Sarà! ma io vedo tutt'altra realtà. In fin dei conti a Roma ci sto. Mi piace Marino. Sta pilotando Roma verso quel mio archeologico ideale: una Roma al centro tutta museo all'aperto in attesa di venire chiuso ai traffici e aperto all'accoglimento turistico. Mi piace questa nuova palingenesi che pare sfugga ai tanti, come al periferico uomo di Parigi che il giorno della presa della Bastiglia scriveva nel suo diario: oggi nella capitale francese, nulla di nuovo. Certo quel povero Marino deve vedersela con quel popolo merciaiolo sionista ed evasore che vede compromesse le loro bottegucce a reddito dichiarato zero ed a quello effettivo ultra locupletante, perché l'ampio spiazzo del Colosseo e della affluente mirabile emersione di fori imperiali e di solenni e maestose vestigia romane strozza le mal tenute strade dei loro commerci. Intanto Giggetto, se gli capita, ti dà una brodaglia per un piatto del giorno di pasta asciutta ai carciofi. come ebbi una volta a lamentarmi. E Racalmuto? povera Racalmuto! ufficialmente manco mille euro annui di reddito medio pro capite; in forza di una sofisticata statistica invece 13 mila e cinquecento euro pro capite. E se vedo le signorinelle passeggiare, tutte vestite costosamente a festa, e se noto i giovinastri con gli I/Pad all'ultima moda e quando scendendo da Bovo mi metto a contare la fiumana di macchine strombazzanti a targa "E" allora mi pongo la domanda: a chi dare ragione al pianto arricchito di Galluzzo o ai miei occhi? Sono spinto a credere che i miei occhi non mi ingannano; non ne hanno interesse alcuno.
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