infastidito non poco ma data la fonte gli ho dato il giusto
peso
Sì, ma finiva con l'avallare quello che stava scritto sopra,
ammesso che l'abbia letto. Il meno che io possa dire è che se l'ha letto non ci
ha capito un tubo. Quelle di sopra - mi consenta il mio linguaggio scurrile - è
tutta una accolta di stronzate. Sono "superfetazioni" disinformate,
malevoli, imbecilli. Che ci mettiamo a dar corda e spago alle veemenze di un
certo TITO dell'epoca?. Questa è faccenda che trascende il giusto ritegno della
famiglia, anche l'imbarazzo del Min. Interni di Alfano per certe cattiverie di
poliziotti invidiosi e meschini. Questa è una faccenda che dovrebbe impegnare le
autorità massime nella difesa del buon nome dell'Italia. Certe cose non
offendono, senza fondamento, il Messana ma l'ITALIA. Noi noin siamo stati mai
crudeli colonialisti. Forse solo Graziani. Ma si difese bene con il celebre
libro: HO DIFESO LA PATRIA. Messana doveva scrivere un libro: ho servito e
onorato l'Italia. Io non sono patriota, sa! Ma la verità soprattutto!. Le
chiassate del 2012 a Riesi sanno di putridume propagandistico, di cerca di
contributi per manifestazioni pseudo culturali. La Repubblica, non so che le ha
preso. Di solito è giornale serio. Ma se nessuno contesta!
6 marzo 22.20.28
www.youtube.com
7 marzo 9.36.19
Veramente molto brava, le sue mani accarezzano le note con
una dolcezza coinvolgente...grazie e un caro saluto
21 marzo 2.32.08
www.youtube.com
26 marzo 11.08.39
Nella mia improvvida e allucinata galleria "Quando la
pittura è pittura", si infilano di prepotenza pennelli e scalpelli fioriti
in questa divina terra di Racalmuto. Quanto è superba questa Racalmuto! Come sa
generare anche geni di universale respiro come il nostro Leonardo! Come odio i
detrattori, le prefiche, i calunniatori, le cassandre autoctone, gli urologi
che vengono a sporcarci con la pipì della loro calunniatrice insolenza, le
visionarie del male, gli uccellacci della carta stampata. Contra Omnia
Racalmuto non si cura di nulla di codesti idioti vocianti e araba fenice sorge
risorge prospera e con una maliarda gioventù si accinge, bruciato il rancido
vecchiume, a volare nei cieli del già incipiente felice avvenire, opulento
ricco gioioso ironico e sardonico poetico e cromatico scultoreo colto e
sapiente.
1 aprile 15.40.29
Egregio signor Sindaco Zambuto L'ho molta apprezzata nelle
settimane scorso per avere voluto la Festa del Mandorlo in Fiore sia pure in
differita al 50%. Anche se Lei mi pare clericale ha comunque voluto - sia pure
in vesti dimesse - una festa che sprizza da tutti i suoi pori la grecità che
sta in tutti noi nati in questo angelico e demoniaco lembo di terra che
qualificherei dei Sicani. Le è giovane e quindi ardimentoso. Io son vecchio, ho
fatto già le mie guerre, direbbe l'Omero dell'Iliade, e alle porte Scee mi
porto per un parlare fiorito come cicale sul frondoso albero estivo. Mi
permetta quindi di invitarla a esperimenti nuovi, arditi appunto. Forse
l'attuale arcivescovo così frenetico nell'amdare in bici non se ne curerà.
Vorrei che Lei facessere rivere i miti le orgie i simbol i il vero senso di
quei magnifici templi che fanno di Agrigento se non la più bella città dei
mortali (ora non più, di sicuro) almeno la più ambigua e pagana città del
mondo. Impreziosire ad esempio il temio di Giunone; come?. Bello sarebbe fare
recitare alle giovani ma appassite mogli le lamentele alla comprensiva e
tradita moglie di Giove, la pingue Hera, le loro coniugali e anali doglianze.
Ma non si può. Eppure dei balletti e delle rievocazioni da parte di corpi di
ballo e di attorri che sappiano dare il senso del classico, si potrebbe. Le
sottopondo così un canovaccio che mi pare intrigante assai. Questa pagina di
Roberto Calasso (Le nozze di Cadmo e Armonia) sarebbe molta acconcia ad
ispirare sceneggiature e intermezzi recitati magari con il sottofondo di
musiche del maestro Michele Lizzi. Cosa Le chiedo per me? Nulla signor sindaco;
per faccende anagrafiche e per pensioni baby nulla mi serve. Allora? Mi
basterbbe dare qualche idea per il lancio del turismo colto ad Agrigento e ovvio
esteso ai paesi sicani propinqui.
5 aprile 15.13.58
"contraddisse e si contraddisse", lo disse
Sciascia? Forse che sì forse che no? Io non solo lo dico ma lo professo. Mi ha
molto impressionato il fatto che Tano Savatteri improbabile sindaco finché era evidente
che fosse una frottola del sornione Egidio il Grottese, appena sembrò che
avesse l'avallo del Circolo Unione divenne all'improvviso dignitoso ed
apprezzato candidato. Bastò che il Circolo Unione prestasse la sua firma a quel
raduno post fascista alla Fondazione che l'incontro politico fra tutti gli
aspiranti al seggio di Matrona divenisse cosa seria. Mi dico ora: MA PERCHE' IL
CIRCOLO COL SUO MASSONICO SIMBOLO e con il suo pio presidente non presenta esso
stesso una bella lista elettorale non inciuciata, calibrata, competente
elitaria, ammodo? Sindaco, lo stesso già politico di lungo corso, il presidente
Francesco Marchese; assessori, CALOGERO TAVERNA economia e finanza, Gaetano
Savatteri, Cultura e turismo, Carmelo Borsellino, attività economiche e
bilancio; Sergio Scimé, pubbliche relazioni e assistenza. Lista: sei delle
donne socie, e dieci tra i soci non coinvolti in beghe politiche e in
dissennatezze amministrative precorse. PROGRAMMA, quello che Calogero Taverna
va contrabbandando. arricchito e corretto. Non si riescono a raccoglie le 250
firme di presentazione? Non credo che sia una cosa molto difficoltosa. https://www.youtube.com/watch?v=uCKS3a_oVjE
www.youtube.com
31 maggio 15.10.53
Gentilissima signora Giovanna. io già sto a Roma. Vi starò
sino al 20 giugno. Quindi tornerò a Racalmuto per cercare di varare nel miglior
modo possibile la mostra di scrittura/pittura nel connubio Sciascia-Agato
Bruno. Avrà visto che mi sono fermato nelle mie ricerche su suo nonno. Resto
sempre indefettibilmente fermo nella mia tesi di un commissario/questore Ettore
Messana al di sopra e al di fuori delle denigrazioni politicizzate che 00hanno
inseguito quest tetragoa fidura di poliziotto di Stato. Quello che no riesci a
districare è la vicenda di Riesi del 1919/20. Che vi fu è fuori di discussione
come verante si dipiegò nessuno lo sa. Ed è fuor di dubbio che il Viminale
mantiene ancora il massimi riserbo che a dire il vero insspettisce. Umanamente
parlando tra il quetore Messana e il paese di sciscia il rapporto fu vago e
flebile. Il questore veniva qualche vota a Racalmuto solo per fars idoltrae da
quel folkloristico pesinaggi he fu Don Luigino essana, prsonaggio ormaidi fama
modale per l'effigie traxìcciata da leonardo Sciascia. Il questore Messana non
nacque a Racalmuto, la mamma credo non racalmutese e sua nonna credo che
odiasse il paese per ragioni sue intime. Il questore Messana però arruolò una
caterva di racalmutesi ed un qualche racalmutese deve a lui se poi divenne un
sia pure accidioso questore o vce quesore. Se nonlei, la sua parente Messana
potrebbe benissimo costringereil neo sindaco Messana - con cui io sno diuturno
conflitto ad intestare una piazza a questo personaggio di gran-commis dello
Stat che fu suo nonno.Significherebbe anhescalpire sul marmo l'importanza della
amoglia Messana a Racalmuto.
Stavo correggendo ma una mossa sbagliata ed ecco già partito
il testo. Anche così dovrebbe essere leggibile; quindi lascio andare chiedendo
scusa.
31 maggio 20.27.59
Vedo che alterniamo il tu al lei,mi farebbe piacere rimanere
sul tu se sei d'accordo... il numero del mio cell è 3471738605 se può servire
la mia presenza sarò disponibile ad un incontro
dipende dal mio momento psicologico nei tuoi confronti; il
tu mi viene spontaneo se dialoghiamo così sommessamente; il lei me lo impone la
maestosità della tua personalità che sento alitare quando il discorso si eleva.
Vorrei invitarti al Caffè Greco per uno scambio di opinioni circa la
personalità di tuo nonno.
Accetto,curiosa di conoscerti personalmente,lascio a te
anche la scelta del giorno e dell'ora
Attenzione alle attese .. la delusione è assicurata. I sono
un pensionata a 360 gradi quindi liberissimo. Qualsiasi giorni e qualsiasi ora
è assicurata. Ti pregherei quindi di stabilire tu ora e giorno che ti fa più
comodo. Grazie.
