Lillo Taverna Quanto di vero c'è in questa pagina di pretesa
storia del caso Giuliano? Nulla o quasi nulla. L'intrigo America-banditismo
siciliano del dopoguerra è tutto ancora da dipanare. La figura dell'ispettore
generale di P-S. Ciro Verdiani, infangata a più mani, resta enigmatica. Depone
al processo di Viterbo e si "suicida" con Pisciotta ed altri.
Mettendo sull'avviso che il Casarrubea non è attendibile nel giudizio di valore
di fare di fra Diavolo "il confidente di Messana" nel senso quasi di
compare, per il resto è magistrale quando scrive: "Portella della Ginestra
insegna per tutte le stragi impunite. Nel 1952 si "suicida" l'ispettore
Ciro Verdiani. Qualche mese prima ha testimoniato al processo di Viterbo e ha
detto detto qualcosa che non doveva dire. E' lui l'intermediario nella
trattativa che vede protagonisti Giuliano i boss e lo Stato. Anche l'onorevole
Giacomo Cusumano Geloso fa una brutta fine. E' il deputato monarchico che Gaspare Pisciotta accusa di essere uno dei
mandanti di Portella. Nel 1954 è la volta di Raimondo Lanza di Trabia, agente
dello spionaggio internazionale, che si getta dall'ultimo piano dell'hotel
Excelsior di Roma. Nello stesso anno Pisciotta muore avvelenato nel carcere
dell'Ucciardone a Palermo. Si tolgono la vita poi, o alcuno così sospetta, i
medici che nel 1947 eseguono le perizie necroscopiche e l'autopsia sul corpo di
Salvatore Ferreri, confidente del Messana e numero due della banda. Nel 1967
muore suicida, sparandosi con un cannoncino in casa sua, Tommaso Besozzi, li
reporter che ha scoperto il falso sul conflitto a fuoco di Castelvetrano, nel
luglio 1950. Senza contare tutti gli altri casi di persone che scompaiono una
dopo l'altra."
Lillo Taverna Quanto al nostro grande Sciascia, io resto un
po' smarrito nel vederlo del tutto estraneo circa il commento di tutte queste
agghiaccianti vicende che pur gli erano coeve. Il Giorno della Civetta fu -
bisogna convenire con il Montanelli - piuttosto fiacco nella stigmatizzazione
di depravazione sociale quale era divenuta la delinquenza mafiosa che l'entrata
degli americani avevano resuscitato. Per noi racalmutesi resta paradigmatica
l'esecuzione in piena piazza di Baldassare Tinebra, che fu cosa molto più
complessa e inquietante di quanto appare nel pur pregevole "Silenzio dei
Loquaci" del nostro Tano Savatteri.
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