...per
mestiere spiego bene agli altri quello che per me non comprendo.
lunedì 7 gennaio 2013
L’eredità arcipretale del Lo Brutto
tocca a Fabrizio Signorino: su di lui cade la tegola dell’interdetto. Senza
ricorrere al Mongitore, sappiamo dai libri della matrice che:
eodem
die 2 settembre 1713 VII ind. die 3 settembre 1713 VII Ind.Vigilia Sanctae
Rosaliae hora vigesima fuit affixum interdictum generale locale in hac terra
Racalmuti.
Si dovette affiggere la bolla episcopale
di interdetto generale il 3 settembre 1713, nel giorno prima di Santa Rosalia:
forse fu anche per questo che dopo meno di un secolo decadde a Racalmuto il
culto di Santa Rosalia, prima egemone ed a carico della universitas. L’ordine è quello di approfittare della notte (hora
vigesima, per aggirare e raggirare le autorità civili).
Le sepolture, dal giorno dopo, non possono
farsi in chiesa, ma in un luogo a ciò “deputato” dal signor arciprete. Il primo
a farne le spese fu il piccolo di pochi mesi Santo Bordonaro, figlio del
chierico coniugato STEFANO con tale Ninfa:
4/9/1713 – SANCTUS F. CL. CONIUG. STEFANI ET NINFAE BORDONARO; IN LOCO DEPUTATO A
REV.DO ARCH.
L’esordio è duro e sembra che non si
guardi in faccia a nessuno. Dopo, data la legge, trovato l’inganno: basta una
bolla a pagamento di sovvenzione delle crociate per avere cristiana sepoltura
in chiesa.
Certo, scatta ora il dramma della
regolare somministrazione dell’estrema unzione: quest’atto ne lascia traccia:
5/9/1713
- AGOSTINA F. DI M° STEFANI ET CATARINAE RIZZO
di anni 11; sepolta IN UNA EX FOVEIS
DEPUTATA A REV. ARCH. IN VIA S. GREGORII
- GRATIS PRO DEO - ROBORATA ANTE
OFFICIUM INTERDECTI.
La
fanciulletta, undicenne, figlia di mastro Stefano e Caterina Rizzo, viene
tumulata - con quale strazio, è facile intuire - nelle fosse comuni prescelte
(e benedette) dall’arciprete Signorino, degradanti nella scoscese contrada di
S. Gregorio (S. Grigoli). E’ povera ed il funerale è avvenuto gratis pro Deo;
era stata “roborata” - confortata e temprata alla morte - secondo i sacri
canoni, alcuni giorni prima, quando non era scattato l’ Officium interdecti.
Ma
ora muore un notabile, un Romano: non può certo venire esposto all’inclemenza
del clima e di altro:
7/9/1713 - SALVATORE
ROMANO VIR JOSEPHAE ROMANO di anni 45; sepolto in MATRICE, PER PRIVILEGIUM
BULLAE SANC. CRUCIATE e pure GRATIS PRO DEO.
Le
note dell’atto funerario svelano parecchi aspetti religiosi ma anche sociali ed
economici della Racalmuto del tempo. Il Romano muore a 45 anni, ad un’età che
pur supera di molto l’età media della mortalità del secolo dei lumi in quel di
Racalmuto. Appartiene ad una delle più prestigiose famiglie del luogo, ma è
caduta in miseria e per i suoi funerali non può corrispondere i diritti
ecclesiastici dei c.d. festuarii.
Supplisce la carità dei preti, che il funerale lo fanno lo stesso, gratis pro
Deo. Il settecento fu a Racalmuto, come altrove in Sicilia, misero, in crisi
economica profonda, con punte di grande fame per tutti. A fine secolo, i
sacerdoti racalmutesi ottengono l’autorizzazione dell’Ordinario ad impegnare
gli arredi sacri per approvvigionare l’Universitas di grano per la pubblica
fornitura del pane quotidiano. Lo studio del Valenti (cfr. Calogero Valenti - Ricchezza e povertà in Sicilia nel secondo
settecento) può estendersi anche al primo settecento e le considerazioni
sulla povertà di Grotte si attagliano appieno pure a Racalmuto.