Non ho attese,mi piace parlare guardandosi ,gli occhi dicono
più delle parole,...se mi dai un recapito telefonico sarà più facile
stqabilire il giorno e l'ora io abito ad Ostia
ecco i mie due recapiti telefonici: 0665742876 oppure cell.
3291383700. Non tanto - o forse - per imitare Sciascia ma io non guido per cui
vediamo di conciliare le nostre difficoltà logistiche.
disturbo se ti chiamo ora?
Tutt'altro!!
3 giugno 18.47.31
Ti ringrazio per il tempo che mi hai dedica ieri,ho appreso
molto,rimaniamo d'accordo per giovedì mattina un saluto e buona serata
Ciao dolce splendida signora; a giovedì,(ma se vuoi possiamo
anticipare a domani mercoledì).
domani ho un impegno con la scuola di mia nipote
A giovedì allora
si certo 1ora è arrivato il momento della riscossa.....
sto leggendo la poesia del cactus.........anche tu gli anni
li porti a meraviglia ......
non lamentarti e poi il bene più grande è rimanete lucidi
attivi con il cervello(organo prezioso)e a te funziona alla grande
Non mi lamento!!!
3 giugno 23.03.48
L'altra Parrocchia del '49. Leonardo Sciascia Paese con
figure: E' questo il vero don Luigino Messana? ... ma il barone Trupia,
entrando col suo passo anchilosato, il gran naso che gli disegna un profilo
aerodinamico, muoveva le mani, leggere come farfalle, a foggiare nell'aria un
gran corpo di donna: una di quelle gigantesse alla Baudelaire, alla cui ombra
don Ignazio riprende quota come una piccola mongolfiera. Così tutti i nostri
personaggi (perché sono gli uomini che vediamo ogni giorno, ma al tempo stesso
sono personaggi in cerca d'autore) parlano ora di donne - e il signor Munisteri
riprende sonno dentro la sua poltrona. Le donne, le donne. Sono tutti mariti
premurosi e fedelissimi, di donne non conoscono che la propria moglie: ma quale
fantasia, che baldiniana golosità, con che gusto si accendono in determinazioni
anatomiche, in battute piccanti. Il barone Trupia si affida all'eloquenza delle
mani: forse vedremo le sue mani staccarsi, volteggiare nell'aria, svanire alla
ricerca di quella donna incontrata quarant'anni fa a Pinerolo, nella tal via di
Milano, dentro la tal piazza di Roma. Ecco: è già un personaggio, il nostro
barone Trupia; può benissimo entrare dentro le saporitissime pagine di uno
scrittore contemporaneo che tanto amiamo. E magari uscirne sbattendo la porta,
tanto la sua presenza annienterebbe i vari Percolla e Muscarà del "Don
Giovanni in Sicilia".
5 giugno 21.56.45
se hai un telefono fisso comunicamelo. Il mio è a Roma
0665742876 a Racalmuto è 0922948173
Sciascia stravolge poi la sua ironia sulla sessuomania del
Circolo Unione. Ecco come "I giovani apposta tirano fuori discorsi sulle
donne., fingono malinconia considerando chi per l'età più non le può godere.
Don Ferdinando Trupia salta su dal divano - ho settant'anni, ma una bella donna
la sento da qui alla chiesa del Carmine; voi voglio vedere quando avrete la mia
età. I giovani protestano - ma noi in generale parliamo, sappiamo quello che
lei è ancora capace di fare. Sì - dice don Ferdinando - son capace di fare cose
da pazzi, con una donna. L'altro giorno, a Palermo , sapete che mi disse una
donna? Tu meglio di un giovane di vent'anni sei, mi disse, non è una cosa
normale, dovresti andare da Coppola (Coppola è il primario della clinica psichiatrica
universitaria). Da Coppola, capite? Pare anche a me che non è una cosa normale,
proprio voglio andarci, i nervi sono. Il barone Lascuda leva gli occhi dal
giornale, si volge al vicino - lui deve andare da Coppola? E io che dovrei
fare? Chiudermi tra quattro mura enon uscire più di casa, questo dovrei fare.
Una cosa ti dico, che non ne posso più. L'altra sera sono andato a fare visita
ad un amico, c'erano tre ragazze che mi stavano intorno, son dovuto andar via
perché non ce la facevo più; queste se ne accorgono, pensavo, e che figura ci
faccio? Che stai dicendo? - chiede don Ferdinando, vibrante come un diapason
nel timore che si mormori di lui - Vai cercando donne? E perché no - dice il
barone, tu sei dell'ottantatre e io dell'ottantasette. te ne sei scordato? Don
Ferdinando si avvicina ad uno dei giovani, mormora - ora ci divertiamo - questo
qui raglia sempre di donne, come un asino castrato è, non c'è da credere mezza
parola. Poi rivolto al barone - raccontami di queste ragazze, credo di sapere chi
sono, forse ti pigliavano a gabbo. Tu non sai niente - dice il barone - né io
posso dirti niente; ma per pigliare a gabbo me ce ne vuole, e tu lo sai. Le
ragazze mi strusciavano addosso come gatte, una ce n'era con un paio d'occhi,
una bocca. e il petto che mi toccava l'orecchio, lei si chinava apposta e il
petto mi toccava l'orecchio, qui; era una osa --- poi si è messa a suonare il
pianoforte, io le stavo di faccia, in um modo mi guardava ..." [segue]
6 giugno 13.26.16
Buongiorno....sono al pc e sto documentandomi sui fatti
riguardanti la Slovenia ....non ti nascondo che la cosa non mi è facile.....c'è
comunque tanta voglia di andare infondo
ieri avevi parlato di compiti a casa .......
io ieri il compito a casa l'ho fatto. Ho raccolto un
centinaio di pagine su tuo nonno. Ti avevo chiesto se avevi il telefono fisso
perché dovendo parlare a lungo il telefonino è micidiale. Ora vado a pranzo.
Questo pomeriggio, mettiamoci in contatto. Un carissimo saluto e l'augurio di
uno splendido pomeriggio.
Grazie ,il mio numero fisso è0656339881,buon pranzo a dopo
6 giugno 15.24.14
Qui riporto antiche mie cose. In sintesi vi è poi il mio
approccio alla questione ETTORE MESSANA. Non condividevo allora sberleffi
infondati, figurarsi adesso che di ricerche ne ho fatte tante e molto proficue
in onore del Questore Ettore Messana e molto a disdoro dei di lui denigratori,
falsari e sopprattuto calunniatori. Io spero che Totò (come MALGRADO TUTTO) mi
leggano già qui e si accingano a contattarmi per una loro indefettibile RESIPISCENZA
OPEROSA (altrimenti corrono brutti rischi dovendosela vedere con le ire della
signora GIOVANNA MESSANA di Roma - ma abita a Osta - che è poi l'unica ad
essere superstite parente diretta del questore le cui radici racalmutesi alla
fin fine si legano solo al suo genitore) Si dà il caso che l’ex Sindaco di
Racalmuto sia penna vivacissima e irrefrenabilmente polemica. Mi delizia, come
può accadere tra affini. Ha per il momento i guai suoi e non sono bazzecole.
Dovrebbe rinchiudersi nei suoi attacchi-difesa. Ma son panni per lui molto
stretti. Così deborda in un comodo anticomunismo d’altri tempi, in confronti
tra le paghe dei ricchi e le miserie dei poveri, ed ecco da ultimo nel dileggio
di grandi (in ogni senso, anche negativo) personaggi locali. Cozza così con le
mie convinzioni di aduso alle ispezioni bancarie d’alto tiro e con i risultati
delle mie frequentazioni dei più disparati archivi di stato o di santa romana
chiesa. Riprendo un mio contrappormi in Facebook per darne ragguaglio anche a
miei lettori d’altre sponde. Scusatemi. 6 febbraio Salvatore Petrottoha
pubblicato qualcosa sullaCalogero Taverna 16 ore fa Scoprire con triste ed
amara meraviglia che certi personaggi, davvero inquietanti, che hanno segnato,
assai negativamente, la storia d'Italia sono di Racalmuto, mi rattrista non
poco. Mi riferisco al mafioso vero e non presunto tale, Jò Macaluso, braccio
destro di Sindona, una sorta di factotum siculo-americano che aveva le porte
aperte persino alla Casa Bianca, ai tempi di Nixon! Od ancora, ad Et...tore
Messana, il terribile questore, fascista della prima ora, già alle prese con le
stragi di centinaia di operai e contadini durante il famoso Biennio Rosso, tra
il 1919 e 1920. Lo stesso Messana che, vent'anni dopo avere represso nel sangue
le lotte sindacali di moltitudini di poveri disgraziati, fece sterminare
migliaia di iugoslavi a Lubiana, in Slovenia, con la scusa che erano comunisti.
