Helianthus tuberosus
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Helianthus tuberosus | |
Classificazione Cronquist | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Superdivisione | Spermatophyta |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Magnoliopsida |
Sottoclasse | Asteridae |
Ordine | Asterales |
Famiglia | Asteraceae |
Sottofamiglia | Asteroideae |
Tribù | Heliantheae |
Sottotribù | Helianthinae |
Genere | Helianthus |
Specie | H. tuberosus |
Classificazione APG | |
Regno | Plantae |
(clade) | Angiosperme |
(clade) | Eudicotiledoni |
(clade) | Tricolpate basali |
(clade) | Asteridi |
(clade) | Euasteridi II |
Ordine | Asterales |
Famiglia | Asteraceae |
Sottofamiglia | Asteroideae |
Tribù | Heliantheae |
sottotribù | Helianthinae |
Nomenclatura binomiale | |
Helianthus tuberosus L., 1753 | |
Nomi comuni | |
Girasole del Canada
Tartufo di canna (DE) Erdbirne (FR) Topinambour (EN) Jerusalem Artichoke |
« Entro i manipoli qua e là sparsi / dei topinambùr lungo gli argini / ogni lustro del giallo si fa intimo / all'autunnale catarsi » |
(da Andrea Zanzotto, Altri topinambùr, in Meteo) |
Il topinambur, detto anche rapa tedesca o carciofo di Gerusalemme (nome scientifico Helianthus tuberosus L., 1753, anche volgarizzato in Elianto tuberoso[1]), è una pianta appartenente alla grande famiglia delleAsteraceae, con l'infiorescenza a capolino.
Indice
[nascondi]Etimologia[modifica | modifica wikitesto]
Il nome generico (Helianthus) deriva da due parole greche ”helios” (= sole) e ”anthos” (= fiore) in riferimento alla tendenza di alcune piante di questo genere a girare sempre il capolino verso il sole[2][3], comportamento noto come eliotropismo. Il nome specifico (tuberosus) indica una pianta perenne, il cui organo di sopravvivenza è un tubero.
Il binomio scientifico attualmente accettato (Helianthus tuberosus) è stato proposto da Carl von Linné (1707 – 1778) biologo e scrittore svedese, considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi, nella pubblicazione Species Plantarum del 1753[4].
Il binomio scientifico attualmente accettato (Helianthus tuberosus) è stato proposto da Carl von Linné (1707 – 1778) biologo e scrittore svedese, considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi, nella pubblicazione Species Plantarum del 1753[4].
Descrizione[modifica | modifica wikitesto]
Il fusto può arrivare fino a un massimo di 3 metri di altezza. La forma biologica della specie è geofita bulbosa (G bulb)[5], ossia sono piante perenni erbacee che portano le gemme in posizione sotterranea. Durante la stagione avversa non presentano organi aerei e le gemme si trovano in organi sotterranei chiamati tuberi, organi di riserva che annualmente producono nuovi fusti, foglie e fiori. Altri Autori definiscono la forma biologica come geofita rizomatosa (G rhiz)[6].
Radici[modifica | modifica wikitesto]
Fusto[modifica | modifica wikitesto]
- Parte ipogea: la parte sotterranea è un rizoma irregolare (nodoso e rotondeggiante; ingrossato e/o fusiforme) di tipo tuberoso. Questi organi si sviluppano tardivamente a fine stagione e in molti casi in inverno. Diametro del rizoma: 3 – 5 cm.
- Parte epigea: la parte aerea del fusto è eretta, ascendente e ramosa; in alto è cigliato-ruvida. Nelle coltivazioni è scabro-pubescente.
Tubero[modifica | modifica wikitesto]
Il tubero è commestibile, per questo è anche chiamato patata topinambur.
Foglie[modifica | modifica wikitesto]
Le foglie sono a disposizione opposta nella parte bassa del fusto, e a disposizione alterna nel resto della pianta oppure anche verticillate per tre (carattere non costante). Le foglie sono intere e ristrette alla base, sono inoltre picciolatecon piccioli cigliati alla base (a volte i piccioli sono quasi alati). In quelle inferiori la forma è largamente ovata o anche cordiforme, mentre quelle superiori sono oblunghe o lanceolate, sempre con apice acuminato. I margini sono dentellati. La superficie è ruvida e percorsa da tre nervi e il colore è verde-scuro. Dimensione delle foglie: larghezza 5 – 8 cm; lunghezza 8 – 15 cm. Lunghezza del picciolo: ¼ della lamina fogliare.
