Un' indagine di polizia in terra sostanzialmente straniera, con lotte partigiane pressanti ed anche cruente, che inizia ai primi di dicembre 1941 e si conclude il 7 aprile 1942 è stressante, pericolosa, imprevedibile. Bandi Mussolini appena varati, atroci, duri da eseguire senza discutere. Tedeschi che premono, azioni partigiane sempre più insidiose pressanti, autorità fasciste in competizione con quelle militari nel volere reazioni violente, ammonitrici, drastiche. E in mezzo questo giovane questore, sicuramente non cedevole ma neppure preso da furore vendicativo. Non doveva eseguire ordini superiori formalmente ineccepibili? Questo vorrebbe la cernigoi.Ma lasciamo andare una giornalista in cerca di scoop storici. Il questito lo rigiriamo al professore Casarrubea che stimiamo dal prfndo anche dei nostri studi giuriidici. In questa estenunte e scabrosa inchiesta quali norme etiche e giuridiche ha violato il Messana?
Riportiamo qui le 19 veline dattiloscritte della copia di quel rapporto, esaminato a Roma dal SIS dopo averlo acquisito il 28 febbraio 1947. Il commissariato jugslavo non si è ancora fatto vivo.
Il SIS esamina diligentemente questo rapporto risalente al 7 aprile 1942, a un quinquennio prima dunque, e l' archivia. Non ha nulla da eccepire. Ha vagliato le ultme 19 veline e nulla può addebitare al Messana, da due anni in Sicilia alle prese con il banditismo siciliano.
Intanto a Lubiana truci titni elaborano quelle inverosimili calunnie contro il Messana. La Cernigoi non ha ritegno ad avvalorare la caterva di infamie su cui varie volte ci siamo soffermati. Mettiamo a confronto la Cernigoi con le ultime drammatiche 19 veline del rapporto Messana. A chi credere. Il SIS ha creduto al Messana, perché dovrei credere alla Cernigoi che su nulla si basa se non sulle bave calunniatrici dei Titini del primo dopoguerra jugoslavo a cui nessun tribunale militare o civile occidentale o italiano diede credito alcuno.
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