Un criminale di guerra che, anziché essere condannato per le torture ed i
numerosi eccidi perpetrati, dopo la caduta del Fascismo, viene,
inspiegabilmente, riabilitato e nominato capo della polizia in Sicilia, dal
governo Bonomi, di cui faceva parte anche Alcide De Gasperi. Una volta in
Sicilia il Messana si accorda con la mafia, la stessa mafia che fece uccidere
centinaia di inermi contadini e che perpetrò la prima strage di Stato in
Italia, all'indomani della caduta del fascismo, quella di Portella delle
Ginestre. Mafia che fece uccidere i sindacalisti Accursio Miraglia e Girolamo
Li Causi. Quest'ultimo, Li Causi, tra l'altro, proprio a proposito del Messana,
ebbe modo di dire che era il capo dei banditi, mentre Giuliano una sorta di
capo della polizia. Tutto a ruoli invertiti! Stato ed Antistato, mafia ed
antimafia, sono spesso allora come oggi la stessa cosa! Che tristi ed amare
verità, un pò sciasciane ed un un pò troppo racalmutesi, visto che tali
protagonisti, di queste terribili storie d'Italia, sono di Racalmuto! Sciascia
ed i suoi contrari, potremmo concludere, se ci riferiamo al questore aguzzino, poi
divenuto capo della polizia in Sicilia, Ettore Messana, od ancora al mafioso Jò
Macaluso.Visualizza altro ********************* Lillo Taverna Carissimo Totò,
ti piace il tono acuto anzi acutissimo e figurati se puoi troare un censore nel
sottoscritto che se può ha voglia di gridare più di te. Trattandosi ora
dell'onore di Racalmuto cui tengo in modo spasmodico sino a bittare natemi a
figli di amici miei che mi sono sari e cui debbo persino gratitudine, mi
permetto di contraddirti. 10 ore fa • Mi piace Lillo Taverna Joe Macluso non fu
(anzi non è visto che è ancora vivo) quel truculento boss della mafia
siculo-americana che fu comodo far credere. Le ciarle dei giornali e dei
mass-madia sono comiche di disinformati. Personaggio folklorico quanto ti pare,
capace di andare a S. Francesco e cercare di liberare il padre dal tetto, ma
niente di più. Quanto a Sindona - e credo di saperne e di sapere cose in
esclusiva - fu utile idiota, tanto più utile quanto più idiota. Ci rimise
persino la pelle per la sua insipienza. Sai che Occiuto ed io restammo
disorientati dal fatto che codesto signor Presidente di ben quattro banche (tre
a Milano ed una a Messina) non aveva manco apposto la firma nei più scottanti
verbali dei consigli di amministrazione e non per furbizia, solo per non essere
stato manco inviato.
6 giugno 18.19.42
stasera ho inviato questo breve preavviso a Claudia
Cernigoi: lei dovrebbe essere l'autrice di foglietti infamanti il dottore
Ettore Messana già ispettore generale di pubblica sicurezza. In contatto con la
nipote di tanto grande personaggio della storia di Italia ho fatto e continuo a
fare ricerche che la smentiscono in pieno Non so se reputa di procedere ad una
sorta di resipiscenza operosa. Sappia che la signora Giovanna Messana non è
persona da oppiare. Certo non ha avuto tempo per inseguire e perseguire codesti
sedicenti storici fabbricanti di calunnie nei confronti del suo grande avo. Ma
ora ha deciso.
,bravissimo,ottimo avvertimento,
ne sto spedendo un altro a G. Casarrubea
bene
Malgrado Tutto si è reso colpevole di una diffusione di
notizie infamanti nei confronti di questo nostro grande concittadino, il noto
personaggio Ettore Messana, celeberrimo ospite nel nostro famosissimo
personaggio don Luigino Messana in arte - per voce corrente - don Ferdinando
Trupia di sciasciana memoria. Ho inviato un subdolo preavviso solo
apparentemente rivolto ad una sedicente giornalista triestina. Ecco: stasera ho
inviato questo breve preavviso a Claudia Cernigoi: lei dovrebbe essere
l'autrice di foglietti infamanti il dottore Ettore Messana già ispettore
generale di pubblica sicurezza. In contatto con la nipote di tanto grande
personaggio della storia di Italia ho fatto e continuo a fare ricerche che la
smentiscono in pieno Non so se reputa di procedere ad una sorta di resipiscenza
operosa. Sappia che la signora Giovanna Messana non è persona da oppiare. Certo
non ha avuto tempo per inseguire e perseguire codesti sedicenti storici
fabbricanti di calunnie nei confronti del suo grande avo. Ma ora ha deciso.
ottimo......l'ho già condiviso
6 giugno 23.19.02
Questo il passo di Li Causi che dovresti cercare e
trascrivere o fotocopiare nell'Archivio Centrale di Stato. Da qui parte
l'ignominia Riesi -------------------- Cfr. Discorso di Girolamo Li Causi al
Senato della repubblica, 23 giugno 1949, in Commissione parlamentare di
inchiesta sul fenomeno della mafia in Sicilia, Atti relativi alla strage di
Portella della Ginestra, parte prima, p. 90.
7 giugno 2.36.24
A UMBERTO SANTINO mi pare che lei scriva che "il
Commissario Messana" avrebbe nel 1919 fatto sparare sui contadini di Riesi
provocando 15 morti e 50 feriti. Sto facendo ricerche accurate e questo non mi
risulta anzi mi sa di mistificazione diffamatoria. Sto cercando di tutelare il
buon nome del nonno della signora Giovanna Messana e quindi credo che sia suo
dovere dimostrarmi la fondatezza della sua accusa
Leggo a suo nome espressioni lesive dell'onore del questore
Ettore Messana. Per incarico della signora Giovanna Messana, nipote di questo
grande personaggio storico e altamente meritevole quale il grande Ufficiale
Ettore Messana Ispettore generale di PS sto conducendo accurate indagini
storiche e quindi posso comprovare nelle competenti sede che la Signora intende
adire che quanto affermato nell'articolo a suo nome è infondato e distorsivo
della verità nei termini e nel significato che verranno più pertinentemente
formulati.
7 giugno 19.24.45
Ho trovato un testo storico sui fatti di Riesi che ti
riporto qui. Reputi che possa pubblicarlo subito o è meglio che appuriamo altre
cose?
il libro è questo qui
e questi alcuni dati su quello storico: (Scusami se non
riesco a farti delle copie decenti.se trovi difficolta allora puoi tirar fuori
direttamente tu il libro da internet http://www.riesi.com/archiviolastoriadiriesisalferro/home,htm
)
8 giugno 18.05.24
non sono riuscita a leggere nulla ,cliccando sull'indirizzo
non mi si apre la paggina sono costretta a farmi aiutare da mia nipote,non sono
a casa ti chiamo al telefono domani mattina,oggi ho avuto la bellissima
sorpresa della venuta di Domenica,siamo state insieme non molto perchèera in
partenza con il figlio per Napoli ci sentiamo domani ciao e grazie
ho visto la foto: complimenti e tantissimi auguri a questa
grande famiglia dei Messana, nelle forme più allargate. Hai fatto un ottimo
pranzo.
si è stata una piacevolissima sorpresa
sto leggendo l'intervento di Licausi ......altre pag non mi
si sono aperte devo chiedere aiuto a mia nipote
sono a casa di mia figlia e sto adoperando il suo pc ti
telefono da casa
non so se faro dardi se rientro ad orario decente ti chiamo
ci spero e ci conto
8 giugno 22.46.38
ho stasera inviato questo biglietto all'IstitutoItaliano di
Cultura - Lubiana.
Sto facendo delle ricerche storiche sul questore Ettotre
Messana. Fu questore di Lubiana nel tragico periodo tra il 1941 e il 1942.
Potreste darmi suggerimenti, notizie, riferimenti bibliografici ed altro?Vi
sarei particolarmente grato. Calogero Taverna già ispettore capomissione della
Vigilanza sulle aziende di credito della Banca d'Italia; superispettore del
SECIT (Ministero Finanze) nel settennio della fondazione sotto il ministro
Reviglio - ab. a Roma via Lorenzo Rocci 68, 00151 Roma, tel. 0665742876 o cell.
3291383700. Spesso me ne sto nel mio paese natio, il paese di Sciascia,
Racalmuto, in via F. Martorana 11bis, 92020 Racalmuto (Ag.) tel. 0922948173.
Grazie.
10 giugno 0.21.48
Carissima Giovanna, leggo in Storia d'Italia- Le regioni -
DALL'UNITA' AD OGGI, LA SICILIA / GIULIO EINAUDI EDITORI Rosario Mangiameli la
regione di guerra 1945/50, pag. 576 /ss. I continui rasstellamenti avrebbero
dovuto mettere incrisi secondol-opinione di Ettore Messana , responsabile
dell-ispettorato di Pubblica Sicurezza, i traffici illegali e alienare a
Giuliano le simpatie della popolazione che lo considerava suo protettore. E-
convinzione di molti che se Giuliano non cadr' ben presto nelle maniella
giustizia dovr' rimanere vittima della maffia, stanca ed atterrita dallo
sconvolgimento che ha determinato l-inusitato quanto inaspettato movimento di
forze anzidette. In questi giorni / non [ strana coincidenza / non pochi
malfattori, alcuni di essi noti capobancda, sono stati trovatiuccisi senza che
sia stata rivelata alcuna traccia egli uccisori.