Ciò
nonostante il buon Romano ha sepoltura nella Matrice: aveva la bolla della
santa crociata: un privilegio che scavalca il rigore dell’interdetto del
Ramirez, comminato per la difesa dei beni materiali del ricco vescovo di
Catania.
Desta
pietà la fine di questa neonata racalmutese: muore a soli quindici giorni: una
“gloria”; potrebbe trovarsi un
cantuccio nelle carnaie delle chiese;
ma è povera ed è illegittima: finisce - sia pure gratis pro Deo - nel nuovo
pauroso cimitero all’aperto, che l’arciprete ha degnato dell’acqua benedetta:
11/9/1713 - ANTONINA F.
JULIAE VIRTULINO INZIONE PATRE IGNOTO VIRTULINO 15 GIORNI - IN FOVEA NON
BENEDICTA DEPUTATA A REV.DO ARCH. IN VIA S. GREGORII OB INTERDICTUM - GRATIS
PRO DEO.
Frattanto
la miseria genera violenza: mastro Stefano Savatteri viene folgorato dalla
lupara all’età di 44 anni. E’ povero ed i funerali avvengono gratis pro Deo. Ma
è anche mastro: appartiene alla confraternita del Tau. La sua sepoltura deve
avvenire nell’oratorio della confraternita - interdetto o non interdetto:
16/9/1713 - STEFANUS
MAG. VIR PAULAE SAVATTERI - 44 - IN ORATORIO TAU ET SOLUM FUIT ROBBORATUS SACRO
OLIO UNCTIONIS OB MORTEM VIOLENTAM GRATIS PRO DEO.
Quando
a morire è un “galantuomo”, l’imbarazzo del cappellano detentore dei libri
della Matrice è evidente; il suo latino si ingarbuglia, comunque la sepoltura
avviene in chiesa, nonostante l’interdetto:
5/10/1713 –
FRANCISCUS DON VIR MARIAE
PUMO - 45 IN ECCLESIA S. JOSEPH PER PRIVILEGIUM BULLAE
SS.ME CRUCIATAE OB INTERDICTUM
Le
annotazioni sparse qua e là nel libro dei morti contengono queste altre
notizie:
A
28 AGOSTO 1713 - L'INTERDETTO IMPOSTO DELL'ILL.MO E REV.MO SIGNOR FRA D.
FRANCESCO RAMIREZ ARCIVESCOVO E VESCOVO DI GIRGENTI - CON IL CONSENSO DELLA S.
SEDE NELLA CHIESA CATTEDRALE DI GIRGENTI, ET IN TUTTA LA SUA DIOCESE - FU'
RIMOSSO; E PROSCIOLTO DOMENICA - 27 AGOSTO 1719 AD HORAM 22 - DAL REV.MO SIGNOR
DR. DON GIUSEPPE PANCUCCI CA. TES., E VIC. GENERALE APOSTOLICO CON L'ACTORITA'
DELLA S. SEDE PER VIA DELLA SAC. CONGREGATIONE DELL'IMMUNITA'
Li bro dei MORTI 1714-1724
A
28 AGOSTO 1713 - L'INTERDITTO FU IMPOSTO DELL'ILL.MO E REV.MO SIGNOR D.
FRANCESCO REMIRENZ ARCIVESCOVO E VESCOVO DI GIRGENTI CON IL CONSENSO DELLA S.
SEDE NELLA CHIESA CATTEDRALE DI GIRGENTI, ET IN TUTTA LA SUA DIOCESE
L’interdetto durò poco meno di sei anni e
- forse anzi tempo - fu revocato il 27 agosto 1719, stando alle precisazioni
dei libri parrocchiali:
FU'
SCIOLTO DOMENICA QUARTA D'AGOSTO AL DI' 27 DELL'ORA VIGIGESIMA SECUNDA 1719 -
DAL REV.MO SIGNOR DR. DON GIUSEPPE PANCUCCI CA. TES. E VIC. GENERALE APOSTOLICO
CON L'ACTORITA' DELLA S. SEDE.
