Bene, si sa Racalmuto diviene persino pedante quando deve
registrare la sua anagrafe evenienziale, come se non si trattasse di storia
(chiamala pure microstoria) ma di aridi affastellamenti di vicende aliene.
Seduto ad un bar con un amico, vi era occasionalmente un
distinto signore che credo sia stato sindaco proprio in quel tempo della
giuliva foto dello Scianna oleografico. Purtroppo per me, a Racalmuto ci sono nato ma non ci sono vissuto,
quindi non ho memoria per puntuali e pedanti datazioni degli eventi locali.
Però quello che era
stato un sindaco della Racalmuto biancofiore
raccontava, magari con un certo sussiego. che in occasione di una Festa
del Monte erano scoppiati casi di tifo forse anche per certi intrugli
commestibili di cose palermitane che si dicono mi pare "meusa".
L'ufficiale sanitario aveva tenuto riservatissime quelle
insorgenze di tifo pitoccale per non turbare la Festa, se non questa esaltata
da Scianna, qualcuna analoga o coeva. Una Racalmuto dunque già omertosa persino
nei massimi livelli della vigilanza sanitaria.
Mi pare di ricordare che mi raccontavano i miei che vi erano
già stati periodi di quarantena, di una Racalmuto infetta tenuta isolata dal
resto del mondo. E se non erro Sciascia all'occaso ebbe e scriverne. Del resto
Racalmuto era piombata in anni di
piombo, in un ritorno da una feroce mafia stragista anni prima del 1982 (avevo
letto 1992 e quindi commentavo in conseguenza, un peccato naturalmente
gravissimo he IERI E OGGI non mi perdona). A mia maldestra giustificazione
soggiungo che la precisione temporale non mi esalta, la lascio tutta a questi
simpatici miei critici di IERI ed OGGI.
La Racalmuto
stragista nasce con quella efferata esecuzione di un Pagliavagnata in piena
piazza (la precisione vorrebbe in pieno Corso Garibaldi, ma sono dettagli che
lascio ai pedanti). Ero a Milano in quel tempo
alle prese di un imbroglio miliardario della finanza-bene e ricordo che
persino i miei dovettero subire angherie da parte di una sorta di un’antimafia ante
litteram che cercava il killer o i killer calabresi in quel di Racalmuto e
aveva già qualificato tutto il paese – quello onesto e laborioso - colluso e
connivente, soprattutto omertoso.
Scandali negli appalti, sindaci amanti del signorotto con
note tendenze, geometri mal diplomati fatti dirigenti dell'ufficio tecnico e
trucidati, se trucidati, con modalità tutt'ora ignote. (Sparì un momento prima
che un prete e un sindaco si stavano recando a trovarlo in campana). La vecchia
mafia - dei culi vasci dice Tanu Savatteri - contestata e persino colpita a
morte nel suo capo, o sedicente tale; un
clima di terrore, una pace perduta, un accasciamento collettivo. Ben prima di
questa foto, la Racalmuto dello zolfo e del sale aveva preso l'avvio verso il
decino, lo spopolamento, l'indebitamento criminale della Casa Municipale e
tante cose il cui de profundis, ultimo in ordine di tempo, l’ha piagnucolato il
sindaco proprio ieri.
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