Tralascio le considerazioni di Mangiameli decisamente
settarie e prevenute. penso che i successivi accadidienti abbian dat ragione al
Messana anzich{ alle postume insinuazioni del Mangiameli. Quello per; che qui
importa [ la seguente citazione> ACS, per arcivio centrale di stato, PCM ,
1944 / 47 , 8\2 | 10371 Sicilia ordine pubblico rapporto di Messana cel 17
febbraio 1946 Sulle indagini per la cattura di Giuliano vedi le ben documentate
pagine di Spano- Faccia a faccia con lamafia.
pag. 578 nota n. 25 Il primo a fare il nome di Giuliano fu
l-ispettore Mesana che contava su impoetanti confidenti nella banda, il
principale di questi Fra Diavolo, al ecoloSalvatore Ferrei, legato alla mafia
del Trapanese, fu ucciso il 27 giugno 1947 nella caserma dei carabinieri di
Alcamo, dove si trovava in stato di fermo. Era questo un episodiodella lotta
tra polizia e carabinieri per assicurarsi la cattura di Giuliano, ma on la
morte di ferreri scompariva un possibile testimonesui mandanti ella strage di
Portella della Ginestra. Ferrei infatti per primoaveva parlato della esistenza
di un lettera che consegnata da Pasquale Sciortino a Giuliano, vrebbe influito
sulla decisione di compierela strage. Cfr, le deposizioni del generale dei carabinieriGiacinto
Paoloantonio davanti alla commissione antimafia in Archivio Italiano Testo
integrale , pp. 419&23, 467/83. 723 37.
Carissima Giovanna, leggo in Storia d'Italia- Le regioni -
DALL'UNITA' AD OGGI, LA SICILIA - GIULIO EINAUDI EDITORI Rosario Mangiameli la
regione di guerra 1945/50, pag. 576 /ss. “I continui rastrellamenti avrebbero
dovuto mettere in crisi secondo l’opinione di Ettore Messana , responsabile
dell’ispettorato di Pubblica Sicurezza, i traffici illegali e alienare a
Giuliano le simpatie della popolazione che lo considerava suo protettore: «E’
convinzione di molti che se Giuliano non cadrà ben presto nelle mani della
giustizia dovrà rimanere vittima della maffia, stanca ed atterrita dallo
sconvolgimento che ha determinato l’inusitato quanto inaspettato movimento di
forze anzidette. In questi giorni -non è strana coincidenza - non pochi
malfattori, alcuni di essi noti capi banda, sono stati trovati uccisi senza che
sia stata rivelata alcuna traccia degli uccisori. » Tralascio le considerazioni
di Mangiameli decisamente settarie e prevenute. Penso che i successivi
accadimenti abbiano dato ragione al Messana anziché alle postume insinuazioni
del Mangiameli. Quello però che qui importa è la seguente citazione: ACS, (per
Archivio centrale di Stato), PCM , 1944- 47, 8-2 /10371 Sicilia ordine pubblico
rapporto di Messana del 17 febbraio 1946 Sulle indagini per la cattura di
Giuliano vedi le ben documentate pagine di Spanò- Faccia a faccia con la mafia.
Nella successiva pagina 578 abbiamo questa importantissima nota: n. 25 Il primo
a fare il nome di Giuliano fu l’ispettore Messana che contava su importanti
confidenti nella banda, il principale di questi Fra Diavolo, al secolo
Salvatore Ferreri, legato alla mafia del Trapanese, fu ucciso il 27 giugno 1947
nella caserma dei carabinieri di Alcamo, dove si trovava in stato di fermo. Era
questo un episodio della lotta tra polizia e carabinieri per assicurarsi la
cattura di Giuliano, ma con la morte di Ferreri scompariva un possibile
testimone sui mandanti della strage di Portella della Ginestra. Ferreri infatti
per primo aveva parlato della esistenza di una lettera che consegnata da
Pasquale Sciortino a Giuliano, avrebbe influito sulla decisione di compiere la
strage [di Portella delle Ginestre]. Cfr, le deposizioni del generale dei
carabinieri Giacinto Paoloantonio davanti alla Commissione antimafia in
Archivio Italiano Testo integrale , pp. 419-23, 467-83. 723- 37.
10 giugno 12.59.58
Contra Omnia Racalmuto ...per mestiere spiego bene agli
altri quello che per me non comprendo. sabato 15 febbraio 2014 Li Causi, chi
era l'on. Girolamo Li Causi. Ci imbattiamo in codesto grande comunista in
queste nostre attuali ricerche sulla massiccia figura del questore Messana. Se
amiamo la verità, la nostra indagine deve spaziare a trecentosessanta gradi con
spirito storico, distaccato, per quanto possibile avalutativo. Come vedremo
Casarrubea si appoggia a Li Causa per deturpare la figura di Messana. Ne
vedremo a suo tempo le distorsioni persino infamanti Girolamo Li Causi Da
Wikipedia, l'enciclopedia libera. sen. Girolamo Li Causi Bandiera italiana
Parlamento italiano Senato della Repubblica GirolamoLiCausi.jpg Luogo nascita
Termini Imerese Data nascita 1º gennaio 1896 Luogo morte Palermo Data morte 14
aprile 1977 Titolo di studio Laurea in scienze economiche Professione
Pubblicista Partito PCI Legislatura I, V Gruppo Comunista Incarichi
parlamentari Vicepresidente della commissione speciale pdl enti locali regione
siciliana dal 9 marzo 1950 al 24 giugno 1953 Vicepresidente della commissione
parlamentare d'inchiesta sul fenomeno della "mafia" dal 13 novembre
1968 al 24 maggio 1972 Incarichi parlamentari Vicepresidente della Commissione
Speciale Per L'esame Del Disegno Di Legge N.1: "Autorizzazione All'esercizio
Provvisorio Del Bilancio Per L'anno Finanziario 1953-1954" dal 25 giugno
1953 all'11 giugno 1958 Vicepresidente della Giunta Per I Trattati Di Commercio
E La Legislazione Doganale dal 6 ottobre 1953 all'11 giugno 1958 Vicepresidente
della Camera dei Deputati dal 12 giugno 1958 al 15 maggio 1963 Vicepresidente
della commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno della mafia in Sicilia
dal 5 giugno 1963 al 4 giugno 1968 on. Girolamo Li Causi Bandiera italiana
Assemblea costituente Collegio Unico Nazionale Pagina istituzionale « Perché
avete fatto uccidere Giuliano? Perché avete turato questa bocca? La risposta è
unica: l'avete turata perché Giuliano avrebbe potuto ripetere le ragioni per le
quali Scelba lo ha fatto uccidere. Ora aspettiamo che le raccontino gli uomini
politici, e verrà il tempo che le racconteranno. » (Girolamo Li Causi.
Intervento alla Camera dei deputati nella seduta del 26 ottobre 1951[1])
Girolamo Li Causi (Termini Imerese, 1º gennaio 1896 – Palermo, 14 aprile 1977)
è stato un politico italiano. È stato il primo segretario del PCI siciliano.
Indice [nascondi] 1 Biografia 1.1 Incarichi istituzionali 1.2 Portella della
Ginestra 1.2.1 Documenti 2 Note 3 Bibliografia 4 Collegamenti esterni
Biografia[modifica sorgente] Già dirigente socialista, aderì al Partito
Comunista d'Italia nel 1924. Nel 1926 fu per alcuni mesi direttore de L'Unità.