Infiorescenza[modifica | modifica wikitesto]
Le infiorescenze sono dei capolini terminali eretti e sub-corimbosi su peduncoli non ingrossati; i capolini sono da 3 a 15 per pianta e non tutti raggiungono la fioritura. La struttura dei capolini è quella tipica delle Asteraceae: un peduncolosorregge un involucro emisferico composto da più brattee (o squame) a disposizione embricata e poste in diverse serie che fanno da protezione al ricettacolo lievemente convesso e munito di pagliette avvolgenti i semi[3], sul quale s'inseriscono due tipi di fiori: quelli esterni ligulati (da 10 a 20) di colore giallo, disposti in un unico rango; quelli interni tubulosi (oltre 60) di colore arancio o giallo scuro. Le brattee dell'involucro (da 22 a 35) sono verde scuro (si scuriscono ulteriormente durante la fase di essiccazione), lanceolate e setolose (cigliate) ai margini. Diametro del capolino: 3 – 9 cm. Lunghezza del peduncolo: 1 – 15 cm. Dimensione dell'involucro: larghezza 8 – 12 mm; lunghezza 10 – 25 mm. Dimensione delle brattee: larghezza 2 – 4 mm; lunghezza 8,5 – 15 mm.
Fiore[modifica | modifica wikitesto]
I fiori sono simpetali, zigomorfi (quelli ligulati) e attinomorfi (quelli tubulosi); sono inoltre tetra-ciclici (formati cioè da 4 verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (calice e corolla formati da 5 elementi). Sono inoltreermafroditi, più precisamente i fiori del raggio (quelli ligulati) sono sterili; mentre quelli del disco centrale (tubulosi) sono bisessuali.
- Formula fiorale: per questa pianta viene indicata la seguente formula fiorale:
-
-
- * K 0/5, C (5), A (5), G (2), infero, achenio[7]
-
- Corolla: i fiori periferici (ligulati) sono nastriformi (provvisti di lunghe lingule – sono decisamente più lunghi dell'involucro) a forma lanceolata e a disposizione raggiante. Quelli del disco centrale (tubulosi) hanno delle corolle tubulari a 5 denti. Dimensione delle ligule: larghezza 6 – 9 mm; lunghezza 20 – 25 mm. Lunghezza dei fiori tubulosi: 6 – 7 mm.
- Androceo: gli stami sono 5 con dei filamenti liberi; le antere invece sono saldate fra di loro e formano un manicotto che circonda lo stilo. Le antere alla base sono ottuse[5] e colorate di nero, marrone scuro.
- Gineceo: lo stilo è unico con uno stimma filiforme-conico assai breve e pubescente; l'ovario è infero e uniloculare formato da due carpelli concresciuti e contenente un solo ovulo.
- Fioritura: la fioritura è molto caratteristica e avviene a fine estate (tra agosto e ottobre), con la comparsa di molti fiori giallo oro. Terminata la fioritura la pianta si secca, ma in primavera dai tuberi nasceranno i nuovi getti.
Frutti[modifica | modifica wikitesto]
I frutti sono degli acheni sormontati da un pappo formato da due squame (o denti) lineari-acute e precocemente caduche[8].
Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]
- Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama).
- Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
- Dispersione: i semi cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).
Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]
- Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Nord Americano. Dato l'alto grado di diffusione spontanea della pianta non è facile definire quale sia la sua distribuzione originale[3][11].
- Distribuzione: in Italia è ovunque presente (a parte la Sardegna) e relativamente comune ma considerata esotica (Specie naturalizzata). Nelle Alpi è ugualmente presente (a parte alcune province occidentali). Oltreconfine (sempre nelle Alpi) è presente in Francia, in Austria e in Slovenia. Sugli altri rilievi europei si trova nella Foresta Nera, Vosgi,Massiccio del Giura, Pirenei e Carpazi.[10].
- Habitat: è una pianta molto vitale, quasi infestante, che predilige terreni umidi e conquista terreni vicini a corsi d'acqua; ma si trova anche nei megaforbieti e nei popolamenti afelci. Il substrato preferito è sia calcareo sia siliceo con pH neutro, alti valori nutrizionali del terreno che deve essere mediamente umido.
- Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare fino a 800 m s.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare e quello planiziale – a livello del mare.
Fitosociologia[modifica | modifica wikitesto]
Dal punto di vista fitosociologico la specie di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale[10]:
-
- Formazione: delle comunità delle macro- e megaforbie terrestri
- Classe: Filipendulo-Convolvuletea
- Ordine: Convolvuletalia
- Alleanza: Convolvulion sepium
- Ordine: Convolvuletalia
- Classe: Filipendulo-Convolvuletea
- Formazione: delle comunità delle macro- e megaforbie terrestri
Sistematica[modifica | modifica wikitesto]
La famiglia di appartenenza della H. tuberosus (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1535 generi[12] (22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[13]). Il genere di appartenenza (Helianthus) è composto da circa 50 – 70 specie secondo i vari Autori.
