Piccole cosettine ma tante e coincidenti e quindi mi stanno preoccupando. Tra le atre cose, ma minore ma non per questo non significativa, quella di una tardiva raccomandata con ricevuta di ritorno del 5 gennaio scorso tendente a mio avviso ad estorcere denaro tassaiolo a mia moglie. Stanotte dalle due alle cinque mi sono accinto a redigere questa irrituale e non usuale sollecitazione di autotutela al noto Ufficio Tributi di Vittorio Lauricella. Ve la rendo pubblica. Un tassello che ai miei amici veri servirà se vorranno fare apparire come suicidio l'ennesima esecuzione sommaria di Stato. Caro Maurizio e tu incautamente ti ci infili dentro. Lascia perdere e metti da canto la tua ironia da strapaese. Al mio confronto si squaglia. Tu non sei giornalista professionista e da dilettante si arriva sino ad un certo punto; dopo vengono le vertigini!
ALLA RESPONABILITA' DIRETTA DEL FUNZIONARIO DELL'UFFICIO TRIBUTI DEL COMUNE DI RACALMUMTO,
E IN COINVOLGIMENTO DEL SEGRETARIO COMUNALE DI RACALMUTO
RCHIAMANDO L'OBBLIGO DI VIGILANZA DEL SINDACO MESSANA,
IO BENEDETTI MARIA stamani all'ufficio di via Jenner in Roma ho prelevato la vostra raccomandata con R.R in ordine all'abolita imposta comunale degli immobili di non precisata data ma arrivata a Roma solo ieri 4 gennaio 2016.
Riporto qui gli estremi. protocollo n. 13840 del 1/10/2015 (sic) anno d'imposta 2010. utente8321 codicefiscalebndmra39c44g498n - cod. violazione 8321 - 10 - L.
Iniziamo da qui: contestare un codice che non si specifica in un pur logorroico foglio doppio è primo segno di scarso rispetto per quello che voi chiamate l'utente.
Perseguirmi ad oltre cinque anni, a prescindere dalla fondatezza della vostra pretesa fiscale afflittiva e punitiva, impone considerazioni etiche e civili da far forse meglio soppesare in sedi giudiziarie ordinarie, forse penali.
Per il momento tralascio la mia totale contestazione sul fatto e sul diritto e sulla procedura persecutoria.
Vi faccio notare che asserire di avere rispettato una cronologia protocollare in data 10 ottobre 2015 per far dichiarare ad un incolpevole Gagliardo Gregorio che avrebbe fatto una "notifica a mezzo posta ai sensi dell'art. 14 della legge 20/11/1982, n. 890 non si sa in che data ma che perviene qui a Roma il 5 gennaio 2016 lascia ragionevoli dubbi sulla effettività delle date proclamate e spinge a pensare che si sia adoperato quel metodo tuzioristico che si riputa legittimo presso l'ufficio tributi di Racalmuto: d'improvviso preoccupati di sanzioni della corte dei conti, dopo un quinquennio di inattività o non tempestività degli uffici accertatori basta operare con siffatte astuzie per superare l'inghippo della perenzione quinquennale.
Questo per ora vale come premessa chiarificatrice.
Ma andando nel fatto e nel diritto la sottoscritta afferma senza tema di smentita di avere sei anni fa assolto puntigliosamente e correttamente quell'onere tributario ora abrogato che si diceva ICI.
I termini catastali allora vigenti o risultanti erano quelli su cui correttamente la sottoscritta applicò l'autotassazione. La vostra affermazione che la imposta versata rispetto all'imposta dovuta comporta a mio aggravio una differenza d'imposta non ha fondamento alcuno . Mi avvalgo di un commercialista ligio ed infallibile. Quindi siete voi che affermate di aver proceduto ad un accertamento senza nulla avere accertato come potrei dimostrare per tabulas. Ma non vedo perché dovrei dimostrarvi di essere in regola io dopo sei anni quando legittimamente ho potuto epurare bollettini di versamento ed altro per trascorso quinquennio al 31 dicembre scorso.
Se il vostro ufficio cui credo che non manchi personale e che dovrebbe avere la debita professionalità e avrebbe DOVUTO USARE almeno la normale diligenza del buon padre di famiglia e procedere dal momento in cui ha ricevuto i documenti dei versamenti e la tempestiva consultazione dei dati catastali, doveva prontamente verificare prima di accertare mettendomi in condizione di far valere le mie ragioni. Troppo semplicistico. per non essere offensivo, rinviare senza plausibile motivo alcuno sino a quello che ritenete il vostro estremo termine utile per far scattare ex abrupto addirittura un iugulatorio ACCERTAMENTO in pratica incontestabile se non con tutti quei gravami e costi a fini capziosamente dissuasivi che mi tocca leggere in quelle vostre fitte e incomprensibili note.