Nel 1928 venne arrestato per la sua attività antifascista e condannato a 21
anni di carcere. Liberato nell'estate del 1943, diventò partigiano ed entrò nel
CLNAI. Venne quindi rimandato nella natia Sicilia per organizzare la presenza
del Partito Comunista, di cui divenne il primo segretario regionale. Il forte
impegno politico contro la mafia caratterizzò subito la sua azione e per questo
16 settembre 1944 fu vittima di un attentato da parte di un gruppo di mafiosi
guidato da Calogero Vizzini. In tale occasione, in cui vennero ferite 14
persone, Li Causi venne attaccato durante un comizio in cui stava intervenendo
insieme a Gino Cardamone e Michele Pantaleone a Villalba[2]. Incarichi
istituzionali[modifica sorgente] Nel 1946 venne eletto deputato nell'Assemblea
Costituente. Fu eletto per la Prima volta in Parlamento nel 1948 e, attraverso
varie legislature, ricoprì la carica di Deputato e quella di Senatore. Fu
vicepresidente della prima Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno
mafioso. Portella della Ginestra[modifica sorgente] « Gli obiettivi immediati
delle forze alleate in Sicilia furono dunque: a) mantenere l'ordine conservando
nello stesso tempo buoni rapporti con la popolazione; b) ripristinare un
tessuto sociale affidabile e conforme agli interessi anglo-americani, come si
venivano delineando nel quadro strategico internazionale; c) stroncare le forze
di sinistra prima di un loro troppo profondo radicamento sociale. » (Nicola
Tranfaglia in "Come nasce la Repubblica", pagine fra 91 e 98) Li
Causi fu probabilmente l’uomo politico più direttamente impegnato sulla strage
di Portella della Ginestra: la denunciò all’opinione pubblica e ne seguì gli
sviluppi, individuandone la principale causa nella vittoria, alle elezioni
regionali, dell’alleanza elettorale di sinistra in un contesto di scontro tra
il separatismo isolano e il movimento contadino che chiedeva l’applicazione
della riforma agraria. Li Causi indirizzò inoltre durissime accuse anche alle
forze di polizia, denunciando i loro legami con mafiosi e saparatisti, e al
ministro Mario Scelba, più volte accusato di essere direttamente implicato
nella vicenda. Documenti[modifica sorgente] Il 10 maggio 1950, durante la sua
deposizione istruttoria, Girolamo Li Causi presentò alcuni significativi
documenti. Venne esibita per prima una lettera mandata da Salvatore Giuliano
all'Unità con richiesta di pubblicazione. Il timbro fa risalire la missiva al 2
ottobre 1948. Fra gli stralci di interesse investigativo si trova questo:
"[...] oggi potrei mostrare una lettera che un amico intimo del signor
Scelba, proprio alla vigilia delle elezioni, mi mandò e conteneva la promessa
[...]". Il secondo documento presentato, era una missiva autografa di
Giuliano che rispondeva al comizio dello stesso Li Causi tenuto a Portella
della Ginestra i 1º maggio 1949, quando venne scoperta la lapide dedicata alle
vittime. In questo discorso che fece scalpore all'epoca, Li causi chiese
direttamente a Giuliano di far i nomi dei mandanti della strage e nella lettera
esibita Giuliano rispondeva: "I nomi possono farli coloro che tengono la
faccia di bronzo, ma non un uomo [...]". Li Causi esibì infine una terza
lettera autografa di Giuliano, già pubblicata dall'Unità il 30 aprile 1950, in
cui il malvivente minacciava senza mezzi termini Mario Scelba in riferimento al
suo luogotenente Gaspare Pisciotta, in odore di tradimento. « Il Giuliano
allora si è avvicinato a me chiedendomi dove fosse mio fratello. Ho risposto
che si trovava in paese con un foruncolo. Egli allora mi ha detto: 'E' venuta
la nostra liberazione'. Io ho chiesto: -E qual è?- Ed egli di rimando mi disse:
'Bisogna fare un'azione contro i comunisti: bisogna andare a sparare contro di
loro, il 1º maggio a Portella della Ginestra. Io ho risposto dicendo che era
un'azione indegna, trattandosi di una festa popolare alla quale avrebbero preso
parte donne e bambini ed aggiunsi: 'Non devi prendertela contro le donne ed i
bambini, devi prendertela contro Li Causi e gli altri capoccia. »
(Dichiarazione di Gaspare Pisciotta, luogotenente di Salvatore Giuliano) Tutte
queste lettere, unitamente alla deposizione di Pisciotta in cui lo stesso
sostiene la presenza di una corrispondenza tra Giuliano e il Ministro Mario
Scelba (latore un deputato amico), non fornirono, secondo gli investigatori,
riscontri oggettivi al proseguimento delle indagini in direzione di un
intreccio destabilizzante fra Salvatore Giuliano e segmenti dell'ambiente
politico. [1] Note[modifica sorgente] 1.^ at Leinchieste.com 2.^ dai fatti
raccontati da Alfio Caruso nel libro Turiddu il postelegrafonico
Bibliografia[modifica sorgente] Girolamo Li Causi, "Terra di Frontiera.
Una stagione politica in Sicilia 1944-1960", a cura di Davide Romano
presentazione di Italo Tripi e della prefazione di Oliviero Diliberto Edizioni
La Zisa, 2009. Francesco Petrotta, Portella della Ginestra. La ricerca della
verità, Ediesse 2007, ISBN 978-88-230-1201-1 Giuseppe Casarrubea e Mario J.
Cereghino, Tango Connection, Bompiani Carlo Ruta, Giuliano e lo Stato.
Documenti e testimonianze sul primo intrigo della repubblica, Edi.bi.si.,
Messina 2002 Collegamenti esterni[modifica sorgente] Lo sbarco Alleato ed il
riemergere della mafia Portella della Ginestra Intervento di Girolamo Li Causi
all'Assemblea Costituente, seduta del 15 luglio 1947. Mafia e banditismo
Estratto da un documento del 18 settembre 1948, conservato presso l'Archivio
Istituto Gramsci Siciliano, fondo "Girolamo Li Causi" Il Filo Nero a cura
di Vincenzo Vasile Documenti statunitensi e italiani sulla Banda Giuliano, la X
Mas e il neofascismo in Sicilia (1944 – 1947) a cura di Giuseppe Casarrubea
annotiamo questi appunti. Ne trarrermo spunti per
documentare come si sbatte un mostro in prima pagina. Vizio giornalistico
mondiale, nequizia della sedicente cultura storica italiana molto nostrana. Lo
scoop come lo scoop anche nell'inventare una fasulla pagina di storia. Si vince
una cattedra. Il mostro sbattuto in prima pagina si chiama: questore ETTORE MESSANA
da Regalpetra Libera Racalmutouto: l'onore della famiglia gravemente vilipeso,
il buon nome di Racalmuto giù nel fango. Difenderemo con documenti sia l'onore
della famiglia Messana, sia il buon nome di questo infangato grande paese di
Sciascia, RACALMUTO. Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. < Utente:Lupo
rosso | Sandbox Indice [nascondi] • 1 il convegno di Palermo o 1.1 Introduzione
o 1.2 intervento di Salvatore Lupo o 1.3 intervento di Ernesto Burgio e Lino
Buscemi o 1.4 intervento di Giuseppe Casarrubea o 1.5 intervento di Giuseppe
Carlo Marino • 2 Collegamenti Esterni • 3 Note il convegno di Palermo[modifica
| modifica sorgente]
Utente:Lupo_rosso/Sandbox/relazioni_mafia_fascismo_servizi_segreticaso_Mori
Introduzione[modifica | modifica sorgente] Il convegno di Palermo prende spunto
da un libro giudicato dagli esperti del settore molto importante per documenti
presentati .Il titolo del libro e' come nasce la repubblica? diNicola
Tranfaglia;il convegno di Palermo e' inerente ai rapporti tra mafia, Vaticano e
neofascismo dallo sbarco degli alleati in Sicilia al 1947 basato sulla ricerca
di Nicola Tranfaglia e di Giuseppe Casarrubea,come nasce la repubblica?
utilizza come pezza d'appoggio i documenti americani e italiani desecretati,il
convegno arriva, arricchendole della conoscenza ed esperienza degli storici
partecipanti, a conclusioni che si ritrovano sviluppate e completate da
materiali storici comprovanti nel libro [1] Promotori del convegno sono il
preside della Facoltà di Lettere Giovanni Ruffini e Salvatore Lupo, ordinario
di Storia contemporanea presso la stessa facolta'. Le parole di Girolamo Li
Causi nell'intervento alla camera dei deputatinella seduta del 26 ottobre 1951
servono ad introdurre la tematica del convegno di Palermo in cui si sviluperranno
le tesi accusatorie espresse da Girolamo Li Causi ed avvalorate dai documenti
desecretati presentati da Nicola Tranfaglia in come nasce la repubblica? « Il
popolo siciliano è stato accusato dal Ministro Scelba di omertà. Ma voi, come
potete immaginare che a Monreale, dove si sapeva che la famiglia del Miceli era
d'accordo con Verdiani,[2][3] In quella seduta, Girolamo Li Causi si assume il
compito di illustrare l'interpellanza presentata assieme con Giuseppe
Montalbano[4], Riccardo Lombardi, Virgilio Nasi, Umberto Fiore[5] e Luigi
Sansone al presidente del Consiglio e dai ministri dell'Interno e di Grazia e
Giustizia sulla gravità della situazione in Sicilia. e che ospitava Giuliano,
ci possa essere chi vada a denunciare i Miceli[6][7]? Polizia, banditi, mafia,
erano insieme, mangiavano insieme, e voi accusate il popolo siciliano di
omertà, mentre il funzionario dello Stato appare il correo, il favoreggiatore,
l'istigatore. Voi avete accusato il popolo siciliano di omertà, ma l'omertà è
vostra, per aver sospinto i vostri funzionari a questi metodi, per aver
indirizzato la loro azione a martoriare le popolazioni, per aver tollerato che
violassero la legge. Ma è naturale per voi che debba essere così, dato lo scopo
che volete raggiungere. Il vostro disegno è chiaro: condanniamo quelli delle
gabbie di Viterbo, diamo loro l'ergastolo e la nostra coscienza di gente civile
è appagata; chiudiamo questa pagina vergognosa e non diamo più spettacolo
all'estero. Già, come se queste ferite sanguinose potessero essere così sanate!
