sindaci, assessori e consiglieri se ne sono avvalsi, gli stessi dirigenti  TRIBUTI ne erano convinti e non corrispondevano tributo locale alcuno anche per ville molto appariscenti. Controllare per credere. Quando un regolamento ha interpretazioni del genere non si possono sanzionare i cittadini: un principio ora vige: il favor rei contrapposto al vecchio favor fisci; in dubiis favor rei! Se sono stati commessi abusi, indebite devianze da parte della pubblica amministrazione, si individuino e si proceda alle sanzioni o al recupero dei danni subiti per colpa degli assoggettati ai controlli della CORTE DEI CONTI. Non è compito dei Commissari addirittura ministeriali appurare?


Quanto alle analoghe devianze per garage e seconde case non so che dire; mi pare comunque che imperando autorevoli interpretazioni non si è rei di nulla, appunto favor rei e no favor fisci.

Progredendo in ciò che doveva essere compito del difensore civico, soppresso per evitare risse interessate, preciso che diversa natura  ha l’obbligazione tributaria rispetto alla imposizione di adempimenti formali quali l’obbligo di dichiarazione.

L’onere tributario del 2006 sorge e si perfeziona nel 2006, come l’allora ICI; l’obbligo di dichiarazione sorge al momento in cui scatta l’obbligatorietà del tributo e viene concesso di assolverlo entro una certa data del mese di gennaio dell’anno successivo.

Non mi risulta che la monnezza che di deve pagare entro il 31 dicembre del 2006 goda di quella specie di dilatazione dei termini di decadenza che si suole indicare del 5 più uno e cioè il diritto ad accertare da parte della pubblica amministrazione dura per cinque anni, più uno. Per l’IRPEF è così, non per la vecchia ICI. E neppure per la TARSU.  Intimare pagamenti arretrati dopo sei anni per la TARSU è per lo meno eccesso di potere, se non peggio: roba insomma da giudice penale. Arriviamo alla malversazione ? Ai procuratori della Repubblica l’arduo pronunciamento. A questo punto una pubblica amministrazione responsabile applica il principio del in dubiis pro reo e fa la encomiabile autotutela. I signori commissari possono lavarsi le mani? E’ pur faccenda che ricade nel loro pubblico incarico.

E quanto alla dichiarazione. Ma questa scatta al momento in cui insorge l’obbligazione tributaria; nel nostro caso dobbiamo riandare nel tempo sino al 1995 data di emanazione del regolamento che ha reso operativa una certa legge (e non fa nulla se si trattava solo di decreto legislativo). Chi ha omesso la dichiarazione ha disobbedito a quel tempo e puoi invocare il 5 più uno quanto ti pare; posso anche concederti il 10 più uno; è cosa non più recuperabile per avvenuta decadenza dei termini. Se poi quell’obbligo di dichiarazione è annuale, non si illuda la gente che pagato una volta non si paga più; la sanzione scatterebbe per ogni anno.

Emerge però che il Comune ha già istituito un corpo di propri ispettori che hanno visionato tutte le case soggette a TARSU, ne hanno misurate le superfici atte a produrre rifiuti solidi urbani, ne hanno fatto diligente verbalizzazione e l’hanno consegnata al Comune. L’azionaria agrigentina ha preso visione di codesti verbali prima di sanzionare omesse dichiarazioni? Il dirigente TRIBUTI ha avuto modo di appurare o si è limitato a consegnare il suo autografo di firma come atto dovuto? I Commissari hanno contezza di codesta vicenda? Aggiungo che ben cinquecento obbligati racalmutesi non hanno in un primo tempo permesso agli ispettori comunali l’accesso alle loro case ma poi  hanno ovviato di persona con il responsabile comunale del tempo. Salvo soppressione di atti di uffici, sono codeste, carte che dovrebbero stare in Comune ed essere agevolmente consultabili. Io non sono delatore e quindi mi fermo qui.

Tralascio la telenovela di presunte AUTORIZZZIONI conferite ad estranee società private di capitali: roba da Corte dei Conti.  Leggo qualche mucchio di intimazioni afflittive: notizie bonarie (ammesse ma non interruttive dei termini di decadenza) coniugate indissolubilmente con veri e propri atti accertativi, a firma del responsabile dell’Ufficio Tributi di Racalmuto. Quanto alle prime – come ebbi già a scrivere – tu pubblica amministrazione hai un dubbio sul mio corretto comportamento e mi inviti a chiarire: nulla quaestio se non ha natura di accertamento perfezionato alla data indicata nell’atto. E qui una eclatante omissione della data in cui l’ufficio accertante comunica di avere fatto partire l’atto accertativo per consentire de plano l’ammissibilità o meno del recupero tributario entro i termini di decadenza.

Quanto all’accluso atto accertativo, si comunica che questo discende dai dati catastali, dalle bollette della luce e anche da quelle del gas (non si parla delle bollette dell’acqua, forse per non svegliare il can che dome).

Emerge inconfutabilmente che i dati catastali sono di molto postumi a quelli del 2006; in zone ove manca e luce e gas e quindi per indiscussa giurisprudenza non si applica tarsu, poi viene invece comminata sanzione con recupero della TARSU del 2006; si accerta che tizio o caio ha evaso quando a quella data là il tizio  o caio non aveva ancora comprato casa, o aveva ancora un edificio RURALE collabente o addirittura nulla aveva a che fare con l’edificio incriminato. Cosa si è accertato? Nulla! Cosa si dichiara di avere accertato? Tutto: non vi è falso in atto pubblico? E non parliamo di altro. Chi deve vigilare?  Ne sono totalmente estranei i Commissari? E per questa domanda mi vogliono affidare ai loro avvocati, come va dicendo MALGRADO TUTTO?

Ci vogliono le prove?



Signori Commissari, voi siete uomini di legge e di onore: prendete in mano la situazione: imponete la doveroso autotutela d’iniziativa della pubblica amministrazione.

Una cosa comica? Non si dice a chi vanno tutte le cospicue somme che hanno sconcertato una intera popolazione per la quasi totalità fatta da persone oneste, laboriose, ossequienti  persino delle pubbliche autorità.

I signori tassaioli non si sono risparmiati nulla: onere tributario integralmente preteso anche per zone obiettivamente alleggerite; sanzione massima per omessa dichiarazione; interessi su entrambe le voci; e poi – delizia delle delizie – addizionali provinciali ed anche COMUNALI su TUTTO. Anche le banche incorrerebbero in usura. E la pubblica amministrazione? A me vien fatto di pensare alla malversazione.

venerdì 21 giugno 2013

  
Sig. GALEANI ha mai visto questa lettera?


Di straforo l'altra sera riesco ad infiltrarmi nell'ex sala pretorile del comune di Racalmuto. Vi domina un vecchietto che dovrebbe sbaragliare le infiltrazioni mafiose racalmutesi supportato da dirigenti, magari ingessati, che in quei tempi (diffamati) prosperavano. Misteri del ministero dell'interno del giubilato Monti!
 Pur presentando un mio libro, non vengo riconosciuto. Ne ho dette tante su questi passati presenti ed ora monchi commissari che qualche parolaccia me l'aspettavo. Un tempo mandai persino per posta le mie insolenze, sperando in qualche querela in modo che io dopo potessi spiattellare se non tutto qualcosa di quello che so, senza dover essere DELATORE, mestiere che aborro. Come si fa ad esempio restare indifferenti e taciturni  ad una lettera come questa che qui ripubblico?

Mi sorge il dubbio che nel comune di Racalmuto vi sia una impenetrabile rete protettiva per cui puoi anche fartele protocollare le tute doglianze al destinatario non arrivano.
Ad ogni buon conto, ripeto la vecchia lettera: forse qualcuno al signore Galeani la fa stavolta recapitare.

Gentilissimi Signori Commissari,

con tutto il massimo rispetto di cui sono capace, umilio ai vostri occhi queste considerazioni. Non è escluso che qualcosa di simile vi venga richiesto dall’alto, diciamo il Parlamento? Diciamo il Viminale? Tanto vale che possiate rispondere debitamente preparati come si faceva a scuola. Il mio è un irriguardoso interpello? No, solo un preammonimento, un avvertimento remissivo, non mafioso, diciamo. Sicuramente vi sfuggerà questo post perché la vostra segreteria mi risulta atterrita.

Ieri, dunque, passai una mattinata a non poter colloquiare con l’ex sindaco Petrotto: lui non passa mai la palla ed ha voce così stentorea che non ti riesce ad interloquire: devi ascoltare e basta. Sostiene Petrotto che in effetti una perimetrazione fu varata – credo però in una tarda data – ma questa per incuria di chissà chi non fu PUBBLICATA. Se oggi si chiede, non viene neppure esibita. Forse è smarrita. Sostiene Petrotto. Ed io con lui, che mancando la perimetrazione, se questa è il perimetro da cui si dipartono le distanze per le abitazioni extraurbane onde perseguirle con oneri TARSU gradualmente ridotte e se questa manca, il meno che si possa dire è che in ignorandosi i punti di riferimento per colpa della pubblica amministrazione questa non può pretendere un bel nulla. Ad ogni buon conto mi piace pubblicare una carta dell’area urbana racalmutese che al limite può valere per le misurazioni dei regolamenti paesani.

Vi è a Racalmuto una devianza non ricadente sui cittadini: la concessione regionale di uno 0,20% di edificabilità fuori dell’area urbana. Si paga comunque la Bucalossi, il comune l’ha riscossa ma le opere non le ha fatte. Può invece pretendere la TARSU? Decisamente no!

Ma altro discorso si è autorevolmente e responsabilmente fatto: si è detto che si tratta di verde stagionale e pertanto le case c.d. di campagna servono solo per ripararsi dalle calure estive; si scappa dal paese. Ma al paese la tarsu si paga per tutto l’anno e quindi non si può raddoppiare l’onere tributario anche per quel breve periodo in cui non si produce monnezza in paese ; la monnezza campagnola compensa la mancata monnezza paesana. Dunque le case di campagna non pagano monnezza alla stregua di quanto avviene per il canone televisivo. Questa è stata interpetrazione indiscussa. Gli stessi sindaci, assessori e consiglieri se ne sono avvalsi, gli stessi dirigenti TRIBUTI ne erano convinti e non corrispondevano tributo locale alcuno anche per ville molto appariscenti. Controllare per credere. Quando un regolamento ha interpretazioni del genere non si possono sanzionare i cittadini: un principio ora vige: il favor rei contrapposto al vecchio favor fisci; in dubiis favor rei! Se sono stati commessi abusi, indebite devianze da parte della pubblica amministrazione, si individuino e si proceda alle sanzioni o al recupero dei danni subiti per colpa degli assoggettati ai controlli della CORTE DEI CONTI. Non è compito dei Commissari addirittura ministeriali appurare?

Quanto alle analoghe devianze per garage e seconde case non so che dire; mi pare comunque che imperando autorevoli interpretazioni non si è rei di nulla, appunto favor rei e no favor fisci.

Progredendo in ciò che doveva essere compito del difensore civico, soppresso per evitare risse interessate, preciso che diversa natura ha l’obbligazione tributaria rispetto alla imposizione di adempimenti formali quali l’obbligo di dichiarazione.

L’onere tributario del 2006 sorge e si perfeziona nel 2006, come l’allora ICI; l’obbligo di dichiarazione sorge al momento in cui scatta l’obbligatorietà del tributo e viene concesso di assolverlo entro una certa data del mese di gennaio dell’anno successivo.

Non mi risulta che la monnezza che di deve pagare entro il 31 dicembre del 2006 goda di quella specie di dilatazione dei termini di decadenza che si suole indicare del 5 più uno e cioè il diritto ad accertare da parte della pubblica amministrazione dura per cinque anni, più uno. Per l’IRPEF è così, non per la vecchia ICI. E neppure per la TARSU. Intimare pagamenti arretrati dopo sei anni per la TARSU è per lo meno eccesso di potere, se non peggio: roba insomma da giudice penale. Arriviamo alla malversazione ? Ai procuratori della Repubblica l’arduo pronunciamento. A questo punto una pubblica amministrazione responsabile applica il principio del in dubiis pro reo e fa la encomiabile autotutela. I signori commissari possono lavarsi le mani? E’ pur faccenda che ricade nel loro pubblico incarico.

E quanto alla dichiarazione. Ma questa scatta al momento in cui insorge l’obbligazione tributaria; nel nostro caso dobbiamo riandare nel tempo sino al 1995 data di emanazione del regolamento che ha reso operativa una certa legge (e non fa nulla se si trattava solo di decreto legislativo). Chi ha omesso la dichiarazione ha disobbedito a quel tempo e puoi invocare il 5 più uno quanto ti pare; posso anche concederti il 10 più uno; è cosa non più recuperabile per avvenuta decadenza dei termini. Se poi quell’obbligo di dichiarazione è annuale, non si illuda la gente che pagato una volta non si paga più; la sanzione scatterebbe per ogni anno.