Voi siete pubblica amministrazione e dovete agire con tutta la civiltà e il rispetto del cittadino che la COSTITIZIONE impone e non con gli artifici per i quali se insistete dovete risponderne alle magistrature ordinarie.
In preavviso vi affermo che infondata è la vostra visura dei dati catastali relativi al 2010, inesatto è il vostro calcolo della "imposta versata", inqualificabili tutti quei balzelli vessatori.
Ma ciò non vi dico per mia doglianza ve lo dico solo per farvi ravvedere. Operare quindi una autotutela per evitare alla pubblica amministrazione più gravi danni ed al limite scongiurare che possa far valere tutta la normativa tendente a far cadere sul funzionario responsabile errori, travisamenti, improprie interpretazioni di leggi e via discorrendo.
Con l'occasione rammento che la sottoscritta che da anni non possiede fortunatamente alcun immobile a Racalmuto, fu già vittima di un fasullo accertamento da parte di codesto ufficio tributi. In base a quell'accertamento infondatissimo mio marito solerte ex dirigente del SECIT MINISTERIALE del Ministro delle Finanze Reviglio, si precipitò a corrispondere il balzello richiesto affidandosi al principio del solve et repete.
Portatosi mio marito da una vostra precaria dipendente si vide rimbrottato per il fatto che si era sbagliato a pagare. Dopo oziose discussioni la signora sottopose alla firma di mio marito un testo sgrammaticato (grave offesa per mio marito che si crede un letterato) e si vide appioppare dalla incompetente signora uno "sgravio" pe le imposte future, imposte future da me non più dovute. Ove occorresse preciso che questo vostro ufficio mi aveva elevato sanzioni per non avere corrisposto tasse che potei dimostrare, bollettini veri ed integri alla mano , avere regolarissimamente corrisposto. Su che base mi venne fatta a quei tempi l'accertamento? Sempre per la solito malvezzo del tuzioristico spiccare accertamenti frettolosi in scadenza di termini con la riserva: se il contribuente ha ragione noi gliela riconosciamo? Bella inversione dell'onere di prova che si è inventata Racalmuto!
Comunque spero che questa volta si operi la doverosa autotutela e la questione si chiuda qui.
E seppure questa non è istanza ma una sollecitazione a ravvedervi, ad autotutelarvi attendo risposta diversamente entro i termini di legge la reputo soggetta al silenzio assenso.
Benedetti Maria.
ALLA RESPONABILITA' DIRETTA DEL FUNZIONARIO DELL'UFFICIO TRIBUTI DEL COMUNE DI RACALMUMTO,
E IN COINVOLGIMENTO DEL SEGRETARIO COMUNALE DI RACALMUTO
RCHIAMANDO L'OBBLIGO DI VIGILANZA DEL SINDACO MESSANA,
IO BENEDETTI MARIA stamani all'ufficio di via Jenner in Roma ho prelevato la vostra raccomandata con R.R in ordine all'abolita imposta comunale degli immobili di non precisata data ma arrivata a Roma solo ieri 4 gennaio 2016.
Riporto qui gli estremi. protocollo n. 13840 del 1/10/2015 (sic) anno d'imposta 2010. utente8321 codicefiscalebndmra39c44g498n - cod. violazione 8321 - 10 - L.
Iniziamo da qui: contestare un codice che non si specifica in un pur logorroico foglio doppio è primo segno di scarso rispetto per quello che voi chiamate l'utente.
Perseguirmi ad oltre cinque anni, a prescindere dalla fondatezza della vostra pretesa fiscale afflittiva e punitiva, impone considerazioni etiche e civili da far forse meglio soppesare in sedi giudiziarie ordinarie, forse penali.
Per il momento tralascio la mia totale contestazione sul fatto e sul diritto e sulla procedura persecutoria.
Vi faccio notare che asserire di avere rispettato una cronologia protocollare in data 10 ottobre 2015 per far dichiarare ad un incolpevole Gagliardo Gregorio che avrebbe fatto una "notifica a mezzo posta ai sensi dell'art. 14 della legge 20/11/1982, n. 890 non si sa in che data ma che perviene qui a Roma il 5 gennaio 2016 lascia ragionevoli dubbi sulla effettività delle date proclamate e spinge a pensare che si sia adoperato quel metodo tuzioristico che si riputa legittimo presso l'ufficio tributi di Racalmuto: d'improvviso preoccupati di sanzioni della corte dei conti, dopo un quinquennio di inattività o non tempestività degli uffici accertatori basta operare con siffatte astuzie per superare l'inghippo della perenzione quinquennale.