» « Credete che non ci fosse stato il movimento contadino, se non ci fossero i
partiti democratici questo bubbone sarebbe scoppiato? No, questi delitti
sarebbero stati occultati, le istruttorie archiviate, come si faceva prima. Ora
non è più possibile commettere impunemente delitti per conservare i propri
privilegi, per violare la Costituzione; oggi non è più possibile che la Nazione
possa consentire che, commesso il primo delitto, quello di violare la
Costituzione, seguano tutti gli altri, per cui dai Verdiani, dai Luca, dai
Perenze,[8] fino all'ultimo maresciallo dei carabinieri si può impunemente
infrangere la legge, con la coscienza che la legge si viola "contro i
comunisti", gli assoldati di Stalin, i nemici della Patria, contro i
quali, quindi, tutto è lecito. » [9] intervento di Salvatore Lupo[modifica |
modifica sorgente] L'introduzione di Salvatore Lupo di per se stessa
costituisce un momento di sintesi dell'intero periodo storico in questione. «
“...la nuova Italia non nasce indipendente ma sotto l’occupazione americana,
che ci fa capire come la Resistenza al fascismo abbia riscattato la sconfitta
ma non del tutto, l’Italia resta un paese soggetto a tale occupazione che
perdura dal ’44 al 47’e poi segna il passaggio del nostro paese al Patto
Atlantico”. La sua formula del “doppio Stato con una doppia fedeltà” è
interessante, indica accordi segreti tra un pezzo di Stato italiano e i servizi
segreti americani. L’Italia si presenta come un paese sconfitto e l’Italia nel
mezzogiorno non è certo un’Italia resistenziale. I tentativi al sud di arrivare
ai livelli del centro nord non reggono, il movimento contadino, che parte in
Sicilia dopo il 46’, non è la Resistenza italiana al fascismo. Nel Mezzogiorno
di fatto non c’è stata la Resistenza[10], quindi da qusto punto di vista il sud
non riflette e non rappresenta i partiti di massa: socialisti, comunisti e
cattolici. “Questo il contesto- dice Lupo- nel quale nascono logiche di potere
occulte che tendono a reprimere la libertà di scelte politiche chiare. Al nord
si assiste allo scontro tra democrazia cristiana e comunismo, al sud si cerca
di costruire una rete clandestina per sconfiggere il nemico comune, i
comunisti! Ecco quindi dopo la guerra la nascita di gruppi combattenti italiani
anti-comunisti, infiltrati dalla X_MAS. » [11] L'introduzione di Salvatore Lupo
presegue illustrando il patto di fra tra mafia ed esercito americano (con
l'interessamento sul campo degli agenti OSS Max Corvo e Vincent Scamporino,gia'
avvocato di famiglie mafiose negli USA,[12] piu' specificatamente) per lo
sbarco in Sicilia .I documenti desecretati indicano che questo patto organico
e' stato fatto.L'esercito americano,fra l'altro,a parte ovvviamente i livelli
superiori,non tutti,a conoscenza di tali intralazzi,si configura in linea di
massima la realta' siciliana come una realta' primitiva senza comprenderne la
complessita';ovverossia in linea di massima l'esercito non conosce cosa e' la
mafia e quindi ne accetta l'aiuto sia militare che per il mantenimento dell'ordine,prova
ne sara' che diversi capi mafiosi nel periodo divengono carche pubbliche in
molti centri siciliani.Ma il patto fondamentale e' con i capi mafiosi d alto
rango come Vito genovese che diventerra' vice del plenipotenziario
Charles_Poletti e giovani mafiosi che faranno una gran carrriera come Gaetano
Badalamenti,risultato implicato nella vicenda di Salvatore Giuliano,fascista,
che diviene praticamente il principale capo militare per organizzazione di
azioni milateri contro le forze della sinistra e sindacali in fermento nel
periodo(Portella della Ginestra).Altro punto fondamentale e' unire a queto tipo
di intervento la destra democristiana e Portella della Ginestra e' la sintesi
di tale strategia.I documenti desecretati parlano di questa strategia portata
avanti dagli statunitensi ,che d'altro canto fa parte ed e' inizio della
strategia degli interventi CIA in Europa .L'altro punto su cui appoggiarsi e'
il Vaticano,cosa non difficile visto il clima di intensa rottura che vi e' fra
USA ed URSS e l'accusa di anticlericalismo violento rivolta su tuttto il
territorio nazionale alle forze di sinistra.Salvatore Lupo ipotizza quindi che
alla base della strutturazione della Repubblica italiana in una parte
importantissima della nazione si basava su questo genere di alleanze e quindi
si domanda comme in tale maniera si possa far nascere una repubblica veramente
democratica. intervento di Ernesto Burgio e Lino Buscemi[modifica | modifica
sorgente] Il secondo relatore del convegno Ernesto Burgio, conferma l'esistenza
dei documenti comprovanti gli asserti dell'introduzione di Lupo precisando che
i nomi citati oltre aquelli gia' presentati sono quelli di Giulio Andreotti,che
risulta trettamente connesso ai servizi americani dal 1946 ed il principe
Valerio PignatelliValerio Pignatellidocumenti statunitenensi ed italiani su
mafia fascismo servi segreti 1944 – 1947 di GiuseppeCasarrubea.Oltre a Junio
Valerio Borghese[13] la cui collaborazione,come quella di altri criminali di
guerra nazifascisti con gli statunitensi e' ben nota,l'intervento di Giuseppe
Casarrubeaverte sulla efficienza tecnica che gli agenti preposti alle azioni
hanno nel periodo dallo sbarco alleato fino al 1948 ,gli agenti statunitensi
tendono a mantenere saldamente in pugno lo stato di occupazione e vengono
trattati con nomi e particolari nel libro di [Nicola Tranfaglia],che a detta di
Casarrubea rappresenta un punto fermo per gli storici del settore poiche'
contiene documenti citati ancora sviluppabili per lo studio dello
storico.Giuseppe Casarrubea porta esempi enommi sul piano del'organizzazione
tattico_militare per confermare vieppiu' la documentazione presentata nel libro
e nello specifico descrive il battaglione Pega formato da appartenenti alla
disciolta X Mas al comando di Nino Cuttazzoni.Scopo specifico e' la lotta
contro i comunisti,in quel momento fra le forze progressiste trainanti in
Sicilia,tale battaglione e' dotato di mezzi sia tecnici che logistici di alto
livello derivati dalla esperiqnza della X Mas.Nino Cuttazzoni ,secondo
Casarrubea , « lascia diretamente scritto Abbiamo a disposizione armi, depositi
al completo, faccio contattare anche gruppi di nuotatori paracadutisti dal sud
» [14] Lino Buscemi[15],altro studioso del periodo in questione interviene
invece sull'omerta' da parete sia di USA che di Italia che per hanno per anni
impedito l'accessso alla documentazione ssu cui si appoggia il libro di Nicola
Tranfaglia ribadendo che lo scopo della mafia dopo lo sbarco alleato era di
costituire sia a lvello locale che nazionale una classe dirigente che fose
collusa con gli interessi mafiosi e pr fare cio' in Sicilia vi era bisogno di
uno stretto controllo del territorio.Lino Buscemi individua nel fatto di
Portella della Ginestra il primo atto della Strategia della Tensione che non
per nulla avine in una zona ritenuta strategica nonn solo per l'Italia ma per
gli stessi interessi statunitensi nell'intero Mediterraneo:il fronte automista
,nato sulle idee di sinistra e di rivendicazione sociale del gruppo che faceva
capo a Bruno Canepa tramite l'aiuto degli a anglo- americani passa sotto il
controllo della destra reazionaria e mafiosa fino appunto a valesi di
personaggi quali Salvatore Giuliano.Gli stessi comunisti del noerd non
capiscono,o non vogliono capire a fondo la questione siciliana,e due lettere
indirizzate a Palmiro Togliatti da parte di Montalbano segretario siciliano del
pci non ricevono risposta ;sono del 27 otttobre del 1944 ed il pci non da alcun
risalto a livello nazionale di tali chiarimenti mandati da Montalbano.In linea
di massima Lino Buscemi asserisce che anche la Strage di Portella della
Ginestra e' stata rimossa da entrambi le parti politiche di maggior peso nella
nazione non procedendo con la denuncia basata sui documenti disponibili anche
se di parole demagociche ne son state spese anche troppe. [16] intervento di
Giuseppe Casarrubea[modifica | modifica sorgente] Interviene di seguito
Giuseppe Casarrubea, figlio fra l'altro di una delle vittime della strage di
Partinico.Il suo intervento verte sia sull'azione che sull'organizzazione degli
agenti in Italia pagati dal dipartimento di Stato americano ande poter mettere
a frutto nell'immediato dopoguerra la situazione di privilegio oggettiva degli
statunitensi dopo lo sbarco.Per le specifiche azioni Giuseppe Casarrubea fa
riferimento al libro di Nicola Tranfaglia fondamentale per le fonti
citate.Casarrubea procede con alcuni esempi specifici chiarificatori citando
personaggi ben singolari:oltre a gia' nominato Nino Cuttazzoni ed associato
pure lui al battaglione Vega vi e' Salvatore Sapienza, di Montelepre,di stanza
a Verona per esercitarsi all'uso delle arm ma presente al momento opportuno con
i reparti del battaglione Vega in Sicilia.Poi cita un altro accolito dell X_MAS
