la Repubblica - Mercoledì, 15 gennaio
1986 - pagina 4
L' arringa dei legali di Robert
Venetucci
AL PROCESSO AMBROSOLI
LA DIFESA GIOCA LE ULTIME CARTE PRIMA DELLA SENTENZA
MILANO (F.R.) - Il
processo Ambrosoli è alle ultime battute. Ieri si sono concluse le arringhe dei
difensori di Robert Venetucci, l' italoamericano che, con Michele Sindona, è
imputato di concorso nell' omicidio del liquidatore della Banca Privata
Italiana. Domani mattina tocca all' avvocato Giuseppe Carboni, che con Oreste
Dominioni difende Don Michele. L' intervento di Dominioni è in calendario per
lunedì e martedì prossimi: poi due giorni di repliche, e una settimana di pausa
in coincidenza con le elezioni del Consiglio superiore della magistratura. Il 4
febbraio, dopo le eventuali ultime dichiarazioni degli imputati, i giudici
della Corte d' Assise entreranno in camera di consiglio per la sentenza. L'
avvocato Giuliano Pisapia ha concluso ieri mattina la difesa di Robert
Venetucci con una richiesta di assoluzione. Una lunga e puntigliosa
ricostruzione la sua, che ha tirato le conclusioni della tesi già delineata
dall' altro difensore Stefano Guadalupi lunedì scorso. Robert Venetucci, dicono
i suoi legali, non c' entra proprio con l' omicidio di Giorgio Ambrosoli, anche
se è stato il killer William Arico a tirarlo in ballo. Venetucci, sostiene la
loro lettura del processo, è stato coinvolto in questa vicenda per
"coprire" responsabilità che sono invece di un altro personaggio
stranamente accantonato: Rocco Messina, l' altro italoamericano per il quale le
autorità statunitensi hanno negato l' estradizione dopo avergli in un primo
tempo addossato un compito centrale nell' esecuzione dell' omicidio Ambrosoli.
I difensori hanno innanzitutto mirato a smontare i legami che l' inchiesta
evidenzia fra Venetucci e Arico. Come una telefonata che il killer avrebbe
fatto a Venetucci subito dopo aver assassinato Ambrosoli: "Di questa
chiamata non c' è traccia ha sostenuto Pisapia - nelle registrazioni delle telefonate
fatte da Arico dal suo hotel di Milano, lo Splendido". Un altro elemento
dell' accusa è il biglietto da visita di Venetucci ritrovato fra le carte di
Arico quando quast' ultimo venne fermato alla frontiera fra Stati Uniti e
Canada. Pisapia ha sostenuto che di questo biglietto non c' è traccia nei
rapporti che le autorità americane fanno ai giudici milanesi nell' 81 e nell'
82. Salta fuori, dice l' avvocato, solo nel 1983 quando Venetucci
"sostituisce" Rocco Messina nella ricostruzione di alcuni episodi.
Quanto ai 40 mila dollari che Venetucci incassò dal clan Sindona, il difensore
ha negato che possano essere ritenuti compenso dell' omicidio.
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