*
* *
Si fornisce ora una tabella degli arcipreti del settecento:
1697
|
FABRIZIO
|
SIGNORINO
|
ARCIPRETE
|
1731
|
FILIPPO
|
ALGOZINI
|
ARCIPRETE
- DOTT.
|
1736
|
FRANCESCO
|
TORRETTA
|
ANNI
61, ARCIPRETE SUPPLENTE,
|
1758
|
STEFANO
|
CAMPANELLA
|
ARCIPRETE
E RETTORE MATRICE
|
1782
|
STEFANO
|
CAMPANELLA
|
ARCIPRETE
|
1797
|
GAETANO
|
MANTIONE
|
A.44 - ARCIPRETE
|
Atto notarile relativo alla rendita della Cappella
della Maddalena entro la Chiesa Madre di Racalmuto, riveniente da don Santo
d’Agrò, che si continuava a percepire nel Settecento e nell’Ottocento.
Die
decimo septimo octobris 4^ ind. millesimo sexcentesimo quinquagesimo 1650
Testamur
quo d Franciscus De Gerardo quondam Caroli de terra Gruttarum modo hic
Racalmuti se repertus mihi notario cognitus coram nobis ad istantiam et
requisitionem Dn Francisci Sferrazza huius terre Racalmuti mihi notario cogniti
sponte dixit et declaravait, ac dicit et
declarat, ac legitime recognovit et recocognoscit, se detinere et possidere
unam viniam cum eius clausura, arboribus, torculari, domo terranea, et aliis in
ea existentibus sitam et positam in Pheudo dictae terre Gruttarum et in contrada vocata di
Zupparello, seu di Fontana Pazza confinantem cum vinea Pauli Selvagio, entrata,
et cum finaita dictae terrae Racalmuti, et aliis verioribus confinibus.
Eadem
vinea ad emphiteusim concessa a Dn
Joseph Morreale quondam Thomae Catalano pro annuo censu unciarum quinque
et granorum duodecim -/ 5.12 vigore contractus Emphiteusis celebrati in Actis
Notarii Joseph Memmi de urbe Agrigentina 5 ind. 1582, et postea dicta vinea
relaxata per dictum de Morreale Augustino Marchesatto de Gerardo cum honere
dicti redditus vigore contractus relaxationis
in actis notarii Gregorii Giardina
die 14 Septembris 5 Ind. 1591.
Subiectam
dictam vineam superius declaratam et
conphessam in unciis tribus et tarenis duodecim ponderis generalis annualibus,
censualibus, et rendalibus de summa dictarum unciarum quinque et tarinorum
duodecim annualium debitis et anno quolibet solvendis per dictum Dn. Franciscum
de Gerardo dicto Dn. Francisco Sferrazza uti legatario quondam Dn. Sancti
D'Agrò cessionarii et habentis jus et causam
a mag. Antonino De Gueli et consortibus uti heredibus quondam Mag.i
Marci de Gueli, quales cessionarii et
habentes jus et causam a mag.o Vincentio Catalano cessionario, qualis habebat jus et causam a mag.o Joseph et
Vincentio Catalano fratribus uti filiis et heredibus quondam Thomae Catalano
patris , vigore testamenti dicti quondam Dn. Sancti De Agrò, in quo habuit
legatarium dictum de Sferrazza in actis mei notarii die etc. et vigore
venditionis redditus praedicti favore dicti de Agrò in actis mei notarii die 15
Junii 5 Ind. 1634, et contractus obligationis dictarum unciarum trium et
tarinorum duodedecim redditus factum a
dicto quondam Marco de Gueli in atcis
notarii Natalis Castrogiovanni die 19 Novembris 14 ind. 1615, et vigore
assignationis dicti redditus assignati dicto quondam mag.o Vincentio Catalano et mag.o Joseph Catalano uti coheredibus in
actis notarii Nicolai Monteleone die 26 octobris 5 ^ ind. 1607 ad mentem quorum actorum recognitoriorum
factorum de dicta vinea dicto quondam mag. Marco de Gueli per Carolum de
Gerardo in actis notarii Simonis de Arnone die 5 septembris 3 ind. 1619 et
aliarum scrpturarum publicarum privatarum ad quas etc.