e /o degli apparati da questo derivati: Fortunato Colbani e come rappresentanti
della mafia nomi che ricorrono spesso ed in tempi diversi come Calogero
Vizzini, Genco Russo etc.Parla anche di come il generale Giuseppe
Castellano,fra i firmatari dell'armistizio,indica una riunione fra i piu' noti
capimafiaed il risultato e' la nascita del fronte democratico dell’ordine
siciliano,con presidente esattamente Calogero Vizzini;lo scopo dichiarato e' il
riportare lordine nella Sicilia.Gli statunitensi che trovano allo sbarco una
situazione confusa intricata e complessa nella gestione di tuttto il tessuto
sociale accettano anzi spingono perche' mafiosi di gran caratura si occupino
della normalizzazione del territorio,sopratutto in risposta alle sommose e
rivendicazioni sociali portate avanti in quel momento dalle masse operaie e contadine
siciliane , e gli elencati morti negli scontri di piazza uccisi daglli orgni di
repressione dello stato sono indicativi di tale eriodi di disordine' Torando
alle interazioni mafiosi fascisti per lo sviluppo dell'argomento usiamo le
stesse parole di Giuseppe Casarrubbea delle nel suo specifico intervento « Non
c’era solo la spia di Giuseppe Pazienza del battaglione Vega. Abbiamo una fonte
archivistica parallela, che si chiama Fonte di documentazione del SIS[17] via
Appia, Roma., consultata per conto del giudice Guido Salvini dallo Storico Aldo
Giannuli[18]. Il quale ha dimostrato che la banda di Salvatore Giuliano non era
che un plotone di esecuzione agli ordini del generale della Guardia nazionale
repubblichina di Salò, rispondente al nome di MARTINA (non so se è vivo,
speriamo che la voce non gli arrivi), il quale aveva a sua disposizione appunto
un nucleo, da cui dipendeva la banda di Salvatore Giuliano. Quindi questa
favola che Giuliano era il bandito analfabeta, che Giuliano aveva fatto la strage,
che dietro di lui forse c’era qualcuno che gli aveva armato la mano, che ci
sono tanti misteri, non regge più rispetto ai dati della ricerca. » [19]
intervento di Giuseppe Carlo Marino[modifica | modifica sorgente] L'intervento
di Giuseppe Carlo Marino verte suifatti di Portella della Ginestra e sulla
figura di Salvatore Giuliano,i dubbi di Marino sono sul fatto che la sua scelta
espressamente antisocilcomunista sia un'evoluzione ideologica del suo iter
politico avvenuta per "maturazione politica",come i suoi dubbi
permangono sul fatto che sia stato solo lui e i suoi uomini a sparare a
Portella visto che questo gli avrebbe fatto perder la sua fama di
"giustiziere" e di Robin Hood a cui Giuliano teneva
enormemente,ovvero in sintesi non lo convince attribuire i fatti di Portella
della Ginestra al solo "bandito Giuliano".Basandosi sui documenti
ampiamente trattati nel libro di Nicola Tranfaglia,Giuseppe Carlo Marino riesce
a togliersi qualche dubbio in quanto prende atto che gli avvenimenti di Portella
della Ginestra facevano parte di un piano per buttare i socialcomunisti
nell'illilegalita',visto la loro forza al momento sopratutto in Sicilia,facendo
una prococazione alla quale la controrisposta violenta avvrebbe potuto catenare
la repressione "legale" verso le due grandi forze popolari.Cioe'
Marino prende atto delle lettere non considerate di Montalbano a Palmiro
Togliatti per collegare la procazione di Portella della Ginestra ad uno
scenario assai piu' ampio in cui i due leaders dei due partiti principali Alcide
De Gasperi e Palmiro Togliatti son consapevoli che la nazione sta vivendo un
periodo di "liberta' controllata" con una sovranita' nazionale
limitata che puo' avere una doppia chiave di lettura ovvero sia sovranita'
limitata nei confronti degli occupanti statunitensi sia del Vaticano.In questo
periodo quindi si inseriscono e si intersecano diversi personaggi che poi
entreranno nella storia della nazione;Giulio Andreotti,uno fra tutti, il quale
in una lettera all'OSS (nello specifico all'ufficio affari strategici) da
informazioni su discorsi riservati fattigli da Alcide De Gasperi,quindi senza
mezzi termini il prof.Giuseppe Carlo Marino definisce Giulio Andreotti
informatore dei servizi segreti statunitensi essendo al contempo
sottosegretario alla Presidenza del Consiglio:lo storico si domanda se era
stato posizionato li' per controllare cio' che faceva De Gasperi il quale a sua
era a conoscenza dei contatti dell'informatore Giulio Andreotti con gli
americani.Di seguito cita documenti inerenti, 1946, a Pio 12°,anticomunista in
modo fermo e deciso,il quale non esclude a possibilita' che socialisti e
comunisti vadano al governo con i democristiani pero' i socialcomunisti si
debbono presentare alle elezioni come unico corpo elettorale in modo da poter
pervenire ad egual numero di rappresentanti parlamentari fra i democristiani ed
i socialcomunisti.Infine il prof.Giuseppe Carlo Marino rimarca il fatto
apparentemente stupefacente che l’autonomia siciliana nata da lotte popolari e
rivendicative di grosse masse fosse pero' decisa con calcoli appropriati da
potentissimi capi mafiosi e su tali calcoli mafiosi son stati trovati documenti
comprovanti. [20] Collegamenti Esterni[modifica | modifica sorgente] • Il
potere ambiguo Portella della Ginestra e i nuovi equilibri politico mafiosi di
Serena Minicuci tesi di laurea discussa presso l'Università di Messina.
Relatore, prof. Saverio Di Bella • Girolamo Li Causi. Intervento alla camera
dei deputati. Seduta del 26 ottobre 1951 • Lettera di Salvatore Giuliano a
"La Voce di Sicilia", 31 agosto 1947, e commento-risposta di Girolamo
Li Causi • Giuliano e Portella: il primo intrigo della Repubblica • Come nasce
la Repubblica? (parte II) Rosa Alba Amico • documenti desecretati da Bill
Clinton • il Golpe Borghese da RAI • Meridiana : rivista di storia e scienze
sociali • il ritorno della Mafia in Sicilia. Un regalo dei
"nemici"Gli USA e la mafia e I nemici, la Mafia e il Mis • La storia
della Mafia(Leonardo Sciascia - Fonte: Storia Illustrata – anno XVI – n. 173 –
aprile 1972 – A. Mondadori Editore) • LA MAFIA: al cuore dello Stato e della
strategia imperialista Note[modifica | modifica sorgente] 1. ^ ampia
presentazione libro 2. ^ Il caso degli ispettori generali Verdiani e Messana di
Claudia Cernigoinote su Ciro Verdiani Ciro Verdiani ex agente OVRA implicato in
tutta la vicenda di Salvatore Giuliano muore a Roma immediatamente prima del
processo in cui dovra' essere giudicato per favoreggiamente:ufficialmente per
suicidio del resto las us cariera di fascista incomincia presto assieme al
collega Messana « Ettore Messana, siciliano di Racalmuto, classe 1888, di
professione ufficiale di polizia. Nel 1919 lo troviamo impelagato nella strage
di Riesi. Tiene “a battesimo”, a modo suo, le lotte contadine. Venti morti. Poi
si specializza nel ventennio nero, grazie all’appoggio che gli forniscono
uomini dell’apparato come Ciro Verdiani e Giuseppe Gueli, che di polizia e di
spionaggio se ne intendono più dello stesso ministro fascista Buffarini Guidi.
Nell’aprile del 1941 la sua carriera è a una svolta. Le truppe italo-tedesche
invadono il Regno di Jugoslavia e l’Italia si annette gran parte della
Slovenia. Messana diventa questore di Lubiana tra l’aprile del 1941 e il maggio
1942, per poi svolgere la stessa carica a Trieste (1942-1943) fino alla
destituzione di Mussolini. Il questore non è uno qualsiasi. Il suo nome compare
in un elenco di 35 ricercati per crimini di guerra. » 3. L’ispettore Ps,
l’Italia fascista e il battesimo della Repubblica di Giuseppe Casarrubea 4. ^ «
Il discorso che il dirigente della sinistra pronuncia, in un clima di tumulti,
alla Costituente nella seduta del 2 maggio 1947, giorno successivo a Portella,
costituisce un po' il lancio ufficiale della sfida. Bersaglio del dirigente
comunista non sono soltanto gli ambienti monarchici e mafiosi dell'isola, che
in quei primi frangenti indica quali diretti responsabili del massacro, bensì
anche "alti funzionari addetti alla polizia", alludendo anzitutto
all'ispettore di PS Ettore Messana. Li Causi censura inoltre lo stesso ministro
dell'Interno, che s'è affrettato a negare, con equivoca certezza, ogni
politicità all'eccidio. Tale esordio risente, ovviamente, della concitazione di
quei giorni; nondimeno è indicativo d'un percorso plausibile, che viene meglio
esplicitato in occasioni successive. Alla seduta della Costituente del 15
luglio, infatti, comunisti e socialisti già espulsi dal governo, il leader
siciliano si esprime con veemenza su possibili correità governative, mentre
definisce gli equivoci di Messana, del resto tristemente noto nell'isola perché
responsabile della strage di Riesi nel 1919, con trecidi contadini uccisi,
massacratore in Grecia negli anni della guerra, implicato infine nella strana
morte di un carabiniere. » 5. commento di Carlo Ruta adIntervento di Girolamo
Li Causi Assemblea Costituente - Seduta del 15 luglio 1947 6. ^ La famiglia
Montalbano 7. ^ Elenco alfabetico dei componenti dell'Assemblea Costituente 8.