Emerge però che il Comune ha già istituito un corpo di propri ispettori che hanno visionato tutte le case soggette a TARSU, ne hanno misurate le superfici atte a produrre rifiuti solidi urbani, ne hanno fatto diligente verbalizzazione e l’hanno consegnata al Comune. L’azionaria agrigentina ha preso visione di codesti verbali prima di sanzionare omesse dichiarazioni? Il dirigente TRIBUTI ha avuto modo di appurare o si è limitato a consegnare il suo autografo di firma come atto dovuto? I Commissari hanno contezza di codesta vicenda? Aggiungo che ben cinquecento obbligati racalmutesi non hanno in un primo tempo permesso agli ispettori comunali l’accesso alle loro case ma poi hanno ovviato di persona con il responsabile comunale del tempo. Salvo soppressione di atti di uffici, sono codeste, carte che dovrebbero stare in Comune ed essere agevolmente consultabili. Io non sono delatore e quindi mi fermo qui.

Tralascio la telenovela di presunte AUTORIZZZIONI conferite ad estranee società private di capitali: roba da Corte dei Conti. Leggo qualche mucchio di intimazioni afflittive: notizie bonarie (ammesse ma non interruttive dei termini di decadenza) coniugate indissolubilmente con veri e propri atti accertativi, a firma del responsabile dell’Ufficio Tributi di Racalmuto. Quanto alle prime – come ebbi già a scrivere – tu pubblica amministrazione hai un dubbio sul mio corretto comportamento e mi inviti a chiarire: nulla quaestio se non ha natura di accertamento perfezionato alla data indicata nell’atto. E qui una eclatante omissione della data in cui l’ufficio accertante comunica di avere fatto partire l’atto accertativo per consentire de plano l’ammissibilità o meno del recupero tributario entro i termini di decadenza.

Quanto all’accluso atto accertativo, si comunica che questo discende dai dati catastali, dalle bollette della luce e anche da quelle del gas (non si parla delle bollette dell’acqua, forse per non svegliare il can che dome).

Emerge inconfutabilmente che i dati catastali sono di molto postumi a quelli del 2006; in zone ove manca e luce e gas e quindi per indiscussa giurisprudenza non si applica tarsu, poi viene invece comminata sanzione con recupero della TARSU del 2006; si accerta che tizio o caio ha evaso quando a quella data là il tizio o caio non aveva ancora comprato casa, o aveva ancora un edificio RURALE collabente o addirittura nulla aveva a che fare con l’edificio incriminato. Cosa si è accertato? Nulla! Cosa si dichiara di avere accertato? Tutto: non vi è falso in atto pubblico? E non parliamo di altro. Chi deve vigilare? Ne sono totalmente estranei i Commissari? E per questa domanda mi vogliono affidare ai loro avvocati, come va dicendo MALGRADO TUTTO?

Ci vogliono le prove?




Signori Commissari, voi siete uomini di legge e di onore: prendete in mano la situazione: imponete la doveroso autotutela d’iniziativa della pubblica amministrazione.

Una cosa comica? Non si dice a chi vanno tutte le cospicue somme che hanno sconcertato una intera popolazione per la quasi totalità fatta da persone oneste, laboriose, ossequienti persino delle pubbliche autorità.

I signori tassaioli non si sono risparmiati nulla: onere tributario integralmente preteso anche per zone obiettivamente alleggerite; sanzione massima per omessa dichiarazione; interessi su entrambe le voci; e poi – delizia delle delizie – addizionali provinciali ed anche COMUNALI su TUTTO. Anche le banche incorrerebbero in usura. E la pubblica amministrazione? A me vien fatto di pensare alla malversazione.

venerdì 8 febbraio 2013

   
Vedo brutto il Paese !



Carissimo Totò,

Tutti i nodi, prima o poi, vengono al pettine; sempreché aggiungeva sardonicamente il nostro Leonardo Sciascia i pettini abbiano i denti. Queste storie di bilancio puntualmente ad ogni giro di boa (amministrativo) sono venuti al pettine …ma il pettine è stato sempre sdentato.
Fussi ca fussi ca sta’ vota fussi la vota bbona!- Mi sa di sì, e sai perché? Di contabilità e di bilanci dovrei intendermene. Dunque quest’anno, tra il 5 maggio e il 5 luglio il comunista (per le idee del ragazzolo che lo gestiva) ALBO PRETORIO DI RACALMUTO (all’epoca puntigliosamente riecheggiato dal blog di Scimé anche oltre i termini di scadenza)  ci segnalava 568 EVASORI CATASTALI che avrebbero dovuto versare nelle casse comunali (in parte in transito per quelle della tesoreria nazionale) qualcosa che ebbi a calcolare in 5 milioni di euro. Quanti di questi euro sono finiti nel bilancio de quo? E la competenza non si abbatte su questi signori supertecnici romani che hanno preso persino il tuo posto e che mi pare  continuano a farsi retribuire come se il paese avesse ancora oltre diecimila abitanti? Se non si iscrivono in bilancio siffatte manne chiamate sopravvenienze attive nella nomenclatura degli istituti di ragioneria, quante e quali sono le conseguenze? Faccio domande retoriche s’intende anche per eludere querele che pare che i signori venuti da Roma  abbiano facili, cosi dice almeno Malgrado Tutto, incopiabile web cittadino. Sia come sia un onere tributario sul cash flow smunto e macilento della comunità racalmutese  non poté non esserci. Hanno pagato solo i fessi? O è venuto dal cielo l’arciprete Casuccio, con suo gran dispitto incluso tra i reprobi della correttezza tributaria racalmutese, trent’anni dopo la sua morte? Se per questo ci sta anche la curia vescovile e alcune dipendenze della novella matrice senza arciprete.
Giunge dopo una grandinata per IMU al massimo: ma al massimo non poteva essere perché nel frattempo si erano concluse le arti del ripescato mare di evasori TARSU datati 2006. Calcolo: un milione di euro di altre SOPRAVVENIENZE ATTIVE. Dove stanno in bilancio? Altra omissione? Ma non basta questo perché non è più consentibile far figurare un rosso nello speciale conto economico del Comune per – come dicono – un milione di euro. Ma che vogliono la botte piena e la moglie ubriaca?  Corsi di finanza pubblica degli enti autonomi territoriali credo che quelli che la Cancellieri ci ha prodigato non ne abbiano mai fatti? La Cancellieri ha forse fatto dare lezioni dal figlio che può farsi trattare con tassazione separata e con riparto in tre anni una buonauscita quadrimilionaria (se la notizia che hai riportata risponde al vero) dopo appena undici, mesi o giù di lì, di permanenza effettiva in una società assicurativa di dimensioni multinazionali.
Quanto alla Tarsu del 2006, troppo ho scritto: vi faccio rinvio. Il guaio lì sai quale è: sì, è forse mala gestio dare appalti esosi; ma allora è cosa che solo riscontrate fattispecie bancarottiere o malversazioni di varia natura possono perseguire. Vi è poi il sovraccarico del personale (30 per cento utile, settanta per cento inutile e dannoso, se ho capito Marino; ed altre faccenduole varie). Risultato: per lo meno triplicato il già dispendioso costo di quando operava la privativa comunale. Per legge – tarsu come tariffa non superabile il costo del servizio – occorrerebbe uno stop giudiziario. Chi lo dovrebbe fare? Le forze politiche, i sindacati, le associazioni no-profit. Campa cavallo: meglio il contenzioso singolo: una bella torta. Qualche pellegrino già spillava un euro a pratica per mera adesione al suo non pregevole sodalizio.

Non riesco a Roma a far fare una interrogazione parlamentare (già pronta). I veti vengono da Racalmuto; la scusa è il parlamento chiuso. Ma il Parlamento tra breve apre. Allora forse al pettine spuntano i denti. Mi auguro di no perché gli imbroglietti, le compiacenze, i conflitti di interessi, le abulie amministrative, la bovina sottomissione agli ordini del partito etc. etc. tanti tantissimi coinvolgerebbero.  A Racalmuto c’è il vizietto di credere che le leggi colpiscano i nemici politici del banco accanto che in definitiva cercano di perseguire loro diritti, ed invece non varrebbero per i loro (non sempre leciti) interessi.
Intanto si raggruma – come qualche voce piangente mi rende edotto – la monnezza del 2012 a tariffa quasi tripla rispetto a quando la monnezza la gestiva in privativa assoluta il comune e come se non bastasse ora, ai primi di gennaio, ecco gli accertamenti per il 2011: tre anni di monnezza in un anno. Qualcosa è legittimo, il 2006 no, almeno per decorrenze dei termini come ho già scritto e argomentato. Insomma su un solo anno finanziario del povero racalmutese il Comune esige una tassazione  (IMU e MONNEZZA) di tremila euro a famiglia. Ogni famiglia in media spende già di suo oltre 12 mila euro l’anno , si e no ne incassa (in media) 6-7 mila; viene ora gravato ulteriormente di altri 3.500 euro per imposte ordinarie e tasse varie (bollo, assicurazioni etc.); così la frittata i signori amministratori (che tecnici se ne fregano) ce la ha ammaniscono di tutto punto.

Sono stato già lungo.
Solo una noticina conclusiva: le tue altre ire sanno di baruffe in famiglia. A noi  interessano sino ad un certo punto. Che dovrei dire io: mi basterebbe tirar fuori i file che elaboravo tempo fa all’AIMA per sollazzarci tutti. Ma non è tempo delle comiche. Una cosa mi impressiona:

Chi sa teme  .. chi non teme non sa. Vedo brutto il Paese!

 Pubblicato da  Calogero Taverna     a  17:19       

giovedì 14 febbraio 2013

   


IL RIBELLISMO SI AFFLOSCIA: RACALMUTO TORNA AI SUOI DILETTI SONNI





Credo che siamo vicini all’afflosciamento del grande rumore per nulla che è scoppiettato intorno alla faccenda della monnezza. Se il sottoscritto scrive che siamo nelle panie giuridiche della natura impositiva di questa maledetta TARSU e c’è da domandarsi se siamo in presenza di una tassa (con tutto quanto ciò comporta) o in presenza di una tariffa (civilistica obbligazione che segue regole meno cogenti) o come tutto sommato penso di fronte ad un ibrido che consente non tanto alle autorità quanto ai burocrati o ai manager di anguillare a seconda di quel che conviene, succede che alcune anime candide di puerile cultura si credono in diritto di redarguirmi mentre i furbacchioni (penso non più di cento soggetti su un totale di una popolazione residua di settemila e cinquecento abitanti) avranno un sogghigno come se si trattasse di formalismo leguleio. Si ricorre all’aliena microstoria. Al mio asino ragliante  - sedicente esperto nel fabulismo di Fedro – rimbecco: ante tre menses … Il ritorno alle cose del passato addirittura a quelle di un  secolo e mezzo fa è buona panacea per addormentare e addormentarsi; chi sale in cattedra per insegnare economia a Monti si avventura in analisi socio-economiche tinte di marxismo e tutto pontifica, e molto deplora e tanto diagnostica; qualche meneghino piuttosto bigotto che nulla conosce di questo paese per non esserci mai stato ci pianifica – sfuggendo ad ogni sua responsabilità – vita sociale amministrativa politica morale.

Tutto ciò non può che preludere all’afflosciamento del ribellismo dei racalmutesi: molti dei quali si sono sbracciati, hanno inconsuetamente urlato, hanno ascoltato chi aveva a portata di mano salvifiche scorciatoie, se ne sono tornati a casa acquietati, hanno visto spazzini frettolosi a togliere monnezza vicino alle scuole  e sulla strada dirottata per il mercatino del sabato, hanno pensato davvero che la faccenda si era bellamente risolta anche per merito dei loro strilli; si sono guardati bene dall’approfondire la strana promessa di un assessore che assicurava un cospicuo prelievo dagli esausti fondi regionali per distribuirlo ai netturbini della plaga agrigentina, sollevando dalle responsabilità societarie, civili e penali, dei loro accoliti politici catapultati a suon di centinaia di migliaia di euro nei posti apicali di strane azionare smaltitrici dei rifiuti. Pochi avranno sospettato come me che tanta solerzia nel pulire adiacenze di scuole pubbliche per bambini denunciava il terrore di stangate penali perché quando si tratta della salute dell’infanzia anche il più neghittoso dei magistrati si sveglia e mena e di brutto e lo spazzino scioperante si trova a casa licenziato e con questi chiari di luna la cosa non è gradevole: quanto al mercato rionale, visto che si martella sulla fine del mondo per grave crisi economica, è meglio non provocare il can che dorme.

