Perdono il loro valore caro Piero. Hanno dovuto subire il ricatto Cavallaro perché c'era in gioco un milione di euro per la nota vicenda della Ministra- Poi tutto in fumo ma non per colpa della nostra Amministrazione. Ormai un folle e dispendioso statuto organato dal valido Aldo Scimé cade a pezzi, ma la famiglia, il direttore dal cuore cavo che osa darmi del maledicato come se io fossi un suo scolaretto da premiare o castigare e tutto un trentennio di mala gesutio - tutti colpevoli- e se mi danno incarico di dinostrarlo mi basterà solo lo spazio di u mattino, tutti a mangiare. tutti a gozzoviglire. Bene fa Emilio Nessana, bene fa Totò Picone a lasciar cuocere questa che da vent'anni tu gustamente chiami una cattedrale nel deserto, a fare chirezza. E' il giorno del giudizio. Senza soldi che fanno? Premesso che la Regione, venuto meno Aldo Scimé. un euro a questo nulla dal pomposo nome non glielo molla. Ed a ragione. Aggiungo che se si trattava di una tardiva domanda mi ero prestato a far correggere la disattenzione (tra l'atro manco si erano accorti quelli che ci stanno a pagamento dentro la Fondazione) che l'anno scorso la scadenza era stata anticipata di un trimestre. Avevo ed ho entrature in altissimo loco dal CGA al CONSIGLIO DI STATO. Sindaco ed assessore mi hanno fatto capire he dovevo desistere. E perché? Perchè son dissennati? Ma no!. Sono d'accordo con loro se pensano di smammare nipoti maleducati di Sciascia, familiari che te li raccomando e magari qualche amoroso genero che genero non è più perché divorziato e passato a pi0ù giovani nozze. Quindi quella Centrale di un secolo fa torni al Comune, alla colletività. Ne ha bisogno per vera cultura, per vero turismo per veri incontri qualificati e qualificanti. Io sono con Emilio e Totò e sono contro chi - in malafede - è contro Emilio e Toto in questa facenda desolante della fonfazione non fondata da chi ne porta il nome o peggio requisita da chi non ne ha titolo alcuno ma solo per l'idiozia di un consiglio senza senno di quel tempo là, si trova assiso in Viale della Vittoria di Racalmuto come egemone ed incontrollabile padrone.
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