Et
hac ex causa dictus Franciscus de Gerardo interveniens ad hoc tam nomine proprio uti detemptor et
posessor paedictae vineae quam hereditario nomine supradicti quondam Caroli de
Gerardo olim eius patris, et omnibus
expressis aliis nominibus sponte per se, et suos heredes promisit et promittit
obligavit et obligat dare realiter, et cum effectu solvere dicto dn. Francisco
Sferrazza stipulanti per se suosque heredes supradictus uncias tres et tarenos dodecim annuales,
cenusales, et rendales de illis unciis quinque et tarenis dodecim ponderis
generalis debitis censualibus et rendalibus cum aliis unciis viginti
septem et tarenis quindecim ponderis
generalis ex causa decursorum maturatorum hic Racalmuti in pecunia numerata una
et in simul cum dictis -/ 3.12 annualibus
in ultimo mensis augusti cujuslibet anni in perpetuum incipiendo facere
primam solutionem in ultimo Augusti proximae inditionis 1651 una cum decursis
in pace.
Sub pactis emphiteucis debitis solitis, et consuetis a jure statutis et
presertim dictam vineam superius emphiteuticatam beneficare illamque
deteriorari non permittere, et solvere dictum jus census annualiter.
Item
quod non liceat dicto de Gerardo, et suis dictam vineam nec in totum nec
in partem vendere et alienare, et presertim Ecclesiae, Fisco, Comiti, Baroni,
aut alteri potenti et privilegiatae personae nisi personis licitis et a jure
permissis.
Item quod si dictus de Gerardo contravenerit in solutionibus dicti census,
aut controvenerit pactis emphiteucis incidat in commissum etc.
Ita quod .. Et predicta attendere ..
Sua omnia .
Testes
den. Lucius Sferrazza Dn. Libertinus d'Agrò et mag. Antoninus Scheri
Ex
actis notarii Michelangeli Morreale Racalmuti.
[Annnotazioni
della quarta ed ultima facciata]
Atto ricognitorio
Fa Francesco de Gerardo a favore di d. Francesco
Sferrazza Fidecommissario della Cappella di S. Maria Maddalena dentro la Chiesa
Madre di Racalmuto.
[Annotazione recente attribuibile all'arc. Tirone]
Apoca estratta dagli atti di Notar Dr. Pietro Morreale
da Grotte concepita in questi termini
A 6 Gennaro 1819
Il Sacerdote Dn. Paolo Tirone Cappellano della
Cappella di S. Maria Maddalena confessa avere ricevuto da Notar Dn. Gaetano
Cimino da Grotte onze due e tarì ventotto a complimento di onze tre, e tarì
due, stante tarì quattro confessati dal Tirone per Apoca in notar dn. Giuseppe
Vassallo come si asserisce - Sono per causa
di quell'onza una, e tarì sedici dal detto Cimino dovuti annualmente
alla Venerabile Cappella di Santa Maria Maddelena sopra le sue terre in questo
stato contrada Cancellieri vicino le terre di dn. Diego Zaffuto maritali
nomine, terre degl'eredi di Pietro Avarello er altri confini.
Disponibile
anche un altro documento; questo comprova che dell’eredità del sac. Agrò un censo annuo di un’oncia andò alla Matrice,
censo dovuto dalle sorelle Angelica ed Ursula d’Afflitto e loro eredi. Il censo
viene scelto fra tanti disponibili - evidentemente perché il più affidabile -
dall’arc. Traina, uti rector; molto
esplicito il passo «quam unciam unam annualem
dictus Dn. Thomas dixit elegisse inter omnes
summas et quantitates reddituum legatorum per dictum quondam Dn. Sanctum De Agrò dicto
de Sferrazza, juxta formam testamenti dicti quondam Dn. Sancti ut supra
calendati pro Servitio Fabricae dictae Matricis Ecclesiae cunctis futuris
temporibus in perpetuum.»
L’atto
è evidentemente transattivo: la portata delle disposizioni testamentarie
dovevano essere molto più ampie. Intanto non può non cogliersi uno scostamento
dal dispositivo testamentario in questa clausola:
«Ita quod in casu reluitionis
redditus illius dictus Dn. Thomas, nec sui possint capere, sed de eo teneantur
emere tot redditus de redditibus veteris ad rationem de decem pro centenario,
et in defectu ad rationem de quinque pro centenario, qui redditus omni futuro
tempore stent et stare debeant pro servitio dictae Fabricae, et sic toties
quoties casus huiusmodi reluitionis eveniet, dicta emptio dicti redditus fieri
debeat per dictum Dn. Thomam Archipresbiterum et per successores in dicta
Matrici in perpetuum, et hoc de novo pacto et accordio sic inter eos, non
obstante quod in supradicto testamento dictus quondam Dn. Sanctus de praemissis
mentionem non fecisset, et quoniam ita sibi fieri placuit et placet, et non
aliter, nec alio modo.»