Ormai più contenti di quando vince la squadra del cuore, tutti a nanna (in senso figurato, per dire il furore politico si è acquietato). Chi si ricorderà di ciò il prossimo ottobre del 2014 quando si andrà a votare per la scelta di uno straccio di sindaco e del contorno degli scranni della sala ove ancora campeggia l’ovale di un Matrona? Pochi: ognuno voterà come sempre ha votato; a seconda del parente del clan familiare di appartenenza. E chi verrà eletto? Non uno dei due podestà preconizzati da Buttafuoco, il cui cognome alla Pinocchio è rassicurante per i nostri già scalpitanti candidati di contrapposta estrazione politica. Il fascismo a Racalmuto, caro Buttafuoco, è morto e sepolto. Ultimamente i nostri camerati non erano in grado di approntare uno straccio di lista, figurati se nel prossimo ventotto ottobre 2014 potranno conseguire una plebiscitaria elezione di un podestà di fascistica memoria. Passiamo ai bloggisti: si illudevano prima, figurarsi ora che gli hanno chiuso persino il macello. Noi di sinistra abbiamo fatto di tutto per squalificarci e le nostre clientele sindacl-mediche-leguleie si sono polverizzate per inadempienze varie e per certi eccessi di nepotismo, non potendosi neppure escludere capziosità locupletanti. Ora che a Racalmuto si affacciano ben cinque stelle pochi tanti molti voti li raggranelleranno, ma sempre insufficienti per far storia. Avremo qualche altro derelitto da sistemare.

Ed allora?

Ne parlavo con uno dei tanti miei fratelli. Arrivati alla conclusione che il mio favorito difficilmente supererà lo scoglio della via giudiziaria, e dato che lui – per me l’unico idoneo a risolvere i grandi-piccoli problemi di questa mia scintillante Racalmuto: meraviglioso spazio vitale per settemila e cinquecento persone  (quelle di la Cunfina non li conto più) che si contentano di stare qui – dato che lui, dicevamo, mai e poi mai si azzarderà a portarsi a sindaco non avendo assolutamente doti piazzaiole, ho finito con l’augurarmi che l’on. Milioto scenda in campo anche per difendere la sua progenie, dall’interno. Ha talento charme favella ed ora esperienza entrature autorevolezza e fino a prova contrario penalmente ed amministrativamente illibato. Capisco che avrà i c… gonfi per quel che ingratamente gli ha riservato il popolo di Racalmuto, ma so che il politico al primo richiamo della foresta non resiste e scatta per colpire, trovar la preda per sfamarsi e per sfamare, ben sapendo come si fa, senza corbellerie promissorie e compromissorie che imberbi imbecilli poetastri giornalistucoli mestieranti et similia propinano a noi poveri elettori – si dice attivi.


 Pubblicato da  Calogero Taverna     a  23:40       
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DICEVAMO .... tanto per ricordare ....



IL RIBELLISMO SI AFFLOSCIA: RACALMUTO TORNA AI SUOI DILETTI SONNI





Credo che siamo vicini all’afflosciamento del grande rumore per nulla che è scoppiettato intorno alla faccenda della monnezza. Se il sottoscritto scrive che siamo nelle panie giuridiche della natura impositiva di questa maledetta TARSU e c’è da domandarsi se siamo in presenza di una tassa (con tutto quanto ciò comporta) o in presenza di una tariffa (civilistica obbligazione che segue regole meno cogenti) o come tutto sommato penso di fronte ad un ibrido che consente non tanto alle autorità quanto ai burocrati o ai manager di anguillare a seconda di quel che conviene, succede che alcune anime candide di puerile cultura si credono in diritto di redarguirmi mentre i furbacchioni (penso non più di cento soggetti su un totale di una popolazione residua di settemila e cinquecento abitanti) avranno un sogghigno come se si trattasse di formalismo leguleio. Si ricorre all’aliena microstoria. Al mio asino ragliante  - sedicente esperto nel fabulismo di Fedro – rimbecco: ante tre menses … Il ritorno alle cose del passato addirittura a quelle di un  secolo e mezzo fa è buona panacea per addormentare e addormentarsi; chi sale in cattedra per insegnare economia a Monti si avventura in analisi socio-economiche tinte di marxismo e tutto pontifica, e molto deplora e tanto diagnostica; qualche meneghino piuttosto bigotto che nulla conosce di questo paese per non esserci mai stato ci pianifica – sfuggendo ad ogni sua responsabilità – vita sociale amministrativa politica morale.


Tutto ciò non può che preludere all’afflosciamento del ribellismo dei racalmutesi: molti dei quali si sono sbracciati, hanno inconsuetamente urlato, hanno ascoltato chi aveva a portata di mano salvifiche scorciatoie, se ne sono tornati a casa acquietati, hanno visto spazzini frettolosi a togliere monnezza vicino alle scuole  e sulla strada dirottata per il mercatino del sabato, hanno pensato davvero che la faccenda si era bellamente risolta anche per merito dei loro strilli; si sono guardati bene dall’approfondire la strana promessa di un assessore che assicurava un cospicuo prelievo dagli esausti fondi regionali per distribuirlo ai netturbini della plaga agrigentina, sollevando dalle responsabilità societarie, civili e penali, dei loro accoliti politici catapultati a suon di centinaia di migliaia di euro nei posti apicali di strane azionare smaltitrici dei rifiuti. Pochi avranno sospettato come me che tanta solerzia nel pulire adiacenze di scuole pubbliche per bambini denunciava il terrore di stangate penali perché quando si tratta della salute dell’infanzia anche il più neghittoso dei magistrati si sveglia e mena e di brutto e lo spazzino scioperante si trova a casa licenziato e con questi chiari di luna la cosa non è gradevole: quanto al mercato rionale, visto che si martella sulla fine del mondo per grave crisi economica, è meglio non provocare il can che dorme.


Ormai più contenti di quando vince la squadra del cuore, tutti a nanna (in senso figurato, per dire il furore politico si è acquietato). Chi si ricorderà di ciò il prossimo ottobre del 2014 quando si andrà a votare per la scelta di uno straccio di sindaco e del contorno degli scranni della sala ove ancora campeggia l’ovale di un Matrona? Pochi: ognuno voterà come sempre ha votato; a seconda del parente del clan familiare di appartenenza. E chi verrà eletto? Non uno dei due podestà preconizzati da Buttafuoco, il cui cognome alla Pinocchio è rassicurante per i nostri già scalpitanti candidati di contrapposta estrazione politica. Il fascismo a Racalmuto, caro Buttafuoco, è morto e sepolto. Ultimamente i nostri camerati non erano in grado di approntare uno straccio di lista, figurati se nel prossimo ventotto ottobre 2014 potranno conseguire una plebiscitaria elezione di un podestà di fascistica memoria. Passiamo ai bloggisti: si illudevano prima, figurarsi ora che gli hanno chiuso persino il macello. Noi di sinistra abbiamo fatto di tutto per squalificarci e le nostre clientele sindacl-mediche-leguleie si sono polverizzate per inadempienze varie e per certi eccessi di nepotismo, non potendosi neppure escludere capziosità locupletanti. Ora che a Racalmuto si affacciano ben cinque stelle pochi tanti molti voti li raggranelleranno, ma sempre insufficienti per far storia. Avremo qualche altro derelitto da sistemare.

Ed allora?


Ne parlavo con uno dei tanti miei fratelli. Arrivati alla conclusione che il mio favorito difficilmente supererà lo scoglio della via giudiziaria, e dato che lui – per me l’unico idoneo a risolvere i grandi-piccoli problemi di questa mia scintillante Racalmuto: meraviglioso spazio vitale per settemila e cinquecento persone  (quelle di la Cunfina non li conto più) che si contentano di stare qui – dato che lui, dicevamo, mai e poi mai si azzarderà a portarsi a sindaco non avendo assolutamente doti piazzaiole, ho finito con l’augurarmi che l’on. Milioto scenda in campo anche per difendere la sua progenie, dall’interno. Ha talento charme favella ed ora esperienza entrature autorevolezza e fino a prova contrario penalmente ed amministrativamente illibato. Capisco che avrà i c… gonfi per quel che ingratamente gli ha riservato il popolo di Racalmuto, ma so che il politico al primo richiamo della foresta non resiste e scatta per colpire, trovar la preda per sfamarsi e per sfamare, ben sapendo come si fa, senza corbellerie promissorie e compromissorie che imberbi imbecilli poetastri giornalistucoli mestieranti et similia propinano a noi poveri elettori – si dice attivi.


 Pubblicato da  Calogero Taverna     a  22:07       
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lunedì 11 febbraio 2013

   
Rimembranze ......... comunali




Reputo il 2010 un anno di svolta nella vita democratica del mio paese, di questa Racalmuto assurta a grande gloria letteraria  per un toccante libro del nostro inobliabile Sciascia, LE PARROCCHIE DI REGALPETRA. Di rinculo ad un losco intrigo in quel di Canicattì, voci di  droghe sorbite e spacciate in ambiti di persone eccellenti, l’amministrazione comunale di casa nostra traballa. Sorge uno splendido albergo nel bel mezzo di corso Garibaldi;  altri due nei dintorni sono ai primi lavori. Si abbatte il blocco cautelativo su una Racalmuto proiettata ad avvenire turistico di élite a riflusso dell’opera letteraria di Sciascia, per il richiamo degli echi medievali di una pretenziosa ridipintura del castello alla periferia del centro che tal “domicellus” Chiaramonte ebbe voglia di erigere; per gli ultimi riverberi di una bell’idea fondante sul cocuzzolo del vecchio Calvario;  per il teatro; per i giovanili fervori letterari e pittorici  ed anche per il perverso incuriosirsi di gente estera venuta a farci visita nella speranza di avere arditi colloqui con i succedanei del terzo millennio del bandito Giuliano.
Ebbero a scattare grottesche gelosie; vi fu esiziale fervore accusatorio sotto anonima delazione. Gli estranei intrugli politici ci sommersero; ai professionisti dell’antimafia non parve vero di imbastire tutto un ordito inquisitorio contro un appetitoso (per loro) GIOCO DI POTERE. Racalmuto traballò. Sequestri oltre misura, incriminazioni infamanti, persino umilianti arresti atti a stroncare anche carriere forensi di altissima levatura. Povera Racalmuto. Un pettine a denti strettissimi e per giunta qua e la otturanti stroncò uomini e cose, amministrazione, e serenità di giudizio e soprattutto saggezza.

Si credette che era arrivato il giorno del giudizio: i cattivi del comune stavano per essere disvelati per la punizione e l’ignominia. In una orgia vendicativa e perfida si pensò davvero che gli altri erano i cattivi, quegli altri che un tempo stavano nel banco accanto. Una coscienza tranquilla solo per cattiva memoria ululò, scrisse infamie, accusò, mormorò. Figli scriventi in testate d‘altri lidi si assisero su cattedre di  vituperoso moralismo. Si invocarono giustizieri di Stato. Vennero: una triade di inquisitori, un missus panormitanus prima, una subentrante triade di nomina addirittura romana, ministeriale. dopo. Una Ministra pianse una notte ma ci sciolse come se fossimo una accolta di lestofanti infiltrati.

Ma come reagiva la stanziale “pubblica opinione”? La cerchiamo di cogliere nelle note del più importante blog locale A FUTURA MEMORIA, dato che la memoria ha un futuro (e qui osiamo contrastare il grande Sciascia).

Mercoledì 30 giugno  2010 SERGIO PAGLIARO, credo consigliere, credo ex democristiano, che ignoro per la mia latitanza semisecolare dal paese, apocalitticamente esordisce: «solo un miracolo ci può salvare». Pare che sia la voce di un secentesco presunto diacono racalmutese, finito ai fuochi di Sant’Erasmo, fra Diego La Matina.

 Il forte impegno di Sergio Pagliaro contro gli sprechi al Comune di Racalmuto.
 La denuncia di una seconda bolletta telefonica di ventimila euro. 13000 euro rete fissa e 7000 euro telefonia mobile. Ci voglio più fatti e meno telefonate.

Grida stentoreo non so chi; a Racalmuto insorge un novello Fra Girolamo Savonarola in sedicesima. A Racalmuto, lo scandalizzarsi per l’eccessivo ed improprio uso del telefono è storia vecchia; m’investì il simpatico riddilio di la chiazza (per Totu Sardu io sarei invece quello della pizza), una cinquantina di anni fa contro un mio zio consigliere, reo di utilizzare la cornetta comunale per un saluto al fratello oltre oceano. 