Questo per ora vale come premessa chiarificatrice.
Ma andando nel fatto e nel diritto la sottoscritta afferma senza tema di smentita di avere sei anni fa assolto puntigliosamente e correttamente quell'onere tributario ora abrogato che si diceva ICI.
I termini catastali allora vigenti o risultanti erano quelli su cui correttamente la sottoscritta applicò l'autotassazione. La vostra affermazione che la imposta versata rispetto all'imposta dovuta comporta a mio aggravio una differenza d'imposta non ha fondamento alcuno . Mi avvalgo di un commercialista ligio ed infallibile. Quindi siete voi che affermate di aver proceduto ad un accertamento senza nulla avere accertato come potrei dimostrare per tabulas. Ma non vedo perché dovrei dimostrarvi di essere in regola io dopo sei anni quando legittimamente ho potuto epurare bollettini di versamento ed altro per trascorso quinquennio al 31 dicembre scorso.
Se il vostro ufficio cui credo che non manchi personale e che dovrebbe avere la debita professionalità e avrebbe DOVUTO USARE almeno la normale diligenza del buon padre di famiglia e procedere dal momento in cui ha ricevuto i documenti dei versamenti e la tempestiva consultazione dei dati catastali, doveva prontamente verificare prima di accertare mettendomi in condizione di far valere le mie ragioni. Troppo semplicistico. per non essere offensivo, rinviare senza plausibile motivo alcuno sino a quello che ritenete il vostro estremo termine utile per far scattare ex abrupto addirittura un iugulatorio ACCERTAMENTO in pratica incontestabile se non con tutti quei gravami e costi a fini capziosamente dissuasivi che mi tocca leggere in quelle vostre fitte e incomprensibili note.
Voi siete pubblica amministrazione e dovete agire con tutta la civiltà e il rispetto del cittadino che la COSTITIZIONE impone e non con gli artifici per i quali se insistete dovete risponderne alle magistrature ordinarie.
In preavviso vi affermo che infondata è la vostra visura dei dati catastali relativi al 2010, inesatto è il vostro calcolo della "imposta versata", inqualificabili tutti quei balzelli vessatori.
Ma ciò non vi dico per mia doglianza ve lo dico solo per farvi ravvedere. Operare quindi una autotutela per evitare alla pubblica amministrazione più gravi danni ed al limite scongiurare che possa far valere tutta la normativa tendente a far cadere sul funzionario responsabile errori, travisamenti, improprie interpretazioni di leggi e via discorrendo.
Con l'occasione rammento che la sottoscritta che da anni non possiede fortunatamente alcun immobile a Racalmuto, fu già vittima di un fasullo accertamento da parte di codesto ufficio tributi. In base a quell'accertamento infondatissimo mio marito solerte ex dirigente del SECIT MINISTERIALE del Ministro delle Finanze Reviglio, si precipitò a corrispondere il balzello richiesto affidandosi al principio del solve et repete.
Portatosi mio marito da una vostra precaria dipendente si vide rimbrottato per il fatto che si era sbagliato a pagare. Dopo oziose discussioni la signora sottopose alla firma di mio marito un testo sgrammaticato (grave offesa per mio marito che si crede un letterato) e si vide appioppare dalla incompetente signora uno "sgravio" pe le imposte future, imposte future da me non più dovute. Ove occorresse preciso che questo vostro ufficio mi aveva elevato sanzioni per non avere corrisposto tasse che potei dimostrare, bollettini veri ed integri alla mano , avere regolarissimamente corrisposto. Su che base mi venne fatta a quei tempi l'accertamento? Sempre per la solito malvezzo del tuzioristico spiccare accertamenti frettolosi in scadenza di termini con la riserva: se il contribuente ha ragione noi gliela riconosciamo? Bella inversione dell'onere di prova che si è inventata Racalmuto!
Comunque spero che questa volta si operi la doverosa autotutela e la questione si chiuda qui.
E seppure questa non è istanza ma una sollecitazione a ravvedervi, ad autotutelarvi attendo risposta diversamente entro i termini di legge la reputo soggetta al silenzio assenso.
Benedetti Maria.
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