In
definitiva con quest’atto del 1641, l’arc. Traina concede ai due nipoti eredi
di d. Santo d’Agrò l’uso della “carnalia” (dammusium pro carnalia costruenda
longitudinis et latitudinis dictis haeredibus benvisum) sotto la Cappella della
Maddalena, previa acquisizione di una soggiogazione di un’oncia annua. Escluderei
che gli eredi si debbano sobbarcare ad altre spese per la costruzione della
Cappella, anche se sembra ostare quest’ambiguo passo secondo cui «dicta
Cappella [est] fabricanda, ordinanda, abellenda, tectum quodcumque faciendum».
Ma prima non era stato detto che si procedeva a concedere « unam Cappellam
existentem in dicta Matrici Ecclesia, nec non et locum sepolturae ante dictam
Cappellam, quae est prima post Cappellam Annuntiationis Beatae Mariae Virginis,
quae est in frontispitio Cappellae Cappellae Suffragii animarum SS.mi
Purgatori.» Se non era ancora costruita che cosa si era fatto per allargare la
chiesa dell’Annunziata in tanti anni? Siamo già nel 1641 ed a quanto pare
l’antica “Ecclesiola” non va al di là dell’abside e delle cappelle di fondo delle
navate laterali non si andava. Certo, non sappiamo com’era prima la chiesa e
come sia stata trasformata, se era stata demolita del tutto o riadattata in
parte.
La confraternita della “Mastranza” alla
fine del Settecento.
Stralciamo dalla documentazione che
ancora (ma fino a quando?) si conserva nella chiesetta dell’Itria alcuni spunti
che ci illuminano non solo sulla solita attività della buona morte che ogni
confraternita si propone – e si proponeva, in ispecie, a Racalmuto – ma, e soprattutto,
sul risveglio dei “mastri” e cioè di questo piccolo ceto medio della società
contadina, sempre solerte e significativo nel nostro paese.
(dagli atti della
Maestranza)
I. M. I.
Noi
sottoscritti officiali M(aggiori), e minori della Congregazione dell'opera
della Misericordia sotto titolo del Arcangelo Raffaele quest'oggi che corrono
li 2 Maggio del 1790.= Avendo
convocato il consiglio con suono di campana, e radunati tutti dentro la Chiesa
di S. Maria dell'Itria ove si suole fare sud. radunanza, e congregazione, doppo
di esser fatta sud. congregazione si devenne da noi sud. officiali a
discorrere: di tutti i sopravanzi che si trovavano nella Cassa, ed in potere
del Tesoriere restano inpiegati alla compra di un letto che deve servire per d.
congregazione, ed a questo tutto il corpo di sud. congregati rispose che sud.
letto deve restare alla congregazione sotto li seguenti patti e condizioni ed
infatti così si eseguì, e si fermò.
In
primis che sud. letto non si potesse inprestar a nessuna persona di qualunque
ceto, e condizione sotto la pena di esser l'officiali cacciati subito di questa
congregazione senza potere essere ricevuti dalli officiali che verranno, ma
deve solamente servire per i soli congregati, mogli, e figli di sud.
congregati, tanti ritrovandosi morti quanto trovandosi vivi seu dei defunti
passati e congregati, quanto quelli che quo tempore saranno, e succederanno,
così ancora dichiariamo, che sudetto letto potesse goderlo il fratello questo
per i figli, e moglie ritrovandosi franchi, e ritrovandosi lassi non godono il
beneficio del letto. Per secondo che morendo uno della congregazione sud., e la
moglie passasse a secondo matrimonio, e non essendo il legittimo marito uno de
sud. congregati franchi /di messe e mesate/ perde il beneficio del letto. Per
terzo: li figli del sud. cong. per godere il beneficio del letto, deve essere
sotto la patria potestà, mal grado il Padre trovarsi morto basti, che non
passasse il matrimonio e pigliasse altro stato, ma trovandosi libero di unito,
o diviso della madre, e la detta vedova, sempre godono del beneficio del letto
sud.