Un milione di euro il costo della politica in tre anni a Racalmuto (chiu Pila pi Tutti e chiu Coca Cola pi tutti) - Comitato la Matina

La trivialità a noi non dispiace, ma in questo caso codesto frutto misto tra economia e la “pila” innaffiata di COCA cui subito si aggiunge che trattasi di Cola mi torna indigesto. Poi, con triadi inquisitorie, con missus che si faceva rimborsare il “mezzo proprio”, con visitatori settimanali che in tre ci vengono  più ad ammonire che ad amministrarci, a quanto si è contratto “il costo della politica”? Quei signori non vollero il nostro bene. E dobbiamo aggiungere che in un solo anno, il trascorso 2012, la nuova era amministrativa  AGRI.PA.ROMA, se non ha disposto neppure ha stoppato qualcosa come dieci milioni di euro per evasione catastale, per IMU ai massimi, per recupero della decaduta tarsu 2006, per riparto monnezza 2012 dei triplicati costi di superfetazioni azionarie di coffariana ispirazione, per la rimebranza della precedente monnezza del 2011. In compenso abbiamo moralizzato la vita ammistrativa dell’ex convento delle monache di donna Aldonza, cassando il semistipendio di un impiegato comunale da tempo in espiazione del 41 bis.

Si accoda un incerto utilizzatore della sintassi e dell’ortografia:

In mezzo a tanta confusione una cosa risulta lapalissiana, ossia che il Dott. Sardo è l'unico ad avere le idee molto chiare su tutto quello che succede a Racalmuto.

Sa quello che vuole; sa perfettamente come ottenerlo.
 Qualcuno potrebbe dire che: .
 Lui sostiene che è, solamente e innoccentemente, "real politic".
 Poi ci sono quelli della sindrome di Tafazzi che, come ci ha spiegato il buon Totò, godono a percuotersi i coglioni;... Mostra tutto
Tutti sanno che io stravedo per il dottore Salvatore Sardo: vederlo preso per i suoi baffetti per un tentativo di gogna mediatica mi dà una certa misura dell’inciviltà paesana. Così davvero non si va lontani. Non occorrono miracoli; lasciamoli questi a padre Pio; occorre un maggior tasso di educazione civica: me lo auguro di tutto cuore.

A distanza di manco tre anni tutto il susseguente zigzagare tra scogli sintattici ed obnubilamenti concettuali, credo che manco gli accaniti  autori di allora hanno più voglia di ripercorrere. La drammatica evoluzione fattuale ci ha svegliato tutti dai nostri sogni vindici. A pagare non sono stati i compagni (cattivi) dei banchi accanto, ma tutti noi.

E ci sono quelli che della pratica di rompere i coglioni degli altri ricavandone oltre alla goduria anche qualcosaltro, ne hanno fatto una ragione di vita.
 Su una cosa il buon Totò ha ragione; bisogna fare proposte.
 E noi una, che ci scaturisce da un ragionamento, la vogliamo fare.
 Il Sindaco ha pubblicamente ammesso di aver fatto uso di coca.
 La maggioranza che lo sostiene ha considerato questo fatto come un peccato veniale di scarsa rilevanza.
 E' risaputo che tra gli assuntori figurano rersonaggi di primaria importanza.
 Si dice che l'uso controllato, magari da un uomo della scienza medica, migliora le performans individuali, favorisce il lavoro di squadra e la socializzazione.
 Si potrebbe contare, pure, su persone in grado di reperire il prodotto nei mercati all'ingrosso.
 E allora, la proposta è questa:
 Perchè non istituzionalizzare l'uso della coca.
 Chissà che non sia questa la soluzione dei problemi del consiglio, della giunta del municipio in generale.
 Magari se ne potrebbe programmare l'utilizzo anche per tutti i cittadini.
 Da paese della ragione, Racalmuto, potrebbe diventere il paese della coca.
 L'onorevole Cettola La Qualunque (Antonio Albanese) nei suoi esilaranti sketch di satira politica al primo punto del progamma elettorale ha messo "Lu Pilu". ( chiù pilu pi tutti!!!)
 La compagine che governa il nostro paese con in testa il buon Totò, per il rilancio potrebbe mettere la "coca". ( chiù coca pi tutti!!!)
 Il punto riguardante la "Pila", ad oggi è l'unico pienamente conseguito in maniera bi- partisan.
 ( 1.000.000 di € in tre anni come costo della politica )
 Nota bene, quando parliamo di "coca", intendiamo la coca-cola.

Racalmuto estate: L'ordinanza di chiusura al traffico in via Garibaldi non va bene !!!
Ai commercianti del corso Garibaldi di Racalmuto l'ordinanza del sindaco non piace. Il sindaco ha emesso l'ordinanza di chiusara del transito dal 26 giugno 2010 al 30 settembre 2010 dalle 20:00 alle 23:00, istituendo l'isola pedonale in via Garibaldi dall'incrocio con la piazza Umbero I sino all'incrocio con la discesa del cimitero.
 realtà l'ordinanza è stata modificata in itinere poichè ha creato sin da subito dei problemi al traffico veicolare, gli automobilisti costretti a percorrere la nuova piazza Umberto I che è stata sino a qualche giorno fa isola pedonale. In poche parole si apre un isola pedonale per chiuderne un'altra. Una coda di auto che attraversava piazza Castello che ad oggi è priva di segnaletica e senza nessun tracciato di strada, eliminata dall'ultimo intervento di ripristino. Dal primo esperimento non riuscito, la chiusura al traffico si è spostato nell'incrocio all'altezza del negozio di alimentari Giuseppe Brucculeri indirizzando gli automobilisti verso la discesa Collegio.



Per i commercianti del tratto interessato ad isola pedonale quell'ordinanza va corretta poichè dal lunedì al venerdì non c'è l'esigenza perchè il corso è deserto " non ci sono persone e da oggi neanche le macchine" dichiara Giuseppe Brucculeri. I baristi, i rivenditori di tabacchi e i negozianti non condivono l'ordinanza e il metodo. Effettivamente non è possibile prendere delle decisioni senza coinvolgere le parti interessate. "Quell'ordinanza va benissimo il sabato e la domenica o quando ci sono delle manifestazioni - sostiene Peppino Agrò rivenditore di tabacchi - ma dal lunedì al venerdì crea soltando dei disagi agli automobilisti e ai commercianti che chiudendo la strada possono chiudere pure i negozi"

Sergio Scimè
 dipingere ? Il circolo Arci Arcobaleno ti invita a partecipare alla prima estemporanea di pittura domenica 4 luglio 2010 , dalle ore 9 alle ore 18.30.I partecipanti possono iscriversi dal 21 al 25 giugno 2010 presso la sede del circolo arci arcobaleno, sita nella Casa del Popolo ,via Garibaldi n. 90 dalle ore 16 alle ore 19.30.L'esposizione delle opere avvera' alle ore 19.00 in PIazza Umberto I.
 La cerimonia della premiazione si svolgera' alle ore 20.30. Successivamente la collettiva verra' esposta fino al 30-08.2010 nei locali dell'ex Macello Comunale in Piazza Fontana a Racalmuto.



Su facebook l'invito a partecipare all'iniziativa
Link facebook invito estemporanea di pittura Racalmuto



Giusy Rinallo



Racalmuto reagisce: forum acceso su facebook ... Scimè - Petrotto - Alaimo - Mattina



Sergio Scimè



... non è possibile sfiduciare le forze dell'ordine così come fa ogni giorno questa giunta ... il sindaco parla sempre a nome di una maggioranza oggi tutti quelli che sostengono questo andazzo sono corresponsabili ... ma come si fa a nascondere la verità ... tutti abbiamo letto le intercettazioni dell'ing. con il sindaco e con l'avv. si parla apertamente di droga e di crediti di 3000 euro avanzati per il consumo certamente non occasionale di cocaina ... i dieci consiglieri di maggioranza che sostengono questo ci devono dire se sono "pro" o "contro" la cocaina e le droghe in genere ... se a voi questo non fa schifo non vi farà schifo nessun'altra cosa .... i fatti successi in questi tre anni sono di una gravità inaudita ... caro dott. Sardo ritorni a ragionare non pensare sempre a misere logiche di botteghe ma pensa ai nostri ragazzi che stanno ricevendo da tutti voi un brutto esempio ... non sappiamo quali possono essere le ripercussioni le cose che si dicono con disinvoltura in piazza e dentro le famiglie ... vedi da insegnante quando un ragazzo si comporta male va richiamato si chiama la famiglia ... se un ragazzo fuma va fermato perchè gli fa male oltre ad essere vietato dalla legge ... ma se è il primo (?) non possiamo far finta di niente !!! ... la mia coerenza sta proprio in questo ero e sono contro la droga, contro la mafia, contro i privilegi, contro chi fa politica per affari, contro chi è incapace a rappresentare la collettività ... caro dott. Sardo se ancora oggi sei il nostro interlocutore preferito è perchè siamo convinti che sei la persona che ancora può avere un po' di buonsenso per ricominciare a parlare di un futuro diverso per Racalmuto, dove si parli di cultura promozione sociale e di sviluppo ... e dire stop all'attuale malgoverno cittadino !!! ... al Presidente del Consiglio dico che bisogna continuare a lottare per fermare l'illegalità che persevera nel palazzo di città ... al Maresciallo Costa tutta la mia solidarietà per il trattamento modo ignobile che sta subendo in questi giorni dai rappresentanti politici del mio paese: Racalmuto. Giuro che i Racalmutesi hanno rispetto per tutte le forze di polizia che ogni giorno si battono per la legalità e per l'affermazione della giustizia.



Salvatore Petrotto



E' sempre così, dire delle scomode verità provoca queste reazioni più o meno condivisibili.



Io dal mio punto di vista continuerò semplicemente a dire in tutte le sedi ciò che penso ed a dimostrare che le mostruosità contenute in un rapporto, di cui la magistratura non ne ha tenuto minimamente conto, sono semplicemente delle calunnie.



In ogni caso sono a vostra disposizione per chiarire questo ed altro, al di là delle lezioni morali di circostanza.



Sapete benissimo da che parte sta la verità e chi ha provocato non pochi problemi nel nostro paese.



Sarebbe meglio evitare ulteriori ciniche strumentalizzazioni, evitando di continuare a fingere anche con noi stessi!

Cristian Falcondragon Alaimo

Mi piace, semplicemente.

Mi piace specialmente il punto sulle indennità e sulla politica di voti familiari.

C'è un villaggio che...

Carmela Mattina

ha detto bene ...signor sindaco! le scomode verità provocano sempre reazioni più o meno condivisibili!ma sinceramente penso che le scomode verità come lei le chiama... passano idifferenti se è gente comune a dirle!questa è una delle tante vergogne che caratterizzano con mi oimmenso dispiacere e disgusto il nostro paese!





Carmela Mattina
 da semplice cittadina.. ferita profondamente nell'animo... grido a suarciagola...bastaaaaaaaaaaaaa!nessuno fino ad ora è stato in grado di risollevare il paese! si fidi di me...siete troppo immersi in faccende che a noi gente comune poco interessano.. i vostri obbiettivi sono soldi e potere ed il dio denaro vi ha annebbiato la vista.. il paese è ... Mostra tuttoallo sfascio... la droga circola liberamente per le vie del paese, gli ubriachi cosi detti "scanazzati"circolano beatamente facendo testa coda per le strade del paese, ce delinquenza ovunque..in ogni famiglia si piangono figli uccisi dalla droga, dalla mafia, suicidi della disperazione..
 tutto cio non è normale! e voi parlate di cosa??? di un maresciallo che vi riattacca il telefono! ma pubblicate piuttosto le vergogne e le umiliazioni che siamo costretti a subire ogni giorno in qualità di racalmutesi! vergogna! mai mi sarei aspettata tanta superficialità in questi ultimi anni. e si ricordi che essere sindaco è sinonimo di padre che deve tutelare la propria famiglia! e in questi anni ci siamo sentiti abbandonati, derisi e presi in giro. in molti ce rassegnazione...in me ce rabbia perche avete rubato dignità al paese e alla gente che ama il paese della ragione!non è questa una critica rivolta direttamente a lei caro signor sindaco...perche a me di chi amministra il paese ben poco mi importa! quello che conta sono i fatti! che ognuno faccia i conti con la propria coscienza è il mio augurio piu grande!del resto un in bocca al lupo!

lunedì 28 giugno 2010
Giovanni Salvo nelle colonne di Grandangolo scrive: PERCHE’ SCRIVI. MA CHI TE LO FA FARE…

Forse l’aeroporto ad Agrigento si farà, ma qualcuno ci vuole spiegare il significato di quel grande cartellone piazzato nel centro storico della città, a pochi metri dal palazzo sede della Prefettura e della Provincia Regionale di Agrigento?
Se sta li per pubblicità, e se quest’ultima è l’anima del commercio, la politica che ci azzecca?
 Siamo in tanti oggi a chiederci a cosa possa servire quel cartellone impattante e principalmente cosa voglia significare la frase che riporta: “Aeroporto, insieme si vince”.
Sappiamo essere stato lo slogan piantato dal Presidente della Provincia, Eugenio D’Orsi, accanto alla tenda in cui trasferì l’ufficio di presidenza nei giorni della sua strana duplice protesta a favore della costruzione di un aeroporto in provincia di Agrigento e contro qualcuno che non abbiamo mai capito chi fosse.

