Tutta una storia, tutto un pianto, tutto un rimpianto.
RACALMUTO ARCHEOLGICA NEGLETTA. Sta qui sopra ma si trova sotto al Ferraro o
forse VRICCICU. Foto maldestra ma necropoli bizantina neppure vincolata né dal
vecchio né dal divisato nuovo PR di Racalmuto. Ignare le autorità locali,
dormenti quelle provinciali.
Sotto qui, ma sopra in loco appena a Sud-Est di quello che forse fu un "frourion"
bizantino, la non del tutto ignota "brivatura di lu Vozzaru". Non è
un abbeveratoio, certo. Una tomba? Un palmento? Mistero! Arcigni e gretti "burgisi" volevano
annettersi quel palmo di terra con un bulldozer in scavamento. Giacomino
Lombardo con un fucile da caccia a tracollo in tempi di proibizione intimò
l'alt! e l'ebbe vinta. Era un'autorità comunale, allora!
L'arcana testimonianza si salvò, ma ora ruvetta e spini e
radici e giunchiglie l'hanno accerchiata quella "brivatura" a gridare
l'ignominia di chi con colpevole quietismo ci governa o forse appena appena ci
amministra o soltanto ci tassa e ci tartassa
per farsi strapagare la munnizza che non sempre raccoglie in paese.
I "Vozzaro" furono una famiglia racalmutese con
siffatta "ngiuria": avevavo quelle terre nei secoli passati. Me lo
dicono i rolli della Matrice, finché ci stanno: preti mistici ne vorrebbero
l'abbruciamento come diavolerie storiche che ci distolgono dalla terrana corsa
al cielo. Preti antichi diligenti e colti custodirono con geloso amore quelle
preziosità archivistiche. Oggi, manco sovraffollati uffici di stato civile
hanno vaghezza di farne salvifico recupero. E dire che quegli uffici civili
furono bruciati da galantuomini un paio di anni dopo la venuta di Garibaldi per
non fare andare militari di leva i loro garzoni villani.
Abbiamo detto cose così ma per le nostre corrucciate
"passeggiate" nella veridica storia di questo paese che amiamo e non
vorremmo imbrattato da strambe dicerie di senescenti grafomani.
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