Il dottor Taverna invero non ha mai parlato di coraggio, dirittura morale e nervi saldi.
Sono troppo cinico per dar valore a queste bellissime doti morali ma paralizzanti l'efficienza che invoco per la gestione di una "impresa".
Quel che voglio è invece la "managerialità". E francamente nulla di questo riscontro in tutto l'assetto politico-amministrativo che Racalmuto dopo tre anni di vessazioni commissariali ha scelto con encomiabile voglia morale giovanile e femminista ma con pessima selezione manageriale (la burocrazia, si sa, se non è sospinta dall'acume politico di chi ben conoscendo le leggi le sa mirabilmente aggirare, è esiziale).
Possiamo discutere quanto vogliamo ma chi mi parla di costi e ricavi, di costi/benefici, di risparmi e di srl toccasana dopo la nota fallimentare spa toccasana degli anni duemila e rotti , e tutto questo senza un piano industriale serio del tipo di quello che Petruzzella competentemente additava e che il sindaco sardonicamente ripudiò con un insolente gerundio “smanettando", tutto questo è ciarla, velleitarismo dilettantistico.
I costi in una impresa o sono spese o sono investimenti, e devono essere dell’una e dell’altra specie: quello che conta è un rapporto costi/benefici; maggiori costi se determinano più che compensativi benefici sono da preferire a costi fissi contratti che però essiccano tanti auspicabili benefici.
Il servizio della monnezza deve essere una attività comunale, ispirata ormai al principio del federalismo fiscale, ed essere quindi gestito né in nome della morale, né in quello del legalitarismo costituzionale, ma in nome della efficienza unita ai vantaggi dell’indotto: lavoro, spinte agli investimenti, allevio del sovraccarico della folle politica occupazionale di questo nostro Comune.
Vogliamo invece fare una srl e così la pappatoia dei compensi che un presidente si auto stabilisce per le note furbe modifiche del CC del duo BERLUSCONI-CASTELLI di infelice memoria può finalmente risolvere ii problema economico di qualche famiglia dl un qualche ciarlatano politico racalmutese.
Ovvio che ho ben presente un caso del genere del passato più o meno recente.
Questo consiglio comunale, maggioranza annuente minoranza ipocritamente dissenziente, ebbe a recepire acriticamente per una tabellazione tariffaria di reciproca soddisfazione un REGOLAMENTO MONNEZZARO raffazzonato notte tempo oltre tempo utile dai non rimpianti commissari che non era perfetto sotto il profilo della legittimità amministrativa ma che - e questo conta davvero – ha trasformato RETROATTIVAMENTE un buon regolamento precedente in una tagliola ammazza economia racalmutese. Non posso mettermi qui a provare questa mia affermazione: se occorre saprei sciorinare lacune e astuzie a non finire. Invero un consigliere l’aveva notato ma fu subito zittito. L’importante era restare a galla e continuare a fare i consiglieri comunali peraltro a dir loro neppure retribuiti.
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