Una vicenda questa in cui Pirandello e Kafka a braccetto non riuscirebbero da soli a dipanare.





Visti gli sforzi sovrumani della politica di darsi una visibilità, sono numerose le domande che i cittadini si pongono, nella speranza che non valga la teoria kafkiana, ossia che: "Le domande che non si rispondono da sé nel nascere non avranno mai risposta."
La politica di maggioranza che protesta contro se stessa, che richiama in raccolta i cittadini al grido “insieme si vince”, dopo avere ottenuto una ampia e piena fiducia alle urne?
Salvatore Miloto: Lettera aperta al consigliere del PD di Racalmuto

Caro consigliere Sardo, capisco la tua enorme difficoltà a comprendere la posizione di quei consiglieri che, per il bene del paese, vogliono rinunciare al proprio piccolo posto di potere, ridando voce alla città e cercando di chiudere questa deleteria pagina amministrativa. Del resto... non sei mai stato un esempio da imitare in questo!!!
 Ricordo a me stesso una battaglia fatta insieme al PD qualche mese fa,quando chiedevamo scelte trasparenti, collegiali,utili al paese...Tutto a vuoto! E ora che fai? Richiedi le stesse cose! Magari arriviamo a fine legislatura facendo continue richieste, sempre uguali e mai risolte.Mi riferisco al Piano regolatore Generale, al riassetto dell'Ufficio Tecnico e a tanto altro.Nell'attesa assolutamente inutile, continuiamo a portare il paese al collasso! Noi NON CI STIAMO!
 Dubito che tu stesso possa credere a quello che scrivi, dato che non perdi occasione,fuori dalle stanze comunali,per lamentarti dell'Amministrazione e della sua guida. In merito al prossimo giudizio del popolo racalmutese sul nostro operato...tu sicuramente ripartirai da una posizione di vantaggio: riotterrai i voti di famiglia, perchè, sono certo,che chi ha beneficiato delle tue prebende,ti sarà riconoscente!
 In merito alle indennità,conosciamo tutti la tua ottima conoscenza dell'argomento. Ci meravigliamo,però, della tua mancanza di sensibilità in merito,quando da assessore o da vicesindaco avresti potuto rinunciare alla tua indennità e non lo hai fatto!Anzi, su questo argomento, faresti bene a tacere.
 Il disastro amministrativo si tocca con mano tutti i giorni; l'ultimo esempio è la missiva contro il maresciallo dei carabinieri scritta dal sindaco e sicuramente sostenuta da tutta la maggioranza.
 Se questo, assieme ad altri mille risaputi motivi,non ti portano a prendere le distanze da un andazzo


Salvatore Sardo: LA SINDROME DI TAFAZZI (seguono commenti di Mulè e di Cutaia)



LA SINDROME DI TAFAZZI



Parecchi consiglieri comunali, con in testa il presidente del consiglio, sembrano affetti dalla “Sindrome di Tafazzi”. Per chi non conoscesse il personaggio, proviamo ad informarlo subito:


Tafazzi, creato da Aldo, Giovanni e Giacomo ed impersonato da Giacomo, saltella prendendosi energicamente a bottigliate sui genitali, traendo, chiaramente, piacere da tale pratica.
 Mi pare che il masochismo sia lo sport più praticato dai consiglieri dell’opposizione!
 Da più parti si grida alle “DIMISSIONI SUBITO” dando “spago” a quanti, fuori dal consiglio comunale, anelano a quelle tribolate poltrone.
 Ma, santo Iddio, invece di provare ad elaborare uno straccio di programma e a fare delle proposte utili al nostro paese, magari alternative a quelle del sindaco e della sua maggioranza, non si riesce a trovar di meglio che invocare ( a parole) le dimissioni di tutti, certificando la propria inutilità politica e gioendo alla Tafazzi dei colpi inferti ai propri genitali!
 Egregio presidente del consiglio, ti ricordo che la “Lista socialisti – Udeur”, nella quale sei stato eletto, per due anni e mezzo ha amministrato con Petrotto il nostro paese e in atto continui a sedere sullo scranno più alto del consiglio, con relativo appannaggio, grazie al voto di quei consiglieri che giornalmente continui a biasimare.
 Voi, della Lista Socialisti – Udeur, non pensiate di cavarvela, a buon mercato, dalle responsabilità politiche e amministrative se per mera tattica politica siete usciti dalla maggioranza, senza mollare la presidenza; ciò non vi esime dal dover fare l’autocritica e dare le dovute spiegazioni delle scelte fatte nel corso di questi anni.
 La gente di Racalmuto non è così stupida da non capire che non si riacquista la verginità perduta unendosi al coro di quanti, per frustrazione politica, invocano le dimissioni.
 Il fatto, poi, che saremmo agguerriti difensori del sindaco perché ci garantisce posti di potere è solo una favola per i gonzi: ti ricordo che con Petrotto, anche la tua lista ne faceva parte, abbiamo stipulato un’alleanza politico – amministrativa per governare il paese; ma, come tutte le alleanze politiche non sono rose e fiori, anche la nostra non fa eccezioni! I malumori, i disguidi, le controversie, le vedute divergenti ecc.. sono state e sono all’ordine del giorno, l’importante è trovare la sintesi e la composizione delle varie divergenze.
 Mi rendo perfettamente conto che l’attuale situazione politica non è la migliore possibile, tuttavia bisogna considerare il contesto storico-sociale e culturale in cui si opera e adattarsi alla “realtà effettuale della cosa” come ci ha insegnato il nostro Nicolò Machiavelli. Sognare ad ogni aperti e fantasticare è indice di passività e mancanza di carattere. “Occorre invece violentemente attirare l’attenzione nel presente così com’è, se si vuole trasformarlo. Pessimismo dell’intelligenza, ottimismo della volontà” (Antonio Gramsci).
 Trovo naturali le critiche, meno gli insulti, che pervengono da chi sta fuori: Sergio Scimè, per esempio, è nervoso ed ha molta fretta di andare alle urne: avendo perso la partita di andata spera di rifarsi in quella di ritorno; un consiglio che mi sento di dover dargli è quello di non sbagliare, stavolta, capitano.
 Certamente, anche se è molto gettonato, non andremo ad importunarlo per candidarlo nella nostra lista: abbiamo altri cui rivolgerci.
 E per finire un’ultima considerazione sul ragioniere Carmelo Mulè.
 Anche Mulè, intristito per le condizioni in cui versa il paese, sente la necessità, da politico di lungo corso, di darci dei consigli di “buon senso”.
Mulé, dopo avere tacciato il PD, erede del vecchio PCI, di doppiezza togliattiana, non esita anch’egli a darci il consiglio giusto: cari consiglieri del PD è ora di sbaraccare e far posto alla vecchia classe politica, ex democristiana, che certamente saprà come aggiustare le cose.
 Caro ragionier Mulè, ti ringrazio del tuo disinteressato consiglio, ma non vorrei che a sostituirci venissero quelli della stagione di tangentopoli che hanno causato indelebili disastri ambientali come la Ferraro-Castelluccio e la Racalmuto – Milena sono ancora lì a ricordarcelo.
 Grazie lo stesso per il consiglio.
 Carmelo Mulè
 Prego, non c'era bisogno di scomodarsi:
 Angelo Cutaia
 Che il primo lotto della strada intercomunale Racalmuto alla Grotte Milena sia un "indelebile disastro ambientale" è un parere del tutto personale del dott. Sardo. Non mi risulta che qualche cittadino se ne sia mai lamentato. Anzi, per la parte realizzata e collaudata funziona bene. Il vero "indelebile disastro ambientale" lo sta perpetrando questa... Mostra tutto maggioranza consiliare che non si è opposta, anzi di fatto ha favorito, il progetto del parco eolico nelle contrade Curma e Villanova. Inutile ribadire che il nostro paesaggio sarà sconvolto e molti ignari cittadini subiranno danni irreparabili alla vivibilità delle loro campagne. Che si deturpi il Castelluccio sembra non interessare nessuno. Come se non fosse un bene vincolato, per il quale tutte le istituzioni hanno il dovere della salvaguardia, compreso il Comune.
 Per quanto riguarda l'Amministrazione comunale, a questo punto, si può solo parlare di complicità non di sostegno politico.

domenica 27 giugno 2010

Il comitato Fra' Diego La Matina replica al consigliere del PD Carmelo Brucculeri





Caro Carmelo, è vidente a tutti, la questione non verte ne nel ciuco o nel cammello.
 Il vero problema è che siè è smarrita la traccia che delineava la retta via.
 Quella traccia che questa compagine aveva indicato agli elettori.
 Oggi, come abbiamo detto, non c'è più ne la traccia ne la compagine.
 Tutto il ragionamento non può, semplicisticamente, essere ridotto a un " levatici tu ca mi ci mettu iu"....
 Casomai ci verrebbe da dire che il vero problema, per molti, è quello di un attaccamento patologico alla poltrona e alle effimere e spesso immorali comodità che questa consente.
 L'alternanza e il ricambio sono il sale della democrazia.
 Guai a convincersi di essere insostituibili.
 Prima di pensare a qualsiasi ulteriore tentativo di rilancio amministrativo
 (che noi non consideriamo altro che un accanimento terapeutico)
 caro Carmelo c'è un obbligo morale a cui dovete assolvere; ed è quello della chiarezza e della verità da ristabilire.
 Se non avete voi il coraggio di farlo, vuol dire che, ancora una volta, lo farà il Comitato.
 Giuseppe Guagliano
 Comitato Fra' Diego La Matina



Carmelo Brucculeri: "Ritengo che ancora ci siano apprezzabili margini per rilanciare una incisiva azione di governo"



Mai come in questo particolare periodo il Partito Democratico di Racalmuto è stato al centro di tanta attenzione e feroci critiche.



Ciò genera sentimenti contrastanti. Da un lato, preoccupazione perchè probabilmente il partito assume una grande responsabilità e dall'altro un certo orgoglio che nasce dal fatto di essere considerati, sicuramente con delle valutazioni eccessive e sproporzionate, determinanti.



E' difficile andare contro la legge dei numeri. Infatti, non si comprende come il gruppo consiliare del PD (costituito da soli 2 consiglieri) possa incidere in maniera determinante sulle decisione dell'intero consiglio comunale formato, come è noto, da 20 consiglieri.
 In ogni caso, per quanto mi riguarda, il vero cruccio è soltanto uno: evitare lo stesso percorso di Poirot.
 Infatti, in questo periodo, sempre più spesso mi viene in mente la scena di un famoso film che ha come protagonista Hercule Poirot, personaggio nato dalla magica penna di Agata Christie.
 Poirot, in Egitto per svelare un intricato mistero, decise di attraversare il deserto e visitare le Piramidi utilizzando un cammello dal trotto ondulante (e per questo alquanto faticoso).
 Ad un tratto il nostro personaggio preferì terminare il viaggio su un ciuco ben più modesto e tranquillo (e per questo più riposante).
 Quindi, preferirei riflettere e aspettare ancora un po' prima di adottare decisione che potrebbero rivelarsi inutili per il bene del paese.
 Ritengo che ancora ci siano apprezzabili margini per rilanciare una incisiva azione di governo.
 A questo punto, non nascondo un altro mio cruccio.
 Lungo il tortuoso cammino ci si imbatte facilmente in moralisti, perbenisti, gente di buon senso e vergini riluttanti.
 Per carità, tutta gente animata da buoni propositi ma preferirei che, nel concretizzare, nella vita di tutti i giorni, quei valori che anche io condivido, questa stessa gente possa ammantare di continuità le proprie azioni a prescindere dalle contingenze e dal periodo storico in cui opera.
 La coerenza farà sicuramente bene alla collettività, che ci giudica, e al paese.
 Carmelo Brucculeri
 Consigliere Comunale
 del Partito Democratico.





Pareri favorevoli sulla proposta di azzeramento delle indennità agli amministratori di Racalmuto



Nino Vassallo
 Lodevole iniziativa! Peccato che giusto giusto manchi la firma di un altro consigliere per potere passare in consiglio. Speriamo che si trovi!
 Sergio Scimè
 ... peccato che non avete pensato di abolire anche altro !!! ... speriamo che questa volta sia vero e non demagogia !!! ... sarebbe bello, a prescindere dalle votazioni collegiali, che i dieci rinuncino comunque ci vuole un pizzico di buona volontà ... riguardo alla valutazione complessiva è opinione pubblica che in tre anni si è fatto niente e quel niente è stato fatto male ... caro dottore Sardo questa maggioranza ha fallito: mi dispiace.
 Angelo Cutaia
 approvo, condivido, apprezzo. Finalmente un atto di buona volontà amministrativa e di disinteresse per le indennità.
 Giovanni Salvo
 Sarebbe meglio l'abolizione dell'intero consiglio comunale dove siedono giovani che di politico hanno poco e niente.
 Incapaci di argomentare e di indignarsi su argomenti preoccupanti ....che riguardano l'ordine pubblico



sabato 26 giugno 2010



Sergio Scimè: Chi si andrà a candidare nelle liste del Partito Democratico?