E
questo, e il stabilimento di d.a radunanza costituendo il presente capitolo per
noi, e per tutti i successori che immecabilmente devesi eseguire sotto li sud.
patti, e condizioni, ed inccerto di sud. capitolo veghiamo noi a fermarci di
nostro proprio carattere tanto per nostro consenso quanto da parte di sud.
congregazione. Oggi li 2 Maggio 1790 Sac. Ben.lis Nicolaus Martorana Director.
M.o
Pietro Picone covirnatori per me come sopra
Io
mastro Giovanni Sciascia mi sottoscrivo per nome e parte di mastro Gaspare
Sciascia per eso non sapere scrivere e di suo ordine come sopra Primo
Congregato
Mastro
Gaetano Capitano Secondo Congregato
Mastro
Giuseppe Maria Fucà Zelatore c.s.
Io
Mastro Nicolò Picone mi sotto iscrivo per nome, parte di mio padre M. Pasquale
Zelatore congregato come sopra.
Io
Mastro Francesco Sciascia mi sotto iscrivo per nome parte di mio padre M.
Leonardo Sciascia Zelatori congregati c.s.
Io
fr. Giuseppe Franco mi sotto iscrivo per nome e parte di mio padre M.o Giuseppe
Franco Consigliere per esso non sapere scrivere e di sud. ordine cons. c.me
sopra
Mastro
Ludovico Borsellino zelatore C.c.s.
Mastro
Giuseppe Grillo consigliere confermo come sopra
Mastro
Alessandro Picone si soscrive Cons. c. s.
Mastro
Nicolò Picone Cancelliero Cons. c.s.
Mastro
di novizzi;
Mastro
Baldassare d'Agrò confirmo come sopra
Mastro
Francesco Paulo Scibetta conf. come s.ra.
---------------------
A
25 novembre 1790 morì M.o Angelo Puma
A
24 di marzo 1791 morsi M.o Calogero Alfano di Liborio
fratelli
asenti - M.o An..
"Messe da celebrarsi pell'anima di
M.o Giuseppe GRILLO, che morì alli 20-Ag.o-1793 dalli R.di Sacerdori"
(segue
elenco dei sacerdoti celebranti.)
"Messe che devono fare celebrare
tutti li mastri che sono iscritti all'Opera della Misericordia, pell'Anima di
M.o Giuseppe Grillo, il quale morì sotto li 20. Agosto 1793="
"Messe pell'anima di mastro Liborio
Picone quale fratello ascritto all'opera della Misericordia dalli Rev.di
Sacerdoti Fratelli che morì in Girgenti a 18 novembre 1793"
(segue
elenco dei sacerdoti celebranti e, dopo, dei soliti confratelli defunti)
"Io
Sac.te Calogero Grillo certifico tacto pectore more Sacer: d'aver celebrato n.o
cinque messe pell'anima di M.o Liborio Picone secondo l'obbligo della Cong.
della Misericordia, dico messe n. 5"
"Messe
a celebrarsi per l'anima del fratello m.o paolino vaccaro uno de' confrati
dell'opera della Carità. il quale morì a 7 gen. del 1794"
(segue
elenco dei sacerdoti celebranti
"Messe celebrate per l'anima del
fratello M.o Paolino Vaccaro uno dedi confrati dell'opera della carità che
passò all'altra vita a 7. del 1794."
(segue
elenco dei soliti confratelli defunti)
"Messe per l'anima del fù Rev. D.
Menna Majda. Morì a 22 Genn.° 1794"
(segue
elenco dei sacerdoti celebranti)
"Messe per l'anima del fu Reve° d.
Menna Maida mori a 22 Gennaro 1794"
(segue
elenco dei soliti confratelli defunti)
"Messe pell'anima del fù m.ro
Gaspare Romano celebrate Dalli R. Sac.ti della Congr.e. Morì a 9 Maggio
1794"
(segue
elenco dei sacerdoti celebranti
"A 9 Maggio xij Ind. 1794. Messe
per l'anima del fù M. Gaspare Romano morto in q.° giorno"
(segue
elenco dei soliti confratelli defunt)
"Messe per l'anima del fù M.°
Vincenzo Montagna mori a 28 7.bre 1794."
(segue
elenco dei soliti confratelli defunti, come da trascrizione già effettuata con
Excel).