Le varie specie del genere vengono distinte soprattutto in base al ciclo biologico: annuo o poliennale. H. tuberosus ovviamente appartiene al secondo gruppo.
Il numero cromosomico di H. tuberosus è: 2n = 102[4][11].
Le varie specie del genere vengono distinte soprattutto in base al ciclo biologico: annuo o poliennale. H. tuberosus ovviamente appartiene al secondo gruppo.
Il numero cromosomico di H. tuberosus è: 2n = 102[4][11].
Variabilità[modifica | modifica wikitesto]
L'Helianthus tuberosus è variabile (dato anche l'alto numero cromosomico) e probabilmente è in parte derivato da ibridazioni poliploidi di altre specie come Helianthus pauciflorus e Helianthus resinosus[11].
Ibridi[modifica | modifica wikitesto]
Con la specie Helianthus pauciflorus la pianta di questa voce forma il seguente ibrido interspecifico[14]:
- Helianthus × laetiflorus Pers. (1807)
Sinonimi[modifica | modifica wikitesto]
Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:
- Helianthus esculentus Warsz (1852)
- Helianthus serotinus Tausch
- Helianthus subcanescens (A. Gray) E.E. Watson (1929)
- Helianthus tomentosus Michaux
- Helianthus tuberosus var. subcanescens A. Gray
- Helianthus tuberosus var. albus Cockerell
- Helianthus tuberosus var. purpurellus Cockerell
Specie simili[modifica | modifica wikitesto]
Il “topinambur” è un fiore molto caratteristico e quindi difficilmente confondibile con altre specie. Qui vengono brevemente citate le altre specie dello stesso genere (Helianthus) presenti spontaneamente sul territorio italiano[9]. Tutte sono comunque considerate sub-spontanee o esotiche naturalizzate.
- Helianthus decapetalus L. - Girasole semplice: è una specie perenne con capolino più piccolo (diametro di 5 – 7 cm); viene indicata una presenza (ma non confermata) nel Piemonte.
- Helianthus multiflorus L. - Girasole doppio: probabilmente è derivato dalla specie H. decapetalus; il capolino è più grande con un numero maggiore di fiori raggianti (20 e più); si trova nel Friuli-Venezia Giulia.
- Helianthus pauciflorus Nutt. subsp. pauciflorus - Girasole selvatico: è una specie perenne con foglie più lanceolate; è presente in gran parte della Penisola (isole comprese).
- Helianthus annuus L. - Girasole comune: è la specie più diffusa e conosciuta ed è anche coltivata; è la specie più grande del genere con un capolino che raggiunge i 5 dm di diametro; è comune in tutta l'Italia.
Usi[modifica | modifica wikitesto]
Farmacia[modifica | modifica wikitesto]
Può essere utile nella dieta di alcune forme di diabete.[15] Secondo la medicina popolare il topinambur (specialmente i tuberi) presenterebbe le seguenti proprietà medicamentose[16]:
- colagoga (facilita la secrezione biliare verso l'intestino);
- diuretica (facilita il rilascio dell'urina);
- stomachica (agevola la funzione digestiva);
- tonica (rafforza l'organismo in generale).
Cucina[modifica | modifica wikitesto]
Veniva usata per la sua radice commestibile (Carciofo di Gerusalemme), poi è stata soppiantata dalla patata. I tuberi di topinambur si raccolgono in inverno, sono molto nutrienti e la cottura è simile alle patate. Nella cucina piemontese sono tipici con la bagna càudae la fonduta. Il tubero può essere consumato anche crudo con sale e pepe[3].
Proprietà nutrizionali[modifica | modifica wikitesto]
Questa voce o sezione sull'argomento farmacologia non cita le fonti necessarie o quelle presenti sono insufficienti. |
Grazie al contenuto di inulina è una pianta molto adatta e indicata nella dieta di persone diabetiche in quanto l'inulina funziona come riserva di carboidrati (in sostituzione all'amido) indipendentemente dall'insulina[16]. L'inulina è costituita da una catena di molecole difruttosio terminanti con glucosio. A seconda della stagione della raccolta la lunghezza delle molecole di inulina varia e quindi la loro solubilità. Il topinambur passa per lo stomaco e il primo tratto dell'intestino senza venire digerito, solamente nell'ultimo tratto dell'intestino sono presenti dei bifidobatteri e dei lattobacilli in grado di rompere le lunghe molecole dell'Helianthus tuberosus il cui carattere fibroso ha un effetto molto positivo sulla flora batterica. Il tubero inoltre è ricco di sali minerali e in particolare potassio,magnesio, fosforo e ferro come pure di selenio e zinco. Il topinambur è da sempre famoso per ridurre il colesterolo e per stabilizzare la concentrazione del glucosio nel sangue e dell'acido urico.