... Caro Carmelo dici benissimo " non ci sono più" la gente non si riconosce negli attuali amministratori, "non si fida più". E' chiara la sconfitta di questa esperienza amministrativa.



Chi si andrà a candidare nelle liste del Partito Democratico? ... dopo le tante BUGIE e DEMAGOGIE !!!________________ PD già perdente perchè assente dai bisogni dei cittadini che non affronta con trasparenza le tante problematiche sociali del paese di fronte al palese degrado ambientale e sociale... discute di fondi ANAS di Milioni di Euro, di spartizioni, di incarichi, di posti di potere, di raccomandati, di posticini ... in un comune dove ancora per 100 euro non si riesce a sistema un'altalena per i bambini nel corso principale del paese: viale Hamilton ... nessuno parla degli anziani malati che non riescono a coprire con la pensione tutte le spese di un mese ... nel prossimo bilancio comunale, se c'è spazio per la gente comune, mettere delle risorse per l'aiuto degli anziani e dei cittcdini con malattie di una certa gravità dando loro un contributo economico, senza il bisogno di raccomandarsi da questo o da quel politico, per questo chiedo a Salvatore Milioto di farsi portavoce in sede di approvazione di bilancio in consiglio comunale di questa esigenza (mettendo dei soldini nel capitolo) ... con gratitudine !!! ( seguite sempre il blog Regalpetra Libera Racalmuto mi raccomando http://regalpetraliberaracalmuto.blogspot.com/





Sergio Scimè a Marsiglia
Su facebook tutte le foto di Marsiglia



Salvatore Milioto: i fondi ANAS potrete GESTIRLI e DISTRIBUIRLI ai PARENTI di turno





Il buonsenso oggi suggerirebbe soltanto una cosa: DIMISSIONI! Aldilà di questa mancanza,già grave di per sè,quello che lascia perplessi,attoniti,stupiti,è che il PD sia diventato il difensore più agguerrito di una causa già persa da tempo! Amano dire peste e corna di chi,tra mille difetti,ha l'unico pregio di tenergli in vita posti di potere e qualche misero,piccolo,squallido,interesse di bottega ( o di famiglia!!!)... Se pensano che domani,come al solito,diventeranno i primi oppositori del loro attuale condottiero,si sbagliano di grosso:oramai sono un'unica cosa!!! Chiudo tranquillizzando il già vicesindaco,assessore, capogruppo...state sereni...i fondi ANAS potrete GESTIRLI e DISTRIBUIRLI ai PARENTI di turno,senza inntromissione alcuna!



Salvatore Milioto



Angelo Cutaia: avendo terrore del giudizio popolare tirino a campare lucrando i residui privilegi





I tempi sono cambiati e la classe politica essendo la stessa non sa stare al passo con i tempi. Ci vogliono uomini nuovi, nuove idee, nuovi comportamenti. Voglio credere che il paese abbia queste energie che emergeranno prima o poi. Mi pare che certi politici di maggioranza ( e forse di opposizione), avendo terrore del giudizio popolare tirino a campare lucrando i residui privilegi. Non credo che questa classe politica, inefficiente e dedita all'interesse personale, possa redimersi strada facendo. Possiamo solo sperare che siano spazzati via dai cittadini alla prima occasione.



Angelo Cutaia



venerdì 25 giugno 2010



Agrigento notizie - Arrestato il super latitante Giuseppe Falsone Capo Mafia di Agrigento ... Grazie alle forze di polizia per il grande risultato





Cronache - Sicilia
 Arrestato boss Falsone, capo della mafia di Agrigento

 AGRIGENTO. Giuseppe Falsone, mafioso di Campobello di Licata (Ag), è considerato il capomafia di Agrigento, molto vicino a Bernardo Provenzano.
 Appena tre mesi fa, nell'ambito dell'operazione antimafia 'Apocalisse', i carabinieri di Agrigento e di Palermo hanno sequestrato beni e società riconducibili al boss Falsone per circa 30 milioni di euro. Il padre del boss, Vincenzo
 Falsone, è stato il reggente di Cosa nostra ad Agrigento per molti anni e fu ucciso durante la guerra di mafia con gli 'Stiddari' agrigentini il 24 giugno del '91 assieme al figlio Angelo, fratello maggiore di Giuseppe.
 Secondo alcune inchieste sulla mafia agrigentina, Giuseppe Falsone avrebbe gestito dalla latitanza grossi interessi in diversi settori. Il pentito Giuseppe Sardino, lo scorso ottobre al processo Hiram celebrato nel carcere di Rebibbia, ha riferito in aula che Falsone voleva stabilire rapporti con la massoneria siciliana e romana, ritenendoli utili per Cosa nostra.
 Falsone soprannominato il ''ragioniere", "gira rigorosamente armato, non si separa mai da palmare e pc portatile. E nella ventiquattrore porta la bibbia e testi di filosofia", ha anche raccontato Sardino che era stato braccio destro e vivandiere di Falsone.
 Il boss Bernardo Provenzano aveva indicato nei pizzini Falsone col numero 28. (giornale di sicilia - gds.it)



Carmelo Mulè: "C'è una parola che si chiama BUONSENSO"





Invece di commentare la nota dei consiglieri del PD, Dott. Sardo ed Avv. Brucculeri, che riesce pure difficile tanta è la voglia di replica accesa e non volendo aggiungere confusione alla confusione, mi permetto di fare alcune considerazioni.
 In quest'ultimo ventennio il partito del PD, che poi altro non è che il comunista di un tempo, cioè quello che faceva opposizione a tutto ed a tutti e che poi andava ad accordarsi in separata sede con le maggioranze di turno in campo locale, provinciale, regionale e nazionale; prendendo, di fatto, parte al governo del Paese solo nella buona sorte perchè nella cattiva, restava opposizione " partito dei lavoratori" che per i lavoratori e per il popolo faceva spreco della sua energia. Poi si imboscava nei sindacati, nelle strutture di partito e in quantaltro era ed è in uso, atto a produrre guadagno con minimo sforzo. In sede locale, cioè in quello che dovrebbe essere il nostro paese, da anni ormai, a mio avviso, cammina con la testa nel sacco e non prova a tirarla fuori per la semplice paura di potersi accorgere di ciò che c'è fuori dal sacco. Io me li ricordo i comizi infuocati dell'Onorevole Martorana e gli interventi nei consigli comunali; interminabili ore di disquisizione puntuale sugli argomenti trattati all'ordine del giorno; mi ricordo le infiammate filippiche contro le candidature sospette dei partiti avversari, mentre non si preoccupava di guardare quelle del suo partito, le furiose arringhe contro l'esecutivo in carica, il quale non poneva i giusti freni al nuovo fenomeno che andava emergendo e che si chiamava "DROGA"; le giuste chiamate alle forze dell'ordine per un controllo più serrato affinchè si scongiurasse che detto fenomeno prendesse piede, nel paese di Sciascia; in quel paese che pretendeva di volare alto e rischiava di essere sprofondato in basso da una strada perversa che si stagliava all'orizzonte. E potrei continuare facendo un lungo elenco di argomenti e di fatti che hanno attraversato tutti gli anni ottanta e novanta, anni in cui sono stato attivamente presente in quasi tutte le maggioranze, con documenti, comportamenti, scelte politiche discutibili, candidature ecc. ma mi persuado che sarebbe dispersivo e forse persino noioso anche se servirebbe a fare un pò di chiarezza. Oggi è il caso di dire e ribadire che il fallimento dell'intera classe politica che governa il paese non può non essere registrato e messo agli atti. Caro Dott. Sardo e Caro Avv. Brucculeri, c'è una parola magica che si chiama buonsenso, senza la quale non si va da nessuna parte, anzi solamente verso la parte sbagliata. Ci vuole buon senso e la capacità intellettuale di saper capire quando è il momento di battere in ritirata cercando di mantenere solo l'onore delle armi: A me pare che non siete in queste condizioni anzi, cercate giustificazioni. Mi capita di parlare con la gente comune come me; vi assicuro che non ci siete più, come non ci sono io, come non ci sono gli altri: non c'è più niente e nessuno, in sintesi questo paese non ha più un'anima; è vuoto e la vostra cecità e sordità lo sta condannando all'inedia. Non c'è il sindaco, con le sue arringhe, non c'è la giunta, non c'è il consiglio comunale e tutti vi considerate ostaggi della burocrazia, cercando, talvolta, di scaricare responsabilità che sono eslcusive della politica, del corpo elettivo insomma, una burocrazia che non ha le qualità per dare scacco alla politica,ma semplicemente asservita e prona che spesso nemmeno si persuade di essere oggetto e non soggetto. Buonsenso dunque e se ci riusciamo, a noi più anziani spetta il compito di indicare alcune soluzioni affinchè si possa generare una nuova classe dirigente consona alle aspettatvive di questa terra.



Carmelo Mulè

giovedì 24 giugno 2010



"A casa pure SErgio Scimè" video youtube - Frasi celebri del consigliere comunale di Racalmuto Eduardo Spalanca





Stralcio del Consiglio Comunale di Racalmuto



con alcune frasi celebri del consigliere comunale Eduardo Spalanca.



"meglio tardi che mai"



"ne ho sentite di cotte e di crude"



"giochi di potere o giochi di prestigio, come li vogliamo chiamare"



"l'amore per il paese non l'abbiamo visto da nessuno, mi ci metto pure io"



"io inviterei di andarci tutti a casa ... adagio ... adagio chi ha parlato Sergio Scimè ...
 io dico che anche Sergio Scimè che scrive sul blo a casa pure...tutti a casa"



"il gioco della sedia: c'è un asedia libera e tutti seduti... vediamo chi si siede"



"non ci dobbiamo nascondere dietro un dito"



" levatici tu ca m'assiettu iu"







Regalpetra Libera il Blog di Racalmuto



Più di 7000 visitatori in un mese





Giovanni Salvo: "a dieci consiglieri comunali la droga non fa nessun effetto"





Mi sarei aspettato al primo punto tra quelli elencati dal Dott. Sardo, nonchè mio cugino, LA QUESTIONE MORALE.
 Siamo chiari a noi cittadini poco importano le vicende giudiziarie, che spettano ai Carabinieri e alla Magistratura.
 La verità che in questo paese si sono creati due fronti nettamente contrapposti: uno contro l'uso "urbi et orbi" di sostanze proibite e l'altro "antiproibizionista".
 Tra i sostenitori del NO, ossia dei favorevoli alla droga, almeno dieci consiglieri comunali con in testa gli uomini del PD, ai quali non fa nessun effetto che chi dovrebbe tutelare l'ordine pubblico possa aver fatto anche per una sola volta, per sua stessa ammisione, uso di "sostanze illegali".
 Personalmente io posso fare a meno di tutte quelle opere elencate dal consigliere Sardo purchè senta questo paese più sicuro , avendo una figlia che frequenta la scuola a Racalmuto e passeggia a Racalmuto.
 Una cosa è certa,Dio non voglia, noi genitori CONTRO sapremo eventualmente con chi fare i conti.



(Giovanni Salvo)



Giuseppe Bongiorno: BASTA CON IL FALSO MORALISMO DEL PARTITO DEMOCRATICO



Nel corso di questa consiliature mi sembra che questa sia la terza forte presa di posizione del PD. Ancora una volta si chiede di dare una sterzata alla gestione politico- ammnistrativa del paese, ma al contempo non si molla la poltrona.



BASTA CON IL FALSO MORALISMO ....................... SIAMO STANCHI DELLA VS PRESA IN GIRO................. NON ... Mostra tuttoSI PUO' CHIEDERE CONTINUAMENTE UN CAMBIAMENTO CHE NON ARRIVA MAI ED RIMANERE INVISCHIATI NELLA MAGGIORANZA................... ALMENO ABBIATE LA DECENZA ED IL BUON SENSO DI RESTARE ATTACATI ALLE VS. POLTRONE IN SILENZIOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!