"Messe da celebrarsi per l'anima
del fu mo Calogero Conti congregato dell'opera della misericordia, in cominciando
dalli 28 Novembre giorno della sua morte per tutto lì 29. Dicembre"
(segue
elenco dei sacerdoti celebranti)
"Messe da celebrarsi per l'anima
del fu mo Calogero Conti congregato dell'opera della misericordia."
(segue
elenco dei soliti confratelli defunti, come da trascrizione già effettuata con
Excel).
"Messe per l'anima di M.° Pietro
Castrogiovanne fratello Congregato dell'opera della Misericordia, se ne morì a
31: xbre 1794:"
(segue
elenco dei sacerdoti celebranti
(segue
elenco dei soliti confratelli defunti)
"Messe da Celebrarsi pell'anima del
fù Mro Alberto Di Naro Congregato dell'Opera Santa della Misericordia che morì
a 28 Aprile 1795"
(segue
elenco dei sacerdoti celebranti
(segue
elenco dei soliti confratelli defunti, come da trascrizione già effettuata con
Excel).
"Messe da Celebrarsi pell'anima del
fù Rev. Sac. D. Ludovico D'Amico Congregato nell'opera Santa della Misericordia
che morì a 9. Luglio 1795"
(segue
elenco dei sacerdoti celebranti
"Messe da celebrarsi pell'anima del
fù Rev. Sac. D. Ludovico D'Amico, come Congregato dell'opera Santa della
Misericordia che passò a miglior vita sotto li
9. Luglio 1795"
(segue
elenco dei soliti confratelli defunti)
"Messe che devono celebrare li
Rev.di Sac.ti pell'Anima del fù Lorenzo Farrauto, quale morì sotto li 5.
Agosto. 1795"
(segue
elenco dei sacerdoti celebranti
"Messe che devono celebrare li
Rev.di Sac.ti pell'Anima del fù Lorenzo Farrauto, quale morì sotto li 5.
Agosto. 1795"
(segue
elenco dei soliti confratelli defunti, come da trascrizione già effettuata con
Excel)
"Messe che devono celebrare li
Rev.di Sac.ti dell'Opera della Misericordia per l'Anima di M.o Paolo Scibetta
che morì nella terra della Delia sotto li 29.7bre 1795"
(segue
elenco dei sacerdoti celebranti
"A 29.7bre 1795. Alla Delia Morì
M.o Paolo Scibetta. Nota delle messe che devono fare celebrare li fratelli
dell'Opera della Misericordia"
(segue
elenco dei soliti confratelli defunti)
"Messe da celebrarsi per l'anima
del fù M.o Giuseppe Fucà da Congregato dell'opera della Misericordia - dalli 28
Nov. giorno della sua morte per insino a 29 Dicembre 1795"
(segue
elenco dei sacerdoti celebranti
(segue
elenco dei soliti confratelli defunti)
"Messe da celebrarsi per l'anima
del fù M. Calogero Facciponti fratello dell'Opera della Misericordia morto a
15. Giugno XIV Je: 1796:"
"Sacerdoti Fratelli"
(segue
elenco dei sacerdoti celebranti
"Messe da celebrarsi per l'anima
del fù M. Calogero Facciponti Congregato dell'Opera della Misericordia morto a
15. Giugno XIV Je: 1796:"
(segue
elenco dei soliti confratelli defunti)
"Messe da celebrarsi da r. Sac.
Congregati dell'opera della carità per l'anima del fù M.o Pietro Picone dalli 19 xbre per insino il 19 Gen.
1797."
(segue
elenco dei sacerdoti celebranti
"Messe da celebrarsi da Maestri
Congregati dell'opera della Misericordia per l'anima del fù M.o Pietro
Picone da 19 xbre per tutto li 19 Gen.
1797."
(segue
elenco dei soliti confratelli defunti, come da trascrizione già effettuata con
Excel).
"Messe da celebrarsi per l'anima
del fù M.o Alessandro Bellavia dalli 16
Gen. per tutto li 17. feb. 1797="
(segue
elenco dei sacerdoti celebranti
(segue
elenco dei soliti confratelli defunti)
"Messe da Celebrarsi dalli R:
Sacerdoti per l'anima di M.o Giuseppe Di Franco Congregato dall'Opera della
Misericordia che morì a 29. Marzo 1797."