Coltivazione[modifica | modifica wikitesto]
È possibile coltivare i topinambur anche nell'orto familiare, visto che si adattano bene anche a terreni marginali, purché soleggiati. La pianta, infatti, è molto rustica e può diventare addirittura invasiva. La coltivazione si riduce, praticamente, alla piantagione. In inverno, una volta seccata la parte aerea della pianta, sarà possibile raccogliere i tuberi, lasciando quelli più piccoli a continuare la coltivazione (che può avvenire per molti anni sullo stesso terreno senza problemi).
Altre notizie[modifica | modifica wikitesto]
Una delle prime descrizioni di questa pianta (sul territorio italiano) è stata fatta dal naturalista e botanico Fabio Colonna (1567 – 1640) nella pubblicazione ”Ekphrasis altera” (Roma, 1616) con un nome diverso da quello attuale: Flos solis farnesianus. La descrizione specificava soprattutto la parte ipogea della pianta: dotata di tuberi a buccia rossa[3].
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ vedere pubblicazioni come: Dizionario generale di scienze, lettere, arti, filosofia; lettera E. URL consultato il 13 settembre 2013., o anche: Il Politecnico - repertorio di studj applicati. URL consultato il 13 settembre 2013.
- ^ Botanical names. URL consultato il 7 marzo 2011.
- ^ a b c d e Motta, vol. 2 - p. 411
- ^ a b Tropicos Database. URL consultato il 10 marzo 2011.
- ^ a b Pignatti, vol. 3 - p. 57
- ^ a b Catalogazione floristica - Università di Udine. URL consultato il 10 marzo 2011.
- ^ Tavole di Botanica sistematica. URL consultato il 20 dicembre 2010.
- ^ Pignatti, vol. 3 - p. 8
- ^ a b Checklist of the Italian Vascular Flora, p. 103
- ^ a b c Flora Alpina, Vol. 2 - p. 4728
- ^ a b c eFloras - Flora of North America. URL consultato il 10 marzo 2011.
- ^ Botanica Sistematica, p. 520
- ^ Strasburger, vol. 2 - p. 858
- ^ Index synonymique de la flore de France. URL consultato il 10 marzo 2011.
- ^ Articoli in Pubmed
- ^ a b Plants For A Future. URL consultato il 10 marzo 2011.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Zanzotto, Andrea e Fioroni, Giosetta, Meteo, Donzelli Editore, 1996.
- Liuzzo Alberto, Questi fiori nascondono un tubero gustoso, in Gardenia, v. 54, 1988, pp. 68–69.
- Opinambour helianthus tuberosus per cura di Giacomo Douglas Scotti di Vigoleno. F.lli Bernardi Piacenza 1892
- Funk V.A., Susanna A., Stuessy T.F. and Robinson H., Classification of Compositae in Systematics, Evolution, and Biogeography of Compositae, Vienna, International Association for Plant Taxonomy (IAPT), 2009, p.176.
- Kadereit, J.W. & Jeffrey, C., The Families and Genera of Vascular Plants, vol. VIII, Flowering Plants. Eudicots. Asterales., Berlin, Springer, 2007.
- Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta., Milano, Federico Motta Editore. Volume terzo, 1960, p. 411.
- Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Volume terzo, Bologna, Edagricole, 1982, p. 59, ISBN 88-506-2449-2.
- D.Aeschimann, K.Lauber, D.M.Moser, J-P. Theurillat, Flora Alpina. Volume secondo, Bologna, Zanichelli, 2004, p. 472.
- 1996 Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole.
- Eduard Strasburger, Trattato di Botanica. Volume 2, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, ISBN 88-7287-344-4.
- Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN 978-88-299-1824-9.
- F.Conti, G. Abbate, A.Alessandrini, C.Blasi, An annotated checklist of the Italian Vascular Flora, Roma, Palombi Editore, 2005, p. 103, ISBN 88-7621-458-5.
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Helianthus tuberosus
- Wikispecies contiene informazioni su Helianthus tuberosus
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Alcune ricette con i topinambur
- Helianthus tuberosus Catalogazione floristica - Università di Udine
- Helianthus tuberosus eFloras Database
- Helianthus tuberosus Flora delle Alpi Marittime Database
- Helianthus tuberosus Flora Europaea (Royal Botanic Garden Edinburgh) Database
- Helianthus tuberosus Erbe e fiori del Cuneese
- Helianthus tuberosus GRIN Database
- Helianthus tuberosus IPNI Database
- Helianthus tuberosus Flora Italiana - Schede di botanica
- Helianthus tuberosus Tropicos Database
- Helianthus tuberosus ZipcodeZoo Database
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