(Giuseppe Bongiorno)



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Luigi Scimè: "Di quello che dovevate fare e promettete di fare, caro PD, non ce ne importa nulla!!! "



Non credo ci siano Comuni amministrati da minorenni. L'unica differenza è che altrove,qualche volta, governanti consapevoli di amministrare un popolo non imbecille, di fronte a precise responsabilità politiche e morali, invece di nascondersi dietro la solita tiritera dell'impegno a fare cose inportanti, oramai buona per Zelig, da uomini adulti e responsabili, lasciano i posti che non meritano e se ne vanno a casa. Le scuse seguite dal nulla e i bei programmi proposti dopo tre anni di barbarie e di cecchini appostati dietro le finestre del comune, oltrechè grottesche e provocatorie, credo diano soltanto sfogo al disprezzo per il nostro paese che alcuni uomini politici incarnano, all'inettitudine politica del partito democratico che deve stare lì ad ogni costo.Noi abbiamo il dovere, dovendo stare dalla parte dei nostri giovani, dei nostri bambini e delle famiglie di Racalmuto, di invitare tutti insieme, quotidianamente, quanti ci amministrano di lasciare i posti, che ripeto non meritano, e di andarsene a casa!!! Di quello che dovevate fare e promettete di fare, caro PD, non ce ne importa nulla!!!



(Luigi Scimè)



mercoledì 23 giugno 2010



Su facebook uno stralcio del rapporto conclusivo delle indagini "Giochi di potere"





Le conclusioni a cui perviene il Comando Stazione dei Carabinieri di Racalmuto, a proposito delle indagini "Giochi di Potere"
 Pubblicate nella bacheca facebook del Sindaco di Racalmuto. Su facebook le conclusioni delle indagini "Giochi di potere".
 ________________________________________
 "Ritornando sugli argomenti principali di questa indagine, ossia le strutture alberghiere AMBRA, MEZZALUNA e REGALPETRA, si è ormai convinti che il finanziamento dei fondi pubblici per la ristrutturazione di strutture alberghiere già esistenti (che a Racalmuto non esistevano), pari al 30% dei finanziamenti erogati ambito regionale, non sia una coincidenza ma scaturito da segnalazioni e consigli di natura politica. Infatti ciò che accomuna sicuramente vari soggetti è la corrente poltica di appartenenza: CHIARELLI ha sostenuto la candidatura di PETROTTO; PETROTTO è sostenuto dal cugino MATTINA; LAURICELLA viene nominato Assessore all’Urbanistica ecc… dal Sindaco; CACCIATO ha sostenuto la candidatura di PETROTTO essendo di sinistra; CARLINO e MARTORELLI “ pur bastonati” con il sequestro dell’immobile AMBRA, fanno la mangiata insieme a PETROTTO, candidato alle Regionali, durante le elezioni Regionali e Nazionali ultime passate;







I dieci consiglieri di maggioranza propongono l'ABOLIZIONE GETTONI DI PRESENZA DEI CONSIGLIERI COMUNALI E DELLA INDENNITA' DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO





PROPOSTA DI DELIBERAZIONE REDATTA AI SENSI DELL’ART. 53 DELLA L. 142/90 COME RECEPITA DALLA R.S. CON L.R. 48/91.



PROPONENTI: Sardo, Brucculeri, Mattina, Picone, Falco, Barravecchia, Morgante, Spalanca, Guagliano, Campanella.
 Oggetto: Abolizione gettoni di presenza dei consiglieri comunali e indennità di funzione del presidente del consiglio.
 PREMESSO



CONTINUA lettura del post >> >>





I consiglieri Sardo e Brucculeri del PD dicono : "NO, allo scioglimento del consiglio comunale"





La bufera giudiziaria che si è abbattuta sul nostro comune nonché l’ammissione pubblica da parte del sindaco di avere fatto uso di cocaina hanno inevitabilmente innescato una serie di polemiche sfociate nella richiesta, da parte delle opposizioni politiche, di dimissioni del sindaco e del consiglio comunale.
 Ora, passata l’eccitazione del momento, è necessario soffermarsi un attimo per analizzare freddamente la situazione.
 Che cosa è successo?
 Innanzitutto dobbiamo dire che l’inchiesta giudiziaria denominata “Giochi di Potere” riguarda tre fattispecie diverse :
 Ipotesi di truffa all’Unione Europea
 1. Ipotesi di violazione di norme urbanistiche
 2. Ipotesi di Abuso d’Ufficio
 Inoltre questa inchiesta, condotta dalla locale caserma dei carabinieri su delega della Procura della Repubblica di Agrigento, coinvolge una platea eterogenea di soggetti: privati cittadini titolari di autorizzazioni edilizie, tecnici liberi professionisti, tecnici funzionari comunali, il sindaco, ex assessori comunali e perfino un legale molto vicino al sindaco , presidente del “Tre Sorgenti”, che non ha nessun incarico comunale.
 Vedremo se da semplici “indagati” diventeranno “imputati” e se l’eventuale processo riuscirà a dimostrare le ipotesi della pubblica accusa.





martedì 22 giugno 2010



A proposito di "Altalena Piangente" - forum facebook (Racalmuto notizie)









Primo Post "Altalena Piangente" del 19 giugno 2010





Ivana



gli uffici del comune di racalmuto devono sistemare l'altalena in viale Hamilton e anche volendo il parchetto alla stazione ma voglio invitare i miei concittadini a rispettare la " RES PUBBLICA" sono anni che le altalene vengono cambiate e anni che 4 balordi nn rispettosi degli spazi comuni le distruggono.... occore soprattutto rispetto per se, per gli altri e per l'intera cittadinanza altrimenti non si cresce ma si va incontro alla regressione!



Sergio
 ... condivido ogni tua parola ... si va incontro alla REGRESSIONE !!! ... chi amministra deve essere da MONELLO scusa da MODELLO per la cittadinanza ... certamente ci vuole più senso civico da parte di tutti
 Luigi
 paese schifoso in tutti i sensi........
 Giovanni
 sergio ti informo che anche il parco giochi in via g. pedalino e ridotto male, pieno di erbacce e cestini svuotati l'ultima volta l' anno scorso nel giorno della venuta del presidente dello stato piu volte sollecitato per riprstinarlo pensaci tu fai una richiesta nel blog , puo darsi che qualcuno lo legga
 Sergio
 ... il blog è dei Racalmutesi e non ed è sempre pronto a pubblicare qualsiasi segnalazione !!! ... il nostro è un impegno civico gratuito nessun costo per il bilancio comunale ... a differenza dei 20 + 7 che aspettano "lu vintisette pi la misata" ...
 Eduardo
 alla villa comunale la piscina mai funzionante!!!
 ....le pankine inesistenti!!!una VERGOGNA!!!!



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Nessuno ha niente da dire? ... Chi ci lavora nel progetto ACUARINTO ?



Nessuno ha niente da dire?



Consiglieri comunali che non dicono e non fanno nulla.



Racalmuto è un paese che ha tanto bisogno ma assistiamo ad una classe politica incapace.



Ma chi sono questi politici? Chi li conosce?



Quante promesse in campagna elettorale !!!



Da tre anni si fanno i soli fatti personali e familiari.



Ricordate tutto il discorso sul progetto Acuarinto, progetto cofinanziato dal comune per 55 mila euro (più altre risorse) e la rimanente pare dal Ministero dell’Interno. Quel progetto è partito nei locali del Carmelo (ex ospedale), ci lavorano, si dice, (in attesa di smentita con i nomi degli operatori) parenti e amici di consiglieri comunali. Questo fanno, prendono i soldi dal comune per soddisfare i loro interessi e le loro clientele.



Ma dove è andato a finire il dott. Salvatore Sardo del PD quando anche lui parlava di selezione pubblica. Ha dimenticato la questione? Può dire almeno agli elettori del suo partito, il partito democratico, che scrivono su face book come sono stati scelti gli operatori del progetto? Chi sono gli operatori? Cosa fa il consigliere Salvatore Sardo per il rispetto della legalità e per la moralità politica a Racalmuto? La sua maggioranza i suoi assessori cosa stanno facendo per il paese oltre a tagliare gli alberi ? Lui che demagogicamente parla di togliere le indennità.



Cosa fa il comune oltre ad autorizzare la chiusura di strade prima ad uso pubblico?



Il consigliere comunale dott. Salvatore Sardo come mai non promuove un’iniziativa contro l’uso di stupefacenti fenomeno molto diffuso nel nostro paese, iniziativa non difficile per lui visto e considerato che l’assessore ai servizi sociali è espressione del suo partito.
 Ma nessuno dice nulla. Tanti giovani sono alla ricerca di un lavoro. Tutte le società private e non fanno le selezioni pubbliche prima di assumere, ma in questo progetto si lavora per ...
 E’ gravissimo. Contro legge.
 Come si può essere disoccupati e sopportare queste ingiustizie.
 Farsi prendere in giro da politici che sconoscono dove abita di casa la legalità e la moralità.
 Questo paese va sempre più giù, non possiamo rassegnarci bisogna reagire.
 Chi amministra il paese non è degno di rappresentare il paese.
 Poi fate come volete.



sergio scimè http://sergioscime.blogspot.com/



lunedì 21 giugno 2010



Sabato 26 alle ore 18.00 presentazione del libro di Piero Carbone ad Agrigento







I primi tre consigli per i maturandi - Domani prima prova di Italiano - " In bocca al lupo ragazzi"







1



Non esauritevi a causa dello studio. So che sembra paradossale iniziare con questo consiglio, ma vi assicuro che non serve. Ho visto tanta gente, che solitamente andava molto bene, riuscire discretamente (o male) all’esame perchè si era esaurita sui libri. Tenete sempre a mente che è impossibile sapere tutto il programma alla perfezione. Studiate bene gli aspetti generali di ogni argomento e per il resto esercitatevi a parlare e a fare collegamenti intelligenti. Vi assicuro che qualunque professore con un minimo di testa apprezzerà di più una persona che dimostra dinamicità ed elasticità mentale piuttosto che un freddo dispensatore di nozioni.



2



Non preoccupatevi troppo dei commissari esterni: ottenete su di loro solo le informazioni veramente importanti (argomenti su cui si impuntano, modalità d’interrogazione, abilitazioni e preferenze varie) e non badate alle chiacchiere sul fatto che uno sia più o meno stronzo. Ricordatevi che spesso girano tanti ritratti di un professore quanti sono i suoi studenti.



3



LA PRIMA PROVA
 Se avete un commissario esterno di italiano, informatevi bene su quale tipologia di prima prova prediligesse con i suoi alunni e, eventualmente, se ha qualche particolare avversione per un’altra. Ricordatevi inoltre che molti professori (spesso senza motivi fondati, ma purtroppo è così) vedono di cattivo occhio la tipologia D, ossia il tema di ordine generale, poichè lo ritengono l’ultima spiaggia per chi non ha proprio idea di cosa scrivere. Se potete, per quanto allettante possa essere il titolo, evitatelo. Consultate spesso il dizionario, rileggete più volte e prendetevi tutto il tempo che volete: vi assicuro che 6 ore bastano ed avanzano. Evitate di consegnare alle 10 un compito di 4 colonne striminzite: anche se aveste scritto pagine pregne di significato, sareste comunque visti con sospetto. E, cosa che vale per tutte le prove scritte, anche se fa un caldo da morire, non bevete come dei dannati! Potrete andare in bagno appena dopo 2 ore e vi assicuro che capita spesso di assistere a scene a dir poco esilaranti.
 Nicolò Zarotti
http://nicolozarotti.com/10-consigli-ai-maturandi/



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Tagli al CDA del "Tre sorgenti" - (fonte TRS 98)





Ridotta l’indennita’ di carica del consiglio di amministrazione dell’acquedotto consorziale promiscuo delle “Tre Sorgenti” di cui è Presidente l’avvocato Calogero Mattina. Lo ha deliberato la maggioranza dei sindaci consorziati, per l’occasione erano presenti Vincenzo Corbo, Angelo Graci, Rosario Bonfanti rispettivamente per i comuni di Canicatti’, Licata e Palma di Montechiaro e l’assessore Criminisi delegato dal primo cittadino di Grotte, nel corso dell’ultima assemblea di consiglio e direttivo che si è tenuta l’altero giorno nella sede dell’ente. I nuovi compensi, cosi come per altro prevede una normativa vigente, sono pari al 20% della popolazione complessiva dei comuni consorziati inserita in una fascia compresa tra 100 e 250 mila abitanti. D’ora in avanti quindi, il Pesidente Calogero Mattina percepira’ uno stipendio mensile lordo pari a 1000 euro contro i 2700/3000 che percepiva prima che gli venisse ridotta l’indennita’ mentre ai membri del consiglio di amministrazione, compreso il vicepresidente, una somma pari a 450 euro lordi. Conclusa questa prima fase, adesso si passera’ a quella successiva che prevede il tentativo di rilanciare il consorzio per evitare che lo stesso possa essere sciolto dal Presidente della Regione nonostante l’assemblea dei soci, oltre ad essere sovrana, puo’ contare sul 75 % dei consensi.