(segue
elenco dei sacerdoti celebranti
"Messe da celebrarsi per l'anima di
M.o Giuseppe Di Franco, Congregato dell'Opera della Misericordia che morì a 29.
Marzo 1797."
(segue
elenco dei soliti confratelli defunti)
"Messe da celebrarsi pell'Anima del
fù Rev.do Ben.rio D: Pasquale Fucà Congregato dell'Opera della Misericordia.
Morto a 4. Agosto 1797."
(segue
elenco dei sacerdoti celebranti
"Messe da celebrarsi pell'Anima del
fù Rev.do Ben.rio D: Pasquale Fucà uno de Congregati della Congregazione
dell'opera della Carità dalli Confrati di d.a dalli 24. Agosto per tutto li 25. 7bre 1797."
(segue
elenco dei soliti confratelli defunti)
"Messe da celebrarsi pell'Anima del
fù M.o Amodeo Prinzi aggregato, franco a questa Opera della Misericordia, defonto a I° Settembre 2
Ind. 1798"
(segue
elenco dei sacerdoti celebranti
"Messe da celebrarsi pell'Anima del
fù M.o Amodeo Prinzi aggregato, franco a questa Opera della Misericordia, defonto a I° Settembre 2
Ind. 1798"
.... M.o Calogero Tornabene: si ha fatto
lo disbanco
(segue
elenco dei soliti confratelli defunti)
"Messe da celebrarsi pell'Anima del
fù M.o Salvatore Alferi congregato, franco dell'Opera della Misericordia, difonto a 28 Settembre
1798"
(segue
elenco dei sacerdoti celebranti
"Messe da celebrarsi pell'Anima del
fù M.o Salvatore Alferi congregato, franco dell'Opera della Misericordia, difonto a 28 Settembre
1798"
.... M.o Calogero Tornabene: è cancellato
.....M.o Ludovico Borzelino morì infra
il mese
(segue
elenco dei soliti confratelli defunti, come da trascrizione già effettuata con
Excel).
"Messe da celebrarsi per l'anima
del fù M. Ludovico Borzellino de confrati dell'Opera della Carità, difonto a 5.
ottobre 1798"
(segue
elenco dei sacerdoti celebranti)
"Messe da celebrarsi per l'anima
del fù M. Ludovico Borzellino de confrati dell'Opera della Carità, difonto a 5.
ottobre 1798"
(segue
elenco dei soliti confratelli defunti)
"Messe da celebrarsi per l'anima
del fù M. Giuseppe Parello congregato franco dalli 19 aprile sino a 16 maggio
1799."
(segue
elenco dei sacerdoti celebranti
Messe da celebrarsi per l'anima del fù
M. Giuseppe Parello congregato franco dalli 19 aprile sino a 16 maggio
1799."
(segue
elenco dei soliti confratelli defunti)
"Messe da celebrarsi per l'anima
del fù M. Francesco Piccioni fratello dell'Opera della Carità, franco e
dinfonto a 16. agosto 1799."
(segue
elenco dei sacerdoti celebranti)
"Messe da celebrarsi per l'anima
del fù M. Francesco Piccioni fratello dell'Opera della Carità, franco e
dinfonto a 16. agosto 1799."
(segue
elenco dei soliti confratelli defunti, come da trascrizione già effettuata con
Excel).
"Messe da celebrarsi per l'anima
del fù M. Stefano Taibi Lana a 21 dicembre 1799"
(segue
elenco dei sacerdoti celebranti)
"Messe da celebrarsi per l'anima
del fù M. Stefano Taibi Lana a 21 dicembre 1799"
(segue
elenco dei soliti confratelli defunti)
"Messe da celebrarsi per l'anima
del fù M. Giuseppe Di Falco difunto a 29 Gen. 1800"
(segue
elenco dei sacerdoti celebranti)
"Messe da celebrarsi per l'anima
del fù M. Giuseppe Di Falco difunto a 29 Gen. 1800"
(segue
elenco dei soliti confratelli defunti).
"Messe da celebrarsi per l'anima
del fù M. Diego Cacciatore congregato franco difonto a 20 feb. 1800"
(segue
elenco dei sacerdoti celebranti)
"Messe da celebrarsi per l'anima
del fù M. Diego Cacciatore congregato franco difonto a 20 feb. 1800"
(segue
elenco dei soliti confratelli defunti).
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