Se ti venissi a dire: dalla sera alla mattina passa dal
tutto privato al tutto pubblico, peggio al MUNICIPALIZZATO esclusivo, sarei o
un folle o un cinico, o un dissennato in cerca di facili consensi elettorali.
In una sera del 2006 o 7 (non conosco bene la data) si decise di partecipare ad
una azionaria agrigentina e forsennatamente scaricarle tutto il servizio della
monnezza.
So che la mattina tre miei compagni comunisti ritenevano di
opporsi: il pomeriggio come Saul di Tarso
si convertono all'azionaria.
Già i vecchi regolamenti del 1995 non si sapeva cosa fossero
come fossero, eran due era uno.
Si pensi che tutti a dirmi che non c'era il regolamento cosiddetto
della perimetrazione. Bene, l'altra settimana me lo trovo dalla senatrice
Ornella Bertorotta, bello, regolarmente approvato addirittura in uno con il
regolamento principale nel dicembre del 1995.
Anzi alla senatrice che si appresta a far luce parlamentare
su questa storia della monnezza racalmutese , avevano mandato solo l'allegato
(la perimetrazione) e non il regolamento vero e proprio). Sono trasecolato ma
alla fine mi sono orientato.
Nella speranza di tirare lo sciacquone su un passato non
proprio luminoso, si credette che “privatizzare”il servizio della monnezza era un
liberarsi da ogni responsabilità
Pare che per tacitare forse o per ottenere forse qualche
prebenda familiare alla nuova azionaria sine titulo si anticiparono tre
annualità.
All’atto del fallimento dell’azionaria de qua si contestò
quell’anticipazione munifica, si ottennero indietro i fondi comunali ma se ne
fece credo un uso distorsivo come insomma vorrebbe fare il novello sindaco
quando scrive addirittura: recupero
quello che è in esubero e la provvidenza
mi servirà per alleggerire i costi futuri. Una volta si chiamava peculato
mediante distrazione.
Resta comunque incontrovertibile che in quel passaggio dal
MUNICIPALE al PRIVATO AZIONARIO (una volta si chiamavano ENTIPUBBLICi
ECONOMICI) tutto è stato sbaraccato nel comune di Racalmuto. Il personale diviso
a metà: metà a suonar la tromba e metà al servizio dello straniero che pare ora
essere moroso nelle retribuzioni
operaie. C’erano mezzi pubblici. Venduti? Obsoleti? Boh?
Caro Sindaco, pare che questi giudici amministrativi di Palermo
ti bersagliano con cosiddette CRITICITA’.
Non cercare di turare tu le falle. Di’ a lor signori che se
responsabilità ci stanno, investono soprattutto gli immediati tuoi predecessori
che sono alti funzionati di Stato, come dire colleghi di codesti togati.
Ma al contempo, non fare l’eroe: gli esposti ai giudici, gli
esposti alla giustizia amministrativa, le segnalazioni alla Guardia di Finanza.
La tua cultura omertosa te lo impedisce? Allora, che Dio te la mandi buona.
Pagherà il giusto per il peccatore.
Ma allora quale la mia proposta: non passare immantinenti
dal privato dissennato al pubblico irrealizzabile (almeno per il momento). Ma
gradualità: costi quel che costi ora come dal primo maggio, specie in vista di
una stagione che si prevede particolarmente afosa, niente monnezza per le
strade. Ne va la salute pubblica. E questa è pregiudiziale.
Quindi gradualità: tre tempi. A breve fronteggiare la contingenza,
a medio raggiungere una sinergia tra il pubblico e il privato; a lungo
pervenire con tecnologie d’avanguardia finanziate dalla Comunità (parlo di cose
concrete) la municipalizzazione integrale.
Ho già abbozzato qualche linea programmatica questa mattina.
Non ho la bacchetta magica, chi ce l’ha si faccia avanti. Ma basta con la
speculazione elettorale, con l’invocare i miracoli che si sa essere
impossibili.
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