(fonte TRS 98)



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domenica 20 giugno 2010



Rassegna d'Arte "Castello Chiaramontano" a Racalmuto








 Si inaugura domenica sera 20 giugno a Racalmuto, la rassegna d’arte “Castello Chiaramontano” con la partecipazione di 45 artisti con oltre 90 opere in esposizione tra pittura, scultura e fotografia





sabato 19 giugno 2010



L'altalena piangente di viale Hamilton a Racalmuto



Una volta c'era un piccolo parco giochi per bambini nel viale Hamilton di Racalmuto. Ricordo che era molto frequentato dai bambini. Portavo spesso le mie bimbe in quel parco. Molto comodo perchè sicuro e si trovava in un posto di passeggio. Oggi di quel piccolo parco è rimasta



un'altalena piangente.



Mi spiego meglio c'è la struttura ma mancano da quasi un anno le catene e le sedioline per dondolarsi.



Invito gli uffici del Comune di Racalmuto preposti alla manutenzione dei parchi giochi di sistemare per il periodo estivo l'altalena di viale Hamilton e mettere qualche giochino in più.





Grazie anticipatamente dai bambini e dai genitori.



(((((((sergio scimè)))))))







Il gioco è l'aspetto dominante della vita del bambino.



A noi il compito di tutelare i diritti dei bambini.





Regalpetra Libera in difesa dei bambini

venerdì 18 giugno 2010



Cordoglio alla famiglia Petrotto - Savatteri



All’alba di oggi è morta la Prof.ssa Giuseppina Petrotto Savatteri, nata nel 1937. Insegnante di lettere in pensione che ha operato alla scuola media “Pietro D’Asaro” di Racalmuto. Sposata con l’Ins. Calogero Savatteri, ex assessore del Comune di Racalmuto e mamma di Gaetano e Cristina Savatteri.



Il direttore, la redazione e gli amici del giornale “Malgrado tutto” di Racalmuto è vicina alla famiglia Petrotto-Savatteri, all’amico Gaetano, per la perdita della mamma, genitore esemplare e docente che ha lasciato un buon ricordo di sé ai numerosi alunni della scuola.
 Esprimono condoglianze Egidio Terrana, Giancarlo Macaluso, Salvatore Picone, Gigi e Gaetano Restivo, Felice Cavallaro e Lillo Vitello.
 Il Blog Regalpetra Libera si associa nell'esprime le proprie condoglianze alla famiglia Savatterti - Petrotto.
 Racalmuto, 18.06.2010



INVITO SPECIALE - Oggi Azione Cattolica Racalmuto





Carissimi,



...Ricordare il passato è sempre bello,



Proiettarsi nel futuro è ancora meglio.



Ho il piacere di incontrarti assieme alla tua famiglia



Venerdì 18 Giugno, alle ore 19, presso la Chiesa Madre



per un momento di preghiera e successivamente presso il Salone Don Bosco,
 per una riflessione proposta da Massimo Muratore, responsabile diocesano , sul tema:
 "Azione Cattolica, associazione di laici al servizio della chiesa e del territorio"
 Sicuro della tua presenza ti Benedico di cuore. Arc. Diego Martorana.
 Questo è l'invito che l'Arc. Diego ci fa pervenire per questo incontro di Venerdì alle ore 19 che mi permetto di passare a voi tutti. ci rivedremo ancora una volta per scambiare
 un abbraccio e l'affetto.... Carmelo Rizzo (nella foto)



Commenti al post: Quando c'è silenzio o silavora o si mangia o si dorme o ... POLITICA SE SI VUOLE



COMMENTI FACEBOOK





"Quando c'è silenzio o si lavora o si mangia o si dorme o ..." (POLITICA SE SI VUOLE)

 SILENZIO SI DORME







Luigi Iannello



ma con tutte ste correnti, può essere che si sono raffreddati.





Cristian Falcondragon Alaimo



ribadisco che ci sono anche altre strade percorribili, purtroppo le altre strade non sono fattibili ne per mancanza di 3 ne per altri fattori..l'unica cosa che manca è la coerenza e quelle cose chiamate....sfere



Maria Stella
 Non capisco qual è il tuo scopo ! mi auguro che non sia : levati tu ca ma siettu iu .
 Giovanni Salvo
 In realtà i partiti oggi sono dei movimenti. Non hanno un esecutivo a cui rispondono. Se vogliamo prenderci in giro diciamo che esistono.
 Cristian Falcondragon Alaimo
 Partiti ma non arrivati
 Ignazio Enrico Marchese
 Se si vuole......si lavora ad un'alternativa
 se si vuole......si parla dei problemi della gente e si sta in mezzo alla gente (tutta, non i soliti politichesi e satelliti)
 se si vuole......non si parla esclusivamente di poltrone (poltrone da togliere, da ridurre, da dare in cambio, ecc)
 se si vuole......si cerca di unire e non ci si preoccupa del ...
 dividere (anche scordando volontariamente dei consiglieri col chiaro intento di offenderli ignorandoli)
 SE SI VUOLE BISOGNA CAMBIARE IL MODO DI FARE POLITICA A LIVELLO LOCALE PRIMA DI PENSARE DI DELEGARE I REFERENTI REGIONALI E/O NAZIONALI AL FINE DI CALARE LE DECISIONI DALL'ALTO. Una comunità che non sà decidere da sola è una comunità destinata a morire.
 Se si vuole, caro Sergio, si pensa al futuro, facendo anche tesoro degli errori commessi nel passato, se si vuole.
 Cristian Falcondragon Alaimo
 Bravissimo ignazio, purtroppo c'è che senza un'intervento abbiamo visto tanti partiti trasformati in liste civiche con nomi blasonati (pdl, pd etc etc).
 Volere è potere, è quello il problema.



giovedì 17 giugno 2010



Tu giovane o adulto racalmutese cosa pensi quando leggi nel muro dell'ACLI "Mi faccio le kanne ma non sono un drogato?"





I cittadini di Racalmuto, oggi, hanno letto nel muro dell'ACLI in via Garibaldi, nel centro del paese, la frase
 "Mi faccio le Kanne ma non son un drogato".



Per noi di Regalpetra Libera gli stupefacenti tutti fanno male sempre e a qualunque età. Non bisogna usarli. Dobbiamo noi tutti scoraggiare chi ne fa uso. Nella rete di internet abbiamo trovato questo forum molto interessante che vi proponiamo integralmente. A voi le conclusioni.





Secondo voi chi si fa le canne è da considerarsi un drograto?





Domanda risolta



Secondo voi chi si fa le canne è da considerarsi un drogato.Non credete che l'alcool legale sia peggio?



Credo che aver messo al bando un semplice spinello sia veramente esagerato.Oltre tutto abbiamo legalizzato l'-alcool che provoca dei danni enormi.Cosa ne pensate





Miglior risposta



Assolutamente no. L'alcool non è peggiore della marijuana.



Innanzi tutto vorrei fare una correzione a quel che hai detto. Il singolo spinello non è messo al bando secondo la legge. Infatti possedere una quantità di marijuana pari ad una dose è permesso dalla legge.



Se proprio pensi che l'alcool sia peggio allora in tal caso non bisognerebbe legalizzare la maria, bensì far diventare illegale anche l'alcool.



L'alcool è legale per 3 motivi principalmente:



- se preso in basse quantità non crea danni





- se preso in basse quantità non rende "inabile" chi lo utilizza



- i danni che provoca sono meno gravi e sono riparabili.





Innanzi tutto tra una canna e un drink (per non dire birra o vino che sono a contenuto di alcool rispetto agli alcolici in generale), gli effetti sono molto diversi. Infatti una canna ti rende "inabile" non nel senso che ti stende, ma nel senso che fa venire meno i tuoi riflessi e la tua capacità di pensare razionalmente, mentre un solo bicchiede di un alcoolico non fa quest'effetto.





Per quanto riguarda i danni sono molto differenti le due cose.



La marijuana provoca danni (come dimostrato) al cervello e al sistema nervoso. L'alcool provoca danni al fegato.



Come spero tu sappia, il fegato è una parte trapiantabile, mentre il cervello no. Infatti molti alcolizzati hanno bisogno di trapianti di fegato (ovvero gli viene donata una parte di fegato data la sua capacità di rigenerarsi). In secondo luogo i danni provocati sono differenti non solo per la zona colpita. Infatti i danni provocati dalle droghe in generale, marijuana compresa (anche se in dose più bassa rispetto a molte altre droghe) al cervello non sono reversibili (ovvero non si "riparano").



I danni al fegato causati dall'alcool (finche non sono così gravi da necessitare un trapianto) sono reversibili con il tempo.





Ti sarà parso che io stia difendendo l'alcool e non le droge. Bhe non è mia intenzione. Io generalmente non sono una persona che beve alcolici solitamente, e non uso alcun tipo di droga.





Purtroppo molte persone, soprattutto giovani, non sanno divertirsi se non superano i limiti, ovvero se non usano droghe o non si ubriacano.





Cmq a parte le mio opinioni su come andrebbero trattate queste persone e cosa bisognerebbe fare per ovviare il problema, resta il fatto che l'alcool fa molti meno danni al corpo umano. I danni causati dall'alcool sopraggiungono nel momento in cui bere diventa un abitudine costante.





Valutazione dell'utente



Commento del richiedente: Hai ragione pienamente ...Anche se..Bere non si può bere,fumare non si può fumare, mangiare bisogna riguardarsi;ma insomma ci siamo di passaggio.Quindi nelle giuste misure...





Altre risposte



e nn solo! anche il fumo di sigaretta -_-" sono d'accordissimo





se ti bevi un bicchiere di limoncello non succede niente, nel senso che non ti ubriachi subito, se ti fumi uno spinello invece si, l'effetto è immediato, perciò ritengo che sia peggio uno spinello all'alcool.



Poi non so, sono punti di vista.





se ti bevi un bicchiere di limoncello non succede niente, nel senso che non ti ubriachi subito, se ti fumi uno spinello invece si, l'effetto è immediato, perciò ritengo che sia peggio uno spinello all'alcool.



Poi non so, sono punti di vista.





Se parliamo di erba no perché devi pensare che fanno addirittura meno male delle sigarette



Fonti:



Paese scemo legalizza il pericolo e abolisce l'ostacolo





tutto dipende da quante te ne fumi, ogni tanto non penso faccia poi così male ( almeno per me è cosi ! ) non sei drogato,





Tutti e due ti uccidono le cellule del fegato e del cervello.





Regalpetra Libera è contro tutte le droghe.



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mercoledì 16 giugno 2010



Quando c’è silenzio o si lavora o si mangia o si dorme o ... o .... (sergio scimè)



Molti amici in questi giorni si chiedono come mai è ritornato il silenzio “politico” in paese.



Quando c’è silenzio o si lavora o si mangia o si dorme o ... o ....



Dopo il manifesto dei dieci consiglieri dove si chiedono le dimissioni del sindaco tutti si aspettano grandi cose. Tra i firmatari il PDL della corrente del ministro Alfano con Collura, della corrente Scalia con il consigliere Taibi, della corrente Cimino con Milioto e Sberna. Alla massiccia componente del PDL si aggiunge l’UDC di Pagliaro /Bongiorno e l’MPA di Bellomo/Agrò.



Partiti importanti a livello regionale e nazionale. Se questi partiti hanno ancora un peso nella politica locale e se il sindaco non si dimette, possono con i numeri giusti passare al voto di sfiducia. Per la sfiducia del sindaco ci vogliono tredici consiglieri. I numeri di certo non mancano.





Se si vuole!!!





Facciamo due calcoli. Una via facile è quella di convincere i tre consiglieri del PDL vicini all’on. Fontana (Alfredo Mattina, Lidia Picone, Falco Carmelo) attualmente in maggioranza, che sommati ai dieci del manifesto possono benissimo sfiduciare il sindaco e andare automaticamente alle elezioni.



Dieci più tre uguale tredici. (10+3=13)



Per fare questo ci vuole l’intervento della politica con la “P” maiuscola. Quelli che contano. Basta che il ministro Angelino Alfano parla a Vincenzo Fontana e la “sfiducia” diventa cosa fatta.





Se si vuole !!!





La difficoltà è della politica locale. L’eventuale sfiducia a Petrotto chi favorisce?



Certo che per convincere i tre della maggioranza a votare la sfiducia un prezzo “politico” bisogna pagarlo. I tre consiglieri lasciano due assessori per cosa? Per esempio il prezzo dell’accordo potrebbe essere quello di lasciare a loro la scelta della persona da candidare a sindaco. Sono convinto che oggi l’unica strada percorribile è assolutamente questa per arrivare alla sfiducia con tredici consiglieri.

Pubblicato da Calogero Taverna a 17:40











Comitato la Matina

Dovremmo chiosare, ma non ci va. Lasciamo alle melanconiche rimembranze di un strafregato paese l’ingrato compito di decriptare la “publica opinio”  racalmutese in quell’anno di tragico travaso dalla vita democratica della cittadina alle mannaie della tecnocrazia agri-romana. Al posto dei nostri eletti subentrano i nominati da un prefetto ed un ministro entrambe in gonnella.

 Pubblicato da  Calogero Taverna     a  12:16       
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