Contra Omnia
Racalmuto
...per mestiere spiego bene agli altri quello che per me non
comprendo.
mercoledì 3 luglio 2013
Carissimo presidente Baiamonte
Ti invio una bozza del bando di concorso di pittura di cui
ti ho parlato ieri.
Ne ho già scritto a Guagliano e spero concordi.
Che fare? Iniziamo con un manifesto sulla base della bozza
che ti allego, la quale ovviamente potrà venire integrata con i suggerimenti
che riterrai opportuni. La stesura definitiva del bando dovrebbe essere
divulgata con i tanti blog e con ogni altro strumento mediatico.
A chi l’ho prospettata, l’iniziativa è apparsa degna ed
alquanto originale. Doveva lanciarla il Circolo Unione, ma un mio attuale
dissidio mi spinge a levargliela.
Affettuosità e auguri.
Dottor Calogero Taverna
Bando
per un concorso di pittura
in onore di Leonardo Sciascia
Il Castello Chiaramontano di Racalmuto nella persona del suo
direttore artistico Piero Baiamonte e la Pro Loco di Racalmuto nella persona
del suo presidente Giuseppe Guagliano, indicono un concorso di pittura,
possibilmente cromatica, per onorare Leonardo Sciascia e la sua opera
giovanile, ispirata dalla Racalmuto degli anni ’50.
L’opera prescelta è la raccolta di favole mordacemente
localistiche quali sono le FAVOLE DELLA DITTATURA che possono gustarsi
nell’originaria edizione numerata di Bardi (Roma 1950) oppure nella troppo
compressa riedizione postuma del terzo volume edito da Bompiani o nei recenti
tipi di Adelphi.
L’artista interessato potrà far pervenire entro il 31
dicembre 2012 una sua rivisitazione di una o due favole sciasciane in piena ed
assoluta libertà di espressione ed a qualunque scuola pittorica si voglia
ispirare. Ma verrà preferita la lettura più consona alle opzioni estetiche
dello Sciascia di quell’epoca, quali si evincono dal profilo di Santo Marino,
pubblicato da Sciascia per Salvatore Sciascia (il n. 60 dei quaderni di Galleria
edito nel 1963).
A titolo orientativo si richiamano qui alcuni brani:
"Il libro illustrato può anche essere bellissimo oggetto, spesso lo è …
" Dicendo questo non intendo dare giudizio di merito". Ma occorre
"…. Oltre che buon talento, una certa finezza di soluzioni, come ad
esempio nel figurare … le similitudini" sciasciane.
E noi pensiamo a quel "questa volta non ho tempo da
perdere" del lupo per il "balzo" sopra l’agnello per
"lacerarlo"; alle scimmie predicatrici dell’ordine nuovo; alla gabbia
del canarino il cui canto addolcisce - si fa per dire - la vecchia noia del
predace gatto gabbato: alla "lumaca [nel] mastello d’acqua rovesciato tra
le pietre", durante l’ingannevole "notte diaccia", e via
discorrendo.
Con ciò bando al calligrafismo figurativo; vanno invece colti
gli umori, gli spasimi del gramo vivere, le rabbie per premature dipartite di
persone carissime, i ghigni ed i sogghigni della coeva Racalmuto sussunta a
Regalpetra parrocchiale, pullulante di pretini come allora li faceva sfilare il
pennello scarno di Caffè.
A noi pare che quei
succhi gastrici sciasciani, estetiche d’avanguardia saprebbero meglio
coglierli. Ma anche noi cadiamo solo con in un "nostro pregiudizio".
Libertà assoluta d’espressione, dunque: soltanto una lettura intelligente
mentre si va dipingendo per tormenti pittorici magari chiari, magari aperti,
magari immediati; eppure con un "segreto, come del resto l’opera di ogni
artista vero, che tanto più anzi è segreta, esclusiva, come nell’intimità e
continuità di un colloquio, quanto più appare aperta ed immediata."
Ognuno legga quelle auree paginette di "galleria"
e poi dipinga come vuole, con lo stile che ha prescelto, con il limite se ha
una scuola che lo disciplina.
Gli artisti dovranno segnare in cartigli di proprio gusto
l’indicazione della favola prescelta con il solo numero della pagina
dell’edizione Bardi 1950, astenendosi da citazioni più lunghe per non scalfire
i diritti d’autore di cui a recenti vicende giudiziarie.
Una commissione di cui faranno parte Agato Bruno di Vicenza,
Patrizia di Poce di Roma, uno scultore o un cattedratico di Racalmuto, un
membro della famiglia Sciascia (si spera), ed autorevoli personalità della
cultura, indipendenti e disinteressate, stabilirà la scala dei valori
assegnando al più ragguardevole degli artisti partecipanti un riconoscimento
simbolico di non più di mille euro, non ripartibili.
Gli artisti ritenuti rappresentativi vedranno esposti i loro
lavori in una apposita mostra che verrà allestita nei prestigiosi locali del
medievale Castello Chiaramontano. Gli Enti organizzatori potranno ricavarne
immagini fotografiche per una pubblicazione con i profili degli artisti e con
le note critiche di scrittori e giornalisti legati a Racalmuto ed a Sciascia. I
quadri resteranno comunque di proprietà degli autori che ne disporranno in
piena libertà (dopo il periodo della mostra), ricadendo ovviamente su di loro
ogni rischio patrimoniale o peso assicurativo, se voluto.
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