Silvano Messina il grande cardiologo figlio del gigante della musica racalmutese, il bello, signorile, fantastico Lillo Messina, oggi più che novantenne, mi fa recapitare un bel libro di racconti: CRONACHE DELLA DERIVA- E' un cimento che promette bene. Ho voglia di pensare che copiando il titolo (il mare colore del vino) si tenti un'ardua contesa con Leonardo Sciascia. A chi darò la palma della vittoria?' Più graffiante il secondo racconto; nella PESCA sento echi del VECCHIO e il MARE. E tralascio- Impressionante la chiusa:"Ebbe il tempo di guardare davanti a sé la retrovia della folla che, su una lunga via di sangue, si allontanava da lui. Difficlle capire, dalla sua posizione se tutte quelle gambe in corsa fossero in una direzione di fuga o di attacco. Volle credere nel suo barlume di coscienza, che quello fosse l'assalto della fortezza, del quale però non avrebbe saputo mai l'esito."
Scrittura sapida elegante raffinata, piacevole eppure lungi da artifici, da superfluità; scritutra colta perché colto è l'autore, non agghindata ma curata, musicale,. Scevra da modernismi da strattezze eppure razionale, pastorizzata. Sempice e complessa. Amabile ma non sciropposa. Unico difetto; tendenza allo scientifismo. E' medico, è cardiologo. I cuore è una pompa, persino banale e rimane ciò che consente all'uomo di vivere. Magari non avrà più pensiero, magari non amerà, magari non vede più, non sente, non cogita. Ma quella pompa va meccanicisticamente e nasconde in sé il mistero della vita Il chirurgo se opera non può sognare, fantasticare, arguire, descrivere, connettere . darsi ad oniriche voglie Si vendica. E se si accinge a romanzare è tutt'altro che scientifico. Eppure qua e là il gergo, la diagnosi, la prognosi, fanno capolino; elementi spurii, indecenti, devianti. Una critica devo pur farla!
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