^ salvatore miceli e narcotraffico 9. ^ salvatore miceli da wikipedia inglese
10. ^ Testo delle dichiarazioni del colonnello dei carabinieri Antonio Perenze
rese al Comitato d'Indagine sui rapporti tra mafia e fenomeno del banditismo in
Sicilia nella seduta del 22 maggio 1969 11. ^ Girolamo Li Causi. Intervento
alla camera dei deputati. Seduta del 26 ottobre 1951 12. ^ Sud , la Resistenza
dimenticata di Mario Avagliano 13. ^ sintesi di come nasce la repubblica? di
Nicola Tranfaglia a cura di Rosa Alba Amico 14. ^ biografia breve « Scamporino
non è soltanto un oriundo, è pure il legale dei sindacati sui quali Cosa Nostra
ha già steso la propria ombra. Suo vice è un altro avvocato, PoliticiVictor
Anfuso, che ha difeso nelle aule di giustizia tanti siciliani di Brooklyn. Il
terzo in gerarchia è un ventenne con il pallino dell'agente segreto, Max Corvo.
» 15. da « Come è noto, le attività di quel gruppo, messo in piedi per la
maggior parte da italo-americani quali Scamporino e Corvo, sono sempre state di
dubbio odore e i più sono stati rispediti a casa quando Bob Joyce ha preso la
direzione in Italia.' E' così che quando nel 1943 gli americani sbarcheranno in
Sicilia, la prima azione dell'OSS sarà la corsa del gruppo di Max Corvo e
Vincent Scamporino all'isola di Favignana, `per restituire la libertà ai
mafiosi imprigionati' dal regime fascista. » 16. l'angolo morto di Mario
Coglitore « Office of Strategic Service, servizio segreto statunitense, che poi
cambiò il nome in CIA), d’origine siciliana, diretti da Earl Brennan, tra i
quali Max Corvo, Victor Anfuso e Vincent Scamporino, prepararono ad Algeri i
piani per la collaborazione coi mafiosi in Sicilia, in previsione dello sbarco,
con la collaborazione in particolare di Lucky Luciano, e inviarono agenti
speciali a stabilire contatti diretti ‘in loco’ » 17. che 'bella' sorpresa! Gli
alleati in Sicilia 18. ^ « aderisce alla Repubblica di Salò continuando
l'attività nella Decima Flottiglia MAS, ricostituita come reparto indipendente
di volontari, di cui diviene il comandante. La formazione, che gode di una
singolare autonomia e di un regolamento particolare, collabora con l'occupante
tedesco nella guerra agli Alleati e nella spietata repressione della Resistenza
partigiana, ma ancora prima della fine del conflitto allaccia rapporti con i
servizi segreti americani (l'OSS, da cui nascerà nel 1947 la CIA) in funzione anticomunista
ed antislava. » 19. da RAI lastoriasiamonoi 20. ^ sintesi di come nasce la
repubblica? di Nicola Tranfaglia 21. ^ articolo di Repubblica Così fu ucciso a
casa mia il re di Monteleprea firma di Buscemi sull'assassinio di Salvatore
Giuliano 22. ^ sintesi di come nasce la repubblica? di Nicola Tranfaglia 23. ^
il ritrovamento dell'archivio "dimenticato" 24. ^ Aldo Giannuli 25. ^
Come nasce la Repubblica? 26. ^ sintesi di come nasce la repubblica? di Nicola
Tranfaglia
Questo è un libro che stiamo consultando, inverando,
contestando e reprimendo in forza di opposti incontrovertibili documenti e
inediti dati di archivi storici d'altissimo profilo. • Storia e archeologia
Storia Storia regionale e nazionale Storia d'Italia Casarrubea Giuseppe -
Storia segreta della Sicilia. Dallo sbarco alleato a Portella... Titolo Storia
segreta della Sicilia. Dallo sbarco alleato a Portella della Ginestra Autore
Casarrubea Giuseppe Prezzo Sconto 25% € 6,75 (Prezzo di copertina € 9,00
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tascabile, ricostruisce la mappa dell'eversione nel nostro Paese, nel periodo
in cui si costituiscono i governi di unità nazionale nonché le formazioni
paramilitari, dopo il 25 aprile 1945: i gruppi neofascisti e tutto l'arcipelago
politico nel suo intreccio con le istituzioni italiane nate dalla lotta di
Liberazione. Per realizzare questo libro Casarrubea ha analizzato le carte
desecretate da Bill Clinton nel 2000 presso il National Archive and Records
Administration nel Maryland, nonché altri documenti del Sis e del Sim. http://giotto.ibs.it/cop/copj170.asp?f=9788845234798
Storia segreta della Sicilia. Dallo sbarco alleato a Portella della Ginestra Il
volume, pubblicato direttamente in edizione tascabile, ricostruisce la mappa
dell'eversione nel nostro Paese, nel periodo in cui si costituiscono i governi
di unità nazionale nonché le formazioni paramilitari, dopo il 25 aprile 1945: i
gruppi neofascisti e tutto l'arcipelago politico nel suo intreccio con le
istituzioni italiane nate dalla lotta di Liberazione. Per realizzare questo
libro Casarrubea ha analizzato le carte desecretate da Bill Clinton nel 2000
presso il National Archive and Records Administration nel Maryland, nonché
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L'amico americano. Presenze e interferenze straniere... Flamini Gianni € 8,00
Mostra tutti i suggerimenti La recensione de L'Indice Secondo la versione
ufficiale dei fatti, nella Sicilia del 1943-1945 gli americani fecero leva
sulla mafia per muoversi meglio sul territorio, utilizzandola temporaneamente
quale alleata nella prima fase dell'occupazione; e il 1° maggio 1947, con le
sinistre che nell'isola stanno avanzando da tempo, a Portella della Ginestra,
il gruppo del bandito Salvatore Giuliano, nemico giurato dei "rossi",
spara tra la folla riunitasi per assistere a un comizio. Quest'ultima parte
della versione ufficiale ha già da tempo mostrato le proprie crepe: Giuliano
non agì di propria sola iniziativa. Oggi, Giuseppe Casarrubea, forse il massimo
esperto della questione, mette in luce i contatti del bandito con alcuni
elementi fascisti e, per questo tramite, con uomini dei servizi segreti sia
italiani, sia d'oltreoceano. Riceve una serie di rilevanti chiarificazioni il
contesto entro cui, nella Sicilia del dopo sbarco alleato, maturarono le
condizioni del massacro di Portella. L'idea di fondo, sposata anche da
Tranfaglia nell'introduzione al volume, è quella d'una sostanziale continuità,
tra il '43 e gli anni della strategia della tensione, nelle strategie di lotta
non democratiche poste in essere sotto l'ombrello atlantico contro i comunisti
in Italia. Adottando opportunamente una prospettiva che fonde il piano nazionale
con quello regionale, Casarrubea dipana la gigantesca matassa dei contatti tra
fascisti, agenti segreti, settori della polizia, ambienti clericali, circoli
massonici, politici (Sturzo, Scelba, Finocchiaro Aprile), tutti consci del
fatto che la mafia debba essere considerata la "forca caudina di molte
scelte". L'Italia, in questi anni, è del resto immersa in un clima di
guerra civile latente, con i Far ben organizzati, il Movimento sociale in
crescita, e la piena attività di molti ex dell'Ovra, "brodo di coltura
della continuità post-fascista". Inizia qui la strumentalizzazione
istituzionale dei più combattivi nostalgici del fascismo a fini anticomunisti.
Lo stesso dicasi, appunto, della mafia, che gli americani stessi scelgono di
mantenere nella posizione di fulcro del "partito dell'ordine" in
Sicilia. E se Charles Poletti, capo del governo militare statunitense in Italia
dal '43 al '45, elogia apertamente il noto boss mafioso Vito Genovese, già
nominato "commendatore del Regno" da Mussolini, le autorità italiane
fanno anche di peggio. Ad esempio, nominare nel maggio 1945 ispettore capo di
Pubblica sicurezza in Sicilia nientemeno che Ettore Messana, ex questore di
Lubiana, classificato dagli alleati come un criminale di guerra: manterrà
stretti contatti con i mafiosi. Sono appena due esempi di quel
"solidarismo istituzionale" che nei decenni a venire si rivelerà
gravido delle più penose conseguenze. Casarrubea ipotizza addirittura che la
banda Giuliano nasca su impulso dell'Ovra stessa, attraverso personaggi quali
Selene Corbellini (banda Koch), per poi ricevere copertura dal controspionaggio
alleato. È comunque chiaro che contro l'ascesa delle sinistre in Italia si
giocò sporco fin dalla caduta del fascismo: su molti livelli, pochissimi dei
quali finora toccati dalle indagini giudiziarie. Daniele Rocca I vostri
commenti Media Voto: 5 / 5 | Invia recensione luca mazzei (14-02-2007) Una
ricostruzione della strage di Portella della Ginestra attraverso la
consultazione delgi archivi dei servizi segreti americani. Bellissimo Voto: 5 /
5 Alberto zamaal@libero.it (13-11-2005) Splendido saggio sulla strage di
Portella della Ginestra, su cui solo ora si stanno diradando le nubi del
mistero. Voto